GREATEST HITS di Simon & Garfunkel in Vinile
TITOLO: Simon & Garfunkel’s Greatest Hits
ETICHETTA: Columbia/Sony Music
ANNO: 1972
Quando il “Greatest Hits” di Simon & Garfunkel veniva pubblicato il 12 giugno 1972, il duo folk di ex-compagni di liceo si erano già divisi da diversi mesi al culmine di incomprensioni caratteriali e artistiche; sarà stato per questo motivo o per lo strabiliante successo ottenuto dal loro precedente album, “Bridge Over Troubled Water”, che la collezione delle loro principali hit ottenne a sua volta grandissimi consensi, vendendo milioni di copie in tutto il mondo come mai una raccolta di brani già editi aveva fatto in precedenza, e i due, a loro volta, raggiungevano vette di popolarità incredibili.
Paul Simon (Newark, New Jersey, 13 ottobre 1941) e Art Garfunkel (Forest Hills, New York, 5 novembre 1941) erano diventati da qualche tempo tra i protagonisti della splendida stagione del Folk-Rock a ‘stelle e strisce’ di fine Sessanta e inizio Settanta. Entrambi provenivano da famiglie ebree medio borghesi, dallo spiccato interesse per la musica, e si conobbero nei sobborghi di Forest Hills, nei pressi di New York, dove vivevano da ragazzi. La grande ed ispirata capacità di scrittura del primo, uno dei più grandi songwriter americani di sempre, si combinava con il magistrale, flautato supporto vocale del secondo. Va detto comunque che, di base il loro repertorio (avendo all’attivo appena cinque dischi ufficiali) è stato piuttosto contenuto – poiché i loro primi album hanno avuto una genesi controversa e ‘faticosa’ e molte delle loro canzoni sono state pubblicate su più dischi e in qualche caso rimaneggiate – eppure l’incidenza che ha avuto sui destini del Folk-Rock è sotto gli occhi di tutti. In effetti solo per “Parsley, Sage, Rosemary and Thyme” (1966), “Bookends” (1968) e “Bridge over Troubled Water” (1970) sono state prodotte canzoni in modo armonico, poiché quel pugno di canzone presenti su “The Paul Simon Songbook”, che Simon aveva inciso a Londra nel 1965 durante il suo viaggio di riflessione e di ‘aggiornamento’, era stato il nucleo fondante del loro successo per diversi anni. Con grande padronanza dei propri mezzi compositivi, Paul Simon, con le sue delicate architetture armoniche, ha costruito uno stile personale ed originale in coppia con l’amico Art. Paul Simon e Art Garfunkel sono cresciuti con la generazione del rock’n’roll, in primis con Elvis Presley e gli Everly Brothers, si sono abbeverati alla fonte del primo esplosivo e rivoluzionario Bob Dylan. Gli Everly Brothers, Phil e Don, influenzarono decisamente il pop americano pre-Beatles, parallelamente al folk revival e alla crescita del movimento per i diritti dei neri americani, e per forza di cose, ebbero un peso decisivo sulla maturazione dei due fin dai tempi del college quando avevano assunto la denominazione di Tom & Jerry, e una conferma di ciò è data dalla presenza di “Bye Bye Love” (unico pezzo firmato da altri) nell’album “Bridge Over Troubled Water”. In capo a soli cinque album – “Wednesday Morning, 3 A.M.” (1964), “Sounds of Silence” (1966), “Parsley, Sage, Rosemary and Thyme” (1966), “Bookends” (1968) e “Bridge over Troubled Water” (1970) – e grazie ad alcuni dei loro brani più celebrati (“The Sound of Silence”, “The Boxer”, “Mrs. Robinson”, “Bridge Over Troubled Water”, “Homeward Bound”), canzoni piene di fascino e di inestimabile valore artistico, dalle straordinarie sfumature armoniche, con le voci dei protagonisti magistralmente fuse, Simon & Garfunkel hanno scritto, a beneficio dei posteri, pagine importantissime del grande canzoniere Americano di ogni tempo. È ovvio che nelle dinamiche artistiche nell’ambito del Simon & Garfunkel l’impeto creativo fosse tutto dalla parte di Paul Simon, il suo peso specifico come autore di canzoni è pari a quello della coppia Lennon/McCarney nei Beatles o a quello di Bob Dylan. Tanto che qualcuno talvolta ha sollevato dubbi sul reale contributo offerto da Art, che in effetti ha avuto un ruolo minore, quasi insignificante, come creatore di canzoni, limitando il suo campo di intervento a qualche arrangiamento, oltre ovviamente a fornire un contraltare vocale ideale per le armonie elaborate dall’amico. D’altra parte basterebbe osservare le strade intraprese dai due all’indomani dello scioglimento, ed il diverso successo personale raggiunto, per comprendere ancor meglio il peso avuto all’interno del connubio Simon & Garfunkel. In fondo a sancire il divorzio, molto più banalmente, c’è stato pure il fatto che fondamentalmente i due avevano gusti musicali sostanzialmente diversi. In realtà quando lo scioglimento avvenne non ci fu un annuncio ufficiale; si trattò di un tacito accordo tra i due che temporaneamente – almeno così apparve la cosa agli occhi dei media – si dedicavano a progetti singoli; Art andando a girare un secondo film con Mike Nichols dopo “Comma 22”, “Conoscenza carnale”, e Paul impegnato in un album solista: divisi ma non sciolti. Poi, tempo dopo, la natura della separazione apparve più chiara dalle parole che Simon rilasciò al magazine Rolling Stone: «Musicalmente non siamo stati un gruppo creativo, soprattutto perché Artie è un cantante ed io sono un paroliere, un musicista e un cantante. Noi non lavoravamo insieme nel comporre e nel pianificare le canzoni. Questo ero solo io a farlo». In un’intervista del 1968 Paul affermava: «C’è una certa differenza tra essere un cantante ed essere un poeta […] Quando scrivo una canzone, la scrivo perché venga cantata, non perché sia letta ad alta voce. La canzone limita le tue parole, il tuo modo di usarle […] Molte volte, le parole cantate in una canzone colpiscono nel segno; quando invece le osservi su un foglio questo non accade. Ma quando sono cantate assumono perfettamente la dimensione voluta da chi le ha scritte». Dylan aveva tracciato un sentiero che Paul imboccò: «Bob Dylan ebbe una notevole influenza sui miei scritti. Prima della sua comparsa non c’era nessuno che scrivesse la verità. Nessuno scriveva ciò che percepiva come realtà, tutti scrivevano ciò che pensavano il pubblico volesse ascoltare. Dylan arrivò e scrisse canzoni su stesso […] Quella fu una autentica rivoluzione. Grazie ai contenuti di Dylan, fu possibile per la mia “The Sounds Of Silence” diventare una hit. Rese possibile ad un intero gruppo di musicisti l’ingresso sulla scena musicale. Penso veramente che non saremmo qui se non ci fosse stato Dylan»; parole – queste – di stima e di riconoscenza, sebbene nel tempo i due si siano punzecchiati con eleganza. “The Sound Of Silence” (quando la canzone fece la sua prima comparsa acustica si intitolava “The Sounds Of Silence”; N.d.R.), che Simon scrisse quando aveva 23 anni, è entrata nell’immaginario poetico popolare fin da quelle consolanti parole d’apertura «Hello darkness, my old friend…», un classico inno dell’alienazione e della solitudine, un’amara consapevolezza dell’incapacità di comunicare che fece breccia nei cuori e nelle menti del tempo. Un pezzo straordinario, inarrivabile, uno dei capolavori indiscussi della musica americana, fu il loro primo grande successo nel 1964 e subiva nel giro di qualche tempo diversi adattamenti; inizialmente la canzone era stata concepita in forma acustica e venne inclusa nell’album d’esordio di Simon & Garfunkel (inciso per la Columbia Records), “Wednesday Morning, 3 A.M.”, successivamente trovava la sua dimensione più pregnante nell’arrangiamento elettrico che intendeva collocarlo sulla scia di pezzi affermati del tempo, in primis “Mr. Tambourine Man” dei Byrds. Insomma testi e liriche del Folk coniugati a ritmo di Rock. La scelta avveniva ad insaputa di Simon, che era in Europa, per volere del produttore Tom Wilson che colse alla perfezione il segno dei tempi che cambiavano e la canzone nella nuova veste scalò le classifica arrivando al #1 nel Natale del ’65. Curiosamente Paul venne a sapere del successo di “The Sound Of Silence” sfogliando una copia del Bilboard e scoprendo che la canzone era entrata nella classifica delle ‘Hot100’. Ma nonostante la buona visibilità e un certo indiscutibile successo, i due non riuscivano a sfondare come si deve, trattenuti tra l’altro da una palpabile difficoltà a gestire e pianificare opportunamente l’attività che li riguardava. Una nuova importante occasione veniva data loro dopo la partecipazione al Monterey Pop Festival del giugno 1967, quando veniva loro commissionata la colonna sonora del film “Il Laureato” (“The Graduate”) di Mike Nichols, che avrebbe dato loro grande visibilità; per il film vennero utilizzati “The Sound of Silence”, “Scarborough Fair” e “April Come She Will” dal loro repertorio, mentre invece Paul Simon componeva espressamente “Mrs. Robinson”, pezzo chiave della vicenda narrata; la signora Robinson infatti, nel film, è la signora (interpretata da Anne Bancroft) con cui il personaggio di Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) ha una relazione e che è madre della coetanea di cui il protagonista si innamora. Il film, che ebbe un enorme successo all’epoca, ha un ulteriore pregio; quello di essere uno dei primissimi film ad utilizzare in maniera funzionale alla narrazione filmica canzoni pop & rock. Si trattò di un’occasione per Simon & Garfunkel colta al volo dal produttore della CBS Clive Davis cui era giunta richiesta di impiegare le canzoni del duo proprio dal regista Mike Nichols. In effetti il successo de “Il Laureato” – film epocale che catturava perfettamente lo spirito di quei tempi, basandosi sui traumi della gioventù e sull’incapacità di comunicazione generazionale – determinò la definitiva consacrazione di Simon & Garfunkel; le loro canzoni esaltarono ancor meglio le qualità e l’originalità del film. “Mrs. Robinson” vinse un Grammy Awards come Miglior Singolo del 1967, precedendo addirittura “Hey Jude” dei Beatles. Arrivava poi il momento di “Bridge Over Troubled Water” (pubblicato il 26 gennaio 1970 su etichetta CBS, numero di catalogo 63699), il capolavoro assoluto di Simon & Garfunkel, Paul scrisse la maggior parte delle canzoni che lo compongono tra la fine del ‘69 e l’inizio del ‘70. Quel disco, realizzato combinando rock, R&B, gospel, jazz, world music, pop ed altri generi musicali, divenne immediatamente il più ascoltato d’America, e lo fu per lungo tempo divenendo di fatto un classico assoluto, collezionando un numero record di riconoscimenti e premi. L’album e il singolo (venne scelta la title-track da pubblicare come primo 45 giri) conquistarono simultaneamente (e furono i primi a farlo nella storia del Rock) il vertice delle classifiche inglesi e americane ed ebbero un successo globalizzato in tutto il mondo. Piacque trasversalmente ad un pubblico assai eterogeneo, non necessariamente solo a chi era intrigato dal folk e dal rock. Moltissima gente che non l’avrebbe mai comprato, né avuto interesse ad ascoltare Simon & Garfunkel, l’acquistò. Le canzoni scritte da Simon sottolineavano i cambiamenti della società, e progressivamente, dagli inizi della carriera erano giunte a sviluppare nella loro struttura una sempre maggiore complessità. Il titolo affascinante, che aiutò non poco a rendere popolare canzone ed album, doveva in qualche modo essere stato ispirato a Paul da un pezzo gospel di Roberta Flack dal titolo “Don’t Trouble The Water” anche se successivamente egli affermava di aver avuto la spinta nell’armonizzare il suo capolavoro da un brano religioso, “Oh Mary Don’t You Weep”, del reverendo Claude Juter, che in falsetto cantava le parole “I’ll be your bridge over deep water if you trust in my name”. In molti notarono qualche somiglianza strutturale di “Bridge Over Troubled Water” con “Let It Be” dei Beatles uscita nello stesso periodo, e Paul raccontò in una intervista: «Sono canzoni che in un certo senso si somigliano nella loro ispirazione musicale, e dal punto di vista dei testi. Sono entrambe canzoni di speranza e restano brani piacevoli […] sono cose fatali che accadono in simultanea». La canzone dona all’ascoltatore un senso di pacatezza ed emana serenità. Sia Elvis Presley, che in fondo aveva ispirato gli inizi rock’n’roll del duo, sia Aretha Franklin, in una versione soul, resero omaggio al brano capolavoro di lì a poco dalla sua uscita. Sia l’album che il singolo omonimo ricevevano nel 1971 numerosi Grammy (per il Miglior Album, Miglior Singolo, Miglior Produzione, Migliore Canzone Contemporanea, Migliore arrangiamento e altri ancora). “Bridge over Troubled Water” e “The Boxer”, sono presenti nella lista delle 500 Migliori Canzoni di tutti i tempi redatta dalla rivista Rolling Stone. L’album ha venduto circa 25 milioni di copie ed è posizionato al #51 nella classifica dei 500 Migliori Album dello stesso Rolling Stone. Poi, come detto in apertura dell’articolo, arrivava il “Simon & Garfunkel’s Greatest Hits”, che metteva la ciliegina sulla torta ad uno stato di grazia e di popolarità incredibili per Simon & Garfunkel; i quali però si erano già separati dopo i quindici anni trascorsi insieme. Le 14 canzoni che lo compongono (molte di esse concepite ed inserite nel “Paul Simon Songbook” registrato a Londra nel maggio 1965) sono la sintesi ideale dell’arte compositiva di Paul Simon nel contesto della musica cantata insieme all’amico Art Garfunkel. Di “Mrs. Robinson”, “The Sound of Silence” e “Bridge Over Troubled Water” abbiamo già fatto cenno, restano gli altri indimenticabili brani. “Homeward Bound” è uno dei capolavori assoluti scritti da Paul Simon nella sua carriera, di impianto folk più classico, fondamentalmente autobiografica riguardo le scelte professionali di Paul (quando canta “But all my words come back to me in shades of mediocrity/Ma tutte le mie parole tornano a me con ombre di mediocrità”); è un brano che in qualche modo santifica la scelta di una vita da musicista ‘on the road’ a fronte dell’improvvisa, e per molti versi insostenibile, popolarità che catapulta l’artista in una dimensione insostenibile, per cui il desiderio di ‘tornare a casa’ diventa una rassicurante ancora di salvataggio. “Scarborough Fair” era originariamente contenuta in “Parsley, Sage, Rosemary and Thyme”, è un traditional del folk inglese che Simon aveva fatto suo durante il soggiorno in Inghilterra del 1964 in virtù della frequentazione con Martin Carthy, figura di spicco della musica popolare della terra d’Albione. “America” è un altro brano che ‘ragionava’ sui problemi del paese (il protagonista dice di sentirsi “vuoto e dolorante senza sapere il perché”) ed è anche tra le più famose del duo. “The Boxer”, brano sofisticato e autentico gioiello di tecnica applicata in fase di registrazione, è un’altra pietra miliare della canzone pop americana; c’è chi pensa sia la più autobiografica delle canzoni di Paul, altri la interpretarono come un velato attacco a Dylan, con un testo degno del giovane Hemingway e di Kerouac. La canzone venne addirittura interpretata da Bob Dylan nell’album “Self Portrait”; un’interpretazione un po’ buttata là quasi a rendere la pariglia a Simon per il presunto attacco portato al ‘menestrello di Duluth’ con la scrittura di questo pezzo. Dipinge le difficoltà di un giovane pugile, rimasto solo all’angolo del ring, tra ricordi e pugni ricevuti (“I am leaving, I am leaving, But the fighter still remains/Mi arrendo, mi arrendo, ma la voglia di lottare resta”), a lasciare viva una fiammella di dignità che non può essere sopraffatta. La musica fa leva su un vibrante suono del sax, un assolo di corno, una magnifica dissolvenza orchestrale di grande effetto con l’indimenticabile ed incisivo coro finale (“Lie lie lie”). Un brano bello e complesso registrato con abilità su un innovativo impianto a 32 piste. “El Condor Pasa” fu mutuato da un disco dei Los Incas, gruppo che aveva suonato con Paul a Parigi nel 1965, e con questi egli l’incise, dando una delle prime prove della sua capacità di assimilare influenze musicali etno-world, fuori dalla sfera del rock; elementi che sarebbero diventati il fulcro dei suoi lavori solisti e di “Graceland” in particolare. “Cecilia” è magia allo stato puro, tutto giocato sull’intreccio tra un semplice ritmo percussivo ed un altrettanto semplice fraseggio chitarristico. La musica di Simon & Garfunkel, ed il successo popolare che ottennero, dimostrarono che si poteva produrre della musica pop destinata ad un vasto pubblico senza scivolare nel banale perché chi ascoltava aveva i mezzi culturali per apprezzare e comprendere una musica sofisticata e testi che fossero intelligenti. E la critica un po’ prevenuta nei loro confronti – per via dello straordinario successo commerciale che ottennero – riuscì alla fine, dopo averlo a lungo sottovalutato, a collocare Paul Simon tra i più importanti poeti e scrittori della storia del rock, le sue canzoni hanno indiscutibilmente toccato i cuori e le menti di tanta gente. Scrisse Patrick Humphries in una eccellente biografia di Simon & Garfunkel: «Paul Simon ha probabilmente tanto in comune con Cole Porter quanto con Bob Dylan, sebbene raramente fossero state accordate alle sue liriche le acclamazioni riservate a Dylan o Lennon […] ma Simon sembrava non considerare lo ‘snobismo’ degli intellettuali, secondo cui non ci può essere alcun successo senza un merito intellettuale». “Greatest Hits” è una raccolta di canzoni raffinate ed evocative, stringere tra le mani la copertina cartonata dell’album, con l’indimenticabile immagine che ritrae Simon e Garfunkel in primo piano, uno dietro l’altro, mentre sul piatto gira il vinile, regala all’ascoltatore sensazioni impagabili, un sapore vintage e grande nostalgia per un’epoca d’oro dell’universo discografico. Chi è più avanti con gli anni verrà immediatamente catapultato tra ricordi ed emozioni di un momento culturale irripetibile. In sé il disco non è stato sottoposto ad alcun tipo di pulizia e/o rimasterizzazione, ma il sound così pulito, avvolgente, calibrato ed esuberante a seconda dei casi, che profuma di gioventù e maturità artistica, non potrà non conquistare coloro che decideranno per la ‘riconquista’ di questo pezzo di storia epocale della musica Folk-Rock.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione di Legacy/Sony Music)
Greatest Hits – Simon & Garfunkel (1972) [43:24]
Tracklist (LP):
Side One
1. Mrs. Robinson
2. For Emily, Whenever I May Find Her
3. The Boxer
4. The 59th Street Bridge Song
5. The Sound of Silence
6. I Am a Rock
7. Scarborough Fair / Canticle
Side Two
1. Homeward Bound
2. Bridge Over Troubled Water
3. America
4. Kathy’s Song
5. El Condor Pasa (If I Could)
6. Bookends Theme
7. Cecilia
La discografia di Simon and Garfunkel consiste in 5 album in studio, 4 Album live, 15 raccolte, 1 EP, 26 singoli e 1 colonna sonora.
Discografia (essenziale) di Simon & Garfunkel:
Album in studio
Wednesday Morning, 3 A.M. (Columbia/Sony Music, 1964)
Sounds of Silence (Columbia/Sony Music, 1967)
Parsley, Sage, Rosemary and Thyme (Columbia/Sony Music, 1966)
Bookends (Columbia/Sony Music, 1968)
Bridge over Troubled Water (Columbia/Sony Music, 1970)
Live
The Concert in Central Park (Columbia/Legacy/Sony Music, 1982)
Live from New York City, 1967 (Columbia/Legacy/Sony Music, 2002)
Old Friends: Live on Stage (Columbia/Legacy/Sony Music, 2004)
Live 1969, 2008
Raccolte
Greatest Hits (Columbia/Sony Music, 1972)
Old Friends (Columbia, 1997)
The Columbia Studio Recordings 1964-1970 (Columbia/Legacy/Sony Music, 2001)
Colonne sonore
The Graduate (Il laureato) (Columbia/Sony Music, 1968)
Premi e riconoscimenti
Grammy Awards
1969 – Registrazione dell’anno (Mrs. Robinson)
1969 – Miglior Interpretazione Pop Contemporaneo di Gruppo Vocale” (Mrs. Robinson)
1969 – Miglior Canzone Originale scritta per un Film (Mrs. Robinson per Il laureato)
1971 – Album dell’Anno (Bridge over Troubled Water)
1971 – Registrazione dell’Anno (Bridge over Troubled Water)
1971 – Canzone dell’Anno (Bridge over Trouble Water)
1971 – Miglior Canzone Contemporanea (Bridge over Trouble Water)
1971 – Miglior Arrangiamento Strumentale con Voci (Bridge over Trouble Water)
1971 – Miglior Ingegneria di Registrazione (Bridge over Troubled Water)
2003 – Grammy Award alla carriera