O QUE SERA’ di Stefano Bollani e Hamilton de Holanda
ARTISTA: STEFANO BOLLANI e HAMILTON DE HOLANDA
TITOLO: O Que Será
ETICHETTA: ECM/Ducale
ANNO: 2013
Gli ascoltatori meno avvezzi alla frequentazione dell’universo ‘colto’ del jazz hanno fatto la conoscenza di Stefano Bollani per il tramite del programma televisivo “Sostiene Bollani” di Rai 3 nell’autunno 2011, che l’artista conduceva con grande successo accanto alla più piccola dei fratelli Guzzanti, Caterina, e grazie al quale si è conquistato la simpatia del pubblico dei non ‘addetti ai lavori’, ed alla sua partecipazione al Festival di Sanremo, in qualità di ospite, nel febbraio 2013. Ma Bollani in ambito jazz è da tempo considerato una delle figure emergenti più talentuose degli ultimi anni, pianista eclettico apprezzato in egual misura sia in Italia che all’estero. La sua naturale predisposizione, e l’affetto sempre manifestato, per la musica brasiliana (su tutti ricordiamo l’album di successo “Carioca”), che lo ha portato ad incidere in carriera già altri lavori in tema, questa volta lo vede protagonista di un disco ‘importante’, prodotto dalla ‘mitica’ ECM creata da Manfred Eicher, al fianco di Hamilton de Holanda, brasiliano virtuoso e peculiare suonatore del bandolim, una sorta di mandolino a 10 corde. Il sodalizio con uno dei musicisti brasiliani che godono di maggiore considerazione oggigiorno, ha condotto a “O Que Será”, registrato dal vivo ad Anversa nell’agosto 2012,nel contesto del Jazz Middelheim Festival. Un album che si offre elegante all’ascolto degli appassionati con magnifica e solenne fluidità formale, mettendo al centro della scena la straordinaria abilità tecnica dei due protagonisti, nel padroneggiare i rispettivi strumenti, la ricchezza delle soluzioni musicali e delle sfumature timbriche, e pur tuttavia senza risultare affatto frutto rigoroso per un ascolto esclusivo per specialisti. Bollani e de Holanda hanno dalla loro una carta vincente, che è rappresentata dalla loro notevole forza comunicativa. I dieci brani scelti – con coerenza e pienezza delle suggestioni – per la scaletta del disco rimandano al repertorio latino-americano, tra tanghi e canzoni d’amore, tutti trattati con virtuosismo, originalità ed accattivante abbrivio che non mancherà di affascinare che vi si pone all’ascolto. La title track è il riconoscibile e incantevole brano firmato da Chico Buarque, “Canto de Ossanha” di Baden Powell e Vinicius de Moraes colpisce l’immaginario con quel mix frenetico di dance latina e un piano ragtime; ci sono poi “Oblivion” di Astor Piazzolla, “Luiza” di Antonio Carlos Jobim, “Rosa” di Pixinguinha, un altro pezzo di Chico Buarque, firmato con Edu Lobo, “Beatriz”, ”Apanhei-te Cavaquinho” di Ernesto Nazareth. Curiosa la ‘rendition’ vocale, volutamente ‘fuori registro’ (ad imitazione di Paolo Conte), offerta da Bollani per la ‘all-instrumental’ “Guarda che luna”, mentre i due protagonisti personalizzano a modo loro due altri brani: l’up-tempo “Il barbone di Siviglia” per Stefano e “Caprichos De Espanha” per Hamilton. Per la cronaca Bollani è tornato pure questo autunno in televisione, la domenica sera in seconda serata su Rai 3, con il suo “Sostiene Bollani”.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA