L'angolo del Kult!

FANTOZZI di Luciano Salce in DVD

 

 

 

 

 

A oltre due anni dalla scomparsa di Paolo Villaggio Mustang Entertainment e CG Entertainment pubblicano nuovamente in DVD il film ‘cult’ “Fantozzi”, tratto dal libro dell’attore e scrittore genovese e capostipite di una saga di dieci film (più qualcun altro derivato tra i vari Fracchia e affini) dedicati al personaggio del mitico ragioniere Ugo.

 

 

 

 

 

Quarantaquattro anni fa faceva la sua comparsa il personaggio di Fantozzi ===Consulta la Filmografia=== che, trasferito sullo schermo cinematografico dal fortunato romanzo scritto da Villaggio, era destinato a rimanere nell’inconscio di tutti, ed imporsi prepotentemente pure nel parlare comune della gente. Da allora ‘Fantozzi’ è sinonimo di una condizione di disagio non solo lavorativa ma anche mentale e nel linguaggio di tutti i giorni sono diventati evocativi termini come ‘megadirettore galattico’, ‘poltrona di pelle umana’ o ‘nuvola fantozziana’. Il ragionier Ugo Fantozzi, travet italiano per antonomasia, ineguagliata icona della sopravvivenza alla quotidiana ferocia della vita da impiegato, conferma di essere uno dei personaggi più amati dal pubblico di ogni età: passano gli anni ma le risate sono sempre assicurate. E poi quella scena con la Corazzata Potemkin («Per me la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!!», e la platea che esplode in un applauso fragoroso e convinto) sullo sfondo rimane indimenticabile… Villaggio è riuscito a creare con il personaggio di Fantozzi una vera e propria maschera, conferendogli la valenza e complessità artistica di icona dell’immaginario collettivo. Fantozzi è servile (si ricordi quell’esclamazione rivota al suo dirigente Megagalattico: “…com’è umano lei!”), è privo di qualsiasi ‘coscienza politica’, è pronto a genuflettersi pur di mantenersi abbarbicato al suo dolente (ma per lui rassicurante) ‘status’ di vita. Il merito precipuo del successo va sicuramente ascritto a Paolo Villaggio ===Consulta la Filmografia=== che, prima della notorietà come scrittore e poi come interprete del personaggio introdotto dai suoi libri, era stato veramente un impiegato della Cosider, importante industria impiantistiche dell’epoca. Il personaggio era nato nel 1965 sul palcoscenico di un teatro di Genova, è stato successivamente messo a punto dal collaudo in televisione nel 1968 (con i monologhi nella trasmissione “Quelli della domenica”, sfruttando una comicità di derivazione cabarettistica) e dai due best-seller librari editi dalla Rizzoli nel 1971 (“Fantozzi”) e nel 1974 (“Il secondo tragico Fantozzi”, titolo anche del secondo film dedicato al personaggio, sempre diretto da Salce nel 1976). Importante poi l’innovazione nel linguaggio, con espressioni – come detto in precedenza – da tempo entrate nell’uso comune. «Fantozzi e Fracchia in fondo sono delle vittime della vita moderna, dei perdenti e questo fa felice il pubblico, lo rassicura, perché forse capisce che è un destino comune», questo dichiarava Paolo Villaggio anni addietro. Mentre nel tempo si è provveduto alla pubblicazione in DVD (e in pochi casi anche in Blu-Ray) dei film dedicati alle vicende tragicomiche del rag. Fantozzi, interpretato dal suo creatore, Paolo Villaggio, e dei suoi ‘spin-off’; storie incentrate su situazioni che si fanno sempre più umilianti, grottesche e surreali al punto che il personaggio perde ogni contatto con la realtà ed i film si trasformano strada facendo in un inesauribile prontuario di maltrattamenti subiti, spesso privi di unitarietà narrativa ma che ne giustificano la serialità. Villaggio, con il suo fortunato Fantozzi, l’impiegato sognante e complessato, seguito da Fracchia alle prese con ‘mostruosi’ problemi quotidiani, non hanno fatto che riproporre il canovaccio degli sketch televisivi traslati nelle più disparate collocazioni cinematografiche. Nel cogliere con ironia i tratti caratteriali e distintivi di Fantozzi, nel far ridere delle sue ‘tragiche’ vicissitudini tra scontri con il megadirettore galattico, sogni d’avventure galanti con la signorina Silvani, il risveglio mattutino con l’incubo di non riuscire a timbrare in tempo il cartellino, i mutandoni ascellari e il tragico spigato siberiano, le tragiche partite a calcetto scapoli contro ammogliati, ed i perigliosi coinvolgimenti nelle iniziative ricreative del collega Filini, Villaggio e il regista del primo film, Luciano Salce (inizialmente si era pensato a Salvatore Samperi per la regia), anche grazie grazie al contributo offerto alla sceneggiatura da due firme prestigiose come quelle di Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, riuscirono in quel 1975 a far ridere di se stessi, dei propri difetti e della propria codardia, gli spettatori. Il regista è stato bravissimo a tradurre in un contesto filmico le caratteristiche del personaggio e Villaggio magnifico nell’incarnarlo, ancor meglio che nel libro, con quella studiata goffaggine che ha trionfato sullo schermo. Senza trascurare l’accento sui graffi satirici espressi sulla società italiana degli anni Settanta. Il pubblico ride guardando Fantozzi perché vede nel personaggio l’esasperazione di una serie di tratti che, sebbene stemperati nell’assurdo, gli appartengono; poiché la gente che ci circonda (noi stessi compresi) è alla stessa maniera del ragionier Fantozzi servile, pavida, profittatrice, codarda e sfigata. L’incipit è esilarante: il ragionier Ugo Fantozzi, viene ‘dimenticato’ per 18 giorni nei gabinetti murati della Megaditta in cui lavora (la Ital-Petrol-Ceme-Termo-Tessil-Farmo-Metal-Chimica) come impiegato dell’Ufficio Sinistri e sarà ritrovato solo perché la moglie Pina (Liù Bosisio) osa fare una ‘rispettosa’ telefonata in sede per chiedere notizie del marito. Facciamo poi la conoscenza della figlia deforme di Fantozzi, Mariangela (Plinio Fernando), dall’aspetto animalesco (non a caso è un uomo ad interpretare il personaggio), della collega di cui è segretamente (ma non dichiarato) innamorato, la signorina Silvani (Anna Mazzamauro), degli altri suoi colleghi – tra cui il ragionier Filini (Gigi Reder) – e dirigenti, molti dei quali sottopongono Fantozzi sul posto di lavoro ad autentiche vessazioni, continue umiliazioni, che trovano terreno fertile nell’autoflagellazione caratteriale, ma anche nell’infantile candore, di cui e pervaso il personaggio. Fantozzi sogna – per esempio – di venir crocifisso in sala mensa e si sottopone, con generosa subalternità, a qualsiasi tipo di angheria i suoi colleghi decidono di indirizzargli. La scena in cui la figlia Mariangela gli chiede perché in azienda, durante consegna dei regali natalizi ai figli dei dipendenti, l’abbiano chiamata ‘Cita’ (la scimmia di Tarzan), e lui le risponde che era esistita una bellissima diva del cinema che aveva per nome Cita Hayworth, è un momento magnifico di Cinema tout-court. Il film, dopo l’iniziale prologo, procede per sketch (con una comicità di stampo slapstick, da cinema muto, con toni sospesi tra il grottesco e il demenziale) legati tra loro da temi costanti ma efficaci per strappare risate che sono stesso amare e ‘tragiche’, surreali ed oniriche. Il modello collaudato attraverso le avventure tragicomiche di Villaggio-Fantozzi-Fracchia è diventato il simbolo dell’uomo comune frustrato e sconfitto, e puntualmente respinto dal mondo. Villaggio andava dicendo implicitamente che siamo tutti un po’ Fantozzi. Più di tutti gli altri film della saga, i primi due (“Fantozzi” di Luciano Salce ed il suo sequel “Il secondo tragico Fantozzi”) mettono in evidenza la mostruosità, chiarendone in maniera quasi profetica (per l’epoca) l’oggettività, la sua universalità. Allo stesso modo in cui faceva Charlie Chaplin, con il suo Charlot, all’epoca del ‘Muto’. Come “Fantozzi” e i suoi sequel anche i due film dedicati a Fracchia (“Fracchia la belva umana” del 1981 e “Fracchia contro Dracula” del 1985). Giandomenico Fracchia è derivazione diretta di Fantozzi, è stato uno degli sfortunati personaggi portati in tv e al cinema dal comico genovese negli anni Ottanta; è sfortunato e ipertimido, ansioso e vigliacco, goffo e schizofrenico nel suo essere servile verso i potenti. Insomma un personaggio tragico, che si trascina appresso tutto il campionario di situazioni paradossali e inverosimili, ed è il perfetto prosecutore delle tragicomiche vicende dei classici Charlot e Keaton.
TECNICA
Non particolarmente accurato il trasferimento in High-Def ma sufficiente a incoraggiarne l’up-grade assieme a quell’idea di recupero suggerita in precedenza. Audio con la sola traccia Dolby Digital 2.0. Gli Extra prevedono lo speciale “La tragica storia di Fantozzi – Prima Parte”, raccontata da Paolo Villaggio.

 

 

FRACCHIA LA BELVA UMANA” (1981) di Neri Parenti ===Consulta la Filmografia===; film che certo meriterebbe d’essere recuperato, e visto sotto una diversa luce, il film (che ha quasi quarant’anni) su uno degli sfortunati personaggi portati in tv e al cinema dal comico genovese negli anni Ottanta. Un personaggio tragico, Giandomenico Fracchia (qui è il sosia di un pericoloso bandito), che si porta appresso tutto il suo campionario di situazioni paradossali e inverosimili ed è il perfetto prosecutore delle tragicomiche vicende dei classici Charlot e Keaton. Sulle tracce del malfattore troviamo Lino Banfi, nei panni del’incredibile commissario Auricchio. 
FRACCHIA CONTRO DRACULA” (1985) di Neri Parenti; nella lunga sequela di film in cui Paolo Villaggio ha vestito ora i panni di Fantozzi (o dei fantozziani Fracchia, ragioniere Arturo Fanti o Kranz tedesco di Germania) c’era ancora qualcosa che mancava all’appello nell’home video. Questo ripropone il modello collaudato delle avventure tragicomiche di uno dei personaggi che hanno fatto la fortuna dell’attore. Fracchia è un timido ed impacciato (oltre ogni misura) agente immobiliare che si ritrova a cercare di piazzare ad un cliente (il sempiterno ragionier Filini, interpretato dall’indimenticato Gigi Reder) addirittura il cupo ed inquietante castello del conte Dracula in Transilvania. Con Dracula abita il castello la sorella-vampiressa Onirica, fidanzata di un certo Frankenstein, ed un servitore cieco… Facile immaginare a quali disavventure vanno incontro.

 

(Luigi Lozzi)                                     © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 


(immagini per cortese concessione della Mustang Entertainment/CG Entertainment)

 

 

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

FANTOZZI 

(Fantozzi)
Italia, 1975, 103’
Regia: Luciano Salce
Cast: Paolo Villaggio, Anna Mazzamauro, Gigi Reder, Liù Bosisio, Giuseppe Anatrelli, Plinio Fernando, Umberto D’Orsi, Paolo Paoloni, Umberto Orsini, Andrea Roncato, Willy Colombini, Ettore Geri, Luciano Bonanni.

Informazioni tecniche del DVD

Video: 1.85:1 1920x1080p/24p 

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0 (Mono)
Distributore: Mustang Entertainment/CG Entertainment