L'angolo del Kult!

SINISTER FILM: CULT NOIR – Parte 5

 

 

 
Selezione di film Noir di Culto degli anni ’40 e ’50, pubblicati da Sinister Film e CG Home Video in copie restaurate digitalmente per i cultori più raffinati della Settima Arte. Quello che proponiamo è solo un ‘assaggio’ di titoli in ordine sparso da non trascurare se l’obbiettivo di chi legge è quello di riappropriarsi di un pezzo di Cinema dimenticato.

 

LA MORTE VIENE DA SCOTLAND YARD” (1946, Sinister Film/CG Home Video) e “DELITTO NELLA STRADA” (1956, Sinister Film/CG Home Video), entrambi di Don Siegel; negli anni ’50 Siegel raramente veniva preso in considerazione dalla critica che lo definiva un buon mestierante del genere poliziesco. La sua promozione al rango di ‘cult-director’ è stata tardiva, ben oltre i film diretti nei ’70 con Clint Eastwood protagonista e che sono stati rivalutati di pari passo con il crescente interesse cinefilo nei confronti dell’interprete di “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!”  e “La fuga da Alcatraz”. Ed anche per un film seminale per i moderni noir: “Contratto per uccidere”. La sua fama postuma è legata anche ad un film ‘cult’ di fantascienza, “L’invasione degli Ultracorpi”. Dopo una lunga gavetta come montatore e regista di seconde unità, Siegel ha cominciato a dirigere film nel ‘45 proprio con “La morte viene da Scotland Yard”, il suo primo lungometraggio che seguiva di un anno un corto e un documentario che quell’anno si aggiudicavano l’Oscar nelle rispettive categorie. Interpretato da una coppia ben assortita di villain, l’infido Sidney Greenstreet e il doppiogiochista Peter Lorre, è un poliziesco che ha rischiato davvero di scomparire per sempre e il ritrovarlo disponibile sul mercato italiano va considerato un piccolo miracolo. “Delitto nella strada” è il lavoro che segue “Gli Ultracorpi”, ed è anche questo ritenuto un ‘cult’; all’epoca venne accolto con grande interesse dal pubblico per due motivi: uno dovuto al fatto di derivare da un lavoro televisivo e poi perché è incentrato su un tema caldo come la delinquenza giovanile, sulla scia di “Gioventù bruciata”. Protagonisti John Cassavetes, James Whitmore e Sal Mineo.
LA STRADA DEL MISTERO” (1950, Sinister Film/CG Home Video) di John Sturges; la storia di Sturges nei ’50 è quella di tanti suoi colleghi: un buon ed sicuro mestierante cui affidare film di basso profilo, del quale solo nel tempo si è riusciti a individuare qualità tali da renderlo ‘cult director’. È la colpa dell’industria hollywoodiana che nella Golden Age non andava troppo per il sottile e dava spazio importante solo a chi dirigeva film di successo. Ma Sturges ebbe poi un grande successo con film che hanno fatto la storia del Cinema come “Sfida all’O.K. Corral”, “I magnifici sette” e ”La grande fuga”. Tra le sue perle da segnalare “L’assedio delle sette frecce”, “Giorno maledetto” (che gli valse la Nomination al premio Oscar per la Miglior Regia nel ’55) e “Il vecchio e il mare”. Questo è uno dei suoi primi film, un intrigante noir – che gli appassionati sapranno apprezzare – con Ricardo Montalban.
L’ASSASSINO È PERDUTO” (1956, Sinister Film/CG Home Video) di Budd Boetticher; il regista (classe 1916; è scomparso nel 2001) è famoso soprattutto per la regia di film western (quasi sempre interpretati da Randolph Scott)  nei quali ha proposto personaggi solitari che inseguono la vendetta, dalla psicologia semplice ma non banale, film realizzati a basso costo che sono stati scoperti e amati dalla critica europea e rivalutati fino a diventare fondamentali nello studio del genere cinematografico per eccellenza. Quello qui proposto è invece un Noir, un genere non proprio adatto alle corde espressive di Boetticher ma che comunque non sfigura al confronti di altri B-Movie dei Cinquanta. Un racconto essenziale (anche nella durata di soli 73’) e tesa in cui più che il ‘buono’ Joseph Cotten fa un figurone il galeotto psicopatico interpretato da Wendell Corey.
NEBBIE” (1945, Sinister Film/CG Home Video) di Curtis Bernhardt; interpretato da Humphrey Bogart questo avvincente noir è uno dei film meno celebrati del grande attore americano, pur avendo tutti i requisiti (atmosfere cupe, suspense, ottimi interpreti, un eccellente B&N) per ben figurare in una ideale lista dei migliori film del genere. Per la testa del protagonista, Richard Mason, ingegnere benestante, passano pensieri di uxoricidio, dopo essere stato smascherato dalla moglie sulla sua passione segreta per la cognatina ed aver subito un incidente automobilistico con qualche frattura. Così architetta un piano diabolico per liberarsi della scomoda consorte e il Bogart di “Casablanca”, romantico ed idealista, cede il passo ad un individuo equivoco e infido, magistralmente interpretato. Il soggetto è di Robert Siodmak e per una volta troviamo Sidney Greenstreet in un ruolo da ‘buono’.
IL COBRA” (1944, Sinister Film/CG Home Video) di Robert Siodmak; nato a Dresda nel 1900, da una famiglia ebraica, il regista tedesco come tanti altri lasciò la Germania con l’avvento del nazismo per raggiungere la Mecca del Cinema ad Hollywood. Qui rapidamente si integrò nel sistema produttivo, mettendo il suo talento al servizio delle Major ma conservando intatta l’impronta mitteleuropea originaria. Suoi sono un paio di gioielli ‘noir’ come “La scala a chiocciola” e “I gangsters”. Questo, in Technicolor, ha fascino esotico per la presenza della ‘Diva’ Maria Montez, che interpreta i ruoli di due gemelle dagli opposti caratteri, e l’ambientazione nei Mari del Sud. Lon Chaney jr e Sabu tra gli interpreti.
SGOMENTO” (1949, Sinister Film/CG Home Video) di Max Ophuls; il regista tedesco, che ha girato film tra Europa, Stati Uniti (dal ’41) e ancora vecchio continente (è morto nel ’57 ad Amburgo a soli 55 anni), molto amato da Kubrick, è considerato un maestro del melodramma, assistito da grande eleganza formale (celebri i suoi movimenti di camera) e un indiscusso senso della composizione. In questo noir (l’ultimo dei 4 film girati negli Usa) si narra, con le tipiche atmosfere in chiaroscuro del genere, la vicenda di una ricca signora che viene ricattata da un gangster (di cui, ricambiata, s’innamora) dopo essersi sbarazzata del cadavere dell’individuo che ha sedotto la figlia. Non è tanto la suspense a guidare la mano di Ophuls quanto piuttosto il desiderio di ‘entrare’ nella psicologia dei personaggi. Un bel documentario “Ophuls e il Noir” tra gli extra. Joan Bennett e James Mason gli interpreti.
BASSA MAREA” (1950, Sinister Film/CG Home Video) di Fritz Lang; aveva da poco firmato uno dei suoi capolavori noir (“Dietro la porta chiusa”), Lang, quando dirigeva questo giallo che racconta di uno scrittore che uccide la giovane domestica che lo rifiuta quando tenta un approccio amoroso. L’uomo convince suo fratello ad aiutarlo a sbarazzarsi del cadavere e a gettarlo nel fiume… Lo scorrere del fiume o anche il vorticoso infrangersi dell’acqua nell’orifizio del tubo di scarico di un bagno (un decennio prima di “Psycho”) evoca i temi della maledizione e della morte cari al regista di origine tedesca, mai tenero nei confronti del finto perbenismo americano: l’universo langhiano è senza redenzione per i suoi protagonisti. Lang poi aveva previsto che la cameriera fosse una ragazza di colore e per questo fu costretto a dare spiegazioni all’Ufficio Hays, preposto a sorvegliare i soggetti dei film.
SCIACALLI NELL’OMBRA” (1951, Sinister Film/CG Home Video) di Joseph Losey; film in parte dimenticano (e/o trascurato) nella filmografia del regista americano (“Messaggero d’amore”, “Don Giovanni”) che si trasferì volontariamente in Inghilterra dopo essere stato chiamato all’inizio dei ’50 a testimoniare dinanzi al Comitato per le attività antiamericane, per stanare i ‘sovversivi’ che si celavano nell’industria cinematografica. È il terzo diretto in carriera; era da tempo attesissimo dai cultori di Losey ed è un Noir di gran pregio (peraltro magnificamente restaurato di recente), un’acuta riflessione su potere e corruzione. Un poliziotto uccide il marito della ricca donna di cui è l’amante e la sposa, ma i nodi verranno al pettine… Collaborazione di Dalton Trumbo, un’altra delle vittime delle inchieste anti-comuniste del maccartismo (per questo motivo non figura nei crediti), alla sceneggiatura.
ESCA PER UOMINI” (1952, Sinister Film/CG Home Video) di Terence Fisher; prodotto dalla Hammer Film Productions Limited, la celebre casa inglese che nella seconda metà dei Cinquanta si affermò per il rilancio del genere horror gotico attraverso i film su Dracula, Frankenstein e la Mummia, interpreti quali Christopher Lee e Peter Cushing e registi come Terence Fisher. Non ancora assurto ai fasti successivi Fisher dirigeva nel ’52 il suo terzo film; thriller tratto da un testo di James Hadley Chase che narra la storia del proprietario di una libreria, sposato, che prova a sedurre una sua giovane dipendente e lei, spinta dal suo ragazzo, lo ricatta. Quando la giovane viene trovata uccisa subito le indagini si concentrano sull’uomo… Molte le incongruenze che si colgono a livello di sceneggiatura ma questo non priva il film dell’interesse cui può giungere l’attenzione cinefila degli appassionati.
“L’ALIBI ERA PERFETTO” (1956, Sinister Film/CG Home Video) di Fritz Lang; 22° e ultimo film americano per il regista di “Metropolis”. È cosa fin troppo scontata ricordare come Lang sia uno dei pilastri immortali del Cinema di tutti i tempi al pari di registi del calibro di Alfred Hitchcock e Orson Welles, per cui qualsiasi sua opera giunga in DVD va presa nella massima considerazione. Al suo arrivo negli Usa (fuggendo dall’Europa preda del nazismo) con i suoi film si è interessato spesso dei problemi legati alla giustizia e questo punta il dito contro un sistema di giustizia imperfetto, capace di condannare anche senza avere prove certe di colpevolezza. Il proprietario di un giornale avvia una campagna contro la pena di morte; così convince il futuro genero ad ‘inventarsi’ come assassino, sicuro di poter esibire alla fine le prove che lo discolpino, ma muore in un incidente stradale…
SCHIAVO DELLA FURIA” (1948, Sinister Film/CG Home Video) di Anthony Mann e “QUANDO LA CITTA’ DORME” (1956, Sinister Film/CG Home Video) di Fritz Lang; altri due Noir d’autore vanno ad arricchire la già corposa collana “Noir d’essai” approntata dalla Sinister Film per conto di CG Home Video. Il primo è un gioiello realizzato con un budget assai esiguo adorato dagli appassionati del genere. La voce fuori campo della co-protagonista Pat (Claire Trevor) racconta come ha aiutato Joe Sullivan (Dennis O’Keefe) ad evadere dal carcere senza sapere che la fuga è stata favorita da Rick (un’interpretazione memorabile di Raymond Burr) che, a capo della sua banda, vuole eliminarlo… Storia a tinte forti su una fuga disperata e senza scampo, e la tensione angosciosa si respira per l’intero film grazie all’ottimo uso del B&N ed anche al magnifico contributo degli attori magistralmente diretti da Anthony Mann. Gli abituali personaggi dei suoi film (anche di quelli western) sono uomini in cerca di riscatto da un passato inquietante e misterioso. Il secondo film è l’ennesimo, magnifico, impeccabile Noir firmato da Fritz Lang nel corso della sua carriera hollywoodiana, nel corso della quale ha sapientemente distillato lampi della lezione espressionista della vecchia Europa da cui era fuggito all’avvento del nazismo. Quattro giornalisti si contendono il posto (messo in palio dal proprietario) di direttore generale del quotidiano per il quale lavorano, posto che andrà a chi sarà in grado di risolvere il ‘delitto del rossetto’ che tiene banco sulle pagine di cronaca nera dei giornali… Ma il tema centrale del film si rivela presto – grazie alla geniale mano registica di Lang – ben diverso dalla sola semplice soluzione del caso, perché mette subito in luce la spasmodica sete di potere ed i comportamenti aberranti e cinici dei protagonisti, capaci di qualsiasi azione pur di prevalere sui rivali.
OSSESSIONE – VENDICO IL TUO PASSATO” (1949, Sinister Film/CG Home Video) di Edward Dmytryk; questo film, assieme a un capolavoro come “L’ombra del passato” (1945) e a “Missione di morte” (’45) e “Anime ferite” (’46), hanno reso Dmytryk – un regista che si è distinto anche per scelte politiche che gli sono costate l’esilio durante gli anni del maccartismo – uno degli indiscussi maestri del genere ‘Noir’. Questo, che viene recuperato alla visione dell’Home Entertainment dalla Sinister Film, girato in Inghilterra dopo l’allontanamento dagli Stati Uniti, rinforza la caratura del regista. Si racconta di un individuo che tiene segregato l’amante della moglie, in attesa di ucciderlo sciogliendolo nell’acido solforico, ma con questi allaccia uno strano rapporto. Interpretato da Robert Newton, Sally Gray e Naunton Wayne mentre le musiche sono di Nino Rota.
L’URLO DELLA CITTA’” (1948, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) di Robert Siodmak; il regista tedesco Robert Siodmak negli anni del nazismo fu costretto a causa delle sue origini ebree e come tante altre maestranze del cinema, a trovare rifugio prima in Francia e quindi negli Usa dove è diventato una delle personalità più autorevoli nel genere Noir d’atmosfere cupe e sinistre (“I gangster”, “La scala a chiocciola”, “Lo specchio scuro”), memore della formazione espressionista conseguita in patria. In questo film due amici cresciuti insieme nel quartiere di Little Italy si ritrovano su sponde opposte:  Martin Rome (Richard Conte) è un gangster mentre Candella (Victor Mature) è un tenente di polizia sulle sue tracce. L’epilogo in una chiesa. Di rilievo nel film il modo sapiente con cui il regista descrive i personaggi e pure quelli di supporto alla vicenda narrata, soprattutto femminili.
IL GRANDE CAMPIONE” (1949, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) di Mark Robson; non solo di “Rocky”, “Toro scatenato”, “Lassù qualcuno mi ama” e “Hurricane” (e senza scomodare il “Charlot pugile” del ‘14) vive il Cinema che guarda alla boxe e nella storia del cinema si possono scovare altri gioielli come questo interpretato da Kirk Douglas nel 1949. Storia di un pugile privo di scrupoli che pur di inseguire il miraggio della carriera non esita ad abbandonare la moglie e gli amici. Assecondato dal suo allenatore riesce a raggiungere gloria e ricchezza. Ma il cinismo unito ad errori imperdonabili scandiranno la repentina discesa. Gran merito della riuscita del film si deve ad un Kirk Douglas straordinario nel delineare le caratteristiche psicologiche più malvage del suo personaggio ed alla regia pregna di realismo di Robson. 5 Nomination ed un Oscar (per il Montaggio).

 

[Fine Parte 5]

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA