DE PALMA FILM COLLECTION II di Brian De Palma in DVD
Nella collana Midnight Factory, curata da Plaion Pictures, trova posto un pregevole cofanetto a 3 dischi dedicato a Brian De Palma, contenente due dei primi film di culto del regista italo-americano, originario di Newark, “Le due sorelle” e “Complesso di colpa”. Nel terzo dvd ci sono contenuti speciali per la durata di circa 3 ore. In realtà questo è il secondo box ‘collection’ relativo a De Palma, il primo, uscito qualche mese fa, conteneva “Vestito per uccidere” e “Blow Out”.
C’è una celebre foto degli anni Settanta che ritrae, tutti assieme a cena, De Palma, Francis F. Coppola, Martin Scorsese, Steven Spielberg e George Lucas (i primi tre tutti italo-americani), a formare un gruppo di significativi autori della New Hollywood che allora, tra la fine dei Sessanta e la prima metà degli anni Settanta, stava imponendo le proprie regole da autori indipendenti all’industria del cinema americano. «Eravamo un gruppo di giovani cineasti – ha dichiarato in una intervista Brian – che dividevano tutto: attori, sceneggiature, idee. Poi ognuno ha preso la sua strada ed oggi viviamo in luoghi diversi. E se gli altri hanno ottenuto un successo in alcuni casi stratosferico (vedi Spielberg o Lucas) o davvero considerevole (Coppola e Scorsese), io mi sono ritrovato fuori dal sistema. Sono sempre stato un regista d’avanguardia. Sono cresciuto nella New York anni Sessanta, fino al conflitto in Iraq ho fatto film contro la guerra, mantenuto una posizione critica verso la politica del mio paese. È vero che Hitchcock è stato fonte d’ispirazione per me ma oggi registi come lui, che riescano a porsi come modello cui fare riferimento, ce ne sono sempre meno, da quando gli schermi di utilizzo della Settima Arte si sono rimpiccioliti sempre più». Quando nel ‘74 Brian De Palma ===Consulta la Filmografia=== si impose all’attenzione dei cinefili europei (e gli italiani furono tra i più pronti a restarne affascinati) con il sofisticato film rock-horror “Il Fantasma del Palcoscenico”, autentico film di culto, ci si affrettò ad andare a recuperare le sue pellicole precedenti così da scoprire che oltre a tre film interpretati da Robert De Niro, espressione della New Hollywood, ce ne era uno, “Le due sorelle”, che era un dichiarato omaggio al ‘maestro del Thriller’ Alfred Hitchcock ===Consulta la Filmografia=== (e tali sarebbero stati, ancora più marcatamente, altri film successivi) ma diretto con tocco talentuoso da questo interessantissimo regista italo-americano. Aveva ragione Spielberg quando, all’inizio della sua carriera di cineasta, dichiarava: «Tutto quello che c’era da narrare da un punto di vista filmico è stato narrato, a noi nuove generazioni di registi non resta altro da fare che rimaneggiare quei materiali preesistenti e rimodellarli con una qualche forma di originalità». Ed era solo il 1973. Questa considerazione del regista di “E.T.”, “I predatori dell’Arca perduta”, “Jurassic Park” e “Schindler’s List” ci è utile per comprendere meglio anche l’opera di Brian De Palma troppo frettolosamente etichettato come ‘allievo di Hitchcock’. Circa l’accusa di aver ‘copiato’ Alfred Hitchcock, De Palma si è spiegato in questo modo come stavano le cose, arricchendo così una conoscenza più approfondita del suo cinema: «Il fatto è che, per certe situazioni, Hitchcock, con la macchina da presa, ha trovato il posto giusto dove piazzarla. Per me Hitch è come una grammatica. Lui ha sviluppato una grammatica del film che io sto imparando ad usare. Ciò che ho fatto con “Le due sorelle” e “Complesso di colpa” è stato di utilizzare alcune tra le premesse dei film che ha fatto lui, ma cercando di raccontare storie differenti. Io non sono Hitchcock e e non sono preoccupato dal fatto di prendere alcune delle tecniche registiche di cui egli è stato pioniere, di usarle anch’io e sentire che non ho fatto altro se non servirmi di un dizionario. È certamente possibile mettere la m.d.p. in una posizione diversa, ma può non essere il punto migliore per essa. Lui l’aveva già capito venti o trent’anni prima degli altri. Se hai quel tipo di scena nel tuo film, sei quasi costretto a mettere la m.d.p. nello stesso posto, perché è l’angolazione più drammatica. Lo stesso Hitchcock usò un’identica posizione di m.d.p. cinque o sei volte, e nessuno l’ha mai accusato di copiarsi. Non è un problema mio cercare di liberarmene o di approfittare di lui: egli è in un modo molto definito ciò che è, e io sto diventando ciò che sono. Voglio dire, lui è un maestro, un gigante: ha fatto un mucchio di capolavori. Io l’ho solo usato, in un certo senso, come un punto di partenza da cui sviluppare le mie capacità tecniche. Inoltre Hitchcock scoprì presto che in questo genere si può attenuare la tensione del pubblico con l’humour. Questo espediente fa gioco. Quindi, in certe situazioni, io tendo a un umorismo che è in qualche modo simile al suo. Non è una cosa che ho costruito: semplicemente, vedo il lato ridicolo delle situazioni assieme al lato serio, così lascio che il pubblico rida come rido io. Penso sia il modo migliore per ottenere che il pubblico si lasci andare». De Palma, in fondo, rientra nella schiera/generazione di quei registi cresciuti con il cinema e che usa adottare a proprio referente culturale il Cinema stesso. Inoltre il regista di Newark, al di là dello strabiliante utilizzo della macchina da presa, ha esibito l’artificio tecnico che sarebbe diventato il marchio di fabbrica in tutta la sua produzione cinematografica, ovvero lo split-screen, con risultati oltremodo efficaci. “Le due sorelle” (1972), pur nella sua sorprendente ed originalissima impronta thriller, è un raffinatissimo esercizio stilistico sulla visione cinematografica, sull’inganno che la macchina presa è capace di suscitare, sul voyeurismo dello sguardo di chi sta dinanzi allo schermo cinematografico. In quanto a Hitchcock, con il quale come detto il rapporto è marcatamente ‘cinefilo’, De Palma adotta un paio di ‘strumenti’ dell’esplorazione cinematografica del maestro inglese; il primo è di natura metalinguistica e riguarda nello specifico quei film (tanti in verità) in cui è presente la fascinazione per le pratiche voyeuristiche. Basterebbe citare “La finestra sul cortile” o “Psycho” e sono comunque tante le citazioni che rimandano ai film appena menzionati oltre a “Notorius” e “Io ti salverò”. Un altro piano di lettura ci conduce dalle parti del tema del ‘doppio’, tanto caro a Hitch (“La donna che visse due volte”, “Il ladro”, ancora “Psycho” e “Io ti salverò”). Un secondo strumento adottato è lo split-screen, tratto distintivo del cinema tutto di De Palma che ha il suo referente principe nell’utilizzo che ne fa Hitchcock in “Marne”. Per “Complesso di colpa” (1976), che nella filmografia di De Palma viene dopo il film rivelazione per il grande pubblico, “Il Fantasma del Palcoscenico”, il riferimento più evidente è a “La donna che visse due volte” (i ‘luoghi’ hitchcockiani sono tantissimi) al punto da sembrarne addirittura un remake. Sceneggiato da Paul Schrader il film propone la stessa circolarità narrativa di “Vertigo/La donna che visse due volte”. “Obsession” (questo il titolo originale del film), senza soluzione di continuità, è una metafora esemplare sull’accoppiata realtà/apparenza. Il cinema dell’ambiguità praticato abitualmente da De Palma perviene in questa occasione a una delle sue manifestazioni estreme. Senza scendere nel dettaglio della narrazione filmica possiamo dire che “Complesso di colpa” è articolato su un paio di livelli di memoria: ad un certo culto necrofilo del protagonista (Cliff Robertson) che perde la moglie, si dispera, la ritrova e la perde di nuovo (in un gioco di rimandi al tema drammatico della reincarnazione e a quello della macchinazione diabolica), si aggiungono (sul piano della duplicazione) i continui riferimenti al cinema di Hitchcock e la costruzione raddoppiata del racconto. Ci viene da pensare anche, quale referente, a “Rebecca la prima moglie”. Ulteriore elemento che rimanda a Hitchcock è l’utilizzo come compositore delle musiche per il film di Bernard Herrmann, l’abitale collaboratore del ‘Re del Thriller’, qui artefice di una partitura capace di trasmettere il pathos emozionale del racconto.
TECNICA
Oltre ai due film, “Le due sorelle” (1972) e “Complesso di colpa” (1976), il box da collezione comprende un terzo DVD che contempla 3 ore di Contenuti Speciali esclusivi: “De Palma”, un documentario inedito di Noah Baumbach e Jake Paltrow, più il film sperimentale di De Palma, “Murder à la mod” del 1967; una chicca autentica per appassionati cinefili.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
DE PALMA FILM COLLECTION II
(De Palma Film Collection II)
Le due sorelle / Complesso di colpa /De Palma
Usa, 2023, 88’ + 94’
Regia: Brian De Palma
Cast: Margot Kidder, William Finlay, Charles Durning / Cliff Robertson, Genevieve Bujold, John Lihtgow.
Video: 16×9 1.85:1 / 2.35:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0; Inglese Dolby Digital 1.0 / Italiano, Inglese Dolby Digital 5.1
Distributore: Midnight Factory/Plaion Pictures
IL BOXSET CONTIENE i film “Le due sorelle” (1972) e “Complesso di colpa” (1976) più un terzo DVD con “De Palma”, il documentario di Noah Baumbach e Jake Paltrow, e il film sperimentale di De Palma, “Murder à la mod” del 1967.
IL BOXSET CONTIENE:
LE DUE SORELLE
Titolo originale: Sisters
Anno: 1972
Regia: Brian De Palma
Cast: Margot Kidder, Jennifer Salt, Charles Durning, William Finley, Lisle Wilson, Mary Davemport.
COMPLESSO DI COLPA
Titolo originale: Obsession
Anno: 1976
Regia: Brian De Palma
Cast: Cliff Robertson, Geneviève Bujold, John Lithgow, Sylvia McNamara, Wanda Blackman.