Musica

GOOD-BYE LIZELLE di Mark Olson

 

 

 

 

ARTISTA: MARK OLSON
TITOLO: Good-Bye Lizelle
ETICHETTA: Glitterhouse Records/Goodfellas
ANNO: 2014

Il terzo album solista del co-fondatore (assieme a Gary Louris) dei Jayhawks (e degli Original Harmony Ridge Creekdippers), Mark Olson, da Minneapolis, registrato in compagnia della moglie, la cantante e multistrumentista norvegese Ingunn Ringvold, regala alle ‘roots’ alternative d’Americana una nuova magnifica pagina che non va assolutamente trascurata. La Ringvold – cui spetterebbe almeno la co-titolarità del disco – è stata la chiave di volta che ha convinto l’inquieto musicista a tornare ad incidere e ad esibirsi dal vivo, è colei che ha svegliato Mark dal torpore esistenziale in cui si dibatteva, ne ha stimolato un rinnovato vigore ed il risultato (gioioso) è sotto gli occhi di tutti in questo disco. In passato, il percorso artistico di Olson si era sviluppato all’insegna dell’irrequietezza ed è stato segnato da lunghi periodi di inattività: distaccatosi dal gruppo dei Jayhawks, la sua creatura, per tornare a condividerne i destini per un altro decennio circa (del 2011 l’ultimo disco insieme “Mockingbird Time”) e poi allontanarsene definitivamente. Elemento distintivo però è sempre stato il movimento perenne che in questa circostanza lo ha portato a concepire questo progetto tra Sud Africa, Norvegia, Finlandia, Repubblica Ceca, Armenia, USA, servendosi di un sistema di registrazione portatile per l’urgenza di cogliere nel corso del viaggio i momenti di ispirazione più significativi immediatamente. L’album segna una svolta decisa negli orientamenti musicali che hanno accompagnato gli sforzi di Olsen in passato, vi prevalgono sonorità acustiche, ballate permeate di psychedelic-folk di matrice british (per nulla distanti dai toni dell’Incredible String Band dei quali addirittura il vocalismo di Mark sembra evocare quello di Robin Williamson), gradevoli mid-tempo, l’uso di strumenti variegati. L’apertura di “Lizelle Djan” è eclettica ed originale, con echi dissonanti speziati di Progressive Rock, ed il tutto riconferma il talento di Olson nelle armonie vocali e nel songwriting, “Running Circles” ha un insolito sapore mediorientale ma è perfettamente aderente alle corde espressive del titolare. È palese lo zampino della signora in pezzi quali “Cherry Thieves”, che sembra essere un classico vocale dei ’60, e ancora “All These Games” e “Heaven’s Shelter”, ricchi di armonia e infusi di una bellezza nordica che non può non rimandarci alla grande espressione alt-rock del nord d’Europa sviluppatasi negli ultimi lustri.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA