L'angolo del Kult!

SINISTER FILM: UN UNIVERSO DI CULTO PER APPASSIONATI

 

Una buona fetta dell’asfittico mercato dei DVD aiuta (e non poco!) gli appassionati a recuperare alla visione privata (domestica) una lunga serie di film di genere Horror, Sci-Fi, Noir, Thriller dimenticati – molti di essi veri e propri ‘Cult’ – e per lungo tempo ‘invisibili’ ai più.

 

B-Movie e Classici ritrovati che tornano ad arricchire le collezioni private di tanti cultori di un Cinema mai banale, ricco di suggestioni e foriero di spunti d’ispirazione per i registi a venire; il tutto recuperato grazie al prezioso lavoro della Sinister Film, l’etichetta lanciata dalla CG Home Video da qualche anno e che ha già inanellato nel proprio catalogo – sempre più interessante e composito ed in continua espansione – un cospicuo numero di titoli capaci di soddisfare qualsiasi esigenza e curiosità collezionistica, tra gioielli d’autore del passato, capolavori gotici della mitica Hammer Film Productions e della scuola italiana, capisaldi della fantascienza anni Cinquanta e cult-movie di genere ricondotti allo splendore del digitale. Si tratta di film che in molti oramai disperavano di poter vedere pubblicati in DVD. Una nota di servizio: non si creda che si tratti di film minori, in molti casi molti sono autentiche perle del Cinema. Tutti i DVD fisici sono assai curati sotto il profilo tecnico e vengono proposti in copie restaurate digitalmente e dotate di una qualità audio e video eccellente, tracce audio alternative, contenuti extra esclusivi (tra commenti autorevoli, rari o inediti documenti filmati, gallerie fotografiche, i trailer originali dell’epoca, booklet informativi a colori con curiosità sui film e riproduzioni di locandine e fotobuste). Quello che proponiamo è solo un ‘assaggio’ di titoli in ordine sparso da non trascurare se l’obbiettivo di chi legge è quello di riappropriarsi di un pezzo di Cinema per cultori. In questo caso proponiamo una selezione di Classici Ritrovati.
IL DIAVOLO IN CORPO” (1947, Sinister Film/CG Home Video) di Claude Autant-Lara; un ‘cult’ che si rende disponibile sul mercato è il film tratto dal romanzo-scandalo degli anni Venti firmato da Raymond Radiguet, e che a sua volta creò scalpore alla sua uscita sugli schermi nel ’47, perché incentrato sulla passione adulterina fra una donna sposata e un giovane studente minorenne e perché si ammantava di istanze antimilitariste poco gradite (il promesso sposo tradito della donna era un ufficiale che combatteva sul fronte), ma oggi è unanimamente considerato uno dei più importanti classici della cinematografia francese tout-court. Dopo la sua presentazione al Festival di Venezia ’47 beneficiò di un grosso successo internazionale nonostante in alcuni paesi il film venisse censurato. Una indimenticabile e romantica storia di amore e morte interpretata da Micheline Presle e Gérard Philipe.
DAVID COPPERFIELD” (1934, Sinister Film/CG Home Video) di George Cukor; è stato definito il ‘regista delle donne’ (fu questo il motivo per il quale Clark Gable non lo volle a dirigere “Via col vento”), e in un qual modo questo è vero, ma George Cukor è stato certamente uno dei registi americani per eccellenza, perfettamente integrato nei meccanismi dell’industria hollywoodiana. Dopo aver diretto nel ’33 “Piccole donne”, dal romanzo di Louise May Alcott, rimaneva in ambito ottocentesco con la riduzione per il grande schermo del capolavoro letterario di Charles Dickens “David Copperfield”. Amava dire: «I racconti dell’Ottocento offrono, in confronto a quelli moderni, il vantaggio di essere stati più letti e di aver prodotto una maggiore dose di romanticismo». Un cinema rassicurante in un’America appena uscita dall’incubo della Grande Depressione ed avviata al New Deal promosso da Roosevelt, questi erano i classici film dell’epoca. Da vedere per assimilare tante cose.
UN VOLTO NELLA FOLLA” (1957, Sinister Film/CG Home Video) di Elia Kazan; anche alcuni grandi classici dimenticati tra i film distribuiti dalla Sinister. “Un volto nella folla” è stato scelto nel 2008 per essere conservato nel National Film Registry. Scriveva Truffaut a proposito di questo: «La considero un’opera grande e bella la cui importanza trascende i limiti della critica cinematografica». Una regista radiofonico fa uscire di prigione un mediocre suonatore di chitarra il quale diventa così celebre tra gli ascoltatori che per poco non riesce a fare di un senatore il presidente degli Stati Uniti. Poi quando si accorge di quanto ha fatto, la regista distrugge il suo pupillo smontando in un attimo il castello mediatico che era stato costruito. Kazan attacca il ‘sistema’ americano che crea ‘idoli’ grazie alla forza dei ‘mass-media’ e può addirittura influire sulle scelte politiche dei cittadini.
IL MIO CORPO TI APPARTIENE – UOMINI” (1950, Sinister Film/CG HomeVideo) di Fred Zinnemann; il magnifico film d’esordio di Marlon Brando nel 1950 – si pensi che poco dopo sarebbe andato incontro allo straordinario successo di “Un tram che si chiama Desiderio” – nel quale veste i panni di un reduce della seconda guerra mondiale paraplegico che cerca di ritornare alla vita in una clinica di rieducazione. Cicatrici fisiche e psicologiche (senza ipocrisia viene trattato anche il problema sessuale) che mai prima d’allora erano state ritratte così crudamente sullo schermo a svelare un aspetto inedito, ovvero che spesso il ritorno a casa dei reduci era stato tanto lacerante quanto la stessa guerra combattuta sul fronte. Storia privata che diventa collettiva. E in questo contesto splende la performance tormentata e realistica di Brando che mostra una padronanza del suo personaggio da attore consumato.
INDISCRETO” (1958, Sinister Film/CG Home Video) di Stanley Donen; sullo sfondo dell’high-society londinese, ‘sophisticated comedy’ dai dialoghi brillanti (ma poco convenzionale), ironico e mai banale, e dall’animo teatrale, sulla relazione sentimentale che si sviluppa tra un uomo d’affari e una celebre attrice teatrale (Cary Grant e Ingrid Bergman in grande spolvero nel fronteggiarsi). Giudicato come uno dei gioielli glamour della commedia classica americana – ed accompagnato da una elegante colonna sonora -, pur non essendo un capolavoro rimetteva insieme, a dodici anni di distanza, la coppia celebrata di “Notorius”. «Niente fa sentire un uomo più ridicolo che fare il sentimentale con una donna che non lo è», è un pò il tema di fondo della vicenda narrata, tra equivoci e inganni incrociati: l’uomo affascinante e ingannatore contro la donna emancipata e ancor più abile nell’essere ingannatrice.  
IL SIGNORE DELLE MOSCHE” (1963, Sinister Film/CG Home Video) di Peter Brook; il romanzo ‘cult’ scritto dal premio Nobel William Golding nel ’54 ha avuto una prima fortunata riduzione cinematografica (una seconda sarebbe seguita nel ’90) ad opera di Peter Brook, assai fedele al testo letterario pur senza eguagliarne la qualità intrinseca, soprattutto nei termini dell’angosciante atmosfera. Il libro ruota intorno ad un tema antropologico assai dibattuto secondo cui l’uomo è per sua natura ‘cattivo’ e per avvalorare la tesi sceglie come protagonisti una ventina di bambini (simbolo dell’innocenza) inglesi dai 7 ai 14 anni, sopravvissuti a un incidente aereo su un’isola deserta, e mostra quanto progressivamente – di pari passo con il loro regredire ad uno stadio primordiale – si deteriori l’equilibrio della piccola comunità costituitasi per necessità sulle regole della società degli adulti.
I RACCONTI DI HOFFMANN” (1951, Sinister Film/CG Home Video) di Michael Powell e Emeric Pressburger; abbiamo già avuto modo di plaudire all’iniziativa di un paio di etichette (Teodora e Sinister) di pubblicare (finalmente) in DVD i film della ‘premiata ditta’ Powell & Pressburger, che ogni appassionato genuino di cinema del passato attendeva da tempo, e la cui Arte non va smarrita. Intanto vale la pena ricordare che Powell è considerato uno dei maggiori esponenti del cinema inglese, secondo solo a Hitchcock, e con Pressburger ha creato opere dallo straordinario e fantasmagorico impatto visivo. Come questo film (tratto dall’Opera omonima di Offenbach) che arriva in DVD (ottimo) in versione integrale (40’ in più) e si nutre della sublime leggerezza del Musical intorno al tema dello struggimento amoroso. Qui non è in ballo solo la qualità e il senso del Cinema ma quelli dell’Arte ‘tout-court’.
LE QUATTRO PIUME” (1939, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) di Zoltan Korda; film d’altri tempi – melodramma avventuroso bellico-colonialista incentrato sull’onore e la guerra, l’amore e l’amicizia – ispirato all’omonimo romanzo di E.W.Mason, ha avuto ben 5 adattamenti cinematografici l’ultimo dei quali nel 2002 da parte di Shekhar Kapur. A firmarlo uno specialista del genere, Zoltan Korda, celebre per la grande padronanza del mezzo cinematografico, l’ambientazione è nel Sudan, sotto la dominazione inglese, alla fine dell’Ottocento, sotto il regno della regina Vittoria, con un ufficiale che sul punto di dimettersi dall’esercito riceve dai colleghi e dalla fidanzata quattro piume a simboleggiare la sua codardia; ma saprà riscattarsi dimostrando il proprio valore… Magnifico il Technicolor adottato che fa sembrare Korda un precursore del migliore David Lean.
DOPPIA VITA” (1947, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) di George Cukor; Cukor è stato il più famoso dei registi gay (anche se circondato da molta discrezione) attivi durante la cosiddetta Età dell’Oro di Hollywood ed è anche considerato uno dei più grandi e prestigiosi assieme a John Ford, Howard Hawks, Billy Wilder e Alfred Hitchcock. Fu etichettato come il ‘regista delle donne’ per la bravura nel valorizzare le attrici che hanno lavorato con lui (Katharine Hepburn, Greta Garbo, Sophia Loren, Jean Harlow, Marilyn Monroe, Ingrid Bergman, Rita Hayworth, Joan Crawford). Regista di commedie sofisticate con “Doppia vita” seppe raccontare il dramma psicologico (ai limiti del noir) di un attore di teatro che, tra realtà e finzione, non riesce a separarsi dai personaggi che interpreta ogni sera sul palcoscenico. Oscar a Ronald Colman (Miglior Attore) e alle musiche di Miklos Rozsa.
ALBA TRAGICA” (1939, Sinister Film/Cecchi Gori Home Video) di Marcel Carné; considerato uno dei capolavori del cinema francese prebellico (cosiddetto del ‘realismo poetico’), cui hanno concorso con assoluta efficacia descrittiva e figurativa, oltre la regia di Carné, l’ottima sceneggiatura, la magnifica prova d’interprete di Jean Gabin e i dialoghi di Jacques Prévert. Al punto che non sono pochi coloro che considerano questo film tra quelli (assieme al cinema Espressionista tedesco) che maggiormente hanno influenzato il cinema ‘Noir’ americano degli anni ’40. La trama ruota intorno alla vicenda dell’onesto operaio Francois, barricato in casa e sotto il tiro della polizia dopo aver ucciso un rivale in amore, che rivive in flashback lo svilupparsi della sua storia. Un personaggio fragile che non riesce ad affermare il suo diritto alla serenità di una vita semplice accanto alla donna amata.
VITE VENDUTE” (1953, Sinister Film/CG Home Video) di Henri-Georges Clouzot; tratto dal romanzo di Georges Arnaud: in un paese sperduto dell’America centrale quattro uomini – Peter Van Eyck, Folco Lulli, Charles Vanel, Yves Montand – di diverse nazionalità (disoccupati e ‘perdenti’) accettano di trasportare, per conto di una compagnia petrolifera, due camion carichi di pericoloso esplosivo che serve a spegnere l’incendio di un pozzo. Un gioiello cinematografico secco ed essenziale, un saggio esemplare di tensione filmica – considerato a ragione uno dei capolavori della storia del cinema -, in cui paura e rischio mortale sono palpabili nel corso della narrazione e il cui senso si riflette meglio nel titolo originale (“Il salario della paura”, stesso titolo dato poi ad un remake girato nel ’77 da William Friedkin con musiche dei Tangerine Dream). Gran Premio a Cannes e menzione speciale per Vanel.

[Fine Parte 1]

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA