Televisione

THE WALKING DEAD – STAGIONE 8 in Blu-Ray

 

 

 

 

 

 

La pubblicazione della Stagione 8 della serie ‘zombie’ “The Walking Dead” da parte di 20th Century Fox Home Entertainment ci permette di fare il punto sullo status della fortunata serie e di offrire qualche spunto esplicativo sull’evoluzione del Cinema Horror.
 

 

Provocare emozioni attraverso le immagini è compito primario del cinema che ha così confezionato per noi quelli che abbiamo indicato, fin dalla nostra infanzia, come i ‘film di mostri’, ed il genere ha goduto di duratura buona salute fin dai tempi pionieristici del muto, vista l’inesauribile fonte d’ispirazione tematica. Ma non solo. la Settima Arte nel campo dell’horror e del fantastico si distingue complessivamente per qualità estetiche e quantità, per identità espressiva e stilistica, ed ha potuto contare su un ampio ventaglio di inventiva e di tecnica come nessun altro genere cinematografico. Un immenso serbatoio dell’immaginario collettivo nel quale hanno trovato posto i miti che il cinema ha creato a nostro uso e consumo, da Dracula a Frankenstein, dall’Uomo Lupo alla Mummia e via discorrendo. La definizione di Cinema dell’Orrore sfugge ai più elementari tentativi di catalogazione poiché sono numerose le sfaccettature che possono essere prese in considerazione, i generi (e sottogeneri) codificati. Il tutto potrebbe essere ricondotto alla più ampia e generica definizione di cinema ‘fantastico’ – la fiaba, l’imponderabile, il thriller che accentua i canoni di rappresentazione della paura, la fantascienza, il paranormale, il catastrofico si mescolano ripetutamente, in un continuo mix di contaminazioni, determinando i sottogeneri sui quali operare – che però indica tutto e non dice niente (“La carica dei 101” è allora un film fantastico ma non può essere incluso nel nostro contesto!); non ci aiuta cioè a circoscrivere l’ambito del nostro contenzioso. Ma qualche distinzione si può tentare di farla. Ovvio che non deve essere confuso il cinema di Fantascienza (che essenzialmente è ‘favola tecnologica’) con quello Horror, ma è pur vero che molto cinema fantastico è sconfinato nell’Horror puro. La Fantascienza ha un’anima ‘collettiva’ mentre l’Horror è un affare soprattutto ‘privato’. Ecco questa è forse la chiave di lettura che può aiutarci di più. La rappresentazione del ‘mostruoso’ allude metaforicamente alla ‘bestia’ che è in noi, e la paura di noi stessi è la paura della nostra mostruosità che in ogni momento (basta rifarsi alle cronache di tutti i giorni) può emergere dagli anfratti più reconditi della nostra psiche, è l’emanazione (e la materializzazione) dei nostri incubi quotidiani quando la paura del ‘cambiamento’ del nostro corpo rimanda (in filigrana) a quello della nostra condizione umana e la paura ancestrale del buio è un passo insostituibile della nostra crescita adolescenziale (e spesso non la sconfiggiamo neanche da adulti). ‘Orrore’ e ‘Terrore’ sono interdipendenti, sono facce della stessa medaglia, di quel corpo principale fatto di razionalità e di fantasia che è frutto del nostro immaginario fantastico. E non c’è medicina migliore per esorcizzare la paura che quella di tuffarsi nei suoi meandri. L’aspetto psico-socio-culturale dell’Horror, la lettura del suo linguaggio, sono elementi di assoluta valenza per ribadire la portata di un cinema troppo spesso relegato al ruolo riduttivo di ‘genere d’evasione’. L’avvento dell’elettronica e lo sviluppo sensibile dei settori dedicati al trucco e agli effetti speciali, a partire dagli anni Ottanta, hanno favorito l’affermazione ineludibile del genere e lo hanno condotto alla perfezione (tecnica) espressiva dell’ultimo ventennio aprendo l’orizzonte a futuri inimmaginabili sviluppi, il rischio più evidente restando quello che l’abuso di utilizzo di effetti speciali penalizzi il profilo narrativo. Nessuna limitazione viene oggi posta alla sfrenata fantasia degli autori; il ché era poi il limite più evidente dei film prodotti tra gli anni venti e cinquanta, i quali non riuscivano a dare soddisfacente forma al ‘fantasticare’ degli autori e tradivano l’approssimazione della ‘messa in scena’. Fatto questo doveroso preambolo veniamo alla materia che qui ci riguarda più da vicino. Alla fine degli anni Sessanta due film come “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski e “La notte dei morti viventi” di George A. Romero anticipano il nuovo corso del genere horror ed i nuovi temi che avrebbero tenuto banco nei decenni successivi: i demoni che alloggiano nella mente umana e l’esplosione demografica dei grandi centri urbani con il suo corollario evidente di disagio esistenziale. E se il film di Polanski è un classico assoluto del cinema quello di Romero invece, girato in assoluta economia (costò solo 114 mila dollari) nel 1968 è diventato un autentico ‘cult-movie’ ed uno dei modelli cinematografici più imitati dell’intera storia del Cinema, rendendosi fautore anche di un nuovo modo di percepire i film, quello dei ‘Midnight Movies’, riservati ad un pubblico particolare per via della collocazione nei palinsesti televisivi. Ma non solo questo. Il film ‘Cult’ di George A. Romero ha dato la stura ad uno dei fenomeni cinematografici più consistenti, duraturi e amati dal pubblico trasversale di consumatori, ovvero quello dei film sugli zombi, ‘morti che camminano’. E saltando a piè pari il trentennio che ci ha condotti alla fine del secolo scorso e il primo decennio dei Duemila la serie horror “The Walking Dead”, la cui prima stagione è stata realizzata in sordina ed in forma quasi sperimentale nel 2010, con il suo inaspettato successo ha di fatto sancito lo sdoganamento in televisione dei ‘morti viventi’. La Stagione 1 di “The Walking Dead”, basata sull’omonima graphic novel creata da Robert Kirkman e pubblicata nel 2003 dalla Image Comics, si componeva di soli 6 episodi (da 45 minuti l’uno) ed ottenne all’epoca una più che buona accoglienza, proponendosi con efficaci effetti di trucco e una solida qualità tecnica. Produttore esecutivo della serie (ma pure regista del ‘pilot’ “I giorni andati” e sceneggiatore di qualche altro episodio) è Frank Darabont, una garanzia alla luce dei film che aveva precedentemente diretto (“Le ali della libertà”, “Il miglio verde” e “The Mist”). La vicenda narrata prende avvio dal risveglio dal coma del poliziotto Rick Grimes (colpito durante uno scontro a fuoco con dei fuorilegge) che ben presto si renderà conto che la cittadina in cui vive – all’apparenza deserta ed ora piena di cadaveri – è stata in realtà invasa dagli zombi: i morti si risvegliano ed attaccano i vivi, e l’uomo deve dare fondo a tutte le sue energie per sopravvivere, abbandonare la cittadina e mettersi in contatto con altri superstiti… La Prima Stagione, consumata in fretta in sei episodi, era servita a testare le reali potenzialità di una materia horror così ‘calda’ (ed inedita) sul piccolo schermo, la Seconda è diventato il vero e proprio banco di prova per il lancio definitivo della Serie: al centro della narrazione dunque questo esiguo gruppo di sopravvissuti (all’epidemia che ha trasformato in zombie quasi per intero la popolazione) va alla ricerca di un luogo sicuro dove trovare rifugio, che diventa la fattoria dell’anziano veterinario Hershel e delle sue figlie. E poi a seguire le altre stagioni. Rispetto ai più classici ‘Zombie Movie’ che hanno popolato il grande schermo nell’ultimo mezzo secolo, l’aspetto innovativo di TWD (acronimo di The Walking Dead che d’ora in poi utilizzeremo per indicare la serie) sta nel fatto che le dinamiche del plot narrativo (almeno nelle prime due sorprendenti stagioni) si concentrano non tanto sui ‘morti che camminano’, quanto piuttosto sugli individui, esseri umani non contagiati, che tentano di sopprimerli, di eliminarli. Il pathos e il climax ‘zombesco’ è andato via via alimentandosi di stagione in stagione (le prime), con trucco ed effetti speciali di ottima fattura, ma forse i realizzatori hanno raschiato troppo il barile perché la serie, almeno nelle ultime due/tre stagioni, si è andata ad infilare in un cul-de-sac, in un vicolo cieco da trama orizzontale, priva di sviluppo narrativo, di ‘scatti’ repentini di sorpresa e tantomeno di elementi innovativi; col rischio noia in agguato. Con i (numerosi) personaggi che sono più importanti della vicenda narrata; non proprio un bel segnale per chi ambisce a durare nel tempo per più anni. Forse sarebbe stato meglio fermarsi prima vista la povertà dello script riguardo l’approfondimento psicologico e l’evoluzione dei personaggi. Ma pure le ragioni dell’epidemia che ha provocato l’invasione di zombi, nel corso di otto stagioni (e centodiciotto episodi), non ha ‘vissuto’ sviluppi, chiarimenti ulteriori, potenziali stravolgimenti, fatti salvi pochi, generici e mai approfonditi elementi buttati nel calderone qua e là (un riferimento all’essere ‘tutti infetti’ o ad un non meglio identificato Progetto Genoma). Da un certo punto in poi la ripetitività di certi schemi, puntata dopo puntata, stagione dopo stagione, è apparsa addirittura imbarazzante agli occhi degli appassionati più navigati del genere. Il tutto aggravato dalla più completa differenziazione tra i personaggi, ‘caracter’ tutti omologati e simili tra di loro – a parte Shane, l’unico lì ad esprimere un minimo di conflitto interiore e, che per giunta, ad un certo punto viene fatto morire -, privi di sfaccettature distintive, quella netta distinzione che si coglie tra personaggi buoni e altri cattivissimi. La serie televisiva, dunque, è stata prodotta negli Usa prodotta dal 2010, ideata come detto dal regista Frank Darabont prendendo spunto da una serie a fumetti di successo ma introducendo personaggio nuovi a livello di trama. Il primo episodio venne trasmesso dal canale televisivo AMC il 31 ottobre di quell’anno, ed in Italia addirittura dal giorno successivo, il 1° novembre da Fox. Già dalla Stagione 2 gli episodi sono diventati 13 per assestarsi a 16, per ogni annata, dalla Terza in poi. Ricordiamo pure come TWD, in virtù del suo successo, abbia dato vita nel 2015 ad uno spin-off/prequel, “Fear the Walking Dead”, creata dal nume tutelare Robert Kirkman e da Dave Erickson, sempre per la AMC, giunta alla sua Quarta Stagione in questo 2018, e prossima a giungere sugli schermi televisivi la Quinta. Senza ripercorrere nei dettagli le fasi narrative delle stagioni che si sono succedute guardiamo direttamente alla Stagione 8 da poco disponibile sul mercato dell’Home Entertainment proprio mentre, dal 7 ottobre scorso (e dall’8 su Fox da noi in Italia), ha cominciato ad andare in onda negli Usa sull’emittente AMC la Stagione 9 di TWD, pure questa prevista sulla ‘distanza’ di 16 episodi. In questa di cui trattiamo, dunque, si giunge ad una sorta di resa dei conti – peraltro attesissima dallo zoccolo duro degli appassionati – tra il gruppo di Negan (interpretato da Jeffrey Dean Morgan), il villain entrato in scena alla fine della sesta stagione e divenuto il principale protagonista delle due successive (la settima e l’ottava), e i diversi gruppi dei ‘buoni’. Un epilogo importante, una specie di capolinea, perché mette un punto decisivo a tutte le storyline e alle trame messe in essere fin dal debutto della serie, e si pone sui binari giusti per garantirsi una nuova ripartenza che prende vita nella Stagione 9 ora in onda nelle televisioni satellitari. “The Walking Dead – Stagione 8” non vive in verità di uno svolgimento lineare, alterna momenti spettacolari e interessanti ad altri discutibili sotto il profilo narrativo. E si può affermare che il finale della Stagione 8 consente di risollevare le sorti di TWD, dopo l’emorragia di spettatori registrata negli ultimi due/tre anni, con un riassestamento produttivo (c’è stato anche un cambio di showrunner al timone esecutivo con Angela Kang nuova responsabile dello show in sostituzione di Scott M. Gimple, passato svolgere altre mansioni) e narrativo che non andiamo però a svelarvi, una maniera di reinventare la serie e tornare (forse) ai fasti delle prime annate.

TECNICA
I sedici episodi dell’ottava Stagione di TWD, distribuita da 20th Century Fox Home Entertainment, sono racchiusi in un cofanetto slipcase di cartone ben curato con all’interno la confezione amaray con i 4 dischi Blu-Ray arricchiti da apprezzabili Contenuti Extra.
Sotto l’aspetto tecnico le immagini fanno leva su un quadro video solido e ben dettagliato oltre che di eccellente impatto visivo, nella norma dei prodotti televisivi di fattura migliore trasferiti in High-Definition in Full HD 1080p. Colori desaturi (per precisa scelta produttiva), che assecondano uno stile volutamente ‘sporco’ da B-Movie, e grana video (dovuta a problemi di compressione) presente in piccola parte e per nulla fastidiosa alla visione domestica. Il comparto audio può contare sia su quello originale che sul doppiaggio italiano in 5.1 DTS HD Master Audio; direi di pari qualità. I dialoghi sul centrale sono nitidi e puliti, e in buona misura si fanno apprezzare anche i rumori d’ambienza, la colonna sonora, sempre puntuale nei momenti topici, e la dinamicità delle scene action più concitate e coinvolgenti. Gli Extra prevedono il “Making Of” con brevi inserti che illustrano come sono state realizzate alcune scene, “Inside The Walking Dead” con clip dedicate ai singoli personaggi o a passaggi significativi dei diversi episodi. E i Contenuti Speciali “Making Of” e “Inside” riguardano ognuno dei 16 episodi così che la durata complessiva arriva a 100 minuti.

 

 

(Luigi Lozzi)                                                      © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 


(immagini per cortese concessione della 20th Century Fox)

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film 

THE WALKING DEAD – STAGIONE 8

(The Walking Dead – Season 8)
Usa, 2018, 730’
Regia: registi vari
Cast: Jeffrey Dean Morgan, Scott Wilson, Jeffrey DeMunn, Andrew Lincoln, Seth Gilliam, Chandler Riggs, Lennie James, Laurie Holden, Josh McDermitt, Tom Payne, Xander Berkeley, Steven Ogg, Khary Payton, Avi Nash, Callan McAuliffe.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 1.78:1 1920x1080p/AVC MPEG-4

Audio: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
Distributore: 20th Century Fox Home Entertainment [4 dischi]

 

 

 

Stagione           Episodi Prima TV USA Prima TV Italia
Prima stagione      6          2010                  2010
Seconda stagione 13        2011-2012          2011-2012
Terza stagione      16       2012-2013           2012-2013
Quarta stagione    16       2013-2014           2013-2014
Quinta stagione    16       2014-2015           2014-2015
Sesta stagione      16       2015-2016          2015-2016
Settima stagione  16       2016-2017          2016-2017
Ottava stagione    16       2017-2018          2017-2018
Nona stagione      16        2018-2019          2018-2019

 

 

Riepilogo dei Contenuti Extra di “The Walking Dead: Stagione 8”:
DISCO 1:
Inside The Walking Dead:
801 (04:30) Focus sul nuovo Rick.
802 (03:43) Focus del secondo episodio.
803 (01:50) Focus sullo Scontro di Rick con Morales.
804 (03:53) Focus sul personaggio di Ezekiel.
Making Of:
801 (03:57)
802 (01:28)
803 (03:25)
804 (02:59)
DISCO 2:
Inside The Walking Dead:
805 (03:51) Focus su Negan e padre Gabriel.
806 (03:05) Focus su Maggie e i prigionieri.
807 (04:21) Focus su Rick e il suo rapporto con Jadis.
808 (02:53) Focus sull’Attacco ai Salvatori .
Making Of:
805 (03:00)
806 (03:47)
808 (03:00)
Mancante: 807
DISCO 3:
Inside The Walking Dead:
809 (04:10) Focus su Rick e Carl.
810 (03:35) Focus sul lutto di Rick.
811 (02:52) Focus sulla nuova meta.
812 (03:06) Focus sulla caccia di Rick .
Making Of:
809 (03:09)
810 (02:28)
811 (03:11)
812 (03:03)
DISCO 4:
Inside The Walking Dead:
813 (03:00) Focus sul tredicesimo episodio.
814 (02:53) Focus sulla promessa non mantenuta di Rick.
815 (02:43) Focus sul piano di Negan.
816 (04:17) Focus sullo scontro finale.
Making Of:
813 (03:07)
814 (03:02)
815 (03:36)
816 (02:15)