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UN ITALIANO IN AMERICA di Alberto Sordi in 4K ULTRA-HD

 

 

 

 

 

A seguire “Fumo di Londra”, il primo film diretto da Alberto Sordi nel 1966, trova posto sul mercato nostrano del 4K ULTRA-HD anche il terzo film come regista del grande attore romano, “Un italiano in America” del 1967. Sempre Koch Media a coordinare le operazioni.

 

 

 

 

 

 

 

Fumo di Londra” è stato il primo di una serie di film di Alberto Sordi ===Consulta la Filmografia=== restaurati che Koch Media pubblica in 4K ULTRA-HD a partire dallo scorso ottobre e dopo “Un italiano in America” sarà il momento di “Mamma mia, che impressione!” (di Roberto Savarese del 1951), “Scusi, lei è favorevole o contrario?” (1966), il secondo film dell’Albertone nazionale regista, e “Incontri Proibiti” (1998, con Valeria Marini), ultimo film diretto e ultima apparizione cinematografica dell’indimenticabile attore romano; in attesa delle celebrazioni solenni del centenario della nascita dell’attore che cadrà nel 2020 tutti questi film vengono raccolti in un cofanetto che costituisce per gli appassionati un’ideale strenna di Natale. Sordi è figura di spessore non solo per il Cinema ma per la città di Roma: non ha subìto l’amara sorte comune a tanti grandi osannati in vita e dimenticati da morti, l’Albertone nazionale è più vivo che mai, lo ricorda la gente, gli rendono omaggio le istituzioni. Intanto ci occupiamo di “Un italiano in America”, terzo lungometraggio del Sordi regista; se nel 1954 Alberto Sordi si ‘scopriva’ Americano a Roma in uno dei suoi film più riconoscibili ed amati dal pubblico, tredici anni dopo rendeva omaggio agli Usa in un percorso a ritroso in questo film di certo non indimenticabile. Il film arrivava sugli schermi in un momento in cui l’attore romano aveva da qualche tempo provato a spingersi oltre i confini dell’Italia per respirare atmosfere che dessero nuove connotazioni ai suoi personaggi di italiano medio che mette il naso fuori dal suo paese. Si era spinto in Svezia, il paradiso delle donne libere e dell’amore, con “Il diavolo” (1963) di Gian Luigi Polidoro, nel 1966 era andato a Londra per “Fumo di Londra” ed eccolo negli Usa per questa nuova avventura. E visto che oramai aveva imparato a viaggiare Alberto non perse l’occasione – come detto – di chiudere i conti con l’America o, meglio, con quello che era stato il sogno americano di Nando Moriconi, l’americano del Kansas City. Sinossi: Giuseppe, addetto ad un distributore di benzina in Italia, viene chiamato a raggiungere il padre che vive negli Stati Uniti e che si rifà improvvisamente vivo dopo anni di silenzio. L’incontro avviene a New York, durante uno “show” televisivo: Giuseppe riabbraccia il genitore e riceve in dono diecimila dollari e una macchina lussuosa. Colmo d’entusiasmo s’appresta a cominciare una nuova vita, abbagliato dalle prospettive di guadagno che il padre gli fa balenare, spacciandosi come uomo d’affari. In realtà, è un uomo pieno di debiti contratti nelle case da gioco in cui è conosciuto con il nomignolo di Mandolino. I debiti vengono pagati con i diecimila dollari, l’auto e persino il biglietto di ritorno di Giuseppe, che viene inoltre coinvolto dal padre in una vendetta di giocatori dalla quale esce pesto e sanguinante. Raggiunta fortunosamente Memphis, dove Mandolino possiede una casetta, Giuseppe vi trova la cognata di suo padre, proprietaria di un “drug store” e di un distributore di benzina: rassegnato ritorna al suo vecchio mestiere, mentre il padre finisce in prigione. Raccontava Sordi a proposito della nascita del film: «Presi lo spunto da una trasmissione di una stazione televisiva americana che si chiamava ‘I Grandi Incontri’ imperniata sull’incontro appunto di personaggi in qualche modo legati fra loro davanti alle telecamere e dinanzi al pubblico sterminato dei telespettatori, ed andai negli Stati Uniti con un personaggio abbastanza somigliante a Nando Moriconi, un benzinaro che vive la sua vita modesta senza grandi problemi». Così la storia narrata prende il là quando un giorno al nostro benzinaio si presenta un addetto dell’ambasciata americana il quale gli rivela che suo padre creduto morto è vivo e lo aspetta in America dopo qualche giorno e dove potrà recarsi tutto spesato e, se vorrà, rimanervi per sempre. Continua così il racconto di Albertone: «Incomincia un viaggio che Nando Moriconi ha atteso per tutta la vita e che io in fin dei conti, avendo fatto carriera anche a sue spese, gli dovevo. Davanti a lui sfilano i grattacieli di New York: l’America, la tanto sognata America, è ai suoi piedi. L’incontro con il padre avviene in uno studio televisivo davanti al pubblico degli invitati e alle telecamere. Il nostro, per apparire inequivocabilmente italiano, è stato vestito da gondoliere. Finalmente, mentre il regista urla i suoi ordini, le telecamere fanno i loro movimenti studiati, arriva lui, il padre. Il tenero abbraccio avviene davanti a decine di milioni di telespettatori. Dopo la cerimonia i due si ritrovano soli e il protagonista di “Un italiano in America” scopre che il suo ‘sogno americano’ è stato tutto un bluff: il padre è soltanto un imbroglione che in America ha sempre vissuto di espedienti e di sogni di grandezza e che ha organizzato l’incontro con il figlio soltanto per mettere le mani sul premio di ventimila dollari messo a disposizione dalla stazione televisiva». L’America anche per Nando Moriconi si rivela un paese qualsiasi con i suoi grandi problemi, come tutti gli altri paesi, con le sue manie di grandezza ma anche con le sue ampie sacche di povertà e di sottosviluppo. E lì, in quel paese dall’immagine ridimensionata, il nostro eroe ritroverà una sua dimensione umana, si rifarà una vita con il lavoro, con lo stesso lavoro di benzinaio che già faceva in Italia. La morale è semplice: l’America esiste soltanto nei nostri sogni, la realtà per quelli come Nando può essere soltanto il lavoro e la fatica. Per interpretare la parte del padre Sordi chiamò Vittorio De Sica e poiché del film l’attore era anche il regista gli si presentava l’occasione per dirigere l’attore che era stato negli anni della sua prima giovinezza il suo modello ed era rimasto sempre, pur avendo fatto Sordi un percorso completamente diverso dal suo, «l’unico artista italiano – sono sempre parole di Sordi – che sapeva infondermi delle emozioni. Era giusto che fosse lui ad interpretare la parte di mio padre anche perché il film era in realtà una grande storia d’amore, con l’America e con il padre. La colonna sonora di Piero Piccioni con la canzone “Amore, amore” sottolineava proprio questo grande atto di amore in parte deluso, come tutti i grandi amori».
TECNICA
Sotto l’aspetto tecnico il film pur non brillando particolarmente in nessuna delle componenti che la compongono risulta comunque confezionato in maniera soddisfacente e la regia di Sordi pur non mostrando particolari virtuosismi appare realizzata con mestiere, e lo stesso dicasi della fotografia di Benito Frattari e delle musiche di Piero Piccioni. È la trama in fondo a risultare poco coinvolgente. Qualità delle immagini soddisfacenti mentre il comparto sonoro si riduce ad un elementare Dual Mono. Assente qualsiasi Contenuto Extra.

 

 

(Luigi Lozzi)                                                       © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(immagini per cortese concessione della Koch Media)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

UN ITALIANO IN AMERICA (4K ULTRA-HD) 

(Un italiano in America)
Italia, 1967, 96’
Regia: Alberto Sordi
Cast: Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Alice Condon, Valentino Macchi, Lou Perry.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Video: 

Aspect ratio (4K Ultra HD): (3840 x 2160/24p) / HEVC 2160p 
Aspect ratio (Blu-Ray): 1080p 25fps 2.35:1 / MVC MPEG-4
Audio: Italiano DTS-HD Master Audio 2.0
Distributore: Koch Media (4K ULTRA HD + Blu-Ray)