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AMERICAN HORROR STORY – Stagione 8 in DVD

 

 

 

 

 

 

L’Ottava stagione della serie ‘Cult’ “American Horror Story” che ha rivoluzionato l’Horror sul piccolo schermo è disponibile in DVD con 20th Century Fox Home Entertainment, distribuita da Warner Bros. Home Entertainment. Ripercorriamo ad ampi passi genesi, successo e passaggi a vuoto della serie cult che ha ridisegnato i confini dell’horror, e ridato vita ad un genere in crisi, e che ha avuto in Jessica Lange la magnifica ‘padrona di casa’.

 

 

Era il 5 ottobre del 2011 quando la FX, la rete che aveva all’attivo alcune fortunate serie del calibro di “The Shield”, “Damages” e “Sons of Anarchy”, faceva saltare il cuore in gola alla platea televisiva – come nessun’altra era riuscita a fare negli anni precedenti – con un incipit da brividi, una sequenza scioccante come poche altre. La serie immediatamente spiazzò il pubblico, imponendosi in breve tempo come una delle serie più innovative e intriganti del panorama televisivo; inoltre recuperando un formato antologico che la stessa FX avrebbe applicato in seguito anche ad altri titoli fortunatissimi della sua scuderia quali “Fargo” e “American Crime Story”. L’episodio pilota, “La nuova casa”, mostrava nelle scene iniziali due bambini gemelli che, armati di mazza da baseball e senza titubanza alcuna, si inoltravano all’interno di una casa diroccata ed inquietante nella periferia di Los Angeles per scoprire, nello scantinato della casa, un inimmaginabile ‘santuario degli orrori’ e qualcosa di agghiacciante a celarsi nell’oscurità … Un incubo ad occhi aperti, insomma, che ha dato così il là ad una delle serie più intriganti ed amate tra le ultime generazioni di appassionati dell’Horror, che ne hanno decretato immediatamente lo ‘status’ di ‘classico’. Ma d’altra parte della bontà della serie sono testimonianza palese le dieci annate realizzate (delle quali l’ultima è stata solo annunciata). Non si arriva sul piccolo schermo ad una simile longevità se non si può contare su una sostanziale ed eccellente scrittura di base e, di conseguenza, sull’affetto prolungato d’uno zoccolo duro di spettatori. Il primo passaggio tv (sulla rete via cavo FX) della serie è datato 5 ottobre 2011. Creata e sviluppata da Ryan Murphy (già artefice del successo di “Glee”) e Brad Falchuk, “American Horror Story”, pur discendendo dai canoni del cinema dell’orrore classico, tra case stregate, fantasmi e svariate dannazioni, ha letteralmente rivoluzionato i canoni della suspense televisiva, ridato linfa vitale ad un genere che si era un po’ troppo standardizzato ed ‘imborghesito’ e conquistato una miriade di Emmy Award (in tutto, tra altri riconoscimenti ottenuti, vanta sedici Emmy Awards e due Golden Globe). Innanzitutto va detto che è stata concepita in modo che ogni stagione avesse trama, ambientazione e personaggi diversi. Un altro elemento distintivo è rappresentato dal fatto che ogni stagione ha trama, ambientazione e personaggi diversi in modo da costituire una sorta di narrazione unitaria. Per cui la prima stagione di “American Horror Story” (che oramai è riconoscibile tra i fan con l’acronimo AHS) è stata successivamente re-intitolata “Murder House” e a partire dalla seconda ogni nuova annata, proprio in virtù del differente climax, ha beneficiato di un sottotitolo più che indicativo della costruzione narrativa scelta. Così le stagioni successive hanno avuto quale sottotitolo “Asylum”, “Coven”, “Freak Show”, “Hotel”, “Roanoke”, “Cult”, fino ad “Apocalypse”, titolo scelto per l’Ottava Stagione sulla quale ci soffermiamo; mentre è “1984” il titolo della Nona non ancora uscita in Home Video. E le copertine realizzate per ogni annata della serie sono dei piccoli gioielli, degli autentici capolavori grafici, da collezionare, da rimirarsi in continuazione. La qualità principale che va riconosciuta a Ryan Murphy è stata quella di aver saputo riprendere gli elementi più convenzionali e riconoscibili dell’immaginario orrorifico e riproporli con rinnovata energia, perfino disturbante, ma non come un semplice esercizio di stile quanto piuttosto con un sostanziale ‘refresh’ di immagini e script pronti a raccontare qualcosa di diverso e di innovativo. I temi intorno ai quali si sono sviluppati gli episodi, stagione dopo stagione, possono essere individuati nel malessere giovanile che sfocia in violenza, nella depressione che sovrasta gli individui e sovente ne offusca la mente in maniera irreversibile, l’odio che si sviluppa tra le mura domestiche, tutti elementi che conducono i personaggi ad una discesa negli inferi. Invero dietro al progetto di AHS c’è di base una scrittura che, utilizzando gli stilemi dell’horror, riesce pure ad elaborare una riflessione sul Male come componente della natura umana, con la quale è possibile confrontarsi solo a costo di una dolorosa perdita dell’innocenza. Tra brividi a profusione ed elementi gore, fin dalla prima stagione facciamo la conoscenza con un nutrito numero di personaggi che via via prendono corpo sullo schermo del televisore con un ineludibile carico di sofferenza e di solitudine, i coniugi Ben (Dylan McDermott) e Vivien Harmon (Connie Britton), la loro problematica figlia adolescente con istinti suicidi Violet (Taissa Farmiga), e poi Tate Langdon (Evan Peters), dal passato drammatico, e Constance Langdon, l’ambigua vicina di casa degli Harmon interpretata da una straordinaria Jessica Lange che, per la sua interpretazione, ha ottenuto il Golden Globe e l’Emmy Award come Miglior Attrice Supporter ed è entrata nel cuore dei fan della serie. Nella sua seconda stagione “American Horror Story”, intitolata “Asylum”, con una storia completamente nuova, i realizzatori si sono superati con un’annata superlativa sotto tutti i punti di vista, dal contesto narrativo alle suggestioni orrorifiche. Il racconto si sviluppa su due piani temporali, uno – quello principale – calato nel 1964 e l’altro ambientato una quarantina d’anni dopo nella nostra contemporaneità. Al centro del racconto troviamo il manicomio criminale di Briarcliff, in Massachusetts, un edificio gotico e tenebroso che ospita i pazienti dell’inflessibile direttrice dell’istituto, la temibile Sister Jude, interpretata con formidabile efficacia da una magnetica Jessica Lange, autentica trait d’union delle diverse anime del serial grazie alle sue molteplici impersonificazioni. Nella Stagione 2 ritroviamo un altro interprete presente sulla prima, Evan Peters, nella parte del giovane Kit Walker accusato di essere il serial killer che massacra e scuoia le donne sue vittime, il famigerato Bloody Face. Altri interpreti di “Asylum” sono Zachary Quinto, Joseph Fiennes e James Cromwell, e in più ci sono Lily Rabe e Sarah Paulson, già apparse come ‘guest-star’ nella precedente annata. Il narrato della seconda stagione appare più pregnante e significativo perché gli autori hanno alzato il tiro senza perdere il controllo d’insieme, approfondendo le contraddizioni e i lati oscuri dei personaggi chiamati in causa ed appare assai meglio definito il contesto socio-culturale nell’America degli anni Sessanta in cui è calata la seconda stagione. Nella seconda stagione sono entrati in gioco una miriade di tematiche eterogenee come l’omosessualità, la malattia mentale, la religione e il senso di colpa, i pregiudizi razziali, le possessioni demoniache, e persino momenti soprannaturali, e molto altro ancora. Insomma una incredibile varietà di argomenti e di spunti messi sulla brace della narrazione con toni decisamente cupi, quelli che si addicono ad una serie del genere. E così si e andati avanti di stagione in stagione con un altissimo livello stilistico e narrativo e con aggiustamenti che hanno sempre avuto il pieno consenso degli spettatori e dei fan più incalliti ed appassionati della serie, e ne hanno decretato il successo tout-court e la completa consacrazione. Talvolta si è andati persino fuori dal seminato del genere Horror ma sempre nell’ottica di offrire elementi nuovi ed interessanti; ad esempio la terza stagione, denominata “Coven”, ambientata a New Orleans, sposta l’attenzione sulle streghe che popolano la città sulle rive del Mississippi e sulle scuole di magia, oppure la quarta serie, “Freak Show”, calata nella Florida del 1952. Nel corso degli anni il cast è stato riconfermato (Evan Peters, Lily Rabe, Emma Roberts, Denis O’Hare, Frances Conroy, oltre alla bravissima Sarah Paulson, e in più c’è ovviamente la carismatica Jessica Lange, assoluta dominatrice della scena nelle diverse personificazioni che l’hanno vista ano dopo anno) e nuovi protagonisti, new-entry, si sono aggiunti come Angela Bassett (arrivata con “Coven” nei panni della vendicativa strega voodoo Marie Laveaux), Kathy Bates, Danny Huston. Molte le canzoni Pop & Rock presente nelle varie annate interpretate dagli stessi protagonisti; ricordiamo a titolo esemplificativo “Life On Mars?”,“Heroes” (di David Bowie), “The Name Game” e “Gods And Monsters” (di Lana Del Rey) eseguite da Jessica Lange, “Come As You Are” (dei Nirvana) cantata da Evan Peters, “Criminal” (di Britney Spears), interpretata da Sarah Paulson. Arriviamo così a “American Horror Story: Apocalypse”, l’ottava stagione della celebre serie tv dell’orrore di FX creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk, giunta sulla rete FX a un anno di distanza dal precedente capitolo, certamente originale e interessante nelle sue intenzioni iniziali. Lo spettacolo si mantiene su buoni livelli complessivi, sebbene, dopo tanti anni sulla cresta dell’onda, comincino ad affiorare segni di stanchezza creativa nella costruzione narrativa. In evidenza in “Apocalypse” c’è un ben identificabile ed attesissimo – poiché lo zoccolo duro dei fan ne era al corrente già da tempo – crossover tra la Stagione 1 (“Muder House”) e la Stagione 3 (“Coven”), ovvero i nuclei narrativi della prima e terza stagione in un’unica stagione. L’intreccio tra le due storyline si può sintetizzare come il confronto/scontro tra l’Anticristo e la confraternita delle Streghe; il fulcro d’interesse maggiore dell’Ottava Stagione è proprio questo inaspettato diversivo pop-narrativo che è in grado di ampliare le connessioni tra tutte le stagioni finora realizzate. All’interno della mitologia di AHS, la confraternita è l’unica forza in grado di competere con la forza malefica dell’Anticristo. A prevalere è la componente nostalgica e di affettiva da parte di autori e fan; però ad episodi strabilianti si alternano altri un po’ deludenti, interlocutori e privi di ‘work in progress’. Più nel dettaglio possiamo affermare che lo spazio narrativo dedicato alle streghe di “Coven”, rispetto ai personaggi di “Muder House”, fa sembrare “Apocalypse” più un sequel della Stagione 3 che una nuova avventura Horror; si punta molto sull’effetto sorpresa nell’attesa di arrivare allo scontro finale. In questa ottava stagione di “American Horror Story” tragedie di proporzioni apocalittiche vengono messe in scena con una certa leggerezza clownesca, un marchio creativo proprio degli autori Ryan Murphy e Brad Falchuk. La struttura narrativa di questa stagione presenta un lungo flashback che dura per l’intera durata della serie (gli episodi sono stati ridotti dai consueti 13 a 11) e trova la sua risoluzione solamente nell’ultima puntata. E peraltro la conclusione scelta dai creatori della fortunata serie, Ryan Murphy e Brad Falchuk, è meno terrificante di quanto era lecito attendersi visti i contendenti in campo. Poi, alla luce di un finale di stagione che lascia aperta una porta (anzi un portone) che non chiude ad una vera e propria Apocalisse, che è solo rimandata, c’è da attendersi nuovi sviluppi nelle (probabili) stagioni a venire. Dopo aver concluso ufficialmente la sua collaborazione con Ryan Murphy in “American Horror Story” con la quarta stagione (“Freak Show”) Jessica Lange torna brevemente a riprendere i panni di Constance Langdon, nonna di Michael, in questa Ottava. Nel sesto episodio la magnetica Jessica Lange si scontra con la nuova leva Cody Fern (attore che avevamo già visto nell’episodio “L’assassinio di Gianni Versace” della seconda stagione di “American Crime Story”), autentica sorpresa di questo “Apocalypse”. Nel complesso, “American Horror Story: Apocalypse” è una stagione più che soddisfacente, con godimento assoluto per i fan, seppure mostri alcuni passaggi banali e/o a vuoto e sembri che troppa carne è stata messa sul fuoco; ed i personaggio sembrano essere stati poco sviluppati. Breve sinossi: attacchi nucleari distruggono gran parte della popolazione; i pochi (fortunati) sopravvissuti vengono spostati in luoghi sicuri chiamati Avamposti. In questi luoghi ci sono gli elite e i servitori. Nell’Avamposto 3, luogo chiave della serie e da cui parte il racconto, si avvicendano vari personaggi tra presente e passato. Come si è arrivati alla distruzione del mondo? Chi è il personaggio che appare sul finale dell’episodio?
TECNICA
Il trasferimento in DVD dell’Ottava stagione, in um mini-cofanetto a 3 dischi, è perfettamente in linea con la qualità medio-alta dei prodotti ‘rilasciati’ dalle major di maggior peso. In questo caso è 20th Century Fox Home Entertainment ad aver realizzato il prodotto. Impeccabile sotto il profilo visivo e cromatico, soddisfacente il Dolby Digital 5.1 sia per l’italiano che per l’inglese; l’unico appunto che ci sentiamo di fare è l’assenza assoluta di Contenuti Extra: un’opera del genere, così acclamata, avrebbe meritato un’attenzione di maggior riguardo.

 

 

(Luigi Lozzi)                                                     © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

         

 

 

RIEPILOGO

Stagione Episodi Prima TV USA/Italia

Prima stagione 12 2011/2011-2012
Seconda stagione 13 2012-2013/2013
Terza stagione 13 2013-2014/2014
Quarta stagione 13 2014-2015/2015
Quinta stagione 12 2015-2016/2015-2016
Sesta stagione 10 2016/2016
Settima stagione 11 2017/2017
Ottava stagione 10 2018/2018-2019
Nona stagione 9 2019/2019-2020

 

 

 


(immagini per cortese concessione della 20th Century Fox Home Entertainment)

 

 

 

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

AMERICAN HORROR STORY – STAGIONE 8 

(American Hottot Story – Season Eight)
Usa, 2018, 430’
Ideazione: Ryan Murphy e Brad Falchuk
Cast: Sarah Paulson (nel doppio ruolo di Wilhemina Venable e Cordelia Goode), Evan Peters (nel doppio ruolo di Mr. Gallant e Jeff Pfister), Adina Porter (Dinah Stevens), Billie Lourd (Mallory), Leslie Grossman (Coco St. Pierre Vanderbilt), Cody Fern (Michael Langdon), Emma Roberts (Madison Montgomery), Cheyenne Jackson (John Henry Moore), Kathy Bates (Miriam Mead), Jeffrey Bowyer-Chapman (Andre Stevens), Kyle Allen (Timothy Campbell), Ash Santos (Emily), Erika Ervin (Il Pugno), Billy Eichner (nel doppio ruolo di Brock e Mutt Nutter), Joan Collins (nel doppio ruolo di Evie Gallant e Bubbles McGee), Frances Conroy (nel doppio ruolo di Myrtle Snow e Moira O’Hara), Taissa Farmiga (nel doppio ruolo di Zoe Benson e Violet Harmon), Jessica Lange (Constance Langdon), Gabourey Sidibe (Queenie), Jon Jon Briones (Ariel Augustus), Billy Porter (Behold Chablis), BD Wong (Baldwin Pennypacker), Carlo Rota (Anton LaVey)..

Informazioni tecniche del Blu-Ray

 Video: 1.78:1 anamorfico

Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 5.1
Distributore: 20th Century Fox Home Entertainment/Warner Bros. Home Entertainment [3 DVD]