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2001: ODISSEA NELLO SPAZIO di Stanley Kubrick in Blu-Ray 4k Ultra HD

 

 

 

 

 

 

Allo scoccare dei cinquant’anni dalla sua uscita cinematografica, la pubblicazione di un’edizione Blu-ray Ultra HD, completamente restaurata nel video, del capolavoro di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello Spazio” ci indica inequivocabilmente che il formato 4K è (quasi) completamente sdoganato sul mercato dell’Home Entertainment.
 
 

 

Bastarono solo tre film diretti per far dire a Orson Welles nel 1958 che Kubrick fosse il cineasta americano più dotato; «Ho visto e analizzato i suoi film numerose volte nel corso degli anni – ha detto Martin Scorsese -. Eppure, ogni volta che ho rivisto “2001 Odissea nello Spazio”, “Barry Lindon” o “Lolita”, vi ho scoperto invariabilmente un livello che non mi era ancora apparso evidente. Con ogni film egli si è ridefinito e ha ridefinito il cinema e la vastità delle sue possibilità», e ancora: «Kubrick sapeva controllare tutto della sua visione senza mai scendere a compromessi, fatto molto raro. Non ne vedremo altri così. Era ferocemente individualista, non faceva nessuna concessione. I suoi film sono delle grandi opere, che dureranno per sempre» affermana Robert Altman. Ecco, Stanley Kubrick. Parlare di lui è l’umile genuflettersi del vostro cronista dinanzi ad un genio assoluto della cinematografia mondiale; nessuna parola, nessuna analisi, può rendere compiutamente il senso della sua opera quanto l’immergersi nella visione dei suoi film scevri da sovrastrutture e condizionamenti con la voglia soltanto di farsi ‘meravigliare’ dal suo sguardo. Lo “sguardo” di Kubrick ci ha insegnato a porci in un modo nuovo e diverso rispetto alle cose e per nostra fortuna il cinema ci aiuta a conservare memoria dei capolavori kubrickiani, del suo instancabile guardare (e saper guardare oltre), del suo essere anticipatore e precursore. Ci sono scene dei suoi film oramai immortali che sono entrate a spron battuto nel bagaglio immaginifico e culturale del nostro tempo e lo rimarranno indelebilmente nei tempi a venire. Tredici pellicole (ognuna di esse è un capolavoro) in oltre quarant’anni di carriera sono la testimonianza dello sbalorditivo talento di un regista unico ed ineguagliabile. E questo, attenzione, gli ha permesso di disporre di produzioni illimitate nei costi e di imporsi come uno dei pochi registi americani ad aver costruito la propria carriera al di fuori delle major hollywoodiane, lì dall’esilio volontario in Inghilterra, nella sua casa a Childwickbury, Saint Albans (a nord ovest di Londra). La lettura critica su Stanley Kubrick ===Consulta la Filmografia=== ha innalzato nel tempo un mito dogmatico complesso almeno quanto il monolite che compare in “2001”. Tutto quello che ha narrato sullo schermo – che fosse la fantascienza di “2001 Odissea nello spazio” o l’angoscia nucleare del “Dottor Stranamore”, il culto della violenza di “Arancia Meccanica” o la paranoia contemporanea di “Shining” – non ha mai assunto toni autobiografici ma di certo egli vi ha portato una personale visione disincantata e sardonica del mondo e della società, e pessimistica dell’umanità, in cui l’uomo progredisce attraverso la violenza e grazie al dominio esercitato sui più deboli. Opere che inducono alla riflessione e che sono lo specchio di una visione allucinata della realtà. Il tutto ottenuto attraverso la maniacale cura, divenuta leggendaria, di ogni particolare. Per alcune scene di “Barry Lindon” pretese la costruzione di alcuni obiettivi particolari, mai utilizzati precedentemente, ma avveniristici; per “Shining” introdusse l’uso della Steadicam, quel particolare sistema di contrappesi che permette alla telecamera a spalla una linearità di ripresa priva di qualsiasi tremolio che da allora è diventata di utilizzo comune nel cinema. Kubrick conservava tutto. Appunti, foto, schizzi, note, sceneggiature, lettere, ritagli, la sua vera ossessione era la precisione, per questo scriveva e riscriveva continuamente, voleva controllare tutto: ogni inquadratura, ogni dialogo. Addirittura arrivava a scegliere la grafica e la disposizione dei manifesti pubblicitari, dirigeva personalmente il missaggio e la stampa delle copie dei film e ne controllava pure le uscite tv; ed in un’occasione ha addirittura ritardato la distribuzione italiana di “Full Metal Jacket” perchè le voci del doppiaggio non erano di suo gradimento. In “Shining”, per l’inquadratura della macchina da scrivere, dove si legge un proverbio, ha voluto che in ogni nazione, dove la pellicola è stata distribuita, apparisse nella lingua originale. Forse l’ossessiva ricerca di perfezione del regista può essere vista come emblema di una coscienza terrorizzata dalla precarietà della vita. La sua morte avvenuta nel sonno per un attacco cardiaco il 7 marzo del 1999 lo ha privato – e pochi artisti più di lui lo avrebbero meritato – del privilegio di entrare in quel nuovo millennio del quale era stato meraviglioso anticipatore con “2001 Odissea nello Spazio”. Perché quando questo film è uscito, nel 1968, prima dell’arrivo dell’uomo sulla Luna, l’anno del titolo sembrava annunciare un’epoca irraggiungibile, da fantascienza. “2001” venne immediatamente indicato come quello che aveva traghettato la Fantascienza sul grande schermo dallo status di ‘B-Movie’ a opera d’autore, il primo a dare senso artistico compiuto ad un film di Fantascienza; un autentico spartiacque tra un prima e un dopo, un monumentale manifesto visuale delle inquietudini dei sessanta ma anche proiezione verso la conquista di nuove dimensioni di vita. Partito con l’idea di realizzare ‘un documentario mitologico sulla conquista del sistema solare’ in cui si annullano i concetti di spazio e tempo, da alcuni racconti del più noto scrittore di fantascienza, Arthur C. Clarke – la storia di un gruppo di astronauti che s’imbattono in un misterioso monolite simboleggiante la porta dell’infinito -, il regista dà vita alla lunga lavorazione di un’opera indimenticabile ma personalissima, segnata da numerosi cambiamenti (via, ad esempio, la partitura scritta da Alex North per privilegiare il tema di “Così parlò Zarathustra” di Strauss e il valzer “Sul bel Danubio blu” per la danza delle astronavi), dovuti all’insoddisfazione del regista, e dal raddoppio della spesa produttiva prevista; ma l’incredibile intuizione di Kubrick (quel suo anticipare i tempi) è soprattutto quella di mettere in circolazione il film alcuni mesi prima dello sbarco sulla Luna avvenuto il 20 luglio 1969. E tutto questo era stato determinato dall’enorme impatto visivo, dalla maniacale cura tecnica applicata da Kubrick, dall’efficacia degli Effetti Speciali, quasi impensabili per i mezzi tecnici all’epoca disponibili, dalla profondità dei temi trattati e dalle riflessioni che questi inducevano nello spettatore, dal misterioso Monolite che vi campeggia, ma anche da quella certa e intrinseca difficoltà ad interpretarne i significati per via di una trama misteriosa che Kubrick volutamente lasciò interpretare in vario modo senza mai dare una parola definitiva, oltre alla basilare spettacolarità. Sostanzialmente si tratta – a larghe linee – di un film sulla ricerca dell’origine dell’intelligenza umana, e prova ad approfondire il ‘pensiero’. Tra le tante c’è una scena nel film di Kubrick di straordinaria efficacia narrativa ed è quella in cui lo scimmione, nostro antenato, lancia per aria un osso di una carcassa di animale ucciso e questo si trasforma in pochi attimi in una astronave fluttuante nello spazio, permettendo al regista che l’ha ideata di compiere un salto temporale di qualche milione di anni. Ecco una scena del genere, quando il sottoscritto la mostra nelle scuole per gli studenti delle medie o delle superiori, serve a far comprendere come il Cinema abbia questa capacità unica di raccontare le cose, pure in forma poetica, senza la necessità di ricorrere alle parole. “2001”, basato su un soggetto di Arthur C. Clarke, si collocava sulla scia di film quali “Uomini sulla Luna” (1950), “Quando i mondi si scontrano” (1951), “Cittadino dello spazio” (1955), “Il pianeta proibito” (1956), opere genuine di una narrazione proiettata ad approfondire tecnologie futuristiche ma ancora ‘immature’ a livello visivo e condizionate da budget contenuti. Da non trascurare invece l’aspetto mistico-filosofico di film usciti prima del ’68 come l’inquietante “L’invasione degli ultracorpi” (1956) di Don Siegel, la commedia grottesca ed antimilitarista “Il Dottor Stranamore” (1963), sempre di Kubrick, e “Fahrenheit 451” (1966) di Francois Truffaut, trasposizione del celebre romanzo di Roy Bradbury; diventati – comunque – tutti classici del genere. Scriveva il critico di cinema Roger Ebert a proposito del film di Kubrick: «Il genio non è tanto quanto Stanley Kubrick fa in “2001: Odissea nello Spazio”, ma quanto poco. E’ il lavoro di un artista così tanto confidente che non include una singola inquadratura realizzata tanto per tenere viva la nostra attenzione. Riduce ogni scena all’essenza, e la lascia sullo schermo tutto il tempo necessario così che noi possiamo contemplarla, per renderla parte della nostra immaginazione. Caso unico dei film di fantascienza, 2001 non mira a elettrizzarci, ma a ispirare la nostra ammirazione». Così “2001: Odissea nello Spazio”, con l’eccezionale connubio delle musiche (di estrazione classica scelte dal regista da “Blue Danube” di Johann Strauss a “Also Sprach Zarathustra” di Richard Strauss) e delle immagine iconiche, venne visto come il caposaldo della moderna Fantascienza. i suoi Effetti Speciali determinarono una vera e propria rivoluzione nella realizzazione tecnica dei film nel genere fantascientifico, così come i modellini delle astronavi realizzati da Douglas Trumbull, facendo riverberare il suo peso significativo fino ancora ai giorni nostri. Di sicuro dopo il film di Stanley Kubrick la Fantascienza al Cinema non è più stata la stessa ed i progetti successivi che hanno preso vita (da Lucas e Spielberg a Scott a Nolan) ne sono rimasti influenzati. Il 1968 inoltre rimane una data importantissima, fondamentale per il Cinema di Fantascienza, anche per l’arrivo di altri due film epocali come “Il Pianeta delle Scimmie” e “I due mondi di Charly”, il primo un ‘cult’ assoluto che ha dato vita ad una lunghissima serie di film, il secondo meno conosciuto, ma non per questo meno importante, diretto da Ralph Nelson quale adattamento del romanzo “Flowers for Algernon” di Daniel Keyes, film non spettacolare per make-up o effetti speciali ma sorretto da una splendida sceneggiatura. Ovviamente “2001: Odissea nello Spazio” si colloca di una spanna al di sopra degli altri due. Il 1968 – lo diciamo quale breve inciso – è anche l’anno de “La Notte dei Morti Viventi”, il capolavoro horror-zombie di George A. Romero. “2001: Odissea nello Spazio” è stato di recente riproposto nelle sale cinematografiche, ad uso e consumo delle nuove generazioni che non conoscono il film e dei nostalgici appassionati di sempre della pellicola, ottenendo un confortante successo.
Tecnica ed extra
L’edizione si compone di tre dischi: un Blu-ray Ultra HD contenente il film derivato dal nuovo master 4K (alla cui restaurazione ha collaborato il regista Christopher Nolan in persona) e due Blu-ray “standard”, di cui il primo sempre con il film (tratto dal nuovo master) ed il secondo con i contenuti extra già presenti nell’edizione del 2007. Il film viene presentato in un’elegante e robusto cofanetto, al cui interno campeggia un piccolo libretto di 20 pagine, corredato da ghiotte immagini di più alcune cartoline da collezione. Nonostante i cinquant’anni sulle spalle “2001”, nella nuova versione curata da Nolan, ha una mirabile resa qualitativa sul supporto 4K (ed anche l’apporto del HDR-10 in formato Dolby Vision fa la sua parte), a capo di un restauro molto accurato dal nuovo master derivato dal negativo originale a 65 mm Cinerama e Super Panavision ed effettuando uno scan in 8k (come riportano le note di produzione); perfino il nuovo trasferimento in High-Definition sul Blu-Ray è decisamente migliorativo dell’edizione del film pubblicata nel 2007 che aveva non poco deluso gli appassionati, vengono esaltati nitidezza, precisione, profondità, dettaglio anche dei particolari in secondo piano, brillantezza della scala cromatica e ‘pulizia’ della grana. È stato mantenuto il corretto aspect ratio di 2.20:1, mentre il precedente Blu-Ray di una decina d’anni fa era stato calibrato su un 2.40:1. L’HDR del 4K UHD dona al film di Kubrick un dettaglio strabiliante e colori più caldi e realistici (con il rosso che ha una predominanza ed un nitore intenso sconosciuti alle precedenti edizioni per l’HE), alternati a momenti più morbidi in qualche scena più critica: mai dimenticare che si tratta pur sempre di una pellicola che ha cinquant’anni alle spalle. Laddove c’è grana questa risulta per nulla invasiva e fastidiosa, anzi offre un più puntuale senso cinematografico vintage. L’edizione 4k di un capolavoro come “2001: Odissea nello Spazio” è largamente appagante sia nel video che nei Contenuti Speciali; davvero una ‘Experience’ per autentici devoti della visione d’altissima qualità visto che siamo dinanzi alla miglior edizione mai vista del film. Come spesso accade per film usciti in 4K il comparto Audio non è stato aggiornato per cui ci si deve accontentare (per la traccia in italiano) dello scontato, e appena accettabile, audio italiano Dolby Digital 5.1 (48kHz/448 kbps), lo stesso dell’edizione Blu-Ray del 2007, mentre va meglio per l’inglese codificato in due tracce DTS-HD Master Audio 5.1 diverse ma entrambe pulite ed egualmente importanti, poiché la prima è quella derivata dal restauro operato sull’opera del 1999, e qui rimasterizzata, mentre la seconda è relativa alla traccia originaria a 6 piste della pellicola 70mm del 1968. Quest’ultima – sebbene non perfetta – è interessante e affascinante per il suo sapore vintage che farà piacere ai cultori. Da ricordare poi che “2001: Odissea nello Spazio” è film in cui prevalgono la bellezza delle immagini e l’incanto della musica della colonna sonora, i dialoghi sono poco significativi. L’edizione approntata dalla Warner Bros. Home Entertainment, oltre al disco 4k UHD, include due dischi Blu-Ray: il primo contiene il film con il nuovo restauro (con il solo commento audio degli interpreti Keir Dullea e Gary Lockwood) ed il secondo – grazie ad una scelta apprezzabile da parte dei curatori – contempla esclusivamente i Contenuti Speciali, tutti già visti. Non ce ne sono di nuovi realizzati appositamente per questa ‘importante’ edizione per il 50° anniversario, e sono “2001: La realizzazione di un mito” (43’08”), “Standing on the Shoulders of Kubrick: L’eredità di 2001” (21’25”), “Visioni di un futuro passato” (21’31”), “2001: Uno sguardo oltre il futuro” (23’11”), “Cosa c’è lassù?” (20’42”), “2001: Effetti speciali” (9’33”), “Look: Stanley Kubrick!” (3’15”), “11/27/1966 Intervista con Stanley Kubrick” (76’31”, solo audio), Theatrical Trailer (1’51”).

 

(Luigi Lozzi)                                                 © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 


(immagini per cortese concessione della Warner Bros. Home Entertainment)

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

2001: ODISSEA NELLO SPAZIO  

(2001: A Space Odyssey)
Usa/Gran Bretagna, 1968 176’
Regia: Stanley Kubrick
Cast: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan, Douglas Rain, Frank Miller, Bill Weston, Ed Bishop, Glenn Beck, Alan Gifford, Ann Gillis, Edwina Carroll, Penny Brahms, Heather Downham, Mike Lovell, John Ashley.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Blu-ray Ultra HD

Durata: 148 minuti
Video: 16×9 2.20:1 – 2160p HDR10 + Dolby Vision
Lingue: Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo Dolby Digital 5.1, Portoghese, Polacco Dolby Digital 2.0, Inglese Dolby Digital 1.0, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
Blu-ray
Durata: 148 minuti
Video: 16:9 2.20:1 – 1080p
Lingue:Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo Dolby Digital 5.1, Portoghese, Polacco Dolby Digital 2.0, Inglese Dolby Digital 1.0, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
Blu-ray (contenuti speciali)
Commento di Keir Dullea e Gary Lockwood
Documentario di Channel Four 2001: The Making of a Myth
4 Inserti Speciali: Sulle Spalle di Kubrick: L’Eredità di 2001; Visioni di un Futuro Passato: Un Film Profetico; 2001: Odissea nello Spazio – Uno Sguardo oltre il Futuro; Cosa c’è Lassù?
2001: Effetti Speciali e Progetto Grafico
Look: Stanley Kubrick!
Traccia audio: 1966 intervista a Stanley Kubrick condotta da Jeremy Bernstein
Trailer Cinematografico
Distributore: Warner Bros. Home Entertainment [4K ULTRA HD + 2 Blu-Ray]