L'angolo del Kult!

PROFONDO ROSSO di Dario Argento in Blu-Ray

 

 

 

 

 

Un altro classico del Cinema italiano di genere, “Profondo Rosso”, grazie a Mustang Entertainment trova posto nella collana “La Cineteca di Gianni Canova”. Per il film diretto da Dario Argento e distribuito da CG Entertainment si tratta anche della prima pubblicazione in Blu-Ray. Un motivo ulteriore per non lasciarselo sfuggire.
 
 
 
 

 

La collana curata e presentata dal critico Gianni Canova si arricchisce sempre più di titoli prestigiosi e amati dal pubblico. “Profondo Rosso” è di sicuro il film di maggior successo di Dario Argento ===Consulta la Filmografia===, in Italia e all’estero, quello che lo ha elevato al rango di regista di ‘Culto’. Il film è uscito nel 1975 dopo la trilogia composta da “L’uccello dalle Piume di Cristallo” (1970), “Il Gatto a Nove Code” (1971) e “Quattro Mosche di Velluto Grigio” (1971) – più un film, il quarto della filmografia e unico a non appartenente alla categoria horror o thriller, “Le cinque giornate” (1973), una commedia con Adriano Celentano – ed ha preceduto di un paio d’anni un altro classico del regista romano, “Suspiria” (1977), film che ha dato inizio ad una fase caratterizzata dall’Horror più che dal Thriller, cui ha fatto seguito poi “Inferno” nel 1980. Non è peregrino affermare che “Profondo Rosso” è uno dei film Horror più amati dagli appassionati di tutto il mondo e che fin dall’inizio immerge gli spettatori in un’atmosfera angosciante; per i fan dei generi thriller e horror, assieme a pochi altri capolavori del cinema di genere, rappresenta un autentico rito di passaggio iniziatico alla metabolizzazione della paura. Sfido chiunque abbia visto il film di Argento in sala a negare di essere rimasto pure lo spettacolo successivo (all’epoca si poteva fare) per riguardarsi almeno l’inizio ‘rivelatore’ della pellicola, laddove un particolare certamente sfuggito a molti indicava chiaramente chi fosse l’assassino. Certo, “Profondo Rosso” è subito diventato un ‘Cult’ proprio grazie a quella scena, ma l’intero film, per la costruzione della suspense e l’introduzione di alcuni effetti speciali sorprendenti e innovativi, allo status di ‘Cult’ ci è arrivato anche per altre ragioni: diciamo per l’insieme di tutte le componenti che sono intervenute nella sua realizzazione. Fondamentale sarebbe, per chi decidesse di vedere il film per la prima volta, tenere d’occhio ogni piccolo dettaglio fin dall’inizio; poiché quando il cerchio si chiude lo spettatore ignaro si renderà conto di essere stato preso in giro dal regista (oltre che da una trama perfettamente congegnata), il quale ha mostrato l’identità dell’assassino ben in vista. Rispetto alle opere precedenti, Argento, con “Profondo Rosso”, ha elaborato e perfezionato il suo stile espressivo e distintivo, ed introdotto una maggiore dose di ‘fantastico’ nel plot narrativo. Insegnante di piano jazz al Conservatorio di Torino, l’inglese Marc Daly (David Hemmings) assiste dalla strada, involontariamente, all’omicidio di una affermata medium, Helga Ullmann (Macha Méril), avvenuto in un appartamento su in alto. L’uomo si precipita sul luogo del delitto ma non riesce ad arrivare in tempo per salvare la donna e scoprire l’identità dell’assassino. Marc diventa oggetto delle attenzioni del killer mentre indaga aiutato dalla giornalista Gianna Brezzi (Daria Nicolodi): tutti coloro con cui entra in contatto per risolvere il caso cominciano a morire misteriosamente. Tormentato dall’idea di aver sempre saputo chi fosse l’assassino, fin dal principio, Marc torna sul luogo del delitto: la casa di Helga, la prima scena del crimine… Nell’incipit, i titoli di testa, s’interrompono bruscamente per mostrare una breve ed enigmatica sequenza: s’ode una cantilena intonata da una voce infantile (sulle note di “School at Night – Lullaby Child Version”, composta dai Goblin per la colonna sonora del film), si colgono delle ombre, compare un coltello insanguinato ed un bambino… La perfezione nei dettagli è stata studiata con cura assoluta tanto da rappresentare un pregio del film al di là del magnetismo che sprigiona tra gli spettatori più appassionati. La narrazione viene messa in scena in maniera frammentata e scioccante, un geniale puzzle tale che l’effetto primario è quello di destabilizzare lo spettatore e di fargli perdere qualsiasi punto di riferimento. La regia barocca e innovativa di Argento che non lascia nulla al caso, anche nei particolari e nelle scene di raccordo, suscita più di un brivido lungo la schiena. L’atmosfera angosciante diventa il marchio di fabbrica di Argento e lo accompagnerà per tutto il resto della sua carriera, qui poi accresciuta, fin dai titoli di testa, accompagnati dalla musica inquietante dei Goblin. Il film, in realtà, non è un giallo, anche se ne ha tutti i crismi, al regista interessava principalmente elaborare un significativo saggio per immagini sui meccanismi di funzionamento del thriller più che la fluidità dello sviluppo narrativo, e sarà così per tutte le sue opere a seguire questa. Le scene degli omicidi, pur nella loro efferatezza, sono piccoli, riuscitissimi gioielli di coreografia cinematografica. Argento ebbe a dichiarare: “Parlo con la mia metà oscura e la racconto nei film”. “Profondo Rosso” è di fatto il primo film di Argento venato di horror a dimostrare quanto il regista fosse già maestro nel plasmare tale materia filmica all’interno di una straordinaria sceneggiatura (scritta a quattro mani con Bernardino Zapponi) che lascia il segno già dai titoli di testa, complice il fascino disturbante della colonna sonora musicale. A tale proposito il regista ha affermato in passato di avere inizialmente pensato di coinvolgere nel progetto i Pink Floyd ma il gruppo inglese era impegnato nella realizzazione dell’album “Wish You Were Here” e declinò l’invito, le musiche furono poi commissionate a Giorgio Gaslini, con cui Argento aveva già collaborato per “Le cinque giornate” e “La porta sul buio”, ma il risultato finale non lo convinse (il compositore è comunque presente nella colonna sonora e citato nei titoli di testa), così la scelta finale cadde sui Goblin di Claudio Simonetti che dal film hanno ottenuto fama imperitura in tutto il mondo. Tra elementi barocchi e la sapiente fotografia ricca di colori rossi di Luigi Kuveiller (“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “Amici miei”) l’opera colpisce ancora oggi per l’uso intelligente e spregiudicato delle inquadrature, dei movimenti di macchina, per la forza evocativa di immagini raramente associabili a una produzione italiana. Gli effetti speciali furono curati da Carlo Rambaldi. Sono almeno tre le scene ‘cult’, assolutamente indimenticabili: quella con il pupazzo meccanico (opera di Rambaldi) che compare a sorpresa, un’altra con il crudelissimo assassinio di Amanda Righetti che viene uccisa nell’acqua bollente di una vasca da bagno e, ovviamente, lo svelamento dell’identità dell’omicida, sorprendente come poche altre nella storia del cinema di genere. Tra gli interpreti del film c’è una giovane attrice, Daria Nicolodi, che diventerà moglie di Argento e madre di Asia, oltre alla diva del cinema dei ‘Telefoni Bianchi’, Clara Calamai (la ricordiamo protagonista de “La cena delle beffe” di Alessandro Blasetti del 1942, accanto ad Amedeo Nazzari, per quella scandalosa e coraggiosissima scena a seno nudo e “Ossessione” di Luchino Visconti del 1943 assieme a Massimo Girotti), per interpretare una svampita attrice a fine carriera e celebrare in questo film il suo ritorno al Cinema, ma che costituì anche l’ultima sua apparizione sullo schermo. All’epoca della sua uscita il film venne ‘bocciato’ dalla critica nostrana, salvo ricostruirsi un’immagine positiva solo diversi anni dopo, mentre la critica internazionale, invece, ha sempre amato appassionatamente “Profondo Rosso”. Sul film così si espresse Giovanni Grazzini dalle pagine del Corriere della Sera: «Se l’estrema ambizione di Dario Argento è di restituire ai reduci dai suoi spettacoli il gaudio di sobbalzare a ogni scricchiolio, di guardare sotto il letto e raddoppiare la dose di tranquillante, il “terrorista” del cinema italiano può dirsi contento. Era infatti un bel po’ che un film non prendeva altrettanto allo stomaco e popolava i nostri sonni di incubi così barbari. Perché Profondo rosso è malfermo e tutto epidermico, ma al traguardo della paura va molto vicino: la ragione scalpita, e indispettisce sentirsi coinvolti in un cervellotico congegno, e tuttavia il cuore batte più svelto. Mamma mia, che impressione. Il fattaccio comincia a una seduta di parapsicologia, dove una signora ‘sente’ i pensieri cattivi di un criminale. La poverina ha tanta ragione che dopo poco sente anche spaccarsi la testa da un’accetta. Chi sarà mai l’assassino? Mentre la polizia si gingilla, Marcus, un pianista inglese di jazz che lo ha intravisto, ma non è in grado di riconoscerlo, si intestardisce a scoprirlo, insieme con una giornalista in cerca del solito colpo, tal Gianna. È ovviamente un cacciarsi nei guai». Alcune curiosità: una delle locandine concepite per il film è un chiaro rimando a quella di “Vertigo” (“La donna che visse due volte”) di Alfred Hitchcock, mentre il bar che si vede all’inizio del film (e che è stato costruito di sana pianta in quel di Torino) è ispirato al locale ritratto da Edward Hopper nel dipinto “Nightwalks”. Inoltre Argento, in un primo momento, aveva pensato a Lino Capolicchio per il ruolo di Marc (andato poi a David Hemmings, il protagonista di “Blow Up” di Michelangelo Antonioni); tutto sfumò perché l’attore reso celebre da “Il giardino dei Finzi Contini” dopo aver avuto un incidente automobilistico (con Argento pronto anche ad aspettarlo dopo la convalescenza rinviando le riprese) interpretò come negativi alcuni segnali e rifiutò la parte. Inoltre le scene in cui si vedono le mani dell’assassino, coperte dai guanti neri, sono state ‘interpretate’ dallo stesso Dario Argento, che ha ‘utilizzato’ le proprie mani dinanzi alla cinepresa per trarre ulteriormente in inganno il pubblico. Un’ultima curiosità: il titolo doveva essere del tutto diverso; il film si sarebbe dovuto chiamare “La tigre con i denti a sciabola”, per proseguire il filone dei titoli con nomi di animali dei primi tre lavori, e solo successivamente, durante un viaggio in macchina, il regista decise che “Profondo Rosso” sarebbe stato il titolo perfetto. Si è parlato della possibilità di fare un remake del film – così come è avvenuto per “Suspiria” diretto da Luca Guadagnino – diretto dallo stesso Argento, che aveva valutato l’idea di rifarlo in versione 3D, ma per il momento il progetto è stato accantonato. Il capolavoro di Dario Argento venne girato in dieci settimane, a partire dal 9 settembre del 1974, per uscire nelle sale italiane il 7 marzo del 1975.
TECNICA
Il film è noto per avere due diverse durate: una con montaggio per il mercato estero di 105 minuti circa e quella integrale uscita all’epoca in Italia di poco meno di 127 minuti. Di queste poi esistono sotto versioni legate a tagli censori. In passato l’integrale è stata pubblicata su DVD e poi WMV-HD sempre da Medusa Film HE ma nulla su Blu-ray finora. Rivedere oggi alcune delle scene chiave del film con la qualità del supporto Blu-Ray è una chicca da non lasciarsi sfuggire. “Profondo Rosso” è stato restaurato in occasione del quarantennale dell’uscita del film, curato dalla Cineteca Nazionale e dal laboratorio L’Immagine ritrovata di Bologna attraverso il negativo Techniscope originale e il negativo della colonna sonora grazie a RTI-Mediaset. Il confronto di tutti gli elementi ha palesato che l’originale negativo a due perforazioni era incompleto. Un vecchio interpositivo è stato usato come riferimento per il montaggio mentre le parti mancanti dal negativo sono state recuperate all’interno di contenitori assieme a tagli di negativo. Alcuni fotogrammi mancanti sono stati rimpiazzati con l’interpositivo. Gli Extra prevedono una Introduzione al Film da parte di Gianni Canova e un’Intervista a Dario Argento, sempre curata dal giornalista e critico.

 

(Luigi Lozzi)                                                              © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 


(immagini per cortese concessione della Mustang Entertainment/CG Entertainment)

 

 

 

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

PROFONDO ROSSO 

(Profondo Rosso)
Italia, 1975, 127’
Regia: Dario Argento
Cast: David Hemmings, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni, Giuliana Calandra, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Daria Nicolodi, Attilio Dottesio, Furio Meniconi, Glauco Onorato, Mario Scaccia, Piero Vida, Aldo Bonamano, Lorenzo Piani, Vittorio Fanfoni, Piero Mazzinghi, Fulvio Mingozzi, Geraldine Hooper, Salvatore Baccaro, Salvatore Puntillo, Liana Del Balzo, Dante Fioretti, Jacopo Mariani, Nicoletta Elmi.

 

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 2.35:1 1920x1080p (AVC MPEG-4)

Audio: Italiano LPCM 2.0 Dual Mono
Distributore: Mustang Entertainment/CG Entertainment

 

 

 

Consulta la pagina ufficiale del distributore www.cgentertainment.it