L'angolo del Kult!

THE DEAD – GENTE DI DUBLINO di John Huston in DVD

 
 
 
 
 
 
Il film-testamento di John Huston che è un gioiello cinematografico e allo stesso tempo un ‘cult’ per gli appassionati del ‘Cinema dei Ricordi’.

 

 

The Dead – Gente di Dublino” è l’ultimo film girato da John Huston quando la malattia aveva già minato il suo fisico, e lui era prossimo alla morte ma aveva ancora viva in sé una lucida e disincantata visione della vita. Numerosi sono i motivi che rendono importante questo film. Mai, come nel caso di Huston e “The Dead“, film ha rappresentato, con tanto potere di sintesi, lo straordinario testamento spirituale di un uomo di cinema, intimo e privo di retorica. È il sublime e sereno confronto di un uomo con la morte al culmine di una vita, seppur tra mille contraddizioni, ‘vissuta‘. Ed allo stesso tempo è una prova di eccezionale vitalità, un maturo elegiaco e metaforico inno alla vita; un incitamento a viverla assecondando l’istinto di curiosità che dovrebbe accompagnare ogni uomo e con la consapevolezza che la conoscenza anche della più dura delle verità vale mille volte più di mille rassicuranti inganni. Mostrarsi privi di verità assolute ad 81 anni e ammettere per bocca dei suoi personaggi di non conoscere l’animo degli altri è segno distintivo dei grandi. Scriveva Huston nella sua biografia alla fine degli anni Settanta: «Ora che ho una certa età, sto sperimentando un antico detto irlandese a proposito della vita in riva al mare – <non fa più dolere le vecchie ferite. Rinvigorisce lo spirito. Stimola le passioni della mente e del corpo, pacifica l’anima>. Sono contento di essere giunto a questo punto dell’eternità, ma per quel che riguarda la mia propria vita non so come ci sono arrivato. Ho perso il ricordo degli anni. È incredibile avere settantatre anni, eppure di fronte all’evidenza contenuta in questo libro devo accettare il fatto. Ero abituato ad essere il più giovane in ogni gruppo. Adesso, tutto a un tratto, sono il più vecchio. Ho vissuto un’infinità di vite. Tendo a invidiare l’uomo che porta avanti una vita sola, con un solo lavoro, e una sola moglie, in un solo paese, sotto un solo Dio. Può non essere un’esistenza molto eccitante, ma almeno quell’uomo il giorno che ha settantatre anni si rende conto della sua età». Alla domanda cosa avrebbe fatto se gli fosse stata data la possibilità di vivere nuovamente egli rispose: «Passerei più tempo con i miei figli, farei i soldi prima di spenderli, imparerei le gioie del vino invece di quello dei liquori forti, non fumerei sigarette quando ho la polmonite. Non mi risposerei la quinta volta…!». Cinico ed epicureo il suo più grande insegnamento è stato quello di imparare a bastare a se stesso. E delle sue cinque mogli si ritrova ad affermare: «Neanche riesco a trovare un filo costante nei miei matrimoni. Nessuna delle mie mogli ha avuto una sia pur vaga somiglianza con una qualunque delle altre e di certo nessuna di loro assomigliava a mia madre. C’è stato di tutto: una studentessa, una gentildonna, un’attrice, una ballerina ed un coccodrillo!». Per la cronaca le cinque mogli furono Dorothy Jeanne Harvey (‘26-’33), Leslie Black (‘37-’44), Evelyn Keyes (‘46-’50), Ricki Soma (‘50-’69), madre di Anjelica, Celeste Shane (‘72-’77), l’ultima, quella definita il ‘coccodrillo’, che gli fece pagare il divorzio ad un costo salatissimo. “The Dead” è la trasposizione cinematografica dell’ultimo dei 15 racconti che compongono “Gente di Dublino” di James Joyce, finito di scrivere nel 1906 – lo scrittore irlandese l’aveva definito <il figlio che ho portato per anni e anni nel grembo dell’immaginazione> – ma che venne pubblicato solo nel 1914 a causa del suo scomodo realismo. Ed il film è un capolavoro di fedeltà al testo letterario. La brevità e l’essenzialità del racconto rendevano ardua la sua realizzazione cinematografica anche perchè, delle 50 pagine del racconto, le prime 43 servono principalmente di preparazione alle folgoranti ultime 7. Huston è riuscito nell’impossibile impresa di dare corpo cinematografico a ciò che nelle pagine del racconto era solo pensiero e senza venir meno al proprio consueto realismo stilistico. Così anche il film per quasi tutta la sua durata introduce le dinamiche interiori dei personaggi, tratteggia elementi che servono a caratterizzarne i comportamenti, racconta di questa comunità piccolo borghese, della Dublino di inizio secolo, riunita attorno ad un tavolo per una tradizionale festa post-natalizia, ma il fulcro di tutto il film sono quegli ultimi 10 minuti: gli ultimi 10 minuti di Cinema di John Huston. Gretta e Gabriel – i personaggi centrali del racconto interpretati da Anjelica Huston e Donald McCann – rientrano in albergo dopo la cena. Gretta, visibilmente scossa, racconta al marito che una delle canzoni ascoltate in casa degli ospiti gli ha ridestato un antico e doloroso ricordo: quella canzone la cantava un ragazzo che aveva conosciuto in giovinezza. Michael Furey era il suo nome ed era così innamorato di lei da sfidare, le intemperie notturne, morendone poi di polmonite, pur di rivederla una volta prima che lei partisse per il collegio. Gretta si addormenta piangendo e per Gabriel la conoscenza di questo episodio della vita segreta di sua moglie ha l’effetto di una folgorazione. Aveva egli vissuto fino allora di certezze un pò meschine, diventa consapevole che la vita vissuta con sua moglie era illusoria, che la passione che lo legava a lei era solo amore per se stesso. Si era nutrito fino allora solo del suo egotismo. Pensa al senso del vero amore, all’impossibilità di conoscere veramente l’animo degli altri. La sua autoconsapevolezza è l’esperienza di un uomo sensibile ed intelligente che riscatta in un colpo l’antipatia emanata dal suo carattere. E mentre cade la neve l’oblio dei suoi pensieri va a coloro che sono morti o che presto lo saranno; realizza così una sorta di solidarietà universale con tutto il genere umano. Il senso di morte che segna il finale, sia del racconto che del film – e che ha costantemente attraversato tutta l’opera di Huston -, è dinamicamente proiettata verso l’ottimismo di un nuovo giorno. C’è traccia della nudità esistenziale, della desolante perdita di ogni sicurezza, la tenera ineluttabilità e tutta l’impotenza solitaria della vita, l’accettazione della solitudine interiore come tratto unificante delle persone tra loro. Il produttore del film, Wieland Schulz-Keil, ha detto: «Forse John ha imparato da Joyce che una storia non dovrebbe tentare di interpretare la vita, ma dovrebbe descrivere un ordine e un’interpretazione che nascono dalla vita stessa. Joyce e Huston ci mostrano immagini della vita come si delineano nella storia dei loro personaggi. Sono interpretazioni che possono essere percepite attraverso i pensieri dei personaggi, la loro consapevolezza e, in forma più mascherata, attraverso le loro parole e le loro azioni». Huston, che ha sempre avuto una passione onnivora per la lettura – e quasi tutti i suoi film hanno legami profondi con la letteratura – mai come in questo caso ha dimostrato di aver assimilato la pagina scritta e con James Joyce l’identificazione è totale.   

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

THE DEAD – GENTE DI DUBLINO

(The Dead)

Inghilterra/Irlanda/Usa, 1979, 79’
Regia: John Huston
Cast: Angelica Huston, Donal McCann, Melena Carroll, Cathleen Delany, Rachael Bowling, Ingrid Craigie, Dan O’Herlihy, Marie Kean.

Informazioni tecniche del DVD

Video: 1.78:1
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0 Dual Mono (192 kbps)
Distributore: Passworld/CG Home Video
Prezzo: Euro 9,90