Nomadi – Dio è morto [1967]
Agli inizi Francesco Guccini affidò le sue canzoni di protesta ai Nomadi di Augusto Daolio; “Dio è morto (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge)” è la prima in assoluto che il cantautore emiliano abbia ufficialmente scritto, venne pubblicata nel 1967 e Guccini ha dichiarato di essersi ispirato per i primi versi al poema beat di Allen Ginsberg, “Urlo“. Il brano è diventato nel tempo un inno generazionale contro la guerra ed ogni forma di discriminazione, ma inizialmente venne bandito dalla RAI e ritenuto blasfemo al contrario di Radio Vaticana che la programmò regolarmente. I Nomadi proposero la canzone al Cantagiro 1967 e successivamente la inclusero nell’album “Per quando noi non ci saremo” dello stesso anno. In seguito Guccini ha inciso a più riprese il brano solo in dischi Live e gli stessi Nomadi l’hanno re-incisa in diverse occasioni. “Dio è morto” è uno dei vertici della canzone d’autore italiana di sempre. Tra le cover abbiamo scelto quelle di Caterina Caselli, Ligabue (pubblicata nell’album “Tributo ad Augusto“), Fiorella Mannoia (inclusa nel 2007 nell’album “Canzoni nel tempo“), Gianna Nannini (nell’album “Hitalia“).
Nomadi – Dio è morto [1967] (versione discografica originale)