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CRY MACHO di Clint Eastwood in 4K ULTRA-HD

 
 
 
 
Intramontabile, e immarcescibile, Clint Eastwood, a novant’anni e più ci regala l’ennesimo gioiello d’una filmografia che lo colloca tra i più grandi di sempre. “Cry Macho” arriva in Home Video, ad appena due mesi dall’uscita nelle nostre sale, per conto di Warner Bros. Entertainment Italia, sia in DVD che Blu-Ray che nel formato 4K Ultra-HD di cui ci occupiamo nella recensione. Il 4K Ultra-HD conta su un solido trasferimento HDR10 e su una traccia audio in DTS-HD MA 5.1.

Aveva compiuto 90 anni nel maggio 2020 quando tra il novembre e il dicembre dello stesso anno Clint Eastwood ===Consulta la Filmografia=== girava questo che al momento è l’ultimo suo film, e (forse) potrebbe esserlo definitivamente. Dopo “Richard Jewell” del 2019, del quale è stato solo regista, Clint torna in veste anche di interprete; l’ultima volta era stato per “Il Corriere – The Mule” del 2018. Clint incarna il senso più profondo della mitologia del Cinema tout-court, con quella quarantina di regie alle spalle qui interpreta uno dei suoi personaggi crepuscolari, eroi laconici e ‘pallidi’, affaticati dagli anni ma determinati a perseguire con testardaggine il proprio obbiettivo. La genesi di “Cry Macho” è stata piuttosto complessa e travagliata, e merita di essere raccontata; N.Richard Nash (morto nel 2000) all’inizio degli anni settanta, fu autore di una sceneggiatura che aveva sottoposto a diverse case di produzione perché ne fosse realizzato un film, ma senza riuscirci; al punto da decidere di trasformarla in romanzo nel 1975. Le critiche positive di quel tempo riaccesero l’interesse di qualche produttore a estrarne un trattamento cinematografico. Tra i possibili interpreti nel ruolo di protagonista vennero di volta in volta fatti i nomi di Burt Lancaster, Roy Scheider, Pierce Brosnan, Arnold Schwarzenegger e dello stesso Eastwood, e più di una volta si è stati sul punto di iniziare le riprese: nel 1988 venne annunciato che proprio Eastwood avrebbe vestito i panni del protagonista del romanzo ma poi tutto rimase al livello delle buone intenzioni perché Eastwood optò per un nuovo capitolo della serie dedicata all’ispettore Callaghan. In seguito, nel 2003, perfino Arnold Schwarzenegger aveva annunciato la volontà di produrre ed interpretare (con la regia di Brad Furman) “Cry Macho” ma pure in questo caso non se ne fece nulla a causa di uno scandalo che colpì l’allora governatore della California. Così si è arrivati all’ottobre 2020 quando dalla Warner Bros. è stato annunciato che Clint Eastwood sarebbe stato regista, protagonista e produttore del film sulla sceneggiatura originale di Nash e gli aggiustamenti di Nick Schenk, già collaboratore del regista in “Gran Torino” (2008) e “Il corriere – The Mule” (2018), per far meglio aderire la figura del Clint attore al personaggio del romanzo. “Cry Macho”, presentato in anteprima al 39° Torino Film Festival (TFF), è un road movie insolito (lo era di fatto anche “Il Corriere – The Mule”), un semi-western esistenziale ambientato nel 1979 che si sviluppa al confine tra Messico e Texas. Sinossi: La ‘mission’ che si impone l’ex-star da rodeo Mike Milo, a bordo di una vecchia Chevrolet arrugginita, è quella di riportare dal padre un adolescente problematico che vive a Città del Messico con una madre ricca, distratta, violenta ed anaffettiva. L’uomo, dopo la morte di moglie e figlio, e un incidente che lo ha messo fuori gioco nei rodeo, è scivolato lungo il crinale scosceso dell’alcoolismo. Come altri divi della vecchia Hollywood (John Wayne in primis) Eastwood, nell’ultima fase della sua carriera, ha preso a cuore il destino dei giovani, e si erge a protettore universale delle categorie più indifese. Da un paio di decenni il suo cinema è reclinato verso una dimensione intima e malinconica, se non addirittura (a tratti) funerea e pessimista, ed in questo frangente porta sullo schermo la ‘fatica’ del suo corpo d’ultranovantenne. È il padrone di un ranch, Howard Polk (Dwight Yoakam), che convince Mike ad andare in Messico per recuperare suo figlio Rafo (Eduardo Minett), un tredicenne che si sta mettendo sulla cattiva strada e che ha seguito la madre dopo il divorzio. La regia di Eastwood è essenziale, scevra di qualsiasi arzigogolato orpello narrativo, come si conviene comunque ad un regista ultranovantenne, instabile perfino nel suo portamento segnato da quel suo incedere lentissimo, con la schiena incurvata, la voce fragile e l’espressione granitica del volto, quasi marmorea, ma ben deciso a portare sullo schermo la sua urgenza narrativa, come aveva fatto in occasione di “Gran Torino” e “The Mule”. In realtà emerge evidente la volontà del regista di operare la decostruzione del mito dell’uomo forte e tutto d’un pezzo, ed arrivare alla demitizzazione dell’eroe americano, elementi che lo hanno accompagnato per gran parte della carriera. Il passato, maneggiato con delicatezza, sensibilità e ‘sospensione’ in “Cry Macho”, diventa per Clint la sua cifra poetica, la cartina tornasole d’una lunga esistenza prima umana che cinematografica; “Cry Macho – Ritorno a casa” si può interpretare anche come una riflessione sul tempo (“Guess it’s really never too late / To find a new home” sono le parole della canzone cantata da Will Banister in apertura, mentre l’inquadratura si apre sui campi della frontiera texana), a rappresentare (‘of course!’) una sorta di commiato ed il film quindi è carico di innumerevoli significati meta cinematografici. Il titolo, suona quasi come un ossimoro; ‘Macho’ è il sinonimo della natura aggressiva del maschio e ‘cry’ invece esprime emozioni inconciliabili con il senso stesso del machismo, visto che (per definizione) l’uomo virile non piange mai. Clint racconta di un viaggio oltre un confine con il Messico che è di chiara matrice metaforica, in un senso esistenziale e metafisico. Perché questo viaggio intrapreso offre al protagonista l’occasione per saldare vecchi debiti, mettere a posto questioni rimaste in sospeso e avviarsi serenamente verso la fase finale della sua esistenza quale bilancio esistenziale di una vita. Illuminante in tal senso quello che il protagonista dice al ragazzo: “Tu pensi di avere tutte le risposte, ma poi invecchi, e ti accorgi di non averne nessuna. E quando te ne rendi conto, è troppo tardi”. Alla saggezza paternalistica e consapevole di Mike il ragazzo risponde instillando nel vecchio ‘macho’ un sussulto di vitalità.Cry Macho – Ritorno a casa” è lo sguardo dell’America di una volta sull’America di oggi, è film meditativo e toccante, dal ritmo apparentemente compassato, ma non noioso, sostenuto da una ben percepibile sfumatura di ironia, capace di suscitare un forte impatto emotivo nello spettatore. “Cry Macho – Ritorno a casa” al Box Office in Italia, in tempi di restrizioni dovute al Covid-19, ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 756 mila euro; una cifra davvero esigua che non rende merito al film e non ha consentito a tutto quello zoccolo di appassionati del cinema di Eastwood di vederlo nelle sale, per cui l’uscita in Home Video predisposta da Warner Bros. Entertainment Italia può aiutare molti a recuperare quest’opera dell’ultimo regista classico hollywoodiano.

TECNICA
Cry Macho – Ritorno a casa” arriva sul mercato dell’Home Entertainment con un trasferimento 2.39:1 HDR10 perfettamente adeguato al contesto filmico. Nonostante la prevalenza di tonalità scure i dettagli sono nitidi, i bianchi luminosi e i neri donano un’eccellente profondità all’immagine. La vecchia casa di Mike disseminata di ritagli di giornale sbiaditi e trofei polverosi o lo stesso paesaggio messicano sullo sfondo nella narrazione offrono alcuni momenti di grande appagamento visivo. La texture degli abiti, i lineamenti dei volti e il design della produzione aggiungono un valore interessante al film. L’HDR10 esalta la naturalezza dei colori naturali (svariate albe e tramonti pittoreschi) ma nell’insieme a prevalere è la componente di tonalità giallo-marrone del territorio circostante e della polvere. Risultato complessivo eccellente e nessun problema di compressione. Il comparto audio poggia su una solida traccia DTS-HD MA 5.1 che, nonostante non sia questo il tipo di film che possa esaltare la qualità di un impianto di alto livello, assicura un’esperienza uditiva assolutamente soddisfacente. I dialoghi sono puliti e chiari dappertutto senza problemi. La colonna sonora di Mark Mancina si aggiunge al tono cupo del film senza sopraffare nessun altro elemento audio. I Contenuti Extra contemplano un paio di featurette; “Back in the Saddle – The Making Of Cry Macho” (HD 12:17) relativo alla realizzazione del film ma non troppo approfondito e “Macho e i Mustang” (HD 7:13) incentrato sugli addestratori di cavalli impiegati nel film.

(Luigi Lozzi)                                                      © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTE TECNICHE
Il Film

CRY MACHO – RITORNO A CASA
(Cry Macho)
Usa, 2021, 103’
Regia: Clint Eastwood
Cast: Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola, Horacio Garcia Rojas, Ana Rey, Sebestien Soliz, Brytnee Ratledge, Ramona Thornton, Alexandra Ruddy, Marco Rodriguez.

Informazioni tecniche del 4K ULTRA HD

Aspect ratio: 2,40:1 Anamorfico 1080p
Audio 4K Ultra-HD: Inglese DTS-HD Master Audio / Italiano, Francese, Tedesco, Polacco Dolby Digital 5.1
Audio Blu-Ray: Inglese DTS-HD Master Audio / Italiano, Francese, Tedesco, Polacco Dolby Digital 5.1
Distributore: Warner Bros. Entertainment Italia