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FULL HOUSE: THE VERI BEST OF MADNESS dei Madness

 

 

 

 

 

ARTISTA: MADNESS
TITOLO: Full House: The Very Best Of Madness
ETICHETTA: BMG/Warner Music
ANNO: 2017

Una magnifica doppia antologia, che raccoglie tutti i migliori brani della loro discografia, riporta in primo piano uno dei gruppi più importanti della scena inglese di fine anni Settanta, i Madness, protagonisti del revival dello Ska. Lo Ska, lo ricordiamo, è quel genere sviluppatori originariamente in Giamaica all’inizio degli anni sessanta, nel periodo in cui l’isola caraibica otteneva l’indipendenza dalla Gran Bretagna (era il 1962), e diventato da subito assai popolare; anticipando anche l’esplosione di altri importanti fenomeni quali il rocksteady e il reggae. Una musica accattivante con un ritmo in ‘levare’ (detto ‘offbeat’) prodotto dalla miscela di strumentazioni elettriche (chitarre) e a fiato (sassofono, la tromba, e il trombone) che venne portato in Terra d’Albione dai numerosi emigranti di quegli anni. E non furono pochi i pezzi che conquistarono posizioni di primo piano nelle classifiche inglesi di vendita dei 45 giri. La Island Records di Chris Blackwell, la Trojan e la Blue Beat Records furono le etichette più pronte a cavalcare il fenomeno nascente e a promuovere lo Ska (anche detto Bluebeat). Di fatto lo Ska era musica ‘nera’ che faceva breccia tra le giovani generazioni di mod e ‘rude boy’ della cultura suburbana britannica. Nella metà degli anni Settanta, poi, con l’esplosione della rivoluzione musicale in atto nel Regno Unito, il genere, fondendo il Reggae e il Punk Rock, ebbe un rilancio propulsivo anche grazie al contributo di una delle band guida dell’epoca, i Clash, e vide nascere decine e decine di gruppi devoti allo Ska. Grazie agli Specials nasceva l’etichetta discografica di riferimento 2 Tone Records che prendeva il nome dai due colori dominanti (il Bianco e il Nero) dell’abbigliamento dagli artisti ska giamaicani degli anni sessanta (e che fece tendenza) e, nello stesso tempo, assumeva pure una valenza politica in quanto distintiva di problematiche sociali di integrazione e del connubio multirazziale nelle line-up delle band. Tra queste formazioni che emersero prepotentemente vanno annoverati senz’altro i Madness, tra i più carismatici. Oggi la doppia antologia dei Madness non trova impreparate le platee poiché già da tempo è in atto il revival dello Ska che ha conquistato di fatto anche le ultimissime generazioni di consumatori di musica un po’ dappertutto. Inoltre il settetto nato nel quartiere londinese di Camden Town e capitanato dal carismatico Graham ‘Suggs’ McPherson può contare su uno zoccolo duro di appassionati che continuano a presenziare ogni loro esibizione da vivo, perpetuando così una sorta di ‘leggenda’ che non tende ad esaurirsi. “Full House: The Very Best Of Madness”, dalla magnifica copertina concepita dall’artista Paul Agar (già precedentemente coinvolto nei lavori della band) e con una tracklist che si sviluppa in ordine cronologico, ripercorre la carriera del gruppo inglese divenuta band di culto in patria e che assieme agli Specials, ai Beat e ai Selecter ha costituito la massima espressione del genere Ska. 42 brani – tra rock steady, pop, contaminazioni jazz ed R&B, marcate influenze reggae; e pezzi decisamente danzerecci – che partono dagli hit del 1979 (“The Prince”, scritta originariamente dal musicista di Kingston Prince Buster, la classica, strumentale ed incalzante “One Step Beyond” con l’inconfondibile ‘intro’ del sax di Kix Thompson, “The Girl”), passano per altri consistenti successi (“Our House”, “It Must Be Love”, altro indiscusso cavallo di battaglia, “Night Boat to Cairo”) con i distintivi arrangiamenti di archi e ottoni, e proseguono fino a “Another Version Of Me” del 2017. Spiccano anche alcuni pezzi meno conosciuti ma che, nel contesto di questa splendida antologia, mostrano tutta la loro qualità; come “Waiting For The Ghost Train”, “Michael Caine”, “One Better Day”, “Cardiac Arrest”, “Lovestruck” e “Johnny The Horse” dalla accattivante linea melodica. L’antologia si chiude con il rifacimento di “My Girl” e “Can’t Touch Us Now”, tutto giocato tra piano e sax.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

TRACKLIST:
01. The Prince
02. One Step Beyond
03. My Girl  
04. Bed And Breakfast Man
05. Night Boat To Cairo
06. Madness  
07. Baggy Trousers  
08. Embarrassment
09. The Return Of The Los Palmas 7
10. Grey Day  
11. Shut Up
12. It Must Be Love
13. Cardiac Arrest  
14. House Of Fun  
15. Driving In My Car
16. Our House
17. Tomorrow’s (Just Another Day)
18. Wings Of A Dove  
19. The Sun And The Rain  
20. Michael Caine  
21. One Better Day  
22. Uncle Sam  
23. Yesterday’s Men
24. (Waiting For) The Ghost Train  
25. Sarah’s Song  
26. Lovestruck  
27. Johnny The Horse  
28. Drip Fed Fred
29. Simple Equation  
30. Girl Why Don’t You  
31. NW5  
32. Dust Devil  
33. Forever Young  
34. Sugar And Spice
35. My Girl 2  
36. Never Knew Your Name  
37. How Can I Tell You?  
38. Misery  
39. La Luna  
40. Mr. Apples
41. Can’t Touch Us Now
42. Another Version Of Me

 

Band:
Graham “Suggs” McPherson – voce
Mike “Monsieur Barso” Barson – tastiere, piano, vibrafono, cori
Lee “Kix” Thompson – sassofoni, percussioni, cori
Mark “Bedders” Bedford – basso
Daniel Woodgate – batteria, percussioni
Carl “Chas Smash” Smyth – tromba, cori
Chris “Chrissie Boy” Foreman – chitarra