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INFERNO ROSSO – JOE D’AMATO SULLA VIA DELL’ECCESSO di Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin in Blu-Ray

 

 

 

 

Finalmente disponibile nella prestigiosa collana Midnight Factory, curata da Plaion Pictures, il documentario di Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin che ripercorre l’intera vita cinematografica dell’infaticabile Aristide Massacesi, in arte (meglio conosciuto come) Joe D’Amato.

Presentato tra le proiezioni speciali alla 78^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nel 2021, il documentario è incentrato sulla figura controversa di questo regista, scomparso nel gennaio 1999 all’età di 62 anni, dai numeri incredibili in quanto a film diretti (di certo il più prolifico di sempre); sono oltre 200 (duecento) i film che Joe D’Amato/Aristide Massaccesi ===Consulta la Filmografia=== ha diretto nella sua carriera affrontando tutti i generi dopo gli inizi nel Cinema come fotografo. Ma sono ben oltre 400 quelli per i quali ha prestato la sua opera ricoprendo svariato ruoli: da operatore ad attore, da direttore della fotografia a sceneggiatore, da regista a produttore, utilizzando oltre quaranta diversi pseudonimi. Il suo nome d’arte più utilizzato è associato soprattutto al cinema hard, che lui abbandonò dopo aver rischiato di andare in prigione, salvo poi tornarci negli ultimi anni di carriera – a suo dire – solo per soldi, dopo aver fatto anche commedie sexy, horror e molto altro. Solo dopo la sua morte, avvenuta per un infarto, qualcuno si è preso la briga di rivalutarne adeguatamente l’opera. Perché, finché è stato in vita, nel nostro paese è stato praticamente ignorato, poco apprezzato – da tanti ritenuto personaggio scomodo – ma il suo Cinema di ‘genere’, appassionatamente sostenuto da una vena sperimentale e anarchica, ha seminato copiosamente i suoi germi in tutto il mondo trovando riscontro e consensi tra autori di grido come Quentin Tarantino ed Eli Roth dei quali compaiono le testimonianze in questo documentario. È stato un outsider, considerato in primis un regista di culto per i fan del cinema Horror, per aver diretto alcuni film splatter come “Buio Omega”, “Antropophagus” e “Rosso sangue” ma per il resto ha saputo districarsi brillantemente tra Thriller e Spaghetti-Western, tra Commedia, Fantasy, Fantascienza, generi Erotico e Porno, passando dai decamerotici all’erotico-esotico ai post-atomico; sempre ricco di inventiva, soluzioni e geniali intuizioni, abile soprattutto nella commistione di generi diversi: un autentico e verace artigiano dietro la macchina da presa. A tutto tondo è stato una delle personalità più curiose ed eclettiche del cinema italiano. Diciamo che fino a qualche anno fa era impensabile immaginare la presenza di Joe D’Amato al Festival di Venezia, quasi un’eresia, e perfino alla Cinémathèque Française, prestigiosa istituzione d’Oltralpe, si sono occupati di lui. Nel 1999 la rivista Nocturno aveva già realizzato un documentario incentrato sul suo lavoro dal titolo “Joe D’Amato – Totally Uncut”, diretto da Roger A. Fratter ma quello uscito due anni fa è nobilitato – diciamo – da una presentazione prima dei titoli di testa di Nicolas Winding Refn ===Consulta la Filmografia===, il regista danese autore di alcuni dei film più interessanti degli ultimi venti anni, molti dei quali distribuiti da Plaion Pictures nella collana Midnight Factory, tra i quali vogliamo giusto ricordare “Drive” (2011), “Solo Dio perdona” (2013) e “The Neon Demon” (2016). Nato nel 1936 e morto nel 1999, Aristide Massaccesi alias Joe D’Amato, iniziò a lavorare nel cinema negli anni Cinquanta come fotografo e uomo tuttofare (fu elettricista ne “La Dolce Vita” di Federico Fellini), aiuto-regista (tra le sue collaborazioni “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard nel 1963) passando poi alla regia solo nel 1972 con svariate produzioni di genere firmate con una lunga sfilza di pseudonimi (oltre quaranta in carriera) di stampo anglosassone (come si usava all’epoca), tra cui appunto quello di Joe D’Amato. Negli anni, a partire dalla fine dei Settanta, grazie ad uno stile ‘sporco’ e diretto, ha edificato una sorta di ‘factory’ (la sua celebre casa di produzione Filmirage) alla maniera di Roger Corman in cui l’imperativo è sempre stato: ottenere il massimo con il minimo impegno finanziario facendo leva su creatività e talento. Preferiva definirsi ‘artigiano professionista’, con lui i generi cinematografici si sono mescolati senza soluzione di continuità (tra iconografia horror più convenzionale e sequenze di carattere pornografico) mettendo a nudo, sovente, l’intreccio tra violenza e pulsioni erotiche sempre piuttosto reiette per il bigottismo italico, scioccando il pubblico con immagini crude ed estreme e scene di nudo che lasciavano ben poco all’immaginazione, fino a diventare il ‘re del porno italiano’. Abilissimo, peraltro, in quel periodo nel girare in breve tempo più film nelle stesse location e con lo stesso cast, come il solo Roger Corman era capace di fare. Notevole anche la sua attività di produttore, in collaborazione con registi come Michele Soavi, Umberto Lenzi e Lucio Fulci. Il lavoro realizzato da Manlio Gomarasca (co-fondatore e direttore della rivista Nocturno) e Massimiliano Zanin (già collaboratore di Brass e autore di un documentario su di lui, uscito nel 2013) ci restituisce efficacemente il senso dell’opera del regista tuttofare, raccontandoci inoltre di quest’uomo ‘libero’ e vitale, e riluttante ai compromessi, che non si è piegato alle leggi del mercato tradizionale. «Joe è stato molte cose. È stato un d.o.p all’inizio, poi è diventato un regista e produttore. Ha diretto un’infinità di film diversi partendo dagli spaghetti western ai war movie passando per il decamerotico, il soft core elegante e poi ancora, lo sci-fi e il porno. Quello che ho amato davvero di lui è stata l’ossessione che aveva per il suo lavoro, per lo stare sul set e fare film uno dopo l’altro. Specie nella prima parte della sua carriera si può riconoscere il suo tocco nei film a cui ha lavorato. Era diverso dagli altri registi. Venendo dalla fotografia, sapeva come fare tutto da solo. Era un one man show. Poteva realizzare ogni scena da solo». Compare pure una lunga intervista allo stesso D’Amato che evidenzia il senso dell’umorismo e l’umiltà di un ‘artigiano’ assolutamente consapevole dei propri limiti ma profondamente appassionato alla sua professione. L’apertura sembra essere in sordina con Refn che parla di Joe D’Amato in termini perfino distaccati («Essere bravi è noioso tanto quanto essere cattivi») ma successivamente viene fuori un racconto – degno di interesse soprattutto per la qualità del materiale d’archivio impiegato – che illustra quanto mai compiutamente il percorso cinematografico del regista (e quant’altro egli abbia rappresentato per il panorama nostrano. Particolare attenzione è dedicata al ciclo di Emanuelle (con una sola’m’) interpretata da Laura Gemser. Tra le testimonianze di tanti (tra questi anche la figlia Francesca Massaccesi, il produttore Franco Gaudenzi e l’attore Luigi Montefiori alias George Eastman, i registi Lamberto Bava, Ruggero Deodato, Claudio Fragasso) che lo hanno conosciuto ed una serie di filmati di repertorio il percorso esplorativo è adeguato alla necessità di far conoscere meglio la figura di Aristide Massaccesi a coloro che sanno poco o niente. «C’è chi va a scuola di cinema e chi fa il porno per imparare»; con queste parole il regista americano Eli Roth difende a spada tratta Massaccesi, Michele Soavi (assieme a gente come Ruggero Deodato, Tinto Brass e Eli Roth) è tra coloro che appaiono nel documentario “Inferno rosso: Joe D’Amato sulla via dell’eccesso” che, lo ricordiamo, è stato prodotto da Nicolas Winding Refn. Luigi Cozzi, regista attivo nel campo del cinema di fantascienza e horror, che ha spesso collaborato con Massaccesi lo, ricorda così: «Come regista Aristide era cinico e sbrigativo. Badava al racconto e alla sua continuità e basta. Non si curava più di tanto di bilanciare le inquadrature e trascurava del tutto la recitazione: gli bastava che gli attori facessero i gesti corretti e dicessero decentemente le battute fondamentali. Tutto il resto per lui era superfluo. Aveva anche una singolare concezione di ciò che andava messo sullo schermo. In “Orgasmo nero”, dato che avevo scritto un dialogo piuttosto lungo, volle inserire qualcosa per tener desta l’attenzione dello spettatore. Massaccesi fece recitare a una donna e a un uomo una masturbazione, mentre gli attori principali parlavano seduti al bar. Ecco come, secondo Aristide, si poteva ravvivare una scena!» (estratto da “A proposito di Joe D’Amato in Horror Made in Italy vol. 2, di Gordiano Lupi).

TECNICA
Per “Inferno Rosso – Joe D’Amato sulla via dell’eccessoMidnight Factory e Plaion Pictures hanno approntato la classica e riconoscibilissima confezione cartonata in Limited Edition con l’immancabile booklet d’approfondimento al suo interno di 12 pagine. C’è discontinuità nelle immagini, dovuta al diversi materiali di repertorio utilizzati: l’inevitabile disomogeneità (propria dei docu-film) è dovuta ovviamente all’assemblaggio di filmati di diversa provenienza. Quello che è stato girato per l’occasione (le interviste in presa diretta) hanno un ottimo impatto visivo per nitidezza, resa del dettaglio e palette cromatica dal tocco opportunamente d’epoca. Ma anche i tanti filmati di repertorio, nonostante mostrino ovviamente i segni del tempo in quanto a pulizia, offrono comunque immagini compatte e senza troppe sbavature. Sul fronte audio il docu-film è proposto in DTS HD Master Audio 5.1 e si comporta egregiamente, sebbene i diffusori laterali e posteriori non siano sottoposti ad alcun ‘impegno’ supplementare trattandosi prevalentemente di dialoghi e parti parlate. I ricchi Contenuti extra prevedono interviste, featurette e approfondimenti assai interessanti; “La filosofia di Mr Pig” intervista a Luca Damiano, “A proposito di Joe: Manlio Gomarasca e Giona Nazzaro parlano di Joe D’Amato”, “Lady Porno” intervista a Giuliana Gamba, “Memorie di una figlia” intervista a Francesca Massaccesi, “Apt pupil” intervista a Michele Soavi, Presentazione di Nicolas Winding Refn e il Trailer.

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

NOTE TECNICHE
Il Film

INFERNO ROSSO – JOE D’AMATO SULLA VIA DELL’ECCESSO
(Inferno Rosso – Joe D’Amato sulla via dell’eccesso)
Italia, 2021, 70’ (short) / 103’ (extended)
Regia: Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin
Cast: Joe D’Amato / Aristide Massaccesi; Eli Roth, Jean- François Rauger, Michele Soavi, Franco Lo Cascio, Francesca Massaccesi, Roberto di Girolamo, George Eastman, Giuliana Gamba, Franco Gaudenzi, Lamberto Bava, Ruggero Deodato, Alberto De Martino, Claudio Fragrasso, Fabrizio Laurenti, Daniele Stroppa, Mark Shannon, Barbara Cupisti, Gianlorenzo Battaglia, Tinto Brass, Jess Franco, Lucio Fulci.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 1.78:1 1920x1080p/ AVC/MPEG-4
Audio Blu-Ray: Italiano DTS-HD Master Audio 5.1 (short) / Italiano DTS-HD Master Audio 5.1 (extended)
Distributore: Midnight Factory / Plaion Pictures