Soundtracks

THE AWKWARD MOMENT di David Torn

 
 
 
ARTISTA: DAVID TORN
TITOLO: The Awkward Moment
ETICHETTA: Varèse Sarabande/Audioglobe
ANNO: 2014

 

 

Che da tempo, in area composizioni di musiche per il Cinema, ci si fosse rivolti (anche, e sempre più di frequente) a musicisti di educazione non necessariamente classicheggiante, e magari provenienti da ambiti rock e dintorni, è un dato di fatto sotto gli occhi di tutti. L’esempio più clamoroso, nell’ottica della bontà dei risultati finali ottenuti, ci viene servito dal Danny Elfman ex-componente degli Oingo Boingo divenuto in breve uno dei maggiori compositori di colonne sonore presenti sulla scena e collaboratore simbiotico di Tim Burton. Così, tra i tanti esempi a portata di mano, per la (invero poco significativa) commedia romantica “That Awkward Moment” (in italiano “Quel momento imbarazzante” di Tom Gormican), ci ritroviamo a fare i conti con il chitarrista David Torn (Amityville, 1953), attivo già da oltre un decennio come compositore (un tumore alla testa nel ’92, poi sconfitto, lo aveva reso sordo da un orecchio) ma che i più attenti ricorderanno in alcune incisione jazz d’avanguardia della ECM nella prima metà degli ’80 (un album come membro degli Everyman Band ed uno come membro del quartetto di Jan Garbarek, “It’s OK to Listen to the Gray Voice”) e titolare di un album acclamato dalla critica (“Cloud About Mercury”) in compagnia di Mark Isham e della sezione ritmica dei King Crimson, Tony Levin e Bill Bruford, e per le numerose collaborazioni ad altrui progetti. Più volte Torn è stato premiato come miglior chitarrista sperimentale. Da allora è diventato musicista richiestissimo, in veste di chitarrista come di produttore, e lo abbiamo ritrovato accanto ai vari David Sylvian, Ryuichi Sakamoto, David Bowie, Andy Summers, Tori Amos, Ravi Shankar, k.d. Lang, John Legend, Mick Karn, Madonna, Michael Shrieve, Patrick O’Hearn. In questa colonna sonora l’utilizzo di elettronica e strumenti integrati, di evidente derivazione pop Ottanta (quello degli anni ’80 – apro e chiudo parentesi – sta diventando un tormentone ‘piacevole’ o ‘insopportabile’ a seconda dell’età di chi si esprime in proposito; è il gioco delle parti miei cari, non è possibile sottrarsi), funziona egregiamente. I sei brani originali contemplati (per una durata complessiva di 22′) si muovono con toni minimalisti – e senza raggiungere picchi compositivi – tra un raffinato gusto ambient e momenti di maggiore tensione drammaturgica, e volano via in un soffio di autentica (ma quasi anonima) godibilità, che, almeno in questo caso, non richiedono d’essere corroborati dalle immagini filmiche. Altri contributi presenti recano la firma di gruppi emergenti synth pop quali Crozet, Lavender Diamond e Night Drive e indie pop quali Black Apples e Strange Talk, a creare un mix sonoro suadente e accattivante.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA