SINISTER FILM: CULT HORROR – Parte 4
Selezione di ‘Cult’ di Film Horror degli anni ’50, ’60 e ‘70, pubblicati da Sinister Film e CG Home Video in copie restaurate digitalmente per i cultori più raffinati della Settima Arte. Quello che proponiamo è solo un ‘assaggio’ di titoli in ordine sparso da non trascurare se l’obbiettivo di chi legge è quello di riappropriarsi di un pezzo di Cinema dimenticato.
“MIRCALLA – L’AMANTE IMMORTALE” (1971, Sinister Film/CG Home Video) di Jimmy Sangster; il film si colloca a metà strada tra “Vampiri amanti” (di Roy Ward Baker) del ‘70 e “Le Figlie di Dracula” del ’72 in una trilogia denominata ‘Karnstein Trilogy’ e prodotta dalla mitica Hammer Films. Atmosfere gotiche e vampirismo ‘al femminile’ in un’operazione piuttosto singolare per la casa inglese a causa dell’accentuazione di elementi piccanti di sessualità perversa (scene saffiche, molti nudi: una via in cerca di rinnovamento in un periodo di aumentata concorrenza) nella narrazione filmica intorno alla storia della famiglia Karnstein che non sempre hanno ricevuto il consenso degli appassionati di horror. Protagonista della trilogia è Mircalla, la bellissima e dannata creatura della notte capace di risorgere grazie a riti di magia nera, che seduce e vampirizza le ragazze di un collegio…
“LA CASA DEI MOSTRI” (1957, Sinister Film/CG Home Video) di Brooke L. Peters, Boris Petroff; un terzo film ci permette di ricordare un altro ‘non-divo’ americano, ovvero John Carradine, mitico giocatore di carte a bordo della carrozza assediata dai pellerossa in “Ombre rosse”, di John Ford, interprete di tanti altri capolavori della cinematografia e genitore di una dinastia di attori (Robert, Keith, David e Bruce). L’attore – che sul finire della carriera è stato utilizzato in tanto b-movie horror – qui veste i panni di uno scienziato pazzo ‘alla Frankenstein’ che tenta di dare vita ad una genìa di essere umani immortali ed è alla ricerca continua di cavie per i suoi esperimenti. Le mostruose creature vengono segregate, con la collusione della sua assistente, nei sotterranei del sanatorio per neuropatici in cui lavora. Ignara arriva nell’ospedale Grace per curarsi da un esaurimento nervoso…
“MACABRO” (1958, Sinister Film/CG Home Video) di William Castle; non si tratta del film di Lamberto Bava dell’80 ma è ‘cult’ tanto quanto il precedente, se non addirittura di più. Castle è tra quegli amatissimi artigiani di b-movie horror a bassissimo budget che hanno affollato la scena dei ’50 e ’60 e si distingueva pure per il curioso modo di veicolare la promozione dei suoi film con frasi curiose e ad effetto. Per questo scelse “questo film è assicurato presso i Lloyd’s di Londra in caso di morte durante la visione”. Un bel documentario (di oltre 80’) tra gli extra, assieme ad una presentazione dello specialista Luigi Cozzi, gli rende giustizia. Peccato poi per gli errori che infarciscono la fascetta: il film è del ’58 e non del ’70, è in B&N e non a colori, il formato è a 1.66:1 e non 1.85:1. Per una etichetta prestigiosa agli occhi di chi ama un certo cinema di Serie B è cosa grave.
“LA MORTE DALL’OCCHIO DI CRISTALLO” (1965, Sinister Film/CG Home Video) di Daniel Haller; sotto l’egida della casa di produzione di Roger Corman (l’American International Pictures) e la regia di un suo fidato scenografo, questo è l’adattamento d’un racconto fanta-horror di Lovecraft (“Il colore venuto dallo spazio”) che non si discosta di molto dalla filosofia di lavoro imposta da Corman; ovvero laddove mancano i soldi per la realizzazione bisogna sviluppare l’ingegno e partorire idee, semplici ma efficaci. In questi casi più che la trama deve motivarvi una genuina curiosità per questo tipo di prodotti. Per solleticarla possiamo aggiungere che per rendere più efficace l’appeal del film è stato adottato lo schermo panoramico (2.35:1) e che protagonista è l’immenso Boris Karloff – nei panni di un vecchio e scontroso custode di un maniero – sul viale del tramonto: morirà 3 anni dopo.
“LA VERA STORIA DEL DOTTOR JEKYLL” (1971, Sinister Film/CG Home Video) di Stephen Weeks; dopo essere stato la punta di diamante della Hammer Film alla fine dei ’50 per il rilancio del genere horror Christopher Lee ha continuato per un paio di decenni a prestare il suo volto alle icone più inquietanti del Cinema (Dracula in testa) e tra queste possiamo annoverare anche questa ennesima versione della vicenda del dottor Jekyll e del suo ‘doppio’ Hyde ispirata al celebre romanzo di Robert Louis Stevenson. Il risultato complessivo si fa apprezzare non solo per la presenza carismatica e ‘cult’ dell’attore (al suo fianco l’immancabile Peter Cushing), ma anche per la sapiente ricostruzione delle ambientazioni notturne e cupe della Londra vittoriana. Farà inoltre piacere sapere che inizialmente il film era stato progettato per il 3D e che le musiche hanno un insolito abbrivio classico.
“FRANKENSTEIN 1970” (1958, Sinister Film/CG Home Video) di Howard W. Koch; ci sono film che un appassionato di Cinema a 360° troverebbe noiosi e poco meritevoli di attenzione mentre i cultori di B-movie incenserebbero la loro esistenza nonostante evidenti lacune della messa in scena. Preambolo utile a sottolineare l’attività (che sono in tanti a ritenere) benemerita della Sinister Film che sta sfornando a ripetizione titoli di nicchia facendo la gioia degli appassionati; ‘last but not least’ questo film liberamente ispirato al romanzo di Mary Shelley “Frankenstein, o il moderno Prometeo” del 1816, propone un Boris Karloff che, dopo aver vestito per tre volte i panni di Frankenstein, qui interpreta il dottor Victor von Frankenstein (siamo nel 1970), un discendente di colui che aveva creato il mostro 230 anni prima. Notare che questa è la versione integrale (+15’) del film su DVD.
“TRAGICA INCERTEZZA” (1950, Sinister Film/CG Home Video) di Terence Fisher; il regista inglese che nei Cinquanta ha rivitalizzato con la Hammer le figura dei vecchi ‘cari’ mostri della Universal (Dracula, la Mummia), nel 1950 si cimentava (a quattro mani con Antony Darnborough) con una cupa storia ispirata ad una ‘urban legend’ che era già stata oggetto di “La peste di Parigi” nel 1938. Siamo nella Parigi del 1889 in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi, dove giungono due fratelli inglesi; l’uomo scompare nel nulla e la ragazza, si mette alla sua disperata ricerca, aiutata da un artista innamoratosi di lei, in una sorta di infernale girone che la porta sull’orlo della follia. Belle le atmosfere e accurata l’ambientazione, penalizzato invece l’aspetto macabro dalle esigenze produttive di privilegiare la storia d’amore tra i due protagonisti (Jean Simmons e Dirk Bogarde).
“LA STIRPE DEI VAMPIRI” (1957, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) e “LA BARA DEL VAMPIRO” (1958, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video), entrambi di Fernando Méndez; la giovane casa Sinister Film si va distinguendo per il felice recupero di B-Movie di culto, misconosciuti ai più e difficili da reperire sul mercato dell’Home Entertainment. Questa affermazione vale anche per i due film vampireschi ‘made in Mexico’, diretti da Fernando Méndez. Girati in un magnifico (per i cultori) B&N, che rende con efficacia le atmosfere inquietanti, popolate di quelli che sarebbero diventati nel tempo degli stereotipi per tutti i film sui vampiri: pipistrelli, croci, canini affilati, cunicoli misteriosi. Curioso il fatto che i due film sono praticamente contemporanei (anzi il primo è addirittura di poco antecedente) del “Dracula il Vampiro” che nel ’58 Terence Fisher dirigeva in Inghilterra per la mitica Hammer Film, con Christoper Lee nei panni del conte di Transilvania assetato di sangue umano. Dinanzi a queste considerazione diventa quasi superfluo parlare della non eccelsa qualità del narrato. Nel primo una giovane ragazza scopre che un conte ungherese – che di giorno dorme in una bara e di notte si trasforma in vampiro – cerca di impossessarsi della proprietà di una zia da poco deceduta e con l’aiuto di un medico mette a posto le cose. Nel secondo troviamo il vampiro che si innamora della ragazza e la rapisce; questa volta toccherà al medico porsi sulle tracce del conte. DVD realizzati con cura nonostante i materiali originali reperiti non siano il meglio che ci si potesse aspettare. Come extra, per tutti e due, vi è il commento dell’esperto Luigi Cozzi; in più un interessante opuscolo corredato di immagini ed informazioni di approfondimento. “LA MORTE NERA” (1964, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) di Robert Hartford-Davis; nonostante la grossa tradizione inglese in fatto di Horror, avviata alla fine dei Cinquanta, dalla Hammer Film, questo film britannico sembra ispirarsi di più allo stile sviluppatosi in Italia che a quello gotico di casa propria. Tratto da un classico di Edgar Allan Poe racconta dei misteri e delle atmosfere ostili nella magione di famiglia dove fanno ritorno, dopo un viaggio di nozze, l’aristocratico Sir Richard Fordyke e la sua giovane nuova moglie. Tra le altre cose il lord appena risposatosi è sospettato dalla polizia di aver commesso l’assassinio di una giovane donna e ancora non sono del tutto chiari i motivi del suicidio della prima moglie.. Un ‘cult’ per gli appassionati con Heather Sears e Peter Arne. Negli extra interessante presentazione di Luigi Cozzi.
[Fine Parte 4]
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA