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MARCO FERRERI: i Film in DVD

 

 

 

 

 

 

Dissacrante e anticonformista, l’opera di Marco Ferreri è stata sempre difficile da definire e complicata da collocare in ambito cinematografico. Di certo quello del regista è Cinema d’autore, sì controverso e di non facile lettura ma da porre al fianco dei grandi ‘Maestri’ del nostro Cinema tra i Sessanta e gli Ottanta.

 

 

 

 

 

 

 

Eppure Ferreri, artista fuori dal coro, non ha mai avuto grande successo al botteghino, fatta eccezione per “La Grande Abbuffata”, sempre accompagnato da censure, scandali, contestazioni, accuse velenose. Ed oggi che sono trascorsi 20 anni dalla prematura scomparsa avvenuta nel 1997 a Parigi, il 9 maggio – la notizia arrivò durante il festival di Cannes – all’età di 69 anni (era nato a Milano, l’11 maggio 1928) si può dire che sia stato dimenticato dall’immaginario collettivo. Sempre in bilico tra ironia e ‘grotesque’ (a volte) estremo, per Marco Ferreri ===Consulta la Filmografia=== la ‘Genialità’ non è mai stata una regola da ostentare; qualità questa, condivisa con altri autori del calibro di Alfred Hitchcock, Orson Welles o Luis Bunuel. Poetica ed estetica si fondono in modo magmatico e provocatorio in un labirinto di caratteri umani e di situazioni tra reale e surreale, senza contorsionismi tecnici o iperboli narrative, ma solo con il linguaggio impostato sul fluido scorrere delle immagini. Nella sua cospicua filmografia il tratto distintivo è rappresentato dalla graffiante originalità, da un occhio visionario la cui peculiarità è l’aver precorso i tempi, ed aver preconizzato al pubblico un futuro pieno di alienazione, incertezze e frustrazioni. Nei suoi film vediamo King Kong che giace cadavere sulle rive dell’Hudson in “Ciao maschio” e Gérard Depardieu che adotta lo scimmiottino trovato accanto alla carcassa, una donna diventa scimmia (una vera fissazione per il regista) ne “La donna scimmia”, gli uomini in estinzione costretti ad evirasi in “L’ultima donna”, Marcello Mastroianni/Mario Fuggetta si interroga sul perché di un palloncino in “L’uomo dei cinque palloni” (episodio di “Oggi, Domani, Dopodomani” del ’65), nel grande mercato parigino all’ingrosso in costruzione di Les Halles si ricompone l’epopea western del generale Custer e della battaglia di Little Big Horn (“Non toccate la donna bianca”), i dolci con lo stampo del culo di Andréa Ferréol in “La grande abbuffata”, la Deneuve scodinzola attorno a Marcello Mastroianni per sedurlo in “La cagna”, etc. etc. Nel ventennale della scomparsa, lo scorso anno, sono stati realizzati due documentari che ne vogliono ricordano la figura e non farla scivolare nell’oblio: “La Lucida Follia di Marco Ferreri” (affettuosamente) diretto da Anselma Dell’Olio, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2017 nella sezione Classici, e “I Love… Marco Ferreri” di Pierfrancesco Campanella. Di certo Ferreri, a conti fatti, non ha avuto finora quel che gli spetta.

 

(Luigi Lozzi)                                              © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione di CG Entertainment)

 

Qui sono raccolte recensioni e segnalazioni dei film che hanno avuto Marco Ferreri come regista e che sono state pubblicate nell’ultimo decennio ed oltre sul magazine di Home Entertainment DIGITAL VIDEO con la firma del sottoscritto. Un modo per ripercorrere in ordine cronologico la carriera cinematografica di un regista di culto del cinema italiano più impegnato degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, e fissare così momenti importanti della sua filmografia legati ad alcune importanti tappe del cinema italiano d’autore. Si tratta di film che, sebbene rechino l’indicazione delle case di distribuzioni dell’epoca, oggi sono presenti tutti nel catalogo di CG Entertainment.

UNA STORIA MODERNA: L’APE REGINA” (1963, Medusa Home Video), di Marco Ferreri, è l’opera che fa conoscere meglio in Italia Marco Ferreri dopo aver iniziato la carriera in Spagna. In terra iberica il regista trovava terreno fertile per consolidare un’idea di cinema che guardasse al mondo con la lente del grottesco, affermando una volontà visionaria di rappresentazione. Questo racconta del matrimonio di Alfonso, sprovveduto impiegato quarantenne, con la mite Regina, una ragazza di origine borghese, che, quando l’uomo non pare in grado di soddisfare il suo desiderio di maternità, si trasforma in una mantide che lo divora giorno dopo giorno (il film subì l’intervento pesante della censura perché Ferreri “non aveva rispettato i solidi e immutabili princìpi della morale e della religione” e venne processato per oltraggio al pudore) ed il procedimento adottato è quello dell’amplificazione ‘mostruosa’ di una realtà degradata (qui la concezione cattolica del matrimonio). Il tema principale è il disgregamento della famiglia e dei rapporti umani. Grande interpretazione di Ugo Tognazzi.

 

MARCIA NUZIALE” (1965, Millennium Storm), di Marco Ferreri, aggiunge un importante tassello alla filmografia in DVD del geniale regista milanese scomparso nel 1997; si tratta dell’ennesimo pamplet sulla degenerazione dell’istituto del matrimonio (come erano stati “Una storia moderna: l’Ape Regina”, “La donna scimmia” ed altri verranno in seguito) sotto forma di film ad episodi ed utilizzando una chiave comica della quale si fa, ancora una volta, splendido interprete Ugo Tognazzi.

DILLINGER È MORTO
Italia, 1969
Regia: Marco Ferreri
Interpreti principali: Michel Piccoli, Anita Pallemberg, Annie Girardot, Gigi Lavagetto, Carlo Petrillo, Carol André, Adriano Aprà.
Distribuzione: Minerva Pictures/CG Entertainment
Durata: 95’
Formato schermo: 1,33:1
Formati sonori: Mono 2.0; sottotitoli in Italiano e Inglese

Il film di Marco Ferreri del 1969 occupa un posto di assoluto rilievo nella storia del nostro cinema. In quel periodo, anni accesi della rivoluzione culturale dettata dal maggio francese, si andava affermando una generazione di giovani autori che superava la commedia all’italiana e mandava definitivamente in soffitta il neorealismo. Tra questi (Bertolucci, Bellocchio, Petri, i Taviani, la Cavani, Olmi, Samperi, per citarne alcuni) anche Marco Ferreri che con questo film racconta lo scontro tra la parte maschile e quella femminile dell’umanità, servendosi della vicenda di un annoiato Michel Piccoli che, tra la preparazione della cena e bisticci amorosi con la cameriera, trova una pistola avvolta in un foglio di giornale che rievoca l’uccisione del gangster John Dillinger dando inizio ad una personalissima rivolta anarcoide: uccide la moglie che dorme e fugge verso destinazioni esotiche. Ma in filigrana si può leggere pure il disagio della borghesia o la precoce sconfitta dell’uomo tecnologico in un mondo governato dalla morale dell’efficienza. Solo dinanzi all’imprevedibilità della quotidianità, che mette a nudo le sue false certezze, l’uomo scopre il valore vero della sua natura; cioè che la normalità significa il rifiuto del nuovo. Dominano “i motivi della negazione, della distruzione e della morte – sono parole del regista – che si saldano ai temi della condizione dell’uomo contemporaneo alienato e scisso in un mondo mercificato, negli oggetti vistosi della superficialità e del dominio dell’esteriore”. Il film è stato sottoposto ad una meritoria ed accurata di restauro e pulizia dell’immagine ma l’audio lascia alquanto a desiderare.

Un altro grande maestro, Marco Ferreri, sta al momento beneficiando di un’opera di recupero. “L’HAREM” (1967, Elle U – Fuori Catalogo), segna lo spartiacque tra il periodo iniziale della sua carriera e quello più maturo e ricco di soddisfazioni avviato con “DILLINGER È MORTO” del 1969. Il film conserva ben poco del suo progetto di partenza (vi si innestò addirittura un capovolgimento in corso d’opera) con una vicenda che fa riferimento all’emancipazione della donna nella società moderna narrata con il caratteristico tocco grottesco; ed a ribaltare le convenzioni, l’harem, qui inteso, riguarda una donna che si circonda di più uomini. Ancora di Ferreri è “NON TOCCATE LA DONNA BIANCA” (1974, General Video/CG Entertainment), che segue di poco “La grande abbuffata” riunendo i tre attori preferiti (Tognazzi, Mastroianni e Piccoli) con in più una deliziosa Catherine Deneuve, all’epoca compagna di Marcello. Ferreri gira il ‘suo’ west con il consueto, graffiante, sarcasmo ed ambienta la battaglia di Little Big Horn tra le rovine di un grande quartiere parigino distrutto per essere ricostruito. Metaforicamente gli indiani incarnano gli sfrattati dei giorni nostri, vittime della speculazione edilizia.

Trovano spazio in un unico cofanetto triplo tre importantissimi film di Marco Ferreri girati tra il ’73 e il ’79, negli anni in cui il regista continuava con efficacia a scandagliare l’ipocrisia di certi “contratti sociali” mascherati da sentimenti (il matrimonio, la famiglia, maternità e paternità), le pulsioni alla base della vita e della morte, l’impossibilità dell’autentica libertà, e così via; con il titolo di “FERRERI COLLECTION” (General Video/Medusa/CG Entertainment), vi troviamo “LA GRANDE ABBUFFATA” (1973), uno dei capolavori del cinema nostrano, con la vicenda di quattro amici che decidono di prendersi una insolita (ed autodistruttiva) vacanza in una antica villa nei dintorni di Parigi per godere dei piaceri della carne e della gola fino alla morte; “CIAO MASCHIO” (1978), ambientato in una New York post-atomica, con cui dissemina il suo cinema di provocazioni catastrofiche e disperate nei confronti di una società borghese in evidente disfacimento; “CHIEDO ASILO” (1979), una spiazzante interpretazione di Roberto Benigni, impregnata d’improvvisazione, proprio negli anni in cui si imponeva (televisivamente) con “L’altra domenica”: è uno stralunato maestro d’asilo che aiuta lo spettatore a riflettere sulle differenze sostanziali tra spontaneità ed educazione, su natura e cultura, negli anni bui del terrorismo.

 

LA GRANDE ABBUFFATA
(La grande bouffe)
Francia/Italia, 1973, 123’
Regia: Marco Ferreri
Cast: Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andrea Ferreol, Solange Blondeau, Florence Giorgetti.
Video: 1.66:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 rielaborato (384 kbps)
Distributore: General Video/CG Entertainment

Nel novero delle opere più provocatorie ed estreme del cinema italiano di sempre va incluso questo film di Ferreri del 1973 che non ha perduto nulla della sua carica eversiva, imbarazzante e rivoltante, ad oltre 30 anni dalla sua uscita, e va considerato come un capolavoro assoluto. Il cinema del regista si è sempre distinto per una caustica vena dissacratoria nei confronti dei valori borghesi, per la critica ad una società opulenta e decadente edificata sullo pseudo progresso consumistico e sulla superficialità; qui narra la grottesca storia, tinta di umorismo nero, di quattro amici che si riuniscono in una villa nei pressi di Parigi per lasciarsi trasportare dai piaceri della carne e della gola. Sono personaggi surreali ma rappresentativi della degenerazione morale del loro tempo – ognuno è lo specchio di una diversa sconfitta esistenziale -, i loro eccessi li condurranno all’autodistruzione. Grande scandalo provocò al Festival di Cannes, tra reazioni sdegnate e schifate da parte di giornalisti, pubblico e perfino della giuria. Purtroppo l’edizione in DVD non è all’altezza del film: è più corta sia della versione francese che di quella uscita sugli schermi.

 

CIAO MASCHIO 
Italia/Francia, 1978, 90’
Regia: Marco Ferreri
Cast: Gerard Depardieu, Marcello Mastroianni, James Coco, Geraldine Fitzgerald, Gail Lawrence, Stefania Casini, Francesca De Sapio, Mimsy Farmer.
Video: 1.85:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: General Video/CG Entertainment

E’ un bene per tutti che i lavori di Marco Ferreri vengano gradualmente recuperati in DVD. Soprattutto per i più curiosi che potranno apprezzare il talento iperrealista e sferzante di uno dei nostri massimi cineasti, purtroppo scomparso anni fa. Egli dissemina il suo cinema di provocazioni ed il suo bersaglio preferito è la società borghese di cui evidenzia il disfacimento mentre ha toni di umana comprensione per le debolezze degli uomini. Questo film è una sorta di angosciosa parabola sull’incomunicabilità e sulla fine dell’uomo ambientata in una New York apocalittica invasa dai topi in cui il povero Depardieu si muove tra un gruppo di femministe teatranti, un direttore di un museo delle cere ed un solitario anarchico italiano (un magnifico Mastroianni che coltiva un orticello in mezzo ai grattacieli), e alla fine adotta una piccola scimmietta, uscita dalla carcassa del gigantesco gorilla King Kong (metafora della decaduta civiltà dei consumi), il più umano tra i suoi interlocutori… Il finale dà speranza per il futuro. Profilo tecnico sufficiente.

 

CHIEDO ASILO
Italia/Francia, 1979, 107’
Regia: Marco Ferreri
Cast: Roberto Benigni, Dominique Laffin, Chiara Moreto, Francesca De Sapio, Carlo Monni, Luca Levi.
Video: 1.78:1 anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: General Video/CG Entertainment

L’incontro nel ’79 tra Marco Ferreri e Roberto Benigni avviene all’insegna della qualità. Benigni proviene come i coetanei Verdone e Troisi dal mondo della televisione, ma a differenza degli altri due la sua comicità sballata appare quella di colui che ‘si ritrova in un posto dove non dovrebbe proprio esserci’. Così solo in apparenza sono distanti i mondi di Ferreri e di Benigni, perché l’anarchia utopistica del regista si sposa a meraviglia con l’umorismo fanciullesco e tutto fisico dell’attore, maestro fuori dalle regole in una delicata storia ambientata in una scuola materna, che si relaziona con la spontaneità dei piccoli protagonisti come nessuno è riuscito a fare al cinema. Una materia affrontata con il taglio del ‘cinema verità’ caratteristico di Ferreri e nel quale la maschera di Roberto è tenera e malinconica. La lezione del regista è chiara: egli ambisce il ritorno ad una società primitiva (rousseauniana) dove trionfi l’innocenza primitiva dei comportamenti naturali. Qualità soddisfacente.

 

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA 
Italia/Francia, 1981, 97’
Regia: Marco Ferreri
Cast: Ben Gazzara, Ornella Muti, Susan Tyrrell, Tanya Lopert.
Video: 1.66:1 anamorfico
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: General Video/CG Entertainment

Un romanziere di culto per le generazioni che hanno amato la letteratura della Beat Generation di cui comunque Charles Bukowsky (morto nel 1994) ufficialmente non fece parte, benché la sua prosa e i suoi versi fossero stilisticamente vicini a Ginsberg e Kerouac. Ferreri nel 1981 dedicò un film alla figura dello scrittore dalla vocazione autodistruttiva e perennemente attaccato ad una bottiglia di alcool, con il quale deve aver condiviso uno struggente disadattamento poetico. Un personaggio cui il regista guarda con la tenerezza sempre riservata ai disadattati ed ai negletti e che è interpretato in maniera eccellente da Ben Gazzarra (accanto a lui Ornella Muti). Il film però alterna momenti splendidi ad altri nei quali si tradisce un certo manierismo melodrammatico che è assai lontano dal suo provocatorio afflato. Come altri lavori (“Ciao maschio”, “Chiedo asilo”) anche questo si conclude su una spiaggia a palesare un desiderio di ritornare nell’utero materno di cui da sempre il mare offre poetica metafora. Sufficiente lo stato del video; decisamente basso l’audio.

 

STORIA DI PIERA (1983, Medusa Home Entertainment/CG Entertainment) di Marco Ferreri; il regista traeva il suo film nell’83 dal libro scritto da Piera Degli Esposti (la Piera del titolo potrebbe essere lei) e Dacia Maraini in forma di dialogo. È la vicenda di una ragazza (Isabelle Huppert) venuta al mondo in una famiglia disastrata, con un padre derelitto (Marcello Mastroianni) ed una madre (Hanna Schygulla) bizzarra, disinibita e ninfomane (pur essendo innamorata del marito), ma spesso in preda alla depressione e quindi ospite di case di cura. La giovane riesce a trovare una sua strada e ad affermarsi come attrice mentre i due genitori finiscono in manicomio. Ma il rapporto di odio-amore con quella madre ‘disordinata’ non può scomparire dalla vita di Piera… Una vicenda di degrado psicologico che Ferreri ha saputo raccontare con i toni provocatori che hanno sempre contraddistinto il suo cinema.

 

 

 

 

 

IL FUTURO E’ DONNA” (1984, Medusa Home Entertainment/CG Entertainment) di Marco Ferreri; si va completando la filmografia in DVD di uno dei nostri registi più importanti e provocatori con altri tre titoli. I primi due non all’altezza delle sue cose migliori ma utili pur sempre a completare (ad uso di studiosi ed appassionati) il mosaico di un percorso artistico davvero singolare. In questo film lo sguardo disincantato di Ferreri si sofferma sull’evoluzione e sul (probabile) decadimento dei rapporti sentimentali. Racconta di una donna sposata (Hanna Schygulla) che incontra casualmente una giovane incinta (Ornella Muti) e l’ospita in casa. Col tempo questo fatto altera gli equilibri della coppia sposata al punto che la moglie rivolge tutte le sue attenzioni alla ragazza ospite ed al bambino che sta per nascere. Sceneggiatura di Ferreri scritta assieme a Dacia Maraini e Piera Degli Esposti.

 

 

 

 

 

COME SONO BUONI I BIANCHI” (1988, Medusa Home Entertainment/CG Entertainment) di Marco Ferreri; una farsa surreale, memore della lezione surrealista di Bunuel e della scrittura in sceneggiatura di Raphael Azcona, è il film di Ferreri, che punge con molto sarcasmo il luogo comune che vede quelli che un tempo sono stati colonizzatori in Africa, oggi prestino a quelle popolazioni una a dir poco ipocrita (e, se vogliamo, razzista) solidarietà, impegnati in catene umanitarie che tutto hanno tranne che andare incontro ai bisogni della gente di colore. E questa acuta e disincantata disamina sul problema, oggi attualissimo, il regista di “La grande abbuffata” la realizzava oltre venti anni fa, in epoca non sospetta. La storia gira intorno ad un gruppo di volontari europei che giunge in Africa per portare generi alimentari alle popolazioni del Sahel ma che mostra ben presto tutta l’inadeguatezza alla missione.

 

E prosegue a buon ritmo, e con l’apprezzamento sentito di tutti coloro che privilegiano la qualità, la pubblicazione in DVD dei film di uno dei nostri registi più estroversi e anticonvenzionali del nostro cinema, Marco Ferreri. Con i quattro titoli usciti di recente (appartenenti ad epoche diverse) la sua filmografia su supporto digitale assume dimensioni importanti per un’analisi della sua opera. “EL COCHECITO” (1960, General Video/CG Entertainment) appartiene al periodo spagnolo (in pieno regime franchista) del regista, quando questi ha sviluppato il gusto anarcoide che lo ha poi contraddistinto all’ombra della lezione surrealista di Bunuel. Racconto noir su un anziano che ottiene in regalo una carrozzella a motore dalla quale non vuole separarsi a costo della vita (degli altri!). “IL SEME DELL’UOMO” (1969, General Video/CG Entertainment), pervaso di pessimismo, presenta uno scenario apocalittico in cui una coppia, sfuggita ad un’epidemia, si ritrova su una spiaggia a raccogliere oggetti della civiltà distrutta e ad interrogarsi se sia o meno il caso di mettere al mondo figli. D’alta scuola l’impianto visivo. In “I LOVE YOU” (1986, General Video/CG Entertainment), ancora una volta al centro della narrazione il difficile rapporto tra i sessi in un apologo sul narcisismo maschile; Christopher Lambert surreale protagonista nel ruolo di un uomo desiderato dalle donne in modo asfissiante che aggira l’ostacolo innamorandosi di un piccolo portachiavi che al suo fischio gli ripete le magiche parole ‘ti amo’. “LA CASA DEL SORRISO” (1991, General Video/CG Entertainment), uno dei suoi ultimi lavori, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino, poggia su un impianto di umorismo nero quando racconta della passione amorosa tra due anziani ospitati in una casa di riposo; quando a lei rubano la dentiera la donna prontamente si procura una protesi da vampiro… Ferreri morirà a Parigi nel 1997 per un infarto. Più che buona la resa video per prodotti del genere, senza sbavature anche per il primo film, il più datato, in B&N; audio in DD 2.0.

 

LA CARNE
Italia, 1991, 87′
Regia: Marco Ferreri
Cast: Sergio Castelletto, Francesca Dellera, Philippe, Léotard.
Video: 1.33:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: Surf Video/Mondo Home Entertainment

La televisione è il tutto bello, il tutto tranquillizzante; il cinema è anarchia ed è questa la sua forza” dice Marco Ferreri nel breve backstage presente tra gli extra. E sono proprio l’anarchia, il gusto spiccato per la provocazione che hanno contrassegnato il cinema del regista, fino in fondo coerente con la sua poetica. Anche in quei casi in cui l’incisività del messaggio non è così forte come in altre occasioni. Con l’abituale tono grottesco ed iperrealista narra l’intensa e contrastata passione amorosa che un anonimo funzionario con l’hobby per il pianobar ed un’attrice disinibita vivono in una casa al mare. E quando lei cerca di allontanarsi perché il momento di passione si è esaurito, lui la uccide e ne conserva il corpo in frigorifero per cibarsene. Sembra un prolungamento dell’orrore ‘alimentare’ de “La grande abbuffata”, il capolavoro di 18 anni prima ma senza la stessa forza eversiva. Bravo Castellitto e sorprendente la Dellera con la sua presenza inquieta ed esuberante. Sottoposto al trattamento di restauro della Surf Video non brilla eccessivamente.

 

(Luigi Lozzi)                                              © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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Le schede dei FILM disponibili presso CG ENTERTAINMENT:

 

EL COCHECITO 
Marco Ferreri, al suo terzo film spagnolo, da vita ad un’efficace galleria di mostri piccolo-borghesi e colpisce nel segno.
Titolo originale: El cochecito. Regia: Marco Ferreri
Commedia, Italia 1960, General Video
SINOSSI
L’ottantenne Don Anselmo vive in una famiglia madrilena della media borghesia in cui è a mala pena tollerato. Il suo unico desiderio è quello di avere una carrozzella a motore, pur non avendone alcun bisogno, per fare compagnia ai suoi amici paralitici. La famiglia si rifiuta di compragliela ma l’anziano, pur di ottenerla, è disposto a tutto…
CAST
Regia: Marco Ferreri. Con Josè Isbert, Pedro Porcel, Josè Luis Lòpez Vàzquez, Maria Luisa Ponte, Antonio Riquelme.
CURIOSITÀ SUL FILM
Ferreri adatta insieme a Rafael Azcona il racconto ‘Paralitico?’ di quest’ultimo. In Italia il film arrivò nel 1978.
RASSEGNA STAMPA
” […] bellissimo apologo grottesco e nero di Ferreri […] Il Mereghetti
EDIZIONE DVD
VIDEO: 16/9 1.33:1
DURATA: 86′
AUDIO: Dolby Digital 2.0 | Italiano
SOTTOTITOLI: Italiano per non udenti
EXTRA:
Biografia del regista e degli attori principali

LA DONNA SCIMMIA
Splendido e crudele ritratto di un uomo che ha venduto la propria anima al Dio denaro.
Titolo originale: La donna scimmia. Regia: Marco Ferreri
Drammatico, Italia, Francia 1963, CG
SINOSSI
Vissuto sempre di espedienti, Antonio Focaccia decide di sfruttare una magnifica occasione: scoperta casualmente Maria, una giovane donna resa mostruosa da una fitta peluria che la ricopre, decide di prenderla con sè e la convince ad esibirsi pubblicamente in un rudimentale spettacolo, come unico esemplare vivente di donna-scimmia. Maria accetta la proposta e finisce con l’affezionarsi profondamente ad Antonio. Dopo alcuni mesi l’uomo, un pò per pietà e molto per interesse, la sposa, legandola definitivamente a sè. Accettata la proposta di un impresario francese, i due si recano a Parigi dove Maria si accorge di essere incinta…
CAST
Regia: Marco Ferreri. Con Ugo Tognazzi, Annie Girardot, Achille Majeroni.
CURIOSITÀ SUL FILM
La trama s’ispira alla storia vera di Julia Pastrana, donna ipertricotica realmente vissuta nell’Ottocento, nata in Messico e sfruttata come fenomeno da baraccone da Theodore Lent. Lent arrivò davvero a fare imbalsamare la donna insieme al figlio neonato, quando entrambi morirono a Mosca, durante la loro tourneè. Le mummie della donna e del figlio sono tuttora conservate a Oslo.
PREMI E FESTIVAL
17° Cannes Film Festival 1964: Nomination Palma d’Oro Marco Ferreri.
Nastri d’Argento 1965: miglior soggetto originale.
RASSEGNA STAMPA
” Tognazzi […] ci sembra esemplare nella sua ambiguità di uomo medio, né buono né cattivo, legato al carro di un sistema dal quale non può assolutamente sciogliersi, non meno convincente di un’ Annie Girardot patetica e coraggiosa”. Tullio Kezich, Settimana Incom.
EDIZIONE DVD
VIDEO: 16/9
DURATA: 92′
AUDIO: Dolby Digital Mono | Italiano
SOTTOTITOLI: Italiano
EXTRA:
Menù interattivo e animato
Accesso diretto a 12 scene
Biografia e filmografia del regista e degli attori principali