THE CONJURING – IL CASO ENFIELD di James Wan
HORROR DI SERIE A Il ‘piacere’ degli spettatori di farsi terrorizzare al buio d’una sala cinematografica è direttamente proporzionale al successo che arride al genere horror – tra alti e bassi quasi fisiologici – praticamente da quando, all’inizio degli anni Trenta, nel pieno della crisi economica dovuta alla Grande Depressione, la Universal lanciava nell’universo immaginifico della celluloide i vari Frankenstein, Dracula, l’Uomo Lupo, la Mummia.
Non sorprende quindi che in tempi di crisi (generalizzata) come quelli odierni, per i quali gli orizzonti si sono fortemente incupiti e si accentua la voglia e il bisogno di ‘sana’ paura, oltre al proliferare di film del genere, prevalentemente B-Movie, prevalentemente splatter, il successo mainstream ottenuto nel 2013 da “L’evocazione – The Conjuring” (d’impegno finanziario d’una certa consistenza) convincesse i produttori a confezionare un sequel che, probabilmente, non sarà neppure l’ultimo, perché già si ventila l’idea di un terzo capitolo. Il primo “The Conjuring” ha incassato 318 milioni di $ in tutto il mondo (con un budget produttivo di soli 20 milioni) ed ha consacrato il talento di James Wan ===Consulta la Filmografia===; questo nuovo episodio è partito bene al Box Office e in appena una settimana di programmazione ha già raggiunto una cifra superiore ai cento milioni worldwide (con budget lievitato a 40 milioni). Artefice assoluto del consenso popolare ottenuto è certamente il regista di origine malese (ma naturalizzato australiano) che nel suo curriculum vanta pure gli apprezzatissimi “Insidious” (2010) ed il seguito “Oltre i confini del male: Insidious” (2013) che si legano simbioticamente a questi come se si trattasse di un vero e proprio franchise a nome ‘James Wan’. Insomma – e non c’è bisogno di ribadirlo – Wan, forte anche di un buon consenso di critica, è il ‘Master of Horror’ del nostro tempo, il demiurgo d’ogni paura sullo schermo, perfettamente assecondato dal produttore Jason Blum. Il film appartiene al filone più in voga da qualche tempo a questa parte e che maggiormente calamita i gusti delle platee, quello relativo a entità demoniache e a fenomeni paranormali, che raggiungono il profondo del nostro inconscio costringendoci a confrontarci con qualcosa cui non sappiamo dare una spiegazione. Entrambi i “The Conjuring” ruotano intorno alla coppia protagonista formata da due studiosi specializzati in demonologia, paranormale ed esorcismi, i coniugi Ed e Lorraine Warren, figure realmente esistite che le cronache degli anni Sessanta e Settanta ci hanno riportato alle prese con casi problematici al confine tra scienza e paranormale. A sei anni dalle vicende della famiglia Perron di Harrisville, Rhode Island, questo nuovo film si apre con l’epilogo di uno dei casi più tetri affrontati dai Warren, quello di Amityville (oggetto e materia per numerosi altri film del passato) che ha dato loro enorme visibilità mediatica, in una quindicina di minuti di apprezzabilissima efficacia cinematografica. Laddove un padre in preda ad una possessione demoniaca ha massacrato l’intera sua famiglia, i De Feo, nella propria magione; nel corso della seduta spiritica rivelatrice Lorraine avverte una presenza maligna molto forte che le induce visioni raccapriccianti e oscure che la sconvolgono oltre ogni misura. La donna preveggente rimane scossa da quanto accaduto e cerca di convincere pure il marito a smettere di indagare su simili eventi. Successivamente la scena si sposta dagli Usa alla Londra dei Settanta, al 1977 per la precisione, sulle note di “London Calling” dei Clash (che però è del 1979) per introdurci ad uno dei casi di poltergeist più spaventosi e raccapriccianti, e meglio documentati. Una presenza demoniaca che infesta una trasandata abitazione popolare in Green Street, nel quartiere periferico di Enfield, in cui vivono una madre separata, Peggy Hodgson, che fa fatica a mettere insieme i soldi per le spese indispensabili, e i suoi quattro figli adolescenti tra cui la dodicenne Janet che, dopo aver giocato con la sorella maggiore Maggie con una tavola Oujia alla ricerca di un contatto extrasensoriale, sembra proprio aver ridestato lo spirito d’un antico padrone di casa che prende possesso del corpo e della voce della bambina per ribadire la legittimità della sua presenza in quella casa. Non tutti credono che la casa sia realmente infestata, si pensa piuttosto ad una messa in scena da parte della ragazza, con la complicità della madre, per farsi assegnare dalle autorità un’abitazione più confortevole. Mr. e Mrs. Warren vengono contattati in qualità di consulenti per stabilire se ci sono i margini di veridicità – il pragmatismo è d’obbligo nello scetticismo generale – per informare le alte sfere della Chiesa, viene portato loro un nastro sul quale è incisa una voce affaticata e cavernosa e i due subito pensano ad un anziano, salvo poi venire a sapere che si tratta proprio della bambina inglese. Superate le remore e decisi a fare solo un sopralluogo Ed e Lorraine si recano a Londra… Nonostante la veridicità più o meno conclamata dei fatti, di cui vi risparmieremo di conoscere ulteriori particolari, qualcosa di più oscuro si cela nei meandri di casa e tutto l’impianto narrativo ha spessore tale da suscitare l’indiscusso interesse dello spettatore appassionato all’horror di ultima generazione. Muovendosi tra momenti irrazionali e paure indotte, abile nel dosare gli elementi di base della tensione spaventevole e nella costruzione del finale, e senza il ricorso né a scene splatter né a eccessi barocchi, la sapiente ed elegante regia di Wan (è anche co-sceneggiatore) punta sull’amplificazione emotiva dei fenomeni di cui ci mette al corrente, sulla loro capacità di suscitare angoscia e disagio fisico nello spettatore, di scatenare brividi lungo la schiena e portare alla superficie le nostre paure più recondite e ancestrali. La mano felice e la tecnica personalissima del regista, prestato nel 2015 alla saga di “Fast & Furious” per il settimo capitolo, si coglie anche nel taglio dato alle inquadrature, nell’abilità di portarci al centro della scena e di servirci giochi d’equilibrismo negli spazi angusti della casa dove si svolgono i fatti, tra i personaggi che vivono l’incubo e gli spiriti del male che lo producono con colpi di scena visivi; la goduria per ogni appassionato di horror ma anche di effetti speciali è garantita. Spin-off era stato per il primo film “Annabelle” (2014) ===Leggi la Recensione===, diretto da John R. Leonetti, sull’inquietante bambola al centro del racconto, e spin-off ci sarà anche per la Suora demoniaca (ha già un titolo, “The Nun”) di cui facciamo la conoscenza in questo film e che occupa una posizione di rilievo, ed è protagonista di una delle scene più belle, originali e cariche di tensione del film quando si concretizza nell’abitazione di Lorraine. Con grande personalità ma anche con rispettoso ossequio del cinema del passato Wan ci regala riferimenti ad alcuni classici horror sulle possessioni demoniache degli anni Settanta e Ottanta, sul maligno che si insinua nel corpo di una bambina; “L’Esorcista” (1973) di William Friedkin in primis, ma anche “Changeling” (1980) di Peter Medak e “Poltergeist” (1982) di Tobe Hooper. Tre anni fa “The Conjuring” aveva portato alla ribalta due attori fino a quel momento non conosciuti abbastanza, Vera Farmiga ===Consulta la Filmografia=== e Patrick Wilson ===Consulta la Filmografia=== che sarebbero poi stati protagonisti, ognuno per proprio conto, di un paio di serie di culto come (rispettivamente) “Bates Motel” e “Fargo”. Uno dei cardini su cui fa leva questo racconto è – strano a dirsi – l’amore profondo che lega i due protagonisti, i signori Warren, e proprio questo sentimento, unito alla fede che li sostiene, sarà di fondamentale supporto alla soluzione di questo nuovo caso; e quando Ed imbraccia la chitarra e rende omaggio a “Can’t Help Falling in Love” di Elvis Presley l’operazione Nostalgia del regista si arricchisce di un nuovo tassello. Perché, come era accaduto per il primo “The Conjuring” (ricordate gli Zombies di “Time Of The Season”?), le scelte musicali servono, assieme ad altri elementi (scenografie, costumi, fotografia perfettamente in tono, programmi che passano in televisione), a calarci nell’atmosfera dell’epoca in cui è ambientata la vicenda narrata. E non fa niente se la “London Calling” dei Clash, che ci accompagna alla trasferta in terra d’Albione, sia in realtà del 1979 e non del 1977, l’anno dei fatti, o “I Started The Joke” dei Bee Gees sia assai antecedente (1968) e “Bus Stop” degli Hollies addirittura del 1966, perché si tratta comunque di brani in sintonia con le immagini. Altre canzoni che si ascoltano nel film sono “Don’t Give Up On Us“, un successo del cantante David Soul, anche noto come attore per la serie poliziesca “Starsky & Hutch” accanto a Paul Michael Glaser (un manifesto di Soul ed uno della coppia di poliziotti sono appesi sulle pareti della camera di Janet), “This Old Man” di Ben Parry, “Bored Teenagers” degli Adverts, “Jolly Christmas Medley” di Robert J. Walsh, “Don’t Worry Tracy” di Christopher Blue, “The First Noel” di Peter Breiner & Slovak State Philharmonic Orchestra. La colonna sonora è ancora una volta di Joseph Bishara. Anche il Caso Enfield è stato tra i più documentati del paranormale, esistono fotografie, video e diverse testimonianze che diventano il materiale per la chiusura sui titoli di coda. “The Conjuring – Il caso Enfield” è sequel degno del suo predecessore, se non addirittura superiore, e si presta a ricevere consensi anche da coloro che sono poco ‘acclimatati’ con il genere Horror.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione di New Line/Warner Bros. Pictures Italia)
The Conjuring – Il Caso Enfield
(The Conjuring 2: The Enfield Poltergeist, Usa, 2016)
Regia: James Wan
Genere: Horror
Durata: 133’
Cast: Patrick Wilson, Vera Farmiga, Madison Wolfe, Frances O’Connor, Lauren Esposito, Benjamin Haigh, Patrick McAuley, Simon McBurney, Franka Potente, Bob Adrian, Robin Atkin Downes, Simon Delaney, Shannon Kook, Maria Doyle Kennedy, Bonnie Aarons, Javier Botet, Steve Coulter, Abhi Sinha, Chris Royds, Sterling Jerins, Daniel Wolfe, Annie Young, Elliot Joseph, Debora Weston, Cory English, Joseph Bishara, Emily Tasker, Kate Cook, Carol Been, Holly Hayes, Lance C. Fuller, Jennifer Collins, Thomas Harrison.
Sceneggiatura: Chad e Carey Hayes e James Wan
Scenografia: Julie Berghoff
Produttori: Peter Safran, Rob Cowan, James Wan
Produttori esecutivi: Toby Emmerich, Richard Brener, Walter Hamada, Dave Neustadter
Fotografia: Don Burgess
Montaggio: Kirk Morri
Musiche: Joseph Bishara
Costumi: Kristin M. Burke
Casa di produzione: New Line Cinema
Distribuzione Italia: Warner Bros. Entertainment Italia
Uscita USA: 10 Giugno 2016
Data di uscita: 23 Giugno 2016