Vinile

UMANAMENTE UOMO: IL SOGNO di Lucio Battisti in Vinile

 

 

 

ARTISTA: LUCIO BATTISTI
TITOLO: Umanamente Uomo: il Sogno
ETICHETTA: Numero Uno/RCA/Sony Music
ANNO: 1972/2017

 

 

La recente pubblicazione di “Umanamente uomo: il sogno” in vinile, in una edizione rimasterizzata, non solo dona un sapore evocativo e vintage a quegli anni favolosi nell’ambito generale della discografia tutta, ma permette di riappropriarsi di una parte delle canzoni di Battisti in un contesto sonoro qualitativamente elevato.

L’album, il quinto della discografia di Lucio Battisti, veniva pubblicato il 24 aprile 1972 ed è stato il primo che il cantautore ha inciso per l’etichetta che egli stesso e Mogol avevano fondato quasi tre anni prima, la Numero Uno, giungendo a capo di un intenso periodo di attività professionali, di brani scritti per altri interpreti e di ripensamenti e decisioni riguardanti il suo rapporto con il pubblico e con la stampa. Un album che è un piccolo gioiello lì a testimoniare la continua ed inarrestabile evoluzione artistica dell’autore che ad ogni nuovo lavoro era capace di aggiungere tasselli importanti ad una discografia di assoluto pregio. Nei mesi precedenti era emerso deciso il desiderio di Lucio di essere giudicato solo per la sua musica e non per il caravanserraglio incontrollato e incontrollabile che si andava costruendo intorno alla sua figura di protagonista principale della musica leggera italiana. Per cui niente più apparizioni televisive, niente più interviste né concerti o esibizioni, né servizi fotografici; niente di tutto questo. E va detto che se la cosa fece storcere la bocca alla stampa ‘gossippara’ che si sentì offesa da questo atteggiamento, convinta d’essere stata la principale artefice del successo del cantautore reatino presso il grosso pubblico – tanto da cominciare ad insinuare da quel momento una serie infinita di dubbi sulle sue qualità artistiche, di giudizi approssimativi e velenosi sull’uomo -, dall’altra parte questa decisione non intaccò minimamente la popolarità di Battisti che, anziché affievolirsi, mano mano andò accrescendosi a dismisura negli anni immediatamente seguenti, con l’uscita di nuovi, indimenticabili e straordinari capolavori del suo talento musicale. Il suo è stato un repertorio assai importante, costituito da canzoni che a ragione possono essere definite immortali. È bene forse riepilogare i momenti salienti del percorso di Lucio prima dell’uscita di “Umanamente uomo: il sogno” che possono farci meglio comprendere la grande svolta messa in atto. Nell’estate del 1970, accompagnato dalla Formula Tre, Battisti aveva intrapreso una tournée di dieci date che lo portò ad esibirsi in località marittime della penisola, da Rimini a Viareggio a Sestri Levante; quello fu pure il suo ultimo tour. «Non faccio tournée né spettacoli perché mi sembra di vendermi, di espormi in vetrina: io desidero che il pubblico acquisti i miei dischi per le qualità musicali e non per l’eventuale fascino del personaggio», ebbe a dichiarare successivamente nel 1980. Battisti intanto lavorava a “Amore e non Amore”, un ‘concept album’ sperimentale ed innovativo in chiave rock progressivo, basato sul tema dell’amore visto con angolazioni nuove; nonostante il consenso e il successo che lo circondava questo fu un altro importante segnale dato da Lucio sul non volersi sedere sugli allori. Il disco era già pronto nel novembre ’70 ma non convinse la Ricordi, la storica casa discografica milanese che aveva scoperto e lanciato Lucio, che lo giudicò di non facile comprensione per il pubblico del cantautore reatino, anche perché composto per metà da brani esclusivamente strumentali. La Ricordi pubblicava invece in dicembre “Emozioni”, un disco antologico assemblato alla maniera di quello d’esordio ma senza inediti, con i singoli di successo (in versione stereo) di quel momento di Lucio ed alcuni altri pregressi e passati inosservati (e addirittura due brani, “Non è Francesca” e “Io vivrò senza te”, già presenti sul primo album), e che comunque otteneva un enorme successo di vendite. “Amore e non Amore”, invece, sarebbe stato pubblicato dalla Ricordi solamente nel luglio 1971, quando oramai si stava per consumare il divorzio con la storica etichetta, visto che il contratto di Battisti era prossimo alla scadenza, in settembre. Nell’aprile del 1971 Battisti pubblicava tra lo scetticismo dei suoi collaboratori più stretti il singolo contenente “Pensieri e parole” e “Insieme a te sto bene”, un 45 giri di difficile assimilazione nell’approccio immediato, ma che da subito si rivelò essere un successo straordinario per l’artista sulla cresta dell’onda che ormai aveva conquistato incontrovertibilmente la fiducia del proprio pubblico. Un successo ribadito anche dalla mole di canzoni di successo scritte per altri interpreti negli ultimi tempi; così se nel 1970 aveva composto “Insieme” e “Io e te da soli” per Mina, “Sole giallo, sole nero” e “Io ritorno solo” per la Formula 3, “Mary oh Mary” edE penso a te” per Bruno Lauzi, “Per te” per Patty Pravo, e nel 1971 affidato “Amor mio” e “La mente torna” a Mina, “Amore caro amore bello” e “L’aquila” a Bruno Lauzi, “Vendo casa” ai Dik Dik, “Eppur mi son scordato di te”, “Nessuno nessuno” e “Mi chiamo Antonio tal dei tali e lavoro ai mercati generali” alla Formula 3, “Un papavero” alla Flora Fauna Cemento, e firmato di nascosto “La folle corsa” dell’accoppiata Little Tony/Formula 3 a Sanremo, nel 1972 avrebbe ancora inanellato “È ancora giorno” e “Segui lui” per Adriano Pappalardo, “Sognando e risognando” per la Formula 3, “Mondo Blu” per la Flora Fauna Cemento, “Il mio bambino” per Iva Zanicchi, “Io mamma” per Sara. I brani scritti con Mogol si sono saldamente ancorati nella memoria collettiva. Quindi, tornando al nostro racconto, a causa dei dissapori artistici avuti con la Ricordi, nati fin dalla pubblicazione di “Emozioni” voluta dall’etichetta milanese al posto di “Amore e non Amore”, che portarono al mancato rinnovo del contratto, Lucio passava alla Numero Uno. Intanto la casa milanese, forte di diritti maturati, metteva sul mercato pure un’altra raccolta, “Lucio Battisti Vol. 4”, il 28 ottobre, con tre inediti (“Le tre verità”, “Luisa Rossi” e “Adesso si”, cover di un brano di Sergio Endrigo) ed il singolo “Le tre verità/Supermarket” (poi nel marzo successivo un altro 45 giri, “Elena no/Una”). Pubblicazioni che però venivano oscurate a novembre dall’uscita del primo singolo di Battisti per la nuova etichetta, “La canzone del sole”, diventata nel tempo uno dei classici (inossidabili) della canzone italiana tutta, entrata a far parte in pianta stabile del patrimonio culturale collettivo nostrano ben oltre il suo puro e semplice significato musicale, abbinata ad “Anche per te”, un altro indiscusso capolavoro battistiano, una lenta rock-ballad di impianto pianistico, molto amata da Francesco De Gregori che nei suoi concerti degli anni Ottanta la eseguiva accompagnandosi solo alla chitarra come bis di fine esibizione. Apriamo un piccola parentesi per sottolineare quanto a lungo si potrebbe disquisire sulla bontà assoluta delle B-side dei singoli di Lucio che in alcune occasioni hanno addirittura preso il sopravvento sulle facciate A nei gusti del pubblico: ricordiamo a titolo esemplificativo “Balla Linda” rispetto a “Prigioniero del mondo” e “Io vivrò (senza te)” rispetto a “La mia canzone per Maria”, e senza dimenticare il peso specifico di “Non è Francesca” rispetto a “Un’avventura”, “Dieci ragazze” rispetto ad “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Il tempo di morire” rispetto a “Fiori rosa, fiori di pesco”, “Anna” rispetto a “Emozioni”. “La canzone del sole” dunque, semplice negli accordi eppure tanto ispirata, empatica, travolgente e coinvolgente, solare ed elegante, consegnata alla storia della musica italiana come uno dei capolavori più risplendenti, usciva per il nuovo marchio (disegnato da Guido Crepax): base verde con il numero 1 in bianco sull’arancione al posto della fino allora più familiare etichetta nero-arancione della Ricordi, e che accompagnerà da quel momento tutte le incisioni di Lucio fino al 1990. Il brano è unanimemente considerato come una delle migliori composizioni del binomio Battisti-Mogol, per la stupefacente efficacia dell’impianto musicale e per la magnifica vena nostalgica ed ecologista del testo (su un amore adolescenziale ricordato in flashback con grande tenerezza: “Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi/Le tue calzette rosse/E l’innocenza sulle gote tue […] Oh mare nero, oh mare nero, oh mare ne/Tu eri chiaro e trasparente come me […] Le ombre di fantasmi nella notte/Sono alberi e cespugli ancora in fiore/Sono gli occhi di una donna ancora pieni d’amore”) saldati in modo profondo. Eppure, il tutto costruito (nei 5’ e 23”) su solo tre accordi di chitarra e tre principali differenti linee melodiche (più una quarta conclusiva per il canto). Ed una copertina (opera di Caesar Monti) molto bella, ariosa e bucolica, e quel ‘fiore in bocca’ simbolo d’innocenza desunto dal testo. Per la registrazione del brano – avvenuta a Roma negli studi della RCA – Lucio si circondò dei suoi migliori collaboratori, da Franco Mussida ad Alberto Radius (rispettivamente chitarra acustica ed elettrica) da Franz Di Cioccio (batteria) a Flavio Premoli (tastiere) a Giorgio Piazza (basso); gli arrangiamenti curati dallo stesso Battisti (ovviamente) e da Gian Piero Reverberi. Lo stesso giorno dell’uscita di “Umanamente uomo: il sogno”, il 24 aprile ’72, veniva pubblicato anche il singolo estratto dall’album contenente “I giardini di marzo” sul lato A e “Comunque bella” su quello B. Il giorno prima Lucio partecipava alla trasmissione televisiva Teatro 10, presentando in anteprima e in playback “I giardini di marzo” in una suggestiva sovrapposizione di immagini, ma soprattutto si esibiva ‘Live’ in un indimenticabile (ed indimenticato; perché ritenuto uno dei momenti più alti della musica pop nostrana di sempre) duetto con Mina passato alla storia nel quale i due grandi interpreti della canzone italiana assemblarono un medley di brani composto da “Insieme”, “Mi ritorni in mente”, “Il tempo di morire”, “E penso a te”, “Io e te da soli”, “Eppur mi son scordato di te” ed “Emozioni”, accompagnati da una band di tutto rispetto formata da Massimo Luca (chitarra acustica), Angel Salvador (basso), Gianni Dall’Aglio (batteria), Gabriele Lorenzi (tastiere) e Eugenio Guarraia (chitarra elettrica). Sarebbe stata quella di Teatro 10 l’ultima apparizione televisiva di Lucio Battisti nel nostro paese; sarebbe comparso anni dopo in alcune trasmissioni della televisione svizzera. Del volontario allontanarsi dalla scena, del suo inseguire progetti artistici più complessi e sofisticati, per quell’insaziabile voglia di sperimentare nuove sonorità, nuove soluzioni musicali, Lucio ebbe modo di esprimersi in questi termini: «Tutto mi spinge verso una totale ridefinizione della mia attività professionale. In breve tempo ho conseguito un successo di pubblico ragguardevole. Per continuare la mia strada ho bisogno di nuove mete artistiche, di nuovi stimoli professionali: devo distruggere l’immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso. Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L’artista non esiste. Esiste la sua arte». Così, come detto, “Umanamente uomo: il sogno” fu il primo album di Battisti inciso per la Numero Uno, etichetta distribuita dalla RCA che era stata fondata già un paio d’anni prima da Mogol, dallo stesso Battisti, dal produttore Alessandro Colombini e da alcuni altri personaggi ed esordiva sul mercato discografico alla fine dell’estate 1969 con un primo 45 giri, lanciando la Formula 3, un’invenzione di Lucio, “Questo folle sentimento” (B-side “Avevo una bambola”), mentre Battisti continuerà ad incidere per la Ricordi per motivi contrattuali fino al 1971. Le immagini della copertina sono state realizzate dal fotografo Cesare Montalbetti, in arte Caesar Monti, fratello di Pietruccio, il chitarrista dei Dik Dik; Cesare, che sarà artefice di tante altre importanti copertine di Lucio e di due libri illustrati, “Lucio Battisti e la Numero Uno nelle fotografie di Cesare Monti” del 1999 e “Lucio nelle fotografie di Cesare Monti” del 2007, così ricorda i momenti della sessione fotografica: «Di questa copertina, una cosa mi è rimasta impressa: la fatica fisica di raccogliere una montagna di vecchi mobili che, dopo avere accatastato, bruciammo. La nostra inesperienza fu totale: non considerando la pericolosità dell’operazione, non avevamo neppure avvertito i Vigili del Fuoco». Ovviamente, a fronte del grande successo ottenuto dal singolo de “La canzone del sole”, l’attesa per il nuovo album di Lucio, personaggio che era al vertice della popolarità, e primo per la nuova etichetta, era altissima. Le aspettative non andarono deluse e il disco, oltre a proporre alcuni brani divenuti storici nella discografia del cantautore, regalò pure alcune importanti sorprese. Anzitutto i brani che erano andati a comporre il 45 giri pilota che ha sì trainato il successo di vendite di “Umanamente uomo: il sogno”, ma solo fino ad un certo punto, perché all’inizio dei Settanta gli album in vinile stavano decisamente prendendo il sopravvento sui singoli e Lucio certamente non ha avuto problemi a ‘imporre’ sul mercato il suo disco. “I giardini di marzo”, pur nella sua diversità ed originalità, ha uno schema compositivo (costruito sull’arpeggio di una chitarra acustica sorretto poi dal contributo pieno dell’orchestra) ed espressivo articolato e di grande effetto, che in qualche modo ricorda quello di “Pensieri e parole”, una ballata che parte quasi ‘parlata’ per poi dischiudersi in un canto arioso e incisivo, sorretto come sempre da un testo magnetico di Mogol che con le parole ‘disegna’ immagini di assoluta forza poetica sulla difficoltà di comunicazione e sul disagio di vivere di una coppia. “Comunque bella” è un’altra affascinante ballata che parte in sordina per liberarsi in seguito in una chiave più rock grazie all’ingresso di un organo Hammond e toni più ‘alti’. “Innocenti evasioni” è canzone che nel tempo ha conquistato il suo spazio nelle playlist di gradimento battistiano mentre l’incalzante “Il leone e la gallina” è divertissement  puro, ed offre l’aspetto più disincantato e goliardico dell’intesa simbiotica e proverbiale tra Battisti e Mogol. “Sognando e risognando” si divide tra una sezione acustica ed una elettrica di grande efficacia; la canzone in origine era destinata esclusivamente alla Formula 3, ed infatti il mese dopo in maggio, era la facciata A del loro nuovo singolo e in settembre avrebbe dato il titolo al terzo album progressive del gruppo comparendovi in una lunga versione articolata in quattro sezioni, ma Lucio decise comunque di inciderla in una versione più breve sul suo disco. “E penso a te”, dal testo nostalgico legato ad una donna, è lo splendido brano che nel 1970 Lucio aveva affidato a Bruno Lauzi; uno dei più belli ed intensi del repertorio del cantautore reatino di cui l’autore si riappropria (accompagnandosi al pianoforte) in questa occasione, è un altro classico della canzone italiana interpretato da tantissimi artisti (Mina, Johnny Dorelli, Ornella Vanoni, Raffaella Carrà, Fiorella Mannoia, Enrico Ruggeri, Raf, Mietta, Enrico Rava in una versione strumentale jazz, Tanita Tikaram in inglese). A chiudere la prima facciata c’è il pezzo che dà il titolo all’album è uno strumentale alla chitarra che Lucio esegue aiutandosi con un fischio e poi mormorando, senza parlare, una melodia minimale e accattivante, chiusa dall’intervento degli archi. A chiudere la seconda facciata ancora uno strumentale, “Il fuoco” che, nello stile di alcuni lavori rock progressive dell’epoca, sembra essere ‘la quiete dopo la tempesta’, una pacificazione dello spirito, un interludio che vuole chiudere con un amen un disco ‘importante’, con la chitarra elettrica di Alberto Radius a dispensare effetti sonori fuori controllo armonico. Alla fine del 1972 l’album risultò essere il secondo più venduto del 1972, dietro al disco di Mina intitolato semplicemente con il nome della cantante di Cremona, e prima di “Non al denaro non all’amore né al cielo” (3°) di Fabrizio De André, la colonna sonora di “Arancia meccanica” (4°), l’altro album di Mina, “Cinquemilaquarantatre” (5°) e “Imagine” di John Lennon (6°). Nel momento della sua scomparsa, avvenuta il 9 settembre 1998, il New York Times addirittura scrisse che Battisti era stato “la voce degli italiani diventati adulti alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70”.
Il lavoro di rimasterizzazione effettuato di recente su tutta l’opera di Lucio Battisti, e quindi anche su “Umanamente uomo: il sogno”, è assai efficace anche se sarebbe utopistico immaginare una qualità sincretica all’altezza delle soluzioni raggiunte in studio nella contemporaneità; le incisioni hanno pur sempre oltre quarant’anni alle spalle, ma va ricordato che Lucio Battisti è stato sempre avanti anni luce rispetto ai suoi contemporanei, curioso e sperimentale, seppur autodidatta, mai banale, capace di elaborare soluzioni per altri impensabili, per cui poter contare oggi su una migliore qualità di ascolto dei suoi dischi è un importante punto di partenza da non prendere sottogamba. Quello che è stato compiuto è un refresh indubbiamente migliorativo, la voce di Battisti emerge più viva, distinta ed aperta, si coglie l’assenza di qualsiasi abuso di compressione e il contesto sonoro tutto ha buona dinamica; della qual cosa ognuno di voi può facilmente rendersi conto mettendo a confronto qualsiasi vecchia edizione di un disco di Battisti con questi nuovi vinili. Credo fermamente che Lucio vada riscoperto al giorno d’oggi soprattutto per la straordinaria forza e pienezza della sua musica, e i vinili delle ristampe rimasterizzate approntati dalla Sony costituiscano un ‘must’ ineludibile per qualsiasi appassionato di musica, non solo per i fan storici dell’indimenticato artista reatino.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 


(immagini per cortese concessione della Sony Music)

 

 

 

Umanamente Uomo: il Sogno – Lucio Battisti (1972) [34:09]
Tracklist (LP):
Lato Uno

1. I giardini di marzo – 5:33
2. Innocenti evasioni – 3:48
3. E penso a te – 4:18
4. Umanamente uomo: il sogno – 3:24
Lato Due
1. Comunque bella – 3:53
2. Il leone e la gallina – 3:32
3. Sognando e risognando – 5:17
4. Il fuoco – 4:10

 

Tutti i brani sono di Mogol-Battisti
Bonus tracks (presenti solo nella riedizione su CD del 2007)
Anche per te – 4:30
La canzone del sole – 5:23

La ristampa su CD del 2007 contiene in apertura, come bonus-track, “La canzone del sole” e “Anche per te”, che erano state pubblicate come 45 giri nel novembre 1971 come prima incisione assoluta di battisti per la Numero Uno, e quindi appartengono (filologicamente, per epoca e stile musicale) al novero delle session di registrazione di “Umanamente uomo: il sogno”; la presenza dei due brani nella ristampa su CD è giustificata inoltre dal fatto di essere gli unici pubblicati solamente come singoli e non inclusi in alcun album del cantautore reatino, assieme a “Elena no”, inserita successivamente come bonus track nella contemporanea ristampa di “Amore e non amore”).

 

 


(immagini per cortese concessione della Sony Music)

 

 

 

Musicisti
Lucio Battisti: chitarra elettrica, voce, chitarra acustica, chitarra a 6 corde, chitarra 12 corde, pianoforte, wah wah
Massimo Luca: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra a 6 corde, chitarra 12 corde
Eugenio Guarraia: chitarra elettrica
Angel Salvador: basso
Tony Cicco: batteria, percussioni, cori
Dario Baldan Bembo: organo Hammond, pianoforte, pianoforte elettrico
Mario Lavezzi, Oscar Prudente, Babelle Douglas, Barbara Michelin, Sara: cori
Gian Piero Reverberi: ascolto in regia, archi

 

 

Discografia di Lucio Battisti:

Album
1969 – Lucio Battisti (Ricordi, SMRL 6063)
1970 – Emozioni (Ricordi, SMRL 6079)
1971 – Amore e non amore (Ricordi, SMRL 6074)
1971 – Lucio Battisti Vol. 4 (Ricordi, SMRL 6091)
1972 – Umanamente uomo: il sogno (Numero Uno, ZSLN 55060)
1972 – Il mio canto libero (Numero Uno, DZSLN 55156)
1973 – Il nostro caro angelo (Numero Uno, DZSLN 55660)
1974 – Anima latina (Numero Uno, DZSLN 55675)
1976 – Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera (Numero Uno, ZSLN 55685)
1977 – Io tu noi tutti (Numero Uno, ZPLN 34006)
1977 – Images (RCA, PL 11839)
1978 – Una donna per amico (Numero Uno, ZPLN 34036)
1980 – Una giornata uggiosa (Numero Uno, ZPLN 34084)
1982 – E già (Numero Uno, ZPLN 34182)
1986 – Don Giovanni (Numero Uno, PL 70991)
1988 – L’apparenza (Numero Uno, PL 71850)
1990 – La sposa occidentale (CBS, 466727 1)
1992 – Cosa succederà alla ragazza (Sony / Columbia, 472328 1)
1994 – Hegel (Numero Uno, 74321 22916 2)

 

 


(immagini per cortese concessione della Sony Music)

 

 

Singoli
1966 – Dolce di giorno/Per una lira (Ricordi, SRL 10430)
1967 – Luisa Rossi/Era (Ricordi, SRL 10460)
1968 – Prigioniero del mondo/Balla Linda (Ricordi, SRL 10495)
1968 – La mia canzone per Maria/Io vivrò (senza te) (Ricordi, SRL 10513)
1969 – Un’avventura/Non è Francesca (Ricordi, SRL 10529)
1969 – Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze (Ricordi, SRL 10538)
1969 – Mi ritorni in mente/7 e 40 (Ricordi, SRL 10567)
1970 – Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire (Ricordi, SRL 10593)
1970 – Emozioni/Anna (Ricordi, SRL 10614)
1971 – Pensieri e parole/Insieme a te sto bene (Ricordi, SRL 10622)
1971 – Dio mio no/Era (Ricordi, SRL 10637)
1971 – Le tre verità/Supermarket (Ricordi, SRL 10657)
1971 – La canzone del sole/Anche per te (Numero Uno, ZN 50132)
1972 – Elena no/Una (Ricordi, SRL 10666)
1972 – I giardini di Marzo/Comunque bella (Numero Uno, ZN 50144)
1972 – Il mio canto libero/Confusione (Numero Uno, ZN 50267)
1973 – La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo (Numero Uno, ZN 50316)
1976 – Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio (Numero Uno, ZN 50345)
1977 – Amarsi un po’/Sì, viaggiare (Numero Uno, ZBN 7004)
1978 – Una donna per amico/Nessun dolore (Numero Uno, ZBN 7110)
1980 – Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa (Numero Uno, ZBN 7178)
1982 – E già/Straniero (Numero Uno, ZBN 7287)