Cinema

SOTTO UNA BUONA STELLA di Carlo Verdone

 

 

OSARE O NON OSARE!? MEGLIO NON OSARE!
Al suo 24° film come regista, ormai a pieno titolo da considerarsi un veterano del nostro cinema, Carlo Verdone, sempre abile e generoso nel circondarsi di partner femminili, per la prima volta duetta con Paola Cortellesi.

 

Con il passare del tempo puntualmente Carlo Verdone ===Consulta la Filmografia=== continua a sfornare commedie di costume che tendono a farsi più crepuscolari, sicuramente in sintonia con l’età dello stesso regista, che ha superato la sessantina da qualche anno e che – non potendo continuare ad incarnare il prototipo del ‘gallo cedrone’ –  ‘prova’ a fare i conti con problematiche se non proprio senili d’età adulta. Le partecipazioni a film altrui (l’ultimo esempio ragguardevole è ovviamente “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino in odore di Oscar) sono ‘divertissement’ funzionali soprattutto ad accrescere il consenso che conserva presso le platee e ad arricchire una filmografia di suo già solida ed importante. Ha dalla sua, Carlo, il fatto inconfutabile di essere simpatico a tutti; e di questo un po’ se ne approfitta, o forse, temendo di perdere consensi o di deludere i suoi fan, cerca di non deviare troppo dal solco ben tracciato. Crisi economica e precarietà da trauma post-fallimento, conflitti con i figli e vulnerabilità di legami affettivi di vario ordine, disorientamento generazionale (sia degli adulti che dei più giovani) e ripartenza da zero, sono i temi conduttori dell’ultimo film del regista, ovviamente (ed inevitabilmente) condito di gag, battute e toni riconoscibili della Commedia ‘alla Verdone’. Sarà bene dire subito che i punti a favore “Sotto una buona stella” se li conquista principalmente grazie alla Cortellesi, la partner di Carlo sulla scena, brava nel tenergli testa. Una cosa questa che deriva pure dalla constatazione di un progressivo, naturale e consapevolmente maturo, modo del regista romano di proporsi meno protagonista in prima persona dei suoi film, di defilarsi parzialmente rispetto al passato per muovere meglio le sue pedine ed esaltare le qualità degli suoi attori, delle sue ‘spalle’ al femminile, da regista saggio e attento. Merito va dato quindi a Paola, che con la sua verve e la sua simpatia ha donato vivacità a tutto il film, ma detto questo, ad essere obbiettivi l’intero impianto narrativo ci è sembrato un po’ troppo insipido; sarà forse quel tentativo di costruire un modello allineato a certe commedie mature e malinconiche qua e là venate di problematiche agganciate alla realtà quotidiana, e che a dire il vero sono piuttosto edulcorate e all’acqua di rose, sarà per il sentimentalismo che affiora piuttosto sempliciotto, sta di fatto che per tutto il film si respira un’atmosfera di approssimazione e di frettolosa precarietà dei contenuti. Solo il ‘Dio della Scrittura’ sa bene quanto importante sia una sceneggiatura coi fiocchi! Il difetto del film di Verdone è l’assoluta sua prevedibilità, c’è un lieto fine scontato cui si giunge per la via più breve e rassicurante; non c’è travaglio, non c’è elaborazione, nonostante la veste sia quella ‘malincomica’ della Commedia. Vorrebbe raccontare alcuni dei molteplici disagi che si patiscono in questa nostra società, far esplodere una certa rabbia sociale, ma ogni discorso è appena abbozzato, mancando della necessaria profondità non suscita coinvolgimento alcuno ed ottiene poco più di una puntura di uno spillo, ha sbalzi di tono e di ritmo, discontinuo nella sceneggiatura e nella recitazione. Il regista romano sa di poter contare su un pubblico di fedelissimi e questo sembra bastargli, vista anche la consistenza numerica di coloro che l’hanno eletto ad autore di culto, senza porsi troppi interrogativi. Che meriti questo status, acquisito principalmente tra gli anni Ottanta e Novanta, è fuor di dubbio; ma il Cinema italiano avrebbe bisogno della sua esperienza, del suo carisma, della sua credibilità – come di quella di tanti altri autori e registi di spicco sulla scena nostrana – per dare una ‘svolta’ creativa ad un’industria asfittica e impantanata nelle sue difficoltà strutturali e creative. Invece al Verdone (probabilmente) ‘ipocondriaco’ come tanti suoi personaggi l’idea di battere nuove strade nel tentativo di pervenire ad un approccio diverso (e rivitalizzante) con il mezzo cinematografico, deve sembrare un’impresa improba, molto meglio ripiegare su un ‘déjà vu’ artistico che lo sostiene, se non proprio dagli inizi di carriera – affermarlo, sarebbe piuttosto ingeneroso nei suoi confronti –, almeno da una decina d’anni, a partire diciamo da “Ma che colpa abbiamo noi”. Insomma a Verdone rimproveriamo una mancanza di coraggio che è oramai cronica; invece di mettersi in discussione, ed osare di battere nuove strade – anche comiche se volete, anche facendo (ri)emergere sotto una nuova prospettiva la vena anarchica che aveva caratterizzato i suoi inizi -, meglio, molto meglio il reflusso in modelli triti e ritriti ma rassicuranti sotto il profilo della risposta del suo pubblico. I personaggi dei suoi film di oggi sono troppo convenzionali e poco definiti, non fanno più parte di un ‘bestiario umano’ graffiante e tragicomico che vada dritto al cuore dello spettatore; Carlo non affonda più i suoi colpi come una volta. Nel film Verdone veste i panni di Federico Picchioni, un uomo d’affari che conduce una vita agiata, avendo accanto, in una casa lussuosa, l’assai più giovane Gemma, e che viene trascinato alla bancarotta da alcune ‘allegre’ operazioni finanziarie condotte da un socio e amico della sua holding finanziaria. La rovina professionale ed economica dell’uomo, la sua perdita di credibilità, rimette in discussione tutta una serie di rapporti e di certezze che sembravano consolidati, ed è il caos: in casa sua arrivano i due figli ventenni, Nicolò e Lia (ragazza madre di una bimbetta di colore), dopo la morte improvvisa della ex-moglie con cui i ragazzi vivevano, e che hanno il dente avvelenato col padre che li ha abbandonati adolescenti disinteressandosi della loro crescita; e se ne va sbattendo la porta la giovane compagna irretita dall’improvviso cambio di rotta (forzato), e se ne va pure la colf filippina sull’orlo di una crisi di nervi. A mettere le cose a posto, ad armonizzare i rapporti e riportare equilibrio nell’improvvisa ed affollata nuova comunità familiare, dovrà provvedere la nuova vicina di casa, Luisa Tombolini, che nella vita di tutti i giorni fa la ‘tagliatrice di teste’ per aziende in crisi e in crisi è anche lei, tormentata dai sensi di colpa e costretta a svolgere un lavoro cinico in cui non si riconosce… Alcuni duetti tra Paola e Carlo sono esilaranti, alcune battute indovinate, ma è davvero poca roba, complice (in negativo) anche una scenografia un po’ fredda – sappiamo allestita per intero a Cinecittà – che sembra più catapultarci in una sitcom che di un film di una qual ambizione. Insomma il risultato d’insieme resta al di sotto delle aspettative e delle ambizioni, le caratterizzazioni appaiono superficiali, macchiettistiche in certi casi (si pensi per esempio alle espressioni di gratitudine che esprime uno di quelli licenziati senza mezzi termini dalla Tombolini; una scena paradossale e poco credibile). In tutto ciò la scena surreale del raduno di poeti in casa Picchioni, per un reading organizzato dalla figlia Lia, è davvero azzeccata e divertente, e si tratta, come il regista romano ha ricordato in conferenza stampa, di un omaggio voluto al celebre Festival di Poesia di Castelporziano del 1979.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione di Filmauro)

 

Sotto una buona stella
(Sotto una buona stella, Italia, 2014)
Regia: Carlo Verdone
Genere: Commedia
Durata: 116’
Cast: Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio, Simon Blackhall.
Sceneggiatura: Gabriele Pignotta, Maruska Albertazzi, Pasquale Plastino, Carlo Verdone
Scenografia: Tonino Zera
Produttori: Aurelio e Luigi De Laurentiis
Fotografia: Ennio Guarnieri
Montaggio: Claudio Di Mauro
Musiche: Umberto Scipione
Costumi: Tatiana Romanoff
Casa di produzione: Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis
Distribuzione Italia: Universal Pictures
Data di uscita: 13 Febbraio 2014