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JACK RYAN: L’INIZIAZIONE di Kenneth Branagh in Blu-Ray

 

 

 

 
Quella del reboot, ovvero il far ‘ripartire’ una serie o (perfino) un singolo film, è una pratica oramai consolidata accanto a quelle più familiari di sequel, prequel, remake e saga; si pensi a Batman, Spider-Man, Superman, Star Trek, Predators, Nightmare, al James Bond di Daniel Craig.

 

 

E solitamente si tratta di film completamente diversi dagli originali. Ora la domanda più lecita da porsi è se questo tipo di operazioni trovino una giustificazione plausibile nel mercato della Settima Arte. E la risposta non può essere che sì, visti i lusinghieri risultati ottenuti al box office ed anche alla luce di una considerazione meno prosaica: già una quarantina d’anni fa, quando Steven Spielberg iniziava la sua avventura, il regista affermava – ed eravamo ‘appena’ nel 1973 – che allora tutto quello che era stato possibile filmare per il cinema era già stato realizzato e che da quel momento in poi i cineasti non avrebbero potuto fare altro che impegnarsi a ‘rileggere’ e rielaborare storie e situazioni di cinema del passato già cristallizzate nell’immaginario. Troppo radicale la posizione di Spielberg? Direi di no, piuttosto la definirei ‘consapevole’; teniamo pure bene in mente quello che in molti tra i critici e gli addetti ai lavori hanno individuato, ovvero che tutti i meccanismi narrativi dall’appeal cinematografico in estrema sintesi sono contenuti (fin dall’antichità) nelle opere di Omero, l’Odissea e l’Iliade, e che si possono modificare, intrecciare tra di loro, ma fondamentalmente rimangono sempre gli stessi. È vero quindi che nel cinema prodotto ai giorni nostri intervenga soprattutto una penuria di idee, di sceneggiature all’altezza di un pubblico sempre più esigente e vorace. Non tutti gli anni è possibile costruire eventi della portata di uno “Star Wars” o di un “Avatar”. Insomma, così facendo, si incrementano le entrate (che sono quasi sempre ‘sicure’) e al contempo si fronteggia la crisi creativa. Lungo preambolo questo per introdurre “Jack Ryan: l’iniziazione”, film che fa ‘ripartire’ la saga dell’agente della CIA partorito dalla mente dello scrittore Tom Clancy, scomparso nel 2013, aggiornando però lo scenario geopolitico che viene traslato ai giorni nostri, o perlomeno all’ultimo decennio. A fare un riepilogo questo è il quinto lungometraggio dedicato all’agente della CIA creato da Tom Clancy: il primo è stato “Caccia a ottobre rosso” (con Alec Baldwin protagonista in sottordine a Sean Connery), seguito quindi dal dittico diretto da Phillips Noyce e interpretato da Harrison Ford (“Giochi di potere”, “Sotto il segno del pericolo”), infine quello passato quasi inosservato (“Al vertice della tensione” con Ben Affleck). Ed è una ripartenza a tutti gli effetti, soprattutto nella concezione del film spy-action che ritorna ad essere meglio in linea con opere d’altri tempi. Insomma se da una parte potrebbe scontentare le giovani generazioni di spettatori cresciuti con Matt Damon e Tom Cruise (ed i vari Jason Bourne, Ethan Hunt o Jack Bauer di “24”), dall’altra troverà un pubblico più attento ed intrigato negli ‘over-anta’, e forse il connubio ideale per questo genere di film è quello composto da entrambi. Ricordiamo che il film non ha beneficiato di alcun passaggio in sala – e la cosa, ad essere sinceri, è piuttosto incomprensibile visto che il film ha negli interpreti, nella vicenda narrata e nei riferimenti cinefili più d’un motivo d’interesse per una platea cinematografica – ed è un direct-to-video, quindi appetibile per numerosi appassionati di questo genere di film, e non solo per questi. Ambientazione nell’America post 11 Settembre: Jack Ryan è uno studente di economia a Londra e dopo l’attacco alle Torri Gemelle rientra in patria per arruolarsi come volontario nel Marines e recarsi in missione in Iraq; rimane gravemente ferito e deve sottoporsi ad un lungo e faticoso percorso di riabilitazione prima di essere reclutato dalla CIA per stanare, grazie alle sue capacità di analisi dei flussi informatici delle transazioni bancarie, i grossi investimenti di denaro dietro i quali potrebbero celarsi organizzazioni terroristiche pronte a colpire ancora una volta sul territorio americano. Qualche movimento inusuale viene scoperto a Mosca ed è là che il nostro eroe viene spedito in missione per una semplice verifica dei dati, ma la sua avventura si trasforma in qualcosa di assai più periglioso…
Questo realizzato è un film che conserva i crismi del genere di spionaggio in voga negli anni Sessanta – con l’ovvio ausilio di ritmo e tecnologie in uso ai giorni nostri – salvo l’ultima mezz’ora del film in cui prendono il sopravvento una serie di scene adrenaliniche e concitate da techno-thriller scandite dall’urgenza di disinnescare una bomba pronta ad esplodere e a fare vittime. La prima parte del film ambientato a Mosca addirittura ci ricorda i toni del primo “Mission: Impossible” firmato da Brian De Palma, con quelle atmosfere calibrate su un clima da spy story post caduta del Muro di Berlino ed è la parte che di sicuro rende maggiore giustizia ai libri di Clancy e trova maggiore giustificazione nella regia di Kenneth Branagh. A proposito del quale va sottolineata come sia assai curiosa la metamorfosi che ultimamente, con grande disinvoltura è passato dal declinare Shakespeare a ‘sporcarsi’ le mani con i blockbuster; prima “Thor” nel 2011, ora “Jack Ryan”. È Chris Pine, lanciato dai due più recenti film di “Star Trek”, il protagonista e sembra proprio avere il physique du rôle ideale per prendere il posto dei citati Cruise e Damon nel cinema di genere action spettacolare. Il redivivo Kevin Costner veste i panni di Thomas Harper, l’agente della CIA che propone a Ryan un posto di analista all’interno dell’organizzazione, mentre proprio Branagh riserva per sé il ruolo del villain, il cupo magnate russo Viktor Cherevin, che nutre odio verso gli Stati Uniti tanto da progettare come sua massima forma di vendetta il crollo della borsa newyorkese, e conseguente svalutazione su ampia scala del dollaro, abbinato all’attentato terroristico pianificato. A Keira Knightley è riservata la presenza femminile quale fidanzata del protagonista che per gelosia (non potendo ovviamente essere messa al corrente delle attività segrete di Ryan) si va ad infilare da sola dritta dritta nei guai. Film buono, che però resta ben al di sotto delle premesse e delle attese (ha racimolato poco più di 135 milioni di $ in tutto il mondo, 50 nei soli Stati Uniti), utile a trascorrere una serata disimpegnata.
Il trasferimento in High-Def è impeccabile sotto ogni punto di vista; quadro video solido ed immagini luminose e ben contrastate di qualità eccellente, resa efficace degli elementi in background. Per il sonoro è preferibile la traccia originale lossless (in DTS-HD Master Audio 7.1) soprattutto per seguire le scene di azione più coinvolgenti. Gli extra (per quasi un’ora di materiali complessivamente, sottotitolati in italiano) comprendono: il commento di Kenneth Branagh e Lorenzo di Bonaventura, gli speciali e le featurette  (con approfondimenti sul personaggio, sul regista e sull’eterna ‘Guerra Fredda’ tra Usa e Russia) “Jack Ryan: l’uomo più intelligente nella stanza”, “Sir Kenneth Branagh: lo Zar di Shadow Recruit”, “Jack Ryan: un uomo d’azione che sa riflettere”, “I vecchi nemici ritornano” oltre a cene inedite ed integrali.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Universal Pictures)

 

NOTE TECNICHE
Il Film

JACK RYAN: L’INIZIAZIONE
(Jack Ryan: Shadow Recruit)
Usa/Russia, 2014, 106’
Regia: Kenneth Branagh
Cast: Chris Pine, Kenneth Branagh, Keira Knightley, Kevin Costner, Nonso Anozie, Peter Andersson, David Paymer, Mikhail Baryshnikov.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 2.40:1 1920x1080p/ AVC MPEG-4  
Audio: Inglese DTS-HD Master Audio 7.1
  Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo, Giapponese Dolby Digital Surround 5.1
Distributore: Universal Pictures