FUMO DI LONDRA di Alberto Sordi in 4K ULTRA-HD
Che il primo film di Alberto Sordi ad arrivare in formato 4K ULTRA-HD sia “Fumo di Londra”, non propriamente uno dei suoi capolavori, sorprende di certo, un po’ meno se si pensa che a realizzare questa nuova edizione del film sia Koch Media che da tempo ha iniziato a ritagliarsi una significativa identità sul mercato italiano dell’Home Entertainment. E non si tratta dell’unico titolo dell’Albertone nazionale in casa Koch Media a far gioire gli appassionati.
Perché in ottobre è stata pubblicata l’edizione restaurata in 4K ULTRA-HD di “Fumo di Londra” (1966), il primo film diretto da Sordi, in novembre quella di “Un italiano in America” (1967), che è il terzo film di Alberto regista, ed a Natale sarà addirittura disponibile un cofanetto con cinque film di Sordi; oltre ai due segnalati ci saranno “Mamma mia, che impressione!” (di Roberto Savarese del 1951), “Scusi, lei è favorevole o contrario?” (1966), il secondo film del Sordi Regista, e “Incontri Proibiti” (1998, con Valeria Marini), ultimo film diretto e ultima apparizione cinematografica. Tutti i film (peraltro inediti sul mercato o da lungo tempo introvabili) sono stati restaurati e presentati in un ghiotto 4K ULTRA-HD. Ma cominciamo soffermandoci su “Fumo di Londra” con Sordi munito di bombetta e ombrello a passeggio nella ‘Swinging London’. Sinossi: Dante Fontana è un antiquario di Perugia che nutre una grande passione per l’Inghilterra e per tutto ciò che riguarda la cultura britannica: dalla terra della Regina alla caccia alla volpe, delle case d’aste alle sartorie eleganti. Un giorno gli viene offerta la possibilità di recarsi a Londra per partecipare a un’asta: avrà così, finalmente, l’occasione per conoscere da vicino gli usi e i costumi della società che tanto ammira e trasformarsi a sua volta in un perfetto ‘english gentleman’, con tanto di bombetta in testa, ombrello in mano, pipa in bocca e completo con fiore all’occhiello, pronto a farsi travolgere dallo stile impeccabile e elegante del mondo anglosassone, ma le cose non andranno esattamente come le aveva immaginate… «In quegli anni – ebbe modo di dichiarare Sordi – ci sforzavamo di essere sempre in sintonia con i mutamenti della società italiana. Gli argomenti da trattare erano nell’aria e noi, come se fossimo stati dei giornalisti cinematografici, riempivamo il nostro ‘carnet de notes’. Non ho mai fatto in tanti anni di carriera un personaggio che la gente non abbia riconosciuto, che non lo abbia già visto nella vita di tutti i giorni. Quando l’italiano medio, il tipico esponente della mia generazione che io ho seguito di pari passo dalla giovinezza fino alle soglie della vecchiaia, si sentì libero da ogni preoccupazione, pensò di mettere il naso fuori di casa proprio per portare all’estero quella etichetta di italiano di cui ora sentiva di poter essere orgoglioso. Il marchio italiano all’estero in quegli anni godeva di molto prestigio, grazie al cinema, alla moda, ai prodotti che sfoggiavano l’etichetta ‘Made in Italy’ e che avevano invaso le vetrine dei negozi stranieri più prestigiosi. All’estero l’italiano ci andò portandosi dietro il suo provincialismo, che nessun miracolo economico aveva potuto guarirgli, e forte sempre della sua candida furbizia». E Alberto Sordi ===Consulta la Filmografia=== ora poteva andare all’estero per scoprire nuovi mondi, con modi non timidi ma da conquistatore; così dopo esserci andato qualche anno prima ne “I Magliari” di Francesco Rosi (1959), in Germania per l’esattezza, si spingeva fino in Svezia, il paradiso delle donne libere e dell’amore, con “Il diavolo” (1963) di Gian Luigi Polidoro. A proposito di questo film Alberto raccontava: «Andai in Svezia praticamente senza una sceneggiatura ma solo con poche paginette (scritte assieme al fidato Rodolfo Sonego e scegliendo come regista Polidoro; N.d.R.), perché volevo scoprire questo stupendo paese, tanto diverso dal nostro, con gli occhi del mio personaggio che metteva il naso fuori di casa per la prima volta. Di questo mio concittadino ho voluto vestire tutti i panni, mi armai dei suoi pregiudizi, subii le stesse sorprese e le stesse delusioni. In Svezia ho vissuto per qualche mese come un vero italiano medio. La sera con gli amici della troupe ci chiudevamo nelle camere e ci cucinavamo gli spaghetti». In quel film si raccontava quindi di un italiano ormai maturo che andava in Svezia per divertirsi ma poi non riusciva a cogliere nessuna opportunità. Qualche anno dopo, nel 1966, nell’anno di “Blow Up” di Michelangelo Antonioni e due anni prima de “La ragazza con la pistola” di Monicelli, Sordi si spostava invece in Inghilterra per dirigere “Fumo di Londra”; si tratta di uno struggente ritratto di un’Inghilterra che già in quel 1966 era molto cambiata. Sordi anglofilo, divertente ma anche malinconico, innamorato ‘della cara, vecchia Inghilterra’ che in realtà non esiste più. “Che marvellous country” dice, proseguendo con un “non conosco la vostra legge ma ho per voi massima ammirazione”, e “Excuse me” e “Thank you very much” che esclama in continuazione. Giancarlo Governi nel libro “Alberto Sordi: Un italiano come noi” (Milano Libri Edizioni, 1979) descrive bene l’approccio dell’attore con la terra d’Albione: «[…] sempre al seguito ed al servizio di uno dei suoi personaggi: in questa occasione interpretò un antiquario perugino (Dante Fontana) che per anni aveva sognato di vivere secondo lo stile inglese, di parlare inglese, di mimetizzarsi con bombetta, abito ‘fumo di Londra’ e ombrello come i gentiluomini inglesi e che giunge nella capitale britannica per partecipare a un’importante asta. Erano gli anni in cui l’Inghilterra e Londra avevano spodestato completamente e definitivamente la Francia e Parigi dal piedistallo dell’egemonia culturale nel mondo. Erano gli anni delle grandi trasformazioni nel costume che nascevano a Londra. C’erano i Beatles, c’erano i primi capelloni, c’erano le minigonne: tutti segni esteriori di grandi innovazioni e di una grande libertà di costumi. Il protagonista del film si muoveva in mezzo alla Londra tradizionale e quella moderna con grande disinvoltura, orgoglioso di parlare l’inglese e di apparire inglese fra gli inglesi, e non si accorgeva che quel grande paese lo accettava come accettava tutto o, forse più semplicemente, lo ignorava come ignorava tutto». Insomma il mito dell’Inghilterra visto attraverso il filtro dell’Italia del boom economico. Del film sono state realizzate una versione in italiano e una in inglese. Nel corso del film la nipote della duchessa di cui l’antiquario è ospite, lady Elizabeth (Fiona Davis), nel film canta il brano “You Never Told Me” scritto dallo stesso Sordi con Robert Mellin e Piero Piccioni. Bisogna riconoscere però, con onestà, che “Fumo di Londra” non è propriamente un film indimenticabile, serve semmai giusto – ad uso e consumo di appassionati e studiosi dell’Albertone nazionale – ad aggiungere un tassello alla sua magnifica filmografia. Il film – ricordiamo che la sceneggiatura è firmata dello stesso Sordi e assieme a Sergio Amidei – spesso scade negli stereotipi e nella macchietta dell’italiano medio approfittatore e finto sempliciotto. D’altra parte chi ha seguito con interesse la parabola artistica dell’attore romano sa bene che quando Sordi si è messo dietro la macchina da presa i risultati non sono mai stati eclatanti, anzi piuttosto pretestuosi, accettati con comprensione solamente per il grande affetto nutrito nei suoi confronti. Dopo una panoramica (quasi documentaristica) sui luoghi caratteristici e sugli stereotipi britannici, il film prosegue con un ritmo vivace e piacevole, ma purtroppo i cliché sono davvero troppi e il risultato complessivo decisamente sottotono. Alla resa dei conti il film è in ibrido: la satira sui costumi inglesi è annacquata e la Commedia all’Italiana praticamente latitante o inesistente. Carlo Verdone, che dell’attore romano è stato amico, collaboratore e confidente ha ricordato: «questo restauro è un regalo per Sordi che ha amato questo film moltissimo. Lo facevo contento quando gli chiedevo qualcosa su “Fumo di Londra”, si illuminava. Lo riteneva, a ragione, il suo migliore film da regista». “Fumo di Londra” permise a Sordi di vincere il David di Donatello come Miglior Attore per quell’anno.
TECNICA
“Fumo di Londra” è stato oggetto lo scorso di un accurato restauro che ha consentito a Koch Media di tirarne fuori questa edizione in 4K ULTRA-HD. Il restauro si è reso possibile grazie alla collaborazione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia della Cineteca Nazionale, dove sono conservati i film di proprietà del Fondo Sordi, la Fondazione Museo Alberto Sordi e del laboratorio romano di post-produzione Augustus Color, ed è stato riproposto in anteprima nel novembre 2018 al Teatro Morlacchi di Perugia. Negli anni Ottanta il film era stato rimontato dallo stesso Sordi per una versione televisiva più breve di circa venti minuti ma per questo restauro si è ripartiti dal negativo originale in 35 mm Techniscope, con il recupero di alcuni fotogrammi prelevati da una copia positiva dell’epoca. L’aspect ratio è 2.35:1 (3840 x 2160/24p) con codifica HEVC. Sotto l’aspetto tecnico il miglioramento, rispetto a qualsiasi altra edizione in DVD del film, è netto e perentorio: questa è la migliore delle edizioni possibili ed immaginabili, vista l’età della pellicola e la pressoché certa trascuratezza messa in gioco per la conservazione della pellicola originale. Il comparto audio prevede il DTS-HD Master Audio 2.0 (24 bit) che alla resa dei conti, sebbene privo di dinamica, non sfigura affatto, è pulito, di resa accettabile ed offre un ascolto gradevole. Purtroppo non c’è nessun Contenuto Extra sul disco UHD mentre sul Blu-Ray compare una featurette di 16 minuti con un’intervista radiofonica a Sordi dell’epoca, realizzata nel corso del lancio del film, e immagini del restauro con particolare attenzione riservata alle difficoltà incontrate per mettere assieme la versione integrale della pellicola del 1966.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Koch Media)
NOTE TECNICHE
Il Film
FUMO DI LONDRA (4K ULTRA-HD)
(Fumo di Londra)
Italia, 1966, 131’
Regia: Alberto Sordi
Cast: Alberto Sordi, Fiona Lewis, Amy Dalby, Alfredo Marchetti, Clara Bindi, Michael Trubshawe, Massimo Ungaretti, Romano Giomini, Pamela Hollyer, George Jones, Pad John Wells, William Mostin Owen, Elizabeth Rutter, Jean St. Clair, Philip John Trihble.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio (4K Ultra HD): (3840 x 2160/24p) / HEVC 2160p
Aspect ratio (Blu-Ray): 1080p 25fps 2.35:1 / MVC MPEG-4
Audio: Italiano DTS-HD Master Audio 2.0
Distributore: Koch Media (4K ULTRA HD + Blu-Ray)