LINCOLN di John Williams
ARTISTA: John Williams
TITOLO: Lincoln
ETICHETTA: Sony Classical
ANNO: 2012
Dice Steven Spielberg – nella presentazione della colonna sonora all’interno del booklet – che la figura di Abraham Lincoln rappresenta una pietra miliare sia per lui che per John Williams, una materia che ha affascinato entrambi, distintamente, nel corso della loro vita, soprattutto in relazione ai temi dell’abolizione della schiavitù e della riunificazione di una nazione dopo la Guerra Civile; e se l’America – questo detto con una certa enfasi – è quello che attualmente è, ovvero la culla della democrazia, lo si deve in larga misura alla strada indicata ed alla guida illuminata di Abramo Lincoln. Si potrà così comprendere meglio quanto impegno possano aver riservato a questo biopic dedicato al 16° Presidente degli Stati Uniti, ennesimo frutto del loro sodalizio artistico, sia Spielberg che Williams nell’ottica di realizzare un’altra importantissima tappa cella loro collaborazione musico-cinematografica. Secondo le parole del regista si celebrerebbero con questa 40 anni di sodalizio (e la numero 26 per un film), in realtà sono di meno visto che il primo film che li ha visti lavorare insieme è stato “Sugarland Express” presentato a Cannes ’74. Ma si tratta di quisquiglie. Assecondato dalla prestigiosa Chicago Symphony Orchestra Williams ha elaborato uno score memorabile e dal respiro epico, che solo un compositore così profondamente calato nella storia musicale del suo paese poteva portare a compimento con tanta qualità e perfezione filologica, laddove era necessario. Il tema principale, “The People’s House”, fa leva su toni gentili ed evocativi, utili a introdurre le immagini del personaggio Lincoln all’alba del 1865, quando la schiavitù venne abolita (per la cronaca ricordiamo che Lincoln venne colpito a morte il 14 aprile dello stesso anno nel Ford’s Theatre, a Washington) e la luce della speranza brillava all’orizzonte. Williams ha costruito il suo lavoro mutuandolo da brani di musica popolare della Guerra Civile, comprendendo anche, nel pezzo d’apertura, un frammento di “Was My Brother in the Battle?” di Stephen Foster, ritenuto il padre della musica americana ed autore della celeberrima “Oh! Susanna”. Ma rimandi in questa ottica sono evidenti pure in “Call to Muster and Battle Cry of Freedom”, col quella marcia popolare cadenzata dal suono del piffero militare e dal rullare dei tamburi. Un lavoro sontuoso e raffinato quello proposto da William; addirittura la finale (sui titoli di coda) “With Malice Towards None” ricorda assai da vicino uno dei brani preferiti di Lincoln, “For the Dear Old Flag I Die”, scritto per ricordare un tamburino morto nel corso della battaglia di Gettysburg. Lo score suona un po’ come una sorta di ode-tributo ad una figura così importante nella storia americana ed è un autentico capolavoro. Ad ottant’anni suonati John Williams è ancora in grado di stupire, appassionare chi ascolta musica per il Cinema, con una grandezza artistica che lo colloca oramai saldamente nell’empireo dei più tre o quattro più grandi compositori di colonne sonore di ogni tempo. La lunga (11 minuti) e finale “The Peterson House and Finale” costituisce la summa dello splendore espressivo di Williams, il brano – se ancora ce ne fosse bisogno – che ribadisce l’assoluto valore del compositore e quello che gli offre le chance maggiori per aggiudicarsi prossimamente il massimo riconoscimenti nella corsa all’Oscar.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA