Soundtracks

007 SKYFALL di Thomas Newman

 

ARTISTA: Thomas Newman
TITOLO: 007 Skyfall
ETICHETTA: Sony Classical
ANNO: 2012
 
 
 

La tradizione aurea delle colonna sonore a supporto dei film di 007, consolidatasi in 50 anni di avventure cinematografiche dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà britannica, non poteva ottenere miglior suggello (sonoro) allo scoccare del mezzo secolo di vita della fortunata saga cinematografica. Le musiche composte inizialmente da John Barry – il celebre “The James Bond Theme” è opera invece di Monty Norman –, e ancor più i brani iconici (cantati da Shirley Bassey, Tom Jones, Nancy Sinatra, Louis Armstrong, Paul McCartney e i Wings, Sheena Easton, Duran Duran, Carly Simon, A-Ha, Sheryl Crow, Jack White e Alicia Keys, Chris Cornell etc.) presenti puntualmente sui titoli di testa di ogni nuovo film (e perfettamente integrati nel contesto musicale dei film), hanno beneficiato nel tempo di un clamoroso successo, assecondando una formula che si è rivelata vincente. Altri compositori, dopo Barry, hanno dato lustro agli score dei film di 007; di “Vivi e lascia morire” si è occupato il produttore dei Beatles George Martin, Marvin Hamlisch addirittura si è cimentato nel tentativo di rinfrescare il celeberrimo tema in “007 La spia che mi amava” con un “Bond 77” giocato sugli effetti funky wah-wah tipici all’epoca del sound dei Bee Gees, poi anche Bill Conti ha dato del suo. John Barry è tornato al timone di comando degli score per “Moonraker – Operazione Spazio” (1979), “Octopussy – Operazione Piovra” (1983), “Bersaglio mobile” (1985) e “Zona pericolosa” (1987), l’ultimo film della serie cui ha lavorato. Per prendere il posto di Barry sono stati scelti, per i successivi film, prima Michael Kamen e poi Eric Serra, soluzioni apparse a tutti temporanee, fino a quando i produttori storici non hanno optato nel ’97 per David Arnold, che da quell’anno ha firmato ben cinque score della saga (da “Il domani non muore mai” a “Quantum Of Solace” del 2008). Così accade che in occasione del cinquantenario della saga e relativamente al film da poco sugli schermi di tutto il mondo, il 23° della serie, “Skyfall”, diretto da Sam Mendes, lo score a corredo è stato commissionato a Thomas Newman, figlio del grande Alfred ed appartenente ad una vera e propria dinastia di compositori per il Cinema: lo stesso Randy – il cui padre è Lionel – è suo cugino e David suo fratello. Da notare immediatamente che è la prima volta che una colonna sonora di 007 viene affidata ad un compositore – il nono ad avvicendarsi nel compito – che abbia alle spalle già un nutrito curriculum (50 colonne sonore con dieci Nomination all’Oscar e un Golden Globe, vincitore di 5 Grammy) come quello che è in possesso di Thomas. Era difficile immaginare che Newman potesse un giorno arrivare a incrociarsi con il mito dell’agente segreto uscito dalla penna di Ian Fleming; la cosa si è resa possibile quando alla regia del nuovo capitolo è stato chiamato Sam Mendes che con il compositore ha instaurato da tempo un proficuo sodalizio (da “American Beauty” del ’99 a “Revolutionary Road” del 2008 passando per “Era mio padre” del 2002 e “Jarhead” del 2005) e che ha preteso, fin dalla stipula del contratto che lo legava al progetto, di poter avere l’ultima parola sulla scelta di chi dovesse musicare il film. Thomas Newman ha ricambiato la fiducia accordatagli dal regista elaborando una partitura di grande peso artistico. Sebbene, e la cosa può suonare stridente, si riducano ad un paio o poco più i passaggi nei quali il tema classico fa capolino nel rispetto di una ritualità più che conclamata (mentre per il resto si tratta più che altro di frammenti sparsi qua e là che affiorano all’ascolto). La regia autorale di Mendes ha donato al personaggio interpretato da Daniel Craig uno spessore introspettivo più dark dei precedenti film, alla stregua di tanti personaggi portati sullo schermo (anche) in blockbuster di grande richiamo; valga per tutti il nome di Batman, il Cavaliere Oscuro. I cinque minuti iniziali dell’orientaleggiante “Grand Bazaar, Istanbul” rappresentano una magnifica pagina di musica per il cinema, ricchi di atmosfera ed energia sfavillante, perfettamente aderenti al climax bondiano. Il resto è un lavoro complesso, ma anche assai accattivante ed evocativa, perfettamente adeguato ad un film che mostra di non volere vivere di rendita sugli allori conquistati nel passato, e di calarsi in un alveo decisamente ‘mainstream’. Inutile, a mio parere, fare raffronti con un passato per molti versi epico, i tempi sono ben cambiati da Sean Connery a Daniel Craig e da John Barry a Thomas Newman; certo è che questo score se non soddisferà i nostalgici bondiani di certo piacerà a chi del Cinema tout-court accetta serenamente l’inevitabile sua evoluzione, anche nei termini di una ‘Bond-Music evolution’. E non è detto che questo sia un elemento negativo, anzi. Se allo spegnimento delle 50 candeline si voleva procedere ad una ripartenza foriera di buoni auspici non poteva esserci scelta migliori di quella di servirsi dell’apporto di Newman, un musicista autorevole e concreto, duttile e capace di donare il giusto risalto ai particolari. Non colpisce al primo ascolto lo score di Newman, ma reiterando la pratica emergono sfumature sempre più pregevoli. Nota Bene: nel soundtrack (della durata di ben 78 minuti per 30 brani, un record per questo tipo di lavori) pubblicato dalla Sony Classical manca il magnifico pezzo cantato da Adele sui titoli di testa, e questa è (pur entrando in gioco problematiche legate ai soliti diritti di sfruttamento da parte di case discografiche diverse) una mancanza grave nell’ottica di donare al CD la completezza che gli sarebbe stata consona; che, soprattutto nel caso degli 007, come spiegato sopra, suona come troncarne la compattezza e l’unitarietà.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA