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FABRIZIO DE ANDRE’: IL LIBRO DEL MONDO

 

 

 

 

Tra poco più di un mese saranno passati venti anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè, che venne a mancare a Milano l’11 gennaio 1999, un mese prima di compiere 59 anni, per l’aggravarsi della malattia che gli era stata diagnosticata nell’agosto precedente, un carcinoma polmonare. La sua figura rimane punto di riferimento importante sulla scena culturale italiana per almeno un paio di generazioni di appassionati di musica e poesia. Così il libro scritto con passione devota da Walter Pistarini, “Fabrizio De Andrè: Il LIbro del Mondo”, diventa un’occasione unica per ripercorrere l’arte del cantautore genovese attraverso l’analisi delle sue immortali Canzoni.


Gli appassionati autentici ottengo spesso risultati migliori e più apprezzabili di chi scrive per mestiere, è questo quanto accade per il lavoro di Walter Pistarini il quale dimostra una dedizione ed una conoscenza della materia che ha trattato davvero sorprendenti, inoltre il suo libro, pur non addentrandosi in interpretazioni troppo rischiose e azzardate, è frutto prezioso di una ricerca accurata di fonti iconografiche cui fare riferimento e di dati importanti circa le incisioni discografiche e le sessioni di registrazione. “Fabrizio De Andrè: Le Storie dietro le Canzoni”, che è proposto in una nuova ristampa (rispetto alla prima edizione del 2010) e di certo arricchito dai contributi di altri appassionati che Pistarini in questi anni ha sempre sollecitato a collaborare, è libro utilissimo, ancorché fondamentale, per comprendere al meglio le canzoni – non proprio ‘semplici canzoni’ – in musica di un grande poeta. Il libro di Walter Pistarini, attraverso il certosino (e per molti versi impagabile) lavoro del suo autore, ci aiuta ad approfondire la conoscenza (e la genesi) di tutte le canzoni composte da De Andrè – sistematicamente e in ordine cronologico di uscita – a partire da “Nuvole barocche”, facciata A del suo primo 45 giri inciso nel 1961 per la Karim, per finire a “Smisurata preghiera”, il brano che chiude l’ultimo album del cantautore, “Anime Salve” del 1996, passando (‘of course!’) per capolavori riconosciuti come “La storia di Marinella”, “Via del Campo”, “La guerra di Piero”, “Il pescatore”, “Bocca di Rosa”, “Preghiera in Gennaio”, “Un giudice”, “La Ballata dell’Amore cieco (o della vanità)”, “Dolcenera”, “Verranno a chiederti del nostro amore”, “Cantico dei drogati”, “Canzone del Maggio”, “Amico fragile”, “Crêuza de mä”, “La Collina” e via discorrendo. Comprendere come siano nati o a cosa si siano ispirati questi brani può certamente essere fonte di curiosità non solo per coloro che conoscono a menadito il corpo musicale di Fabrizio, un patrimonio artistico di ‘Musica & Cultura’ che di fatto appartiene a noi tutti. De Andrè è uno dei cantautori più popolari del nostro paese non solo per le sue canzoni ma anche per l’alta qualità letteraria dei suoi testi. Proprio questo il libro ci narra, esplicitato nel suo sottotitolo: le Storie dietro le Canzoni; molto spesso le storie “delle” canzoni di De Andrè, più che le storie “dietro alle” canzoni. Un capitolo per ogni album e per ogni canzone un sottocapito; il libro è facile la consultare e altrettanto facile è, grazie ad un indice alfabetico per titoli, rintracciare proprio una determinata canzone che si desidera conoscere più a fondo. Il titolo rimanda ad una citazione dalla canzone “Khorakané (A forza di esser vento)”, contenuta nell’ultimo album d De Andrè “Anime Salve”, quando parla del ‘saper leggere il libro del mondo’. Ha dichiarato Dori Ghezzi, moglie e compagna di una vita: «Fabrizio non cantava mai in prima persona, il soggetto delle sue canzoni non era mai l’‘Io’ ed è per questo ci si commuove ascoltandolo; si ispirava alle persone e trasformava la realtà in racconto». I testi delle sue canzoni, condite con il linguaggio dell’ironia, narrano storie di emarginati, di ribelli e prostitute, di anime perse, e sono considerate vere e proprie poesie, tanto da essere state inserite a più riprese in diverse antologie scolastiche di letteratura. I versi di De Andrè, ruvidi, scarni, sarcastici, non hanno mai ceduto alla retorica del sentimentalismo. Nel 1979, assieme alla compagna e futura moglie Dori Ghezzi, venne rapito mentre si trovava nella sua residenza in Sardegna, e fu tenuto prigioniero per quattro mesi, e liberato solo dopo il pagamento di un riscatto. Le sue esperienze durante il sequestro sarebbero state poi raccontate nell’album intitolato semplicemente “Fabrizio De Andrè”, divenuto noto come “L’indiano”. Fabrizio aveva una straordinaria capacità di andare dritto alla sostanza delle cose di cui parlava nelle sue canzoni, la sua musica va ascoltata sempre con attenzione e forte concentrazione per riuscirne ad estrapolare al meglio il senso compiuto delle liriche e le emozioni più profonde. Il suo canzoniere universale ha un valore culturale e artistico inestimabile rinvigorito dal fatto d’aver attinto alle fonti più disparate contaminandosi con altre culture; che potevano essere l’“Antologia di Spoon River” (che ha dato vita a “Non al denaro, non all’amore né al cielo”) così come i Vangeli apocrifi (alla base de “La Buona Novella”), i “Fiori del Male” di Baudelaire come la tradizione provenzale o quella popolare sarda e genovese o le ballate medioevali e la musica del Mediterraneo. Durante la sua giovinezza Fabrizio ha stretto amicizia con altri personaggi della cosiddetta Scuola Genovese come Luigi Tenco, Gino Paoli, Umberto Bindi e Paolo Villaggio, e con alcuni di questi ha scritto anche delle canzoni. «Amo le canzoni di Fabrizio De André da quando, nel 1967, scoprii “Via del Campo”; ero studente a Genova e quella canzone mi piacque subito. Forse per il linguaggio, la voce, non so. Lui per me si trovava sempre e costantemente uno o più spanne sopra gli altri», scrive nella prefazione Pistarini, che è il creatore e il gestore del sito www.viadelcampo.com, tutto dedicato alle opere del cantautore. A capo di una ricerca d’archivio minuziosa e rigorosissima, irrobustita da una serie di testimonianze originali, da aneddoti, curiosità, vicende personali e le opinioni dello stesso cantautore genovese, l’autore ci ha messo a disposizione un testo utile e fondamentale, e ben organizzato (per la consultazione), destinato non solo allo zoccolo duro degli appassionati di Fabrizio De André e dell’intera canzone d’autore del nostro paese. In Appendice troviamo una interessante ed agile integrazione di informazioni relativamente a canzoni ‘nascoste’ al di fuori della discografia ufficiale, le collaborazioni con altri artisti intrecciate da Fabrizio in carriera, le partecipazioni, i progetti non realizzati, ed infine una bibliografia ragionata e una lista di siti che su Internet si occupano del cantautore; tutto materiale che con maggiore approfondimento è oggetto di un altro libro di Pistarini, sempre per Giunti Editore: “Fabrizio De Andrè, canzoni nascoste, storie segrete”.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 


(immagini per cortese concessione della Sony Music)

 

 

PREFAZIONE COMPLETA al libro di Walter Pistarini:
Amo le canzoni di Fabrizio De André da quando, nel 1967, scoprii Via del Campo. Ero studente a Genova e quella canzone mi piacque subito. Forse per il linguaggio, o la voce, non so. Continuai a seguire quel cantautore così diverso dagli altri. Qualche volta, sulle prime, rimasi deluso. Riascoltando però con più attenzione, andava sempre a finire che ne era valsa la pena. Ascoltavo molta musica, in particolare quella “d’autore italiana” ma lui, per me, era sempre e costantemente una o più spanne sopra. Non l’ho mai incontrato, né ho mai assistito a un suo concerto. Avevo però deciso, finalmente, di andarlo a vedere a Milano, il 7 dicembre 1998. Quel concerto non ci fu. Anche se ci fosse stato non avrei potuto partecipare, perché ebbi un infarto. Me la cavai bene, ma mentre ero in convalescenza seppi che se n’era andato. Non avrei mai più potuto incontrarlo. Non poteva finire così. Come tanti sentivo questa mancanza in modo lancinante. Mi sentivo in colpa per non essere riuscito a vederlo. Avevo bisogno di parlarne, di sfogare la rabbia in qualche modo, di rendere un tributo a questo grande artista. Nacque così il sito www.viadelcampo.com, in onore della prima canzone che mi aveva conquistato. Ed è dal 1999 che raccolgo dischi, informazioni, messaggi, libri, riviste e tutto quanto mi permetta di capire meglio, di sviscerare le canzoni di Fabrizio De André. Eh sì, perché questi capolavori sono come delle belle opere di musica classica, più le ascolti e più scopri qualcosa. E continui spesso ad avere l’impressione che qualcosa rimanga ancora da scoprire. Avere la possibilità di scrivere questo libro è stata un’avventura tra le più belle che potessero capitarmi. Con pazienza certosina ho provato a raccogliere tutti gli indizi che potevano aiutarmi a capire i possibili significati delle canzoni di De André: ho cominciato con le interviste, per poi passare alle cartelle stampa, agli articoli, ai libri di chi aveva già fatto un percorso analogo al mio, a internet (mailing list, newsgroup, siti). Ho privilegiato sempre le parole di Fabrizio, ma l’obiettivo è stato quello di ricostruire un filo logico dietro ogni canzone. Qualche volta, mi rendo conto, ho forzato un po’ la mano, ma il libro è aperto, anzi sollecita il contributo di tutti, come spiego nella nota a piè pagina. D’altra parte, lo stesso Fabrizio ebbe a dire: “Un tempo dentro le mie canzoni tutti ci leggevano di tutto, anche le cose che non c’erano,ma era giusto così: una volta scritta, la canzone non deve più appartenerti e vanno bene anche dieci interpretazioni diverse”. Per me si è trattato di riscoprire, in pratica, tutte le canzoni di De André. La stima, altissima, che avevo dell’artista e dell’uomo, che considero un mio maître à penser, è cresciuta ulteriormente e spero, con questo lavoro, che altri colgano la bellezza delle sue opere e riescano a cogliere anche quel modo di vedere sempre fuori dal coro che contraddistingueva Fabrizio De André, capace sempre e caparbiamente di andare in direzione ostinata e contraria.

 

FABRIZIO DE ANDRE’: IL LIBRO DEL MONDO
Giunti Editore, luglio 2018, pp. 288, euro 19,90
Collana: Bizarre a cura di Riccardo Bertoncelli
EAN: 9788809867703
ISBN: 880986770X