PERSON OF INTEREST – SEASON 2 di Ramin Djawadi
ARTISTA: RAMIN DJAWADI
TITOLO: Person Of Interest – Season 2
ETICHETTA: Varèse Sarabande/Audioglobe
ANNO: 2014
Da tempo, nell’ambito compositivo per il cinema, è in atto una sostanziale evoluzione che registra l’ampliarsi dei fronti sui quali dispensare il proprio mestiere; i territori su cui si esprimono i compositori non sono solo quelli cinematografici consolidati del lungometraggio ma pure videogame e serie televisive, settori cui, certamente, non mancano budget cospicui, e che diventano autentici trampolini di lancio per spiccare il salto verso i vertici assoluti. Di lui si è parlato pochi mesi fa a proposito di “Pacific Rim”, Ramin Djawadi, che, a dispetto di un nome di evidente origine iraniana (da parte di padre), è tedesco (per la madre) a tutti gli effetti (Duisburg, 19 luglio 1974) e negli ultimi anni ha bruciato le tappe del successo. ‘Bruciato’, in verità, è un eufemismo poiché nel percorso di maturazione per comporre musiche per il Cinema l’improvvisazione è bandita, il talento si coltiva passo dopo passo, e a 40/45 anni ci si deve appena sentire – come dire – “sulla strada buona”, anche se si hanno addosso gli occhi di tutti. Tale è Djawadi, musicista che ama Brahms e che a convincerlo a diventare compositore per il Cinema il rock furono l’ascolto dei temi di “Star Wars” e de “I magifici 7”. Poi, nell’economia delle musiche per il Cinema e per le ‘immagini’ più in generale, non va sottovalutato il contributo che possono avere/dare i prodotti video ludici; un settore nel quale – non è un mistero – viene investita una grande quantità di denaro. Djawadi, in questa direzione nel 2010 ha scritto le musiche per il videogame di successo “Medal of Honor”, ed attualmente il compositore fa parte della schiera degli emergenti che stanno bruciando le tappe d’avvicinamento al vertice di una categoria che ancora annovera tra i suoi ‘mostri sacri’ in attività gente come John Williams e Ennio Morricone. Così, dopo “Prison Break” e l’epico “Trono di Spade”, eccolo di nuovo alle prese con la serialità televisiva; “Person Of Interest” (ve lo consiglio caldamente) è un piccolo gioiello di scrittura e di intrattenimento: la ‘odd-couple’ formata da un ex agente della CIA e un solitario miliardario sotto falsa identità, che nasconde una strabiliante capacità informatica, è protagonista di una serie coinvolgente e magnificamente costruita (non per nulla c’è lo zampino di J.J. Abrams e regia affidata a Jonathan Nolan, fratello di Christopher) che mescola generi e sottotrame, tecnologia sofisticata e thriller action in una dimensione da “Grande Fratello” orwelliano. E il contributo fornito da Ramin è aderente al ritmo della narrazione, riuscito nel suo mix ritmico di chitarre ed orchestra in stile ‘power house’ ed il supporto imprescindibile (per gli standard odierni) e bilanciato dell’elettronica.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA