Home Video

CARLITO’S WAY di Brian De Palma in Blu-Ray

 

 

 

 

 

 

Era molto atteso in Alta Definizione uno dei film ‘cult’ di Brian De Palma, “Carlito’s Way”, interpretato da un ‘immenso’ Al Pacino. L’edizione distribuita da CG Entertainment è assolutamente apprezzabile sotto il profilo tecnico nonostante l’età della pellicola.
 
 

 

 


Carlito’s Way” è un ‘Gangster Movie’ adattato da due romanzi del giudice e scrittore (di origini portoricane) Edwin Torres, uno omonimo al titolo del film e l’altro “After Hours”. Si decise di usare il titolo del primo libro per evitare che la pellicola potesse essere confusa con il film “Fuori orario” (1985) di Martin Scorsese, il cui titolo originale è per l’appunto “After Hours”. Con una formula rassicurante, che senza dubbio rimanda a “Gli Intoccabili-The Untouchables”, ed una sceneggiatura curata da David Koepp, De Palma tenta di porre rimedio ai flop dei due film che l’hanno preceduto: “Il Falò delle Vanità” (1990) e “Doppia personalità” (1992). Si affida ad un Al Pacino in grande spolvero e fresco di Oscar conquistato per “Scent of a Woman” con cui aveva già condiviso anni prima, nel 1983, l’enorme successo di “Scarface”. Bisogna però sottolineare però come i due gangster protagonisti dei due film interpretati da Al Pacino siano diametralmente opposti; in “Scarface” il protagonista era un personaggio nel pieno del delirio di onnipotenza, nella parabola del ‘rise-and-fall’ che ci riconduce inequivocabilmente al prototipo inaugurato da Howard Hawks nel 1932 (con Paul Muni protagonista), qui invece siamo dinanzi ad un fuorilegge, il trafficante di eroina portoricano Carlito Brigante, in cerca di pace e tranquillità che deve fare i conti con il suo ‘Destino’ e trova piuttosto il suo referente principale nel cinema americano gangsteristico di “Una pallottola per Roy” di Raoul Walsh del 1941, con Humphrey Bogart, e dei successivi film nei quali predominava l’analisi romantico-sublimata del fuorilegge, quasi sempre destinato a pagare con la vita i suoi sbagli, senza che gli venga concessa alcuna possibilità di redimersi. Il protagonista di “Carlito’s Way” sottovaluta il peso che la casualità può assumere nella vita di un uomo. Così, 10 anni dopo il trionfo di “Scarface”, De Palma ritrovava Al Pacino. In realtà il regista aveva inizialmente declinato l’offerta a girare il film perché non aveva intenzione di un’altra volta la storia di un gangster latinoamericano. Poi però conquistato dalla sceneggiatura aveva fatto suo il progetto. De Palma, all’epoca, dichiarò di essere tornato a lavorare con Pacino come “due vecchi guerrieri che risalgono la collina”. Sinossi: Nell’incipit – in rigoroso Bianco & Nero – Carlito Brigante, gravemente ferito (non siamo ancora a conoscenza del perché) e trasportato su una barella, ricorda gli ultimi avvenimenti della propria vita, e va con la mente a ritroso nel tempo, a partire dalla scarcerazione dopo cinque anni di galera (invece dei trenta cui era stato condannato), favorita dall’abilità di un avvocato traffichino, ma anche senza scrupoli, Dave Kleinfeld (Sean Penn) e la convinzione di voler cambiare vita… Carlito spera in una rinascita, ma è ben consapevole che dovrà vedersela con la notorietà che si è conquistato negli ambienti malavitosi, con i suoi vecchi amici, con la sua stessa natura. Possiamo dire che il film dello specialista De Palma ha uno sviluppo ‘convenzionale’, quasi un ‘classico’, decisamente rassicurante sotto il profilo narrativo, con il personaggio principale che prova a rifarsi una vita e deve fare i conti con nuove generazioni di fuorilegge che vogliono farsi largo, con la forza tipica del ‘Noir’ d’antan ma venato da quel tocco crepuscolare (tra romanticismo e fatalismo) apprezzato per esempio nei western di Sam Peckinpah o nel capolavoro di Sergio LeoneC’era una volta l’America”. «Questi giovani io non li riconosco» afferma il protagonista per rimarcare la ‘distanza’ che lo distingue dalla nuova criminalità. E amare sono le riflessioni di Carlito sulla barella che di corsa lo sta trasportando in ospedale: “Qualcuno mi sta tirando verso il basso.. Lo sento anche se non lo vedo. Però non ho paura, ci sono già passato. È uguale a quando mi hanno sparato sulla 104^ strada.. Non mi portate in ospedale, in quelle cazzo di corsie d’emergenza non c’è protezione, qualche bastardo ti viene a far fuori a mezzanotte quando di guardia c’è solo un infermiere cinese rincoglionito. Oh, guarda come si preoccupano questi qua.. Perché? Per un portoricano come me è già tanto essere campato fino a questa età. La maggior parte dei miei compagni ci ha rimesso la pelle da anni.. State tranquilli, ho un cuore che non molla mai. Non sono ancora pronto a fare fagotto”. In sintesi ci sono in “Carlito’s Way” tutti gli stilemi del grande cinema di De Palma che il regista italo-americano nato a Newark, nel New Jersey, maneggia con assoluta padronanza. La scena della sparatoria iniziale nella sala da bigliardo, sapientemente caricata di suspence, è da manuale, ben riconoscibile (per virtuosismo) all’interno dei codici della cinematografia depalmiana. Non mancano citazioni di “Scarface”; ad esempio il nome della discoteca di Carlito è El Paraíso, lo stesso del chiosco take-away in cui lavora Al Pacino appena sbarcato a Miami da Cuba nel film del 1983. Ma ci sono pure riferimenti ad altri film; “Il Padrino” ad esempio, film del 1972 in cui recita anche Al Pacino, laddove l’ospedale in cui Vito Corleone (Marlon Brando) viene portato è lo stesso nel quale Carlito fa visita all’avvocato Kleinfeld. Ricordiamo ancora che l’appartamento di Gail è nello stesso edificio in cui viveva il poliziotto Frank Serpico nell’omonima pellicola del 1973 di Sidney Lumet interpretata ancora una volta da Al Pacino. Le scene più belle del film sono indubbiamente quelle finali girate nella stazione di New York e il conflitto a fuoco sulle scale è una evidente autocitazione de “Gli Intoccabili” del 1987. De Palma appare in un cameo durante la scena in cui compare Lalin (Viggo Mortensen); s’intravede mentre scambia una stretta di mano con l’attore. Aggiungiamo a favore della tecnica del regista il reiterato ed affascinate utilizzo dei piani sequenza, oltremodo efficace soprattutto nella parte finale del film, mentre cresce il climax dello scontro tra l’eroe e i suoi persecutori; quelli nella metropolitana e nella stazione; e senza dimenticare i folgoranti movimenti della macchina da presa densi di suggestioni come si può constatare nell’incipit in cui la mdp passa, in un vorticoso piano-sequenza, dalla soggettiva di Carlito a una ripresa in oggettiva del suo volto. “Carlito’s Way” è un mosaico composto da numerosi elementi distintivi che rendono il film un Noir affascinante e per molti versi commovente. La prima scelta di Brian De Palma per il ruolo di Gail era l’attrice irlandese Alison Doody, celebre per aver interpretato la dottoressa Elsa Schneider in “Indiana Jones e l’ultima crociata” (1989), che però ha rifiutato il ruolo perché non voleva farsi riprendere nuda nella scena dello spogliarello. Un aneddoto sulle riprese è emerso nel tempo dalle interviste di Brian De Palma; il finale del film, ed esattamente la scena dell’inseguimento a piedi, ha richiesto diversi mesi per essere girata. “Abbiamo iniziato l’inseguimento in inverno – ha raccontato – e l’abbiamo terminato addirittura in piena estate”. A quanto pare il cappotto nero di pelle indossato da Al Pacino iniziò a causare problemi all’attore durante la sequenza dell’inseguimento dalla carrozza della metro alla stazione poiché si era in piena estate. “Sudava a morte – ha continuato il regista -, e ad un certo punto ha detto di averne le scatole piene, così è salito sul treno ed è tornato a casa”. Si racconta poi che sul set Al Pacino e la co-protagonista, Penelope Ann Miller, abbiano avuto una relazione durante le riprese; ma mentre l’attrice, nelle interviste, ha parlato pubblicamente della loro storia sentimentale, l’attore, all’epoca legato a Lyndall Hobbs, ha evitato qualsiasi riferimento, e quando c’è stata l’anteprima del film si è presentato con la partner, evitando del tutto la Miller. Sean Penn è stato bravissimo nel dare sfumature mefistofeliche alla figura dell’avvocato Kleinfeld, al punto da meritarsi una ‘Nomination’ ai Golden Globe come Migliore Attore Non Protagonista. L’attore ha raccontato di aver accettato il ruolo dell’avvocato Kleinfeld per due motivi; il primo era quello di poter finalmente recitare insieme ad Al Pacino, il secondo, più prosaicamente, era rappresentato dal sostanzioso cachet che andava ad assicurarsi e che avrebbe utilizzare per finanziare il suo secondo film da regista, “Tre giorni per la verità”, girato nel 1995 con la presenza nel cast di Jack Nicholson e Anjelica Huston. È accaduto però che durante le riprese Penn ha costretto De Palma a girare trenta volte la scena in cui il suo personaggio chiede a Carlito di aiutarlo a liberare il boss Tony T.; Pacino e Penn, per questo episodio, hanno avuto un forte scontro e sul set. Alla resa dei conti ‘riappropriarsi’ di un film come “Carlito’s Way” può essere quanto mai utile per lo spettatore; ci si rende conto che il termine ‘Capolavoro’ non è speso con sufficienza o approssimazione per un film – pur sempre di genere – che ha superato il quarto di secolo di vita, ha superato la prova del tempo e ancora regge benissimo ai giorni nostri. Un film che è allo stesso tempo un ‘Gangster Movie’, un ‘Noir’, un film Drammatico, tormentato e Sentimentale. Una nota di merito la riserviamo alla curatissima colonna sonora (quella originale è firmata da Patrick Doyle) che rispecchia perfettamente le atmosfere sonore ambientali della metà degli anni Settanta, epoca in cui è calata la narrazione, a partire da brani del calibro di “Oye como va” di Carlos Santana agli O’Jays (“I Love Music” e “Back Stabbers”), passando per Marc Anthony (“Parece Mentira”), B.T. Express (“Do It – ‘Til You’re Satisfied”), Silver Convention (“Fly, Robin, Fly”), Bee Gees (“You Should Be Dancing”), MFSB (“TSOP – The Sounds of Philadelphia”), KC & The Sunshine Band (“Shake Shake Shake – Shake Your Booty” e “That’s The Way – I Like It”), Lady Marmalade (“I Love Music”),e senza dimenticare la struggente “You Are So Beautiful” interpretata da uno straordinario Joe Cocker. Proprio sulle note di quest’ultimo brano, Carlito viaggia con la fantasia dinanzi ad un cartellone pubblicitario di assolate spiagge dei Caraibi sognando un futuro che comunque non si realizzerà. A dare voce ad Al Pacino nel doppiaggio italiano è stato Giancarlo Giannini.
TECNICA
Il trasferimento in High-Definition del capolavoro di Brian De Palma era atteso da tempo e CG Entertainment ci è riuscita (inizialmente) in virtù della campagna crowdfunding Start Up lanciata mesi orsono cui il pubblico degli appassionati ha risposto con entusiasmo portando a buon fine in breve tempo la prenotazione delle 500 copie in edizione limitata necessarie all’operazione. Da qui a farne una pubblicazione per tutti il passo è stato breve. Nonostante i 26 anni sulle spalle il film ha una resa assolutamente apprezzabile; le immagini sono pulite e ben dettagliate (in alcune scene più morbide che in altre), eccellente il livello del contrasto, la palette cromatica vivace anche se leggermente virata al blu (certamente per una precisa scelta della regia). La leggera grana che si percepisce è perfettamente funzionale alla natura ‘vintage’ delle riprese e quindi poco fastidiosa. Nel confronto con il corrispondente DVD si comprende la qualità del trasferimento soprattutto nelle riprese notturne che risultano meglio definite e dettagliate. Il comparto Audio propone la traccia in italiano e quella originale in un accettabile DTS-HD Master Audio 5.1, in versione sia lossy che lossless; al confronto quasi si equivalgono sebbene vada registrato un piccolo comprensibile vantaggio per l’originale non compressa, di certo (ma non di molto) più incisiva e coinvolgente. Non del tutto convincenti per nitidezza i dialoghi. I Contenuti Extra sono un’autentica delusione visto che contemplano esclusivamente il Trailer italiano e un foglietto con note e curiosità all’interno della confezione.

 

(Luigi Lozzi)                                             © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 

 


(immagini per cortese concessione della CG Entertainment)

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film 

CARLITO’S WAY

(Carlito’s Way)
Usa, 1993, 144’
Regia: Brian De Palma
Cast: Al Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo, Ingrid Rogers, Luis Guzmán, Viggo Mortensen, Adrian Pasdar, Joseph Siravo, Frank Minucci, James Rebhorn, Paul Mazursky, Richard Foronjy, Jorge Porcel, John Ortiz, Rick Aviles, John Finn, Brian Tarantina, Jaime Tirelli, Jon Seda.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 2.35:1 HD1080 24p VC1

Audio: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1 / Italiano, Inglese Dolby Digital 5.1
Distributore: CG Entertainment

 

 

 

Consulta la pagina ufficiale del distributore www.cgentertainment.it