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LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA di Roger Corman in Blu-Ray

 
 
 
 
 
 
La pubblicazione di qualche tempo fa per la prima volta in Blu-Ray de “La maschera della morte rossa” di Roger Corman ci permette, una volta di più, di tornare a parlare di questo straordinario cineasta.

«La mia carriera ha rappresentato un’anomalia a Hollywood. Mi hanno chiamato in tutti i modi, da “re del film di serie B” a “papa del cinema pop”. Ho diretto più di 50 film indipendenti a basso costo, ne ho prodotti e distribuiti o distribuiti soltanto altri 250 per conto delle mie società, la New World Pictures e la Concorde-New Horizons. Mentre è tradizione a Hollywood che nessuno guadagni facendo cinema, comunque vadano le cose al botteghino, io sono riuscito a ricavare un profitto in 280 casi all’incirca, di quei 300. Pur essendo a basso costo, i miei film hanno partecipato a festival di prestigio, e sono stato il regista più giovane cui abbiano dedicato delle retrospettive alla Cinémathèque Française di Parigi, al National Film Theatre di Londra e al Museum of Modern Art di New York. E negli anni ’70, mentre producevo pellicole di genere exploitation vietate ai minori di 17 anni con la New World, importavo contemporaneamente dall’estero importanti opere d’autore, cinque delle quali vinsero l’Academy Award per il miglior film straniero»; con queste parole Roger Corman ===Leggi l’articolo a lui dedicato=== apriva la prefazione al libro biografico a lui dedicato da Jim Jerome, “Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro” (1998, edizioni Lindau; 302 pag.). La caratteristica principale di Corman è sempre stata la straordinaria capacità di girare film a basso costo e in pochissimo tempo, anche sei/sette film l’anno; è diventata leggenda “La piccola bottega degli orrori” girato nel 1960 addirittura in soli due giorni. Una figura di riferimento per il cinema indipendente tout-court, non solo per l’abilità nel contenere i costi produttivi ma anche per la scarna essenzialità del suo fare cinema e per l’ingegno messo in campo nel trovare soluzioni ‘cinematografiche’ agli ostacoli che d’improvviso gli si paravano dinanzi. «Se avessi frequentato una scuola di cinema non avrei avuto bisogno di dirigere tanti film banali», amava dire quasi schernendosi; una dichiarazione, questa, paradossale ancorché (apparentemente) ingenua visto che Corman al contrario mentre procedeva – diciamo – verso questa sua ‘maturazione’ era per molti giovani registi esordienti un maestro ed un vero e proprio punto di riferimento. Mi riferisco a gente (che poi sarebbe diventata) del calibro di Peter Bogdanovich, Monte Hellman, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Jonathan Demme, John Sayles. I più grandi successi di Roger Corman ===Consulta la Filmografia=== come regista furono i film tratti dai romanzi e dai racconti cupi (da incubo ad occhi aperti) di Edgar Allan Poe cui egli si dedicò a partire dal 1960. La serie si compose de “I vivi e i morti” ===Leggi la Recensione=== (“House of Usher “, 1960), “Il pozzo e il pendolo” (1961), “Sepolto vivo” ===Leggi la Recensione===” ===Leggi la Recensione=== (1962), “I racconti del terrore” (1962), “I maghi del terrore” (1963), “La città dei mostri” ===Leggi la Recensione=== (1963), “La maschera della morte rossa” (1964) e “La tomba di Ligeia” (1964); tutti interpretati – ad eccezione di “Sepolto vivo” – da Vincent Price ===Consulta la Filmografia===. La recente pubblicazione in Blu-Ray de “La maschera della morte rossa” ci consente di soffermarci su questo importante film nella filmografia di Roger Corman. Tratto da un racconto breve di Edgar Allan Poe il film venne girato in Inghilterra. Ambientato nell’Italia medievale vi si racconta la storia del crudele principe Prospero, un inquietante personaggio seguace di Satana che terrorizza gli abitanti della zona in cui vive mentre un morbo micidiale, la Morte Rossa, va seminando morte tra la popolazione e devastazione nelle terre circostanti. Nel suo castello, al riparo dall’epidemia (perché convinto che i riti satanici cui si sottopone possano salvaguardarlo oltre a donargli maggiore forza e potere), il signorotto organizza per i suoi ospiti feste da ballo sfarzose e decadenti fino a quando un ospite sconosciuto sopraggiungerà a modificare le cose… In sub-ordine alla trama principale è stata aggiunta quella della vendetta di un nano tratta da “Hop-Frog”, un racconto di Poe del 1849. Di tutti i film di Corman tratti dalle opere di Poe “La Maschera della Morte Rossa” è certamente quello con il budget più cospicuo e dalla resa visiva più sontuosa ed accurata. Il regista avrebbe voluto girare questo film subito dopo “I vivi e i morti”, ma mise da parte il progetto per alcuni anni perché temeva che qualcuno potesse accusarlo di aver copiato “Il settimo sigillo”, il film capolavoro di Ingmar Bergman del 1956 – del quale peraltro il regista si dichiarò fan assoluto, ritenendolo uno dei più grandi film di tutti i tempi -, nel quale la Morte, nel Medio Evo, si aggira nelle campagne svedesi con un mantello e un cappuccio nero, ed un fare che ha molte analogie con una scena del suo film. Corman utilizzò le scenografie che erano servite per il film storico “Beckett e il suo Re” di Peter Glenville (con Peter O’Toole e Richard Burton) di quel 1964 e per altri lavori. In primo piano, oltre la superba interpretazione di Vincent Price – davvero iconica – e gli insistiti riferimenti satanici, le magistrali visioni oniriche, ci sono le magnifiche scenografie e il notevole ed opulento impatto visivo della pellicola cui lavorò in veste di direttore della fotografia Nicholas Roeg (due anni prima, nel 1962, era stato stato assunto come direttore della seconda unità di fotografia per “Lawrence d’Arabia” di David Lean). Il futuro regista di “A Venezia… un dicembre rosso shocking” e “L’uomo che cadde sulla Terra” dona al film uno spettacolare gioco di colorazioni (che passano dal rosa al violetto con grande efficacia) che hanno fatto epoca; ognuna delle sale del castello ha una sua precisa tonalità mentre la scena del ballo, all’insegna del vizio dissoluto, si arricchisce di sfavillanti contenuti cromatici. «… con l’episodio del “Gatto nero” ne “I racconti del terrore” – dichiarava Corman in un’intervista del 1964 – mi sono reso conto che il pubblico apprezzava il comico e ciò ci ha portati a “I maghi del terrore” (“The Raven”) che è interamente, o quasi, sul tono della parodia. Ho poi cercato di fare il contrario con “La Maschera della Morte Rossa”, accentuando l’aspetto filosofico a scapito del puro orrore. È bella l’ironia di Vincent Price nel film, le sue parole che seguono la morte di Hazel Court: “No, non dovete addolorarvi, dovreste anzi rallegrarvi, dato che lei ha appena sposato uno dei miei amici!”. Si, amo molto anch’io questo tono, credo che si adatti bene al personaggio, è un dettaglio realista. Nella frase c’è ambiguità: Prospero dice la verità: la donna ha sposato il Diavolo e il matrimonio viene consumato ma nello stesso tempo egli sorride per ciò che l’atto comporta […] Vincent Price riesce a rendere molto bene questo tipo di situazioni. Egli può recitare in modo barocco e magniloquente e porsi all’estremo limite dell’ironia e della farsa. Sa esattamente dove conviene fermarsi, si serve dell’humor e di una specie di riflessione ironica su di sé e su ciò che sta per dire». Ma non tutto è andato per il verso giusto ed il film si è tirato dietro anche una serie di critiche, sicuramente eccessive (se valutate alla luce delle conoscenze ed il rispetto che abbiamo maturato negli anni per il regista, e che mantiene un suo fascino sinistro e ci fa oggi considerare questo comunque come uno dei suoi capolavori), ma che vogliamo comunque riportare. A difettare è principalmente la sceneggiatura (manca di profondità e di coesione narrativa) che fino a quel momento era stato il fiore all’occhiello del regista che in questa occasione si prende maggiormente cura della realizzazione tecnica, davvero riuscita; è fatto salvo il finale poco rassicurante che risulta sorprendente e congruo con la materia trattata. Scriveva Carlos Clarens nel libro “An Illustrated History of The Horror Film”: «Il tono di questo film non è di angosciosa contemplazione, quanto piuttosto quello con cui si racconta una favola macabre ricca di particolari. Il racconto possiede la piena eleganza unidimensionale di certe ‘strisce’ comiche, traboccante di effetti luministici e decorativi (le stanze del castello del principe Prospero, ognuna delle quali brillante di diverso colore). Nella realizzazione dell’ambiente Corman si conferma così un vero geniale ‘metteur en scène’. Dove fallisce è nelle aspirazioni più ambiziose: i personaggi grotteschi sono i nani dei racconti fiabeschi, figurine modellate e maghi da teatro; la sua danza macabra è niente di più che uno svogliato balletto di terz’ordine con gli spiriti partecipanti che twisteggiano per creare un effetto. Ovviamente Corman non è Ingmar BergmanLuis Bunuel, due registi che egli ammira moltissimo. Nel complesso “The Masque of the Red Death” si salva per certe doti imitative e per un certo ‘sense of humor’ che serpeggia quando meno te lo aspetti». Per Alain Garsault invece la scena del ballo (che in qualche maniera ci ha ricordato quella grottesca di “Per favore non mordermi sul collo!” di Roman Polanski) «sembra una danza macabra illanguidita che rinvia tanto al Medio Evo quanto ai movimenti dell’agonia. Poe è visto attraverso l’estetica decadente della fine del secolo XIX».
Il trasferimento in Alta Definizione, curato da Cult Media per la collana di classici dell’Horror e della fantascienza (e non solo) di Sinister Film, nei limiti imposti dall’età della pellicola originaria e della sua natura di film indipendente, può essere ritenuto più che soddisfacente e sicuramente migliorativo della precedente edizione disponibile in DVD sul mercato. Il tutto derivato da un master disponibile nelle condizioni migliori. Le immagini sono soprattutto (prevalentemente) pulite (la grana leggera che si percepisce non è per nulla fastidiosa), ricche di brillanti soluzioni cromatiche, come già accennato a proposito dell’egregio lavoro della fotografia di Nicholas Roeg. Per l’audio è stato rielaborato l’originario mono in un Dolby Digital 5.1 italiano apprezzabile e sufficientemente pulito. Contenuti Extra: la featurette “Dietro la Maschera” con intervista a Roger Corman, una Galleria Fotografica, la presentazione dell’esperto Luigi Cozzi, un’introduzione al film e il Trailer originale.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Sinister Film/CG Entertainment)

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film 

LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA
(The Masque Of the Red Death)
Usa/Gran Bretagna, 1964, 89’
Regia: Roger Corman
Cast: Vincent Price, Hazel Court, Jane Asher, David Weston, Patrick Magee, Nigel Green, Robert Brown.
Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 2.35:1 / HD 1920x1080p/AVC
Audio: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio 2.0
           Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: Sinister Film/CG Entertainment