L'angolo del Kult!

L’ULTIMA FOLLIA di MEL BROOKS in Blu-Ray

 

 

 
 
 
In un particolare momento di grazia Mel Brooks, al secolo Melvin Kaminsky, sfornava alla metà degli anni Settanta una dietro l’altra le sue irresistibili parodie.

 

 

Dopo “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” e “Frankenstein Junior”, entrambe del 1974, seguiva “L’ultima follia di Mel Brooks” nel ’76 e poi “Alta tensione” nel ’77 avrebbe chiuso il cerchio del periodo più fervido e ricco di verve creativa del regista di origine ebrea; senza dimenticare il delizioso “Per favore, non toccate le vecchiette” che aveva rappresentato per Mel l’esordio cinematografico nel 1968. Film che hanno avuto l’indiscusso merito di aver messo d’accordo sia il pubblico che la critica. Quelle arrivate poi negli anni seguenti sarebbero state sì parodie, e/o commedie farsesche, ma più ovvie, più prevedibili e meno folgoranti di quelle che hanno decretato il grande successo di Brooks. Parodie intorno ai generi più acclamati del cinema americano, il western (“Mezzogiorno e mezzo di fuoco”), il cinema horror della stagione d’oro dei classici della Universal degli anni Trenta (“Frankenstein Junior”), il cinema di Hitchcock (“Alta tensione”), la saga di “Guerre stellari” e il cinema di fantascienza tutto (“Balle spaziali”, 1987), i tanti film dedicati al vampiro leggendario proveniente dalla Transilvania (“Dracula: morto e contento”, 1995, il suo ultimo lavoro come regista), oppure rendendo omaggio alle commedie di un grande regista qual è stato Frank Capra (“Che vita da cani!”, 1991) o facendo il verso al “Robin Hood – Principe dei ladri” con Kevin Costner (“Robin Hood: un uomo in calzamaglia”, 1993). “L’ultima follia di Mel Brooks” è probabilmente il suo film più singolare, un commosso omaggio alle slapstick del cinema Muto – lo si comprende meglio dal titolo originale della pellicola, “Silent Movie” – dei vari Marx Brothers, Mack Sennett, Three Stooges (direttamente chiamati in causa dal trio di protagonisti in azione). Lo stesso Mel Brooks è protagonista assieme ai fidati amici Marty Feldman (l’Igor di “Frankenstein Junior”) e Dom DeLuise (che aveva preso parte a “Il mistero delle dodici sedie” del’70 ed era apparso brevemente in “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” nei panni di un regista hollywoodiano di musical nell’helzapoppin’ finale del film). In più si registrano le amichevoli e divertite (e divertenti) partecipazioni di alcuni divi di Hollywood come Paul Newman, Liza Minnelli, Burt Reynolds, Anne Bancroft (moglie di Mel nella vita), James Caan. Come detto un film muto, seppur a colori, in cui l’unica parola pronunciata (un deciso “No!”), frutto della genialità e del gusto del paradosso del regista, viene affidata – in una sorta di legge non scritta del contrappasso – al mimo francese Marcel Marceau, l’unico che solitamente, nello svolgimento della propria arte, non parla. Tra innumerevoli gag, momenti surreali e alcune azzeccate ed esilaranti trovate, vi si racconta di un regista fallito ex-alcolizzato, Mel Spass, messo ai margini del sistema produttivo, che in un lampo di vitalità propone ad un produttore sull’orlo del fallimento il copione di un film muto al quale prendano parte alcuni celebrati divi. E assieme ai suoi sgangherati assistenti si mette sulle tracce delle star da scritturare… Un viaggio nostalgico in un passato del Cinema che non potrà mai più riproporsi; è questo il livello di lettura più adeguato per il film di Mel Brooks che di suo ci mette l’inventiva e l’originalità della proposta, il gusto nelle scelte per un lavoro riuscitissimo. E credetemi non è poco. Semplicemente geniale l’invenzione della società Trangugia & Divora che vuole approfittare della crisi dello studio cui fa capo Mel Spass per appropriarsi dei terreni e dei fabbricati della casa di produzione, e mette i bastoni tra le ruote al progetto di Spass. Per comprende meglio il senso della scelta è necessario rifarsi al nome proposto nella versione originale inglese, ovvero la Engulf & Devour che vuole essere un rimando parodistico alla multinazionale Gulf & Western che tra gli anni ’60 e gli anni ’80 inglobò un numero enorme di compagnie in disarmo tra le quali anche l’amata (a livello cinematografico) Paramount.
Vorrei aggiungere una considerazione personale; sono questi del periodo d’oro di Mel Brooks, film che non piacciono più di tanto a coloro che sono cresciuti con le ‘scempiaggini nerd’ dei film demenziali degli anni Ottanta; niente da eccepire in proposito perché ogni spettatore cinematografico è figlio del suo tempo, quello che invece non ammetto è che non ci si limiti a dare un giudizio di approvazione o meno di questi lavori (“mi piace, non mi piace”) ma si voglia anche pontificare in proposito esplicitando giudizi di valutazione del tutto personale e così poco in linea con l’evoluzione storica del Cinema tout-court. Mi spiego meglio; siamo ad una sorta di guerra di religione cui si sono immolate le ultime generazioni di appassionati di cinema, cioè quelli che ritengono che il cinema sia nato nel 1977, anno di uscita di “Guerre stellari”, e che non hanno idea (o voglia di pensare) che il Cinema aveva allora un’ottantina di anni di storia alle spalle. Aggiungo solo che è mia opinione che gli anni settanta siano una sorta di spartiacque nella considerazione che si ha del Cinema: quelli che apprezzano film come questi hanno salda la capacità di volgere lo sguardo al passato ed assimilare quanto di buono è stato realizzato prima mentre chi ragiona con i paraocchi della ‘new age’ para-stellare non ha la necessaria predisposizione a fare un bagno di umiltà e a guardare con obbiettività al passato del cinema. Un  esempio per tutti: “Il monello” di Charlie Chaplin, del 1921, non ha la stessa qualità tecnica di “Avatar” di James Cameron del dicembre 2009, ma ha un identico ‘peso’ innovativo e rivoluzionari nella storia del Cinema; basterebbe solo che chi ‘guarda’ cinema, in presenza di un film come “Il monello” (o migliaia di altri), si calasse nei panni dello spettatore del 1921 e ne carpisse la stessa meraviglia.   
“L’ultima follia di Mel Brooks” viene trasferito in Alta Definizione per il nostro mercato (lodevole il lavoro di divulgazione condotto dalla Pulp Video) a qualche anno di distanza della sua uscita su quello americano. Edizione soddisfacente certamente, sebbene – come detto per “Alta tensione” – non raggiunga i livelli qualitativi auspicabili più elevati. Le immagini (che hanno toni accentuati di luminosità) sono disturbate in alcuni frangenti da artefatti, grana sui fondali in background ed evidente rumore video, ma nonostante ciò il quadro video è nel complesso accompagnato da un vivido cromatismo e saturazione dei colori; buona definizione e soddisfacente il dettaglio. L’audio è pulito, non ha particolari elementi per mettersi in evidenza e presenta alcune carenze dovute all’età della pellicola come la mancanza di spazialità. Ridotti al minimo ‘sindacale’ gli extra: c’è il trailer e una Photo Gallery; peccato perché l’edizione americana è assai più ricca di contenuti speciali.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

NOTE TECNICHE
Il Film

L’ULTIMA FOLLIA di MEL BROOKS

(Silent Movie)

Usa, 1976, 87’
Regia: Mel Brooks
Cast: Mel Brooks, Marty Feldman, Dom De Luise, Sid Caesar, Harold Gould, Ron Carey, Bernadette Peters, Paul Newman, Liza Minnelli, Burt Reynolds, Marcel Marceau.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 1.85:1 / 1920x1080p (MPEG-4 AVC)
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1
             Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: Pulp Video/CG Home Video
Prezzo: Euro 19,90