Soundtracks

TROUBLE WITH THE CURVE di Marco Beltrami

 

 

 
 
ARTISTA: MARCO BELTRAMI
TITOLO: Trouble With The Curve
ETICHETTA: Varèse Sarabande/Audioglobe
ANNO: 2012

Per un film dai toni intimisti – vi si racconta della ricomposizione del difficile rapporto tra un anziano osservatore per una squadra di baseball e sua figlia – che vede per una volta Clint Eastwood attore diretto da qualcun altro (l’ultima volta era accaduto nel 1993 per “Nel centro del mirino” con la regia di Wolfgang Petersen), la scelta del compositore cui affidare lo score è caduta sorprendentemente su Marco Beltrami, un autore che vanta tutt’altro curriculum nell’ambito delle musiche per il cinema, relegato, stereotipizzato ed ingabbiato dagli anni suoi di attività nei generi horror e science fiction. In effetti lo scorso anno Beltrami si era cimentato con lo score di “Soul Surfer” del 2011, mostrando in quell’occasione tutte le versatili qualità in suo possesso, che gli hanno permesso comunque di far fronte ad un impegno che molti non ritenevano alla portata delle sue corde espressive, più votate alla muscolarità del tocco che non al ghirigoro del fraseggio delicato. La logica che aveva accompagnato alcuni dei film più delicati e minimalisti di Eastwood avrebbe forse suggerito di affidarsi alle capacità compositive dello stesso Eastwood (peraltro qui affrancato dall’impegno di regista), o di suo figlio Kyle in collaborazione con il sodale Michael Stevens. Invece ecco che il delicato intreccio dei sentimenti che sono in gioco nel tessuto narrativo della pellicola trova eccellente espressione nell’energico lavoro melodico confezionato da Beltrami che, per molti versi risulta addirittura molto meglio amalgamato con la natura di un simile film di quanto – per esempio – non sia riuscito in passato per altri progetti creati dall’Eastwood regista, con Clint o l’amico Lennie Niehaus, a scrivere la musica. Fin dal brano d’apertura, “Good Morning, Gus“, possiamo ammirare la bontà dell’ispirazione del compositore di origine italiana impreziosito dal raffinato assolo chitarristico di George Doering, ma anche i vari “Late Night Call“, “Ballgame“, “Walking And Talking“, “Beautiful North Carolina” e la stessa title-track brillano per consistenza qualitativa. Su una base orchestrale – le musiche sono state eseguite dall’Hollywood Studio Symphony – Beltrami fa un buon uso di strumenti classici quali archi, flauti, chitarre, percussioni e tastiere; soprattutto l’utilizzo della chitarra serve a donare al film un ‘flavour’ tipico del Midwest americano. Non siamo dinanzi ad un capolavoro, si badi bene, ma ad uno score quanto mai efficace e sorprendente nell’insieme, per le premesse sottolineate, e pure nei brani che durano meno di un minuto, che ‘accompagna’ la narrazione con appropriata soluzione di continuità e mette a ‘nudo’ le emozioni dei protagonisti con buona sensibilità espressiva. Piuttosto sorprende che in questo contesto non abbia trovato spazio (o forse Clint se ne è voluto tirare fuori) neppure un pezzo minimalista firmato ed eseguito da Eastwood al pianoforte con lo splendido suo dilettantismo illuminato dalla passione per il jazz; ricorderete certamente i suoi contributi per i vari “Gran Torino”, “Grace is Gone”, “Mystic River”, “Million Dollar Baby”, “Flags of Our Fathers”, “In the Line of Fire”, “Changeling”, “Hereafter” e “J. Edgar”. L’ascolto poi su disco della colonna sonora distribuita dalla Varese Sarabande (20 tracce per complessivi 42’31”) è particolarmente piacevole alla prova dei fatti, anche estrapolato dal suo contesto filmico, e ribadisce l’indubbio talento di Marco Beltrami pronto ad entrare nell’Olimpo dei massimi compositori contemporanei. In chiusura troviamo la deliziosa ballata “On My Way (To The Big Time)” – che si ascolta nel film sui titoli di coda -, accreditata allo sceneggiatore Randy Brown e interpretata dai Neighbors di Greg Camp.

 

(Luigi Lozzi)                                                  RIPRODUZIONE RISERVATA