FOGLIE AL VENTO di Aki Kaurismaki in Blu-Ray
L’ultimo, incantevole film di Aki Kaurismaki, “Foglie al vento”, uscito nella sale italiane lo scorso Natale, approda sul mercato dell’Home Video in una più che soddisfacente edizione in Blu-Ray predisposta da Lucky Red, che il film l’ha distribuito in sala, e Plaion Pictures che l’ha realizzato per l’utilizzo domestico.
“Dobbiamo recuperare lo spirito neorealista: capace di coniugare il realismo con l’ironia, la commedia. Penso ai film di Vittorio De Sica e in particolare al più grande scrittore di cinema mai esistito: Cesare Zavattini”; con queste parole – che una volta di più rendono omaggio alla grandezza del nostro cinema del passato – il regista finlandese Aki Kaurismaki, beniamino del pubblico attento dei Festival e delle sale introduceva nel 2002 “L’uomo senza passato”, film che per i temi trattati (crisi sociale ed economica generalizzata) potrebbe volgere al tragico o al cupo mentre invece trova una sua strada tra il grottesco e il surreale che lo rende una favola intrisa di malinconia ma ricca di speranza. Con il film “Foglie al vento” il regista finlandese Aki Kaurismaki (si era messo in luce a fine anni ’80 con “Leningrad Cowboys Go America” e successivamente con film come “La fiammiferaia”, “Ho affittato un killer”, “Le luci della sera”, “Miracolo a Le Havre”) affronta attraverso il tema evidente delle solitudini che si incrociano, ci propone una commedia agrodolce e corrosiva, nella quale l’asprezza dei temi affrontati (le crisi economiche, sociali e personali riguardano un po’ tutti i personaggi) è sottolineata da toni d’umorismo grottesco e surreale che non scivolano mai nel pietismo o nel ridicolo. È una fiaba intelligente di straniante simpatia, quasi una ‘magia fantastica’: il richiamo a Cesare Zavattini (che avevo fatto in sede di presentazione) e a “Miracolo a Milano”, dichiarato dal regista in più occasioni, è del tutto legittimo e credibile. Tant’è che l’aspetto più interessante che salta agli occhi dello spettatore è l’ottimismo sotto traccia che permea l’intera pellicola. Tutto, da un momento all’altro, potrebbe virare al tragico e invece a prevalere è un senso pronunciato di ‘speranza’, uno sguardo (quello di Kaurismaki) positivo e controcorrente. Il messaggio di fondo (che faccio mio) è che la dignità è un diritto inalienabile: una seconda occasione deve essere offerta a chiunque abbia il coraggio di afferrarla. E comunque Kaurismaki ha a cuore le vicende degli ‘ultimi’ e del mondo operaio. “Foglie al vento”, vincitore del Premio della Giuria a Cannes 76, oltre ad essere il film che segna l’attesissimo ritorno di Aki Kaurismäki, invocato dai suoi fan sparsi per l’Europa, è anche un manifesto puntuale dell’idea di cinema del regista, e della sua capacità di farsi veicolo di speranza per i cosiddetti ‘ultimi’. Infatti, per gran parte della sua filmografia, il regista finlandese si è occupato di raccontare gli ultimi, permeando il suo cinema con piglio poetico e disincanto che sono figli dell’arte. Trama: Lui è un operaio, ma dopo essersi fatto male per colpa di un macchinario difettoso, viene licenziato perché beve sul posto di lavoro. Si conoscono una sera in un karaoke. Si danno un primo appuntamento, vanno a vedere “I morti non muoiono” di Jim Jarmusch. Poi si separano, senza dirsi neanche il nome. E da lì è tutta una serie di ostacoli: biglietti smarriti, l’alcoolismo di lui, un incidente… Dichiarava a suo tempo Kaurismaki: “I miei film hanno come punto di partenza la decadenza dell’umanità”; ‘umanità’ intesa come ‘società’ ovviamente. Il film riprende tutti gli stilemi cari al regista finlandese, dall’osservazione del degrado sociale all’umorismo lunare. Kaurismaki mostra di avere una solidarietà partecipe alla vita dei personaggi che si muovono sullo schermo nonostante questi sembrino essere quasi inanimati, ingessati; i loro volti non riescono ad esprimere ‘sentimenti’, e il richiamo alla ‘fissità’ di interpreti malinconici come Buster Keaton o Elia Suleiman (per chi non lo conoscesse si tratta del regista e attore palestinese con cittadinanza israeliana molto apprezzato nel giro dei festival che contano) è palese a occhi attenti. Kaurismaki, con uno stile originale e riconoscibile, rende surreali molti momenti del film inserendo elementi di apparente ‘disturbo’ in situazioni non proprio comiche; il regista dipinge nuovamente una Helsinki figlia della mentalità ultracapitalista, in cui regna lo sfruttamento, dove persone già fredde per natura non si parlano, non dialogano se non attraverso i loro silenzi carichi di umanità. Alma Pöysti, pur senza utilizzare gesti e sguardi, riesce a trasmettere magnificamente il dolore del suo personaggio di donna logorata dalla vita. Una nota di merito la riserverei alla magnifica fotografia di Timo Salminen, per quei colori densi e luminosi che caratterizzano il film, e alle musiche che popolano questo (come quasi tutti) i film di Kaurismaki con quel mix riuscitissimo di rock (in prevalenza rockabilly), di canzoni melodiche e canzoni tradizionali finlandesi. “Il cinema è basato sulle immagini. Parlare è letteratura. Mi sono convinto che più si parla, in un film, meno si dice” (Aki Kaurismaki). Kaurismäki ha la fama di essere un uomo di poche parole, un tipo che si concede poco e che molto difficilmente si lascia andare ad esternazioni sopra le righe. Nei suoi film, a saltare immediatamente all’occhio e al cuore degli spettatori, c’è l’approccio con un universo proletario condotto con assoluta capacità di coinvolgimento sociale ed emotivo, senza mai assumere specifiche valenze ideologiche. Il regista, considerato il più grande di tutti i tempi nella sua Finlandia e conosciuto da una trentina d’anni in tutta Europa grazie ai numerosi riconoscimenti ottenuti (soprattutto al Festival di Cannes), mette al centro del suo modo di fare cinema uno sguardo sulla società e sugli esseri umani partecipe ma apparentemente distaccato, anche grazie agli attori scelti ed intercambiabili (che spesso abbiamo riconosciuto nelle sue pellicole) – le cosiddette ‘facce alla Kaurismaki’ – che esprimono meravigliosamente una poetica fatta di sguardi, di piccoli gesti, di poche parole, e che ci rimandano inequivocabilmente ad un grande del cinema come Charlie Chaplin; perché “Foglie al vento” è un film che parla della visione del cinema di Kaurismaki e al tempo stesso ne è espressione diretta. Un cinema ironico, dolce, universale e fuori dal tempo, che è fatto da silenzi interrogatori, spazi di coinvolgimento per lo spettatore, sequenze in grado di individuare criticità e indagini del reale e, infine, divenire palcoscenico della lotta dell’uomo per trovare la propria felicità. Comunicare sentimenti senza cambiare espressione è forse la cosa più difficile che si possa chiedere a un attore. La visione dell’esistenza da parte del regista si alimenta insieme di sofferenza e di graffiante ironia, ma pure di una grande gioia di fare Cinema, in quell’auspicato (e desiderato) afflato con la ‘bellezza’ che un artista propone e lo spettatore condivide. I sentimenti sgorgano naturali e partecipativi senza la necessità di ‘essere spiegati’; i sentimenti emergono da ciò che accade ai protagonisti, dal contesto sociale che li circonda. Le inquadrature sono prevalentemente statiche, i dialoghi ridotti, le ambientazioni sembrano rappresentare luoghi (anche geograficamente) sospesi nel tempo, hanno un carattere quasi surreale; di fondo nella narrazione filmica si coglie una grottesca comicità. Un’altra cosa importante è che i film sono pieni di musica, e non è mai una musica ovvia e scontata. Uno stile essenziale, personale e fortemente minimalista, quello di Kaurismaki, assai riconoscibile per coloro che hanno visto almeno un paio dei suoi film, in cui si mescola il realismo con il fantastico, come nel caso di “Miracolo a Le Havre”, e dove non sfugge ad occhi attenti il senso della composizione visiva e l’uso dei colori. La poesia e la rabbia sociale dei personaggi rimane immutata e la storia che ci viene raccontata ha tutti i crismi di una favola a lieto fine nello spirito di Frank Capra, Vittorio De Sica (ricordate “Miracolo a Milano”) e Jean Renoir. Quindi favola sì, che non smarrisce però il confronto con una realtà comunque di emarginazione, ma che arriva diritto al cuore, tempra lo spirito degli spettatori in tempi così bui, è ossigeno per la fantasia e non illude nessuno: poesia e disincanto, ottimismo e amarezza. Il regista lancia un messaggio contro la negatività e il cinismo della società odierna, ma anche un messaggio di speranza; sta a noi raccoglierlo per lasciarci trasportare in questa favola e credere nel miracolo. In un’intervista di qualche tempo fa il regista – classe 1957 – ha affermato che quando ha iniziato a fare cinema (quarant’anni fa) voleva imitare Jean-Luc Godard, e che con alcuni dei suoi film si era messo in testa di imitare Vittorio De Sica. Ha inoltre dichiarato: “L’architettura moderna urta il mio sguardo, non potrei mai girare, ad esempio, davanti al Palazzo delle Nazioni Unite a Bruxelles, ho bisogno di spogli segni di civiltà, come porti e zone industriali”. Il titolo del film è una citazione de “Les feuilles mortes” celebre brano di Édith Piaf, cantato durante i titoli di coda della pellicola dal cantante finlandese Olavi Virta (che nel film ci regala anche una sua versione di “Mambo Italiano”), un brano d’amore dal sapore malinconico, che ci parla di una coppia che si amava, ma che poi la vita ha diviso, e il cui sentimento vive ancora grazie all’evocazione suggerita dalle foglie autunnali che cadono.
TECNICA
“Foglie al vento” di Aki Kaurismäki arriva sul mercato dell’Home Video grazie a Lucky Red e a Plaion Pictures che lo distribuisce, sia in edizione standard DVD che in alta definizione Blu-Ray. L’edizione Blu-Ray – di cui ci occupiamo –, pur non trattandosi di film di grosso impegno finanziario e neppure caratterizzato da un impianto video d’alto profilo (per l’assenza completa di qualsiasi effetto speciale) è capace a soddisfare ampiamente le esigenze domestiche di una visione confortevole e tecnicamente impeccabile. Il tutto grazie ad una notevole cura posta nella realizzazione, sia sotto il profilo visivo che sotto quello sonoro. Il quadro video, infatti, restituisce un’immagine assolutamente nitida, sempre attenta al dettaglio visivo così come alla saturazione che ai contrasti. Il sonoro è perfettamente distintivo ed efficace, corposo e avvolgente, tale da restituirci un ascolto 5.1 DTS-HD Master Audio sia per la versione originale (finlandese) che per quella doppiata in italiano. Non troppo corposi i Contenuti Speciali che prevedono l’immancabile, ma sempre utile, Trailer del film e una breve featurette dal titolo “La critica racconta Kaurismäki” (3 minuti) in cui alcuni dei più autorevoli critici italiani si lanciano in un commento relativo al cinema dell’autore finlandese.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Lucky Red)
NOTE TECNICHE
Il Film
FOGLIE AL VENTO
(Kuolleet Lehdet)
Finlandia/Germania, 2023, 82’
Regia: Aki Kaurismaki
Cast: Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Janne Hyytiäinen, Nuppu Koivu, Martti Suosalo, Maria Heiskanen, Alina Tomnikov, Sakari Kuosmanen, Matti Onnismaa, Alma.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio: 1.85:1 1920x1080p/AVC MPEG-4 24 fps
Audio: Italiano, Finlandese DTS-HD Master Audio 5.1
Distributore: Lucky Red/Plaion Pictures