Soundtracks

DJANGO di Luis Bacalov

 

 

ARTISTA: LUIS BACALOV
TITOLO: DJANGO
ETICHETTA: GDM MUsic
ANNO: 2013
 

 

 

L’epico brano che apre il film di Quentin TarantinoDjango Unchained” è lo stesso che apriva, a suo tempo, il ‘cult movie’ “Django”, uno dei film più importanti del Western all’Italiana cui il regista di Knoxville si è ispirato per il suo nuovo lavoro. La colonna sonora del film diretto da Sergio Corbucci nel 1966, viene oggi opportunamente ristampata in una eccellente ed accurata edizione a tiratura limitata che si arricchisce, oltre che dell’originario score, di numerose tracce inedite più alcune appetibili ‘alternate version’ del brano guida. Molti appassionati ricordano certamente la celebre scena iniziale in cui il pistolero solitario, impersonato da Franco Nero, si trascinava dietro una cassa da morto nel fango sulle note di quel brano. La canzone ha un grande impatto in entrambi i film, in quello di Tarantino ovviamente viene anche enfatizzato dal Dolby Digital della colonna sonora. Composto da Luis Enriquez Bacalov (con il testo di Franco Migliacci) il brano è cantata da Rocky Roberts in lingua inglese. Nel tempo ha assunto uno spessore iconico in ambito Spaghetti Western al pari dei pezzi strumentali più celebrati scritti da Ennio Morricone per la ‘Trilogia del Dollaro’. Alla sua uscita nelle sale il “Django” di Corbucci venne giudicato estremamente violento e crudele, una delle componenti che ne ha decretato il grande successo internazionale, e ha contribuito a rendere il suo interprete Franco Nero (che in “Django Unchained” ci regala, complice Tarantino, un divertente cameo cinefilo) famoso in tutto il mondo. L’estrema trasversalità di “Django” deve probabilmente essere stato uno dei motivi che hanno indotto Tarantino ad eleggerlo come uno dei suoi preferiti tra gli Spaghetti-Western. La presenza del brano nel film di Tarantino ha dato un significativo spessore all’opera del regista che riconferma per intero il proprio talento. Inoltre Quentin ha messo in campo tutta la sua sapienza nella scelta dei pezzi che personalmente – come sempre – ha selezionato a corredo del suo film dal proprio particolarissimo archivio personale. Dichiara in proposito, a suo tempo, Tarantino: «la scelta dei brani risponde semplicemente al desiderio che coloro che mi seguono provino quello che provo io quando per la prima volta ascolteranno questa colonna sonora». Quando Luis Enríquez Bacalov scrisse la colonna sonora di “Django”, il compositore argentino già si era stabilito definitivamente nel nostro paese da qualche anno. E fin dal 1960 si era subito ritagliato uno spazio importante nel mondo delle musiche per il Cinema. C’è un’analogia che lega l’attività di Bacalov in quegli anni a quella di Ennio Morricone; entrambi hanno svolto nello stesso periodo l’attività di arrangiatori di brani di musica leggera per la RCA e parallelamente esordito come autori di score per il Cinema: Morricone nel ’60 per “Il federale” di Luciano Salce, Bacalov nel ’63 per “La noia” di Damiano Damiani. “Django” fu il primo western affrontato da Bacalov che nello stesso anno si cimentava poi anche con “Quien sabe?” di Damiano Damiani e “Sugar Colt” di Franco Giraldi. Nei Settanta il compositore argentino si prendeva cura, tra gli altri, degli arrangiamenti per gli album “Concerto Grosso 1 & 2” dei New Trolls, “Preludio, tema, variazioni, canzoni” degli Osanna, “Contaminazione” del Rovescio della Medaglia, e in seguito Bacalov avrebbe vinto con le musiche scritte per “Il Postino” di Michael Radford (con il compianto Massimo Troisi) l’Oscar 1995 per la Migliore Colonna Sonora. Da subito il “Django” di Bacalov, soprattutto il brano trainante messo in cima sui titoli di testa e alla fine sui titoli di coda, ha assunto la dimensione iconica che si conviene alle più celebrate musiche di Morricone. Nel film si sente il brano cantato da Rocky Roberts, ma va sottolineato che all’epoca la RCA Italiana pubblicò l’album della colonna sonora (ed il singolo trainante) con una versione in italiano del pezzo incisa da Roberto Fia.  Ed un altro brano dall’originario score di “Django” è presente nella colonna sonora assemblata da Tarantino, e si tratta de “La corsa (2nd version)”. Ma, al di là di tutte le opportune considerazioni legate al ‘revival’ citazionista operato da Tarantino, frutto dell’attenta cura di un cinefilo incallito, il lavoro di Bacalov per il film di Corbucci è semplicemente strepitoso (e profondamente colto) in ottica Western italiano. Sono musiche eterogenee, cariche di atmosfere inquiete, supportate dal rullare dei tamburi o da echi sospesi e misteriosi, inframmezzate qua e là da temi folk popolari messicani o addirittura musiche da cafè-chantant, e dove riaffiora sovente tra le righe il tema originale declinato in mille modi diversi. Il CD in vendita, che ha tutti i crismi della ‘Definitive Edition’, riporta materiali restaurati e rimasterizzati dagli originali master audio. Oltre a quelle presenti nel film di Corbucci nel disco trovano posto ben sei diverse versioni del brano portante; tre versioni strumentali (alternative e mai utilizzate), la versione cantata in italiano mono e stereo) e infine la versione karaoke. A corredo c’è un booklet di dodici pagini che contiene un’introduzione (sia in inglese che in italiano), diverse foto del film più alcune memorabilia rappresentate da poster dell’epoca e le copertine dei singoli e dell’album della colonna sonora, sia italiani che esteri.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA