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IL PONTE DELLE SPIE di Steven Spielberg in Blu-Ray

 

 

 

Dopo “Lincoln” del 2012 (la supervisione produttiva di “Jurassic World” del 2015 e altri progetti vari per entità terze) Steven Spielberg torna a dirigere un film scegliendo una materia che ancora una volta gli permette di ‘ragionare’ sul concetto di democrazia e di operare una nuova riflessione sui valori stessi delle società democratiche. “Il ponte delle spie” racconta fatti realmente accaduti negli anni della Guerra Fredda e lo fa servendosi di una ottima sceneggiatura scritta dai fratelli Joel ed Ethan Coen (assieme al giovane britannico Matt Charman) con l’ausilio del libro “Strangers on a Bridge”, scritto dal protagonista del film, l’avvocato Donovan, nel 1964.

Assai bella e significativa la prima scena del film nella quale la spia sovietica (ma scopriremo solo più avanti di chi egli sia) Rudolf Abel, interpretata da Mark Rylance, è davanti a uno specchio mentre sta dipingendo il proprio autoritratto. L’idea del doppio (giochista) è resa in modo mirabile e grande maestria da Steven Spielberg ===Consulta la Filmografia===, con assoluta proprietà del linguaggio cinematografico, dal susseguirsi di immagine allo specchio, immagine reale della persona e volto raffigurato sulla tela. Siamo a Brooklyn nel 1957, in piena Guerra Fredda, e di lì a poco la spia verrà catturata dall’FBI. Quella di Rudolf Abel era una delle false identità assunte dalla spia Vilyam Genrikhovich Fischer, nato in Inghilterra. L’inglese Mark Rylance, con la sua straordinaria interpretazione e quell’atteggiamento di disincanto impassibile, tranquillo e imperscrutabile, che mantiene per tutto il film, si è visto assegnare l’Oscar quale Miglior Interprete Maschile Non Protagonista (su sei ‘Nomination’ che il film ha ottenuto). Magistrale la risposta che il personaggio in più di un’occasione dà all’avvocato Donovan alla domanda di questi: «Lei non si preoccupa mai? », «Servirebbe? ». James B. Donovan, interpretato da un non meno bravo Tom Hanks – ma a questo potevamo essere preparati e/o abituati -, è l’avvocato (un americano ‘qualunque’) che viene assegnato d’ufficio per difendere la spia in tribunale secondo i principi costituzionali; egli si cala perfettamente nel compito di difensore in nome della Democrazia, prende a cuore le sorti del suo assistito riuscendo ad evitargli la condanna alla sedia elettrica con assoluto senso del dovere e un’integrità morale encomiabile. È chiaro a tutti che si tratta di una spia, e quindi di un ‘nemico’, visto il clima di Guerra Fredda e conseguente minaccia del comunismo che allora si respirava, ma nella personale rilettura di fatti realmente accaduti, Spielberg mette in bocca all’avvocato che vuol spiegare ai suoi ‘increduli’ interlocutori le ragioni del suo agire, le parole: «La chiamano Costituzione. Ed è questo che ci rende americani!». I valori democratici espressi – seppur retoricamente, seppur con tanto conformismo – in modo fermo e partecipativo sono il cuore del suo impegno, svolto in nome di un’etica della giustizia. L’avvocato idealista Hanks non guarda ad Abel come un nemico ma come un uomo che merita di essere difeso comunque e dovunque, e chiunque egli sia. Nel momento cruciale della difesa Donovan pronuncia parole che possono essere sintetizzate così: «Abel è un russo, quindi un soldato che combatte la sua guerra e che non vuole tradire la sua patria, ha tutto il diritto d’essere difeso secondo i principi americani della democrazia, della giustizia e della civiltà; noi americani non possiamo permetterci di essere peggiori di lui. E poi – qui c’è il colpo di genio vincente della sua difesa – un giorno potrebbe tornare buono per uno scambio». Così invece della pena capitale la spia prende trent’anni di prigione. Donovan, che fino a quel momento si era occupato di assicurazioni, diventa in seguito pure l’abile negoziatore tra Stati Uniti, Unione Sovietica e DDR (Repubblica Democratica Tedesca) per uno scambio di prigionieri (proprio quello che egli aveva paventato in sede processuale) che riporti Abel, il tenente Francis Gary Powers, pilota americano (catturato mentre era in ricognizione col il suo velivolo-spia dalle parti del confine sovietico) ed uno studente americano (arrestato a Berlino Est), in patria; con la formula ‘due al prezzo di uno’: due cittadini americani per uno sovietico. E lo scambio avviene sul ponte del titolo – che è il Ponte di Glienicke tra Berlino Est e Berlino Ovest – con una scansione di tensione drammaturgica quasi hitchcockiana perché è in dubbio che pure lo studente venga liberato. Anche se in uno stile thriller si dipana attraverso regole classiche dell’impianto e della narrazione, assimilabili al filone hollywoodiano del dramma di guerra, il film è qualcosa di più di un semplice ‘spy movie’ d’altri tempi, riesce ad essere avvincente e coinvolgente, e ad avere un forte impatto emotivo, in virtù della enorme e collaudata abilità di Spielberg, capace di rendere originale nell’impostazione anche un racconto (apparentemente) scontato, e come detto dello script. Il lucido messaggio d’attualità che si può estrapolare dal film – perché il film si rivela di sorprendente attualità in anni in cui viviamo sotto il giogo di sospetti e di paure – è certamente quello di chiarezza e nitore con cui ognuno di noi può interagire e interloquire con il mondo esterno (con il ‘prossimo’ si diceva un tempo) mantenendo salda la propria identità, la consapevolezza della propria dignità e del proprio ruolo sociale. L’essere “tutto d’un pezzo“, come spesso viene citato nel film. Il finale in verità glorifica con eccessiva enfasi le qualità dell’uomo qualunque americano, l’american way of life, con cui il grande pubblico (americano e non) troppo spesso si identifica, ma fatta la tara degli eccessi manifestati in questa direzione “Il ponte delle spie” rimane un film straordinario. Detto della bravura di Mark Rylance, fino ad oggi praticamente uno sconosciuto, vale la pena ricordare che per Tom Hanks si tratta di un’ennesima collaborazione con l’amico Steven Spielberg dopo “Salvate il soldato Ryan” (1998), “Prova a prendermi” (2002) e “The Terminal” (2004). Splendida la fotografia di Janusz Kaminski che dona alle ambientazioni il giusto climax dell’epoca soprattutto quando la vicenda si sposta nella Berlino della Cortina di Ferro e della costruzione del Muro, e tutto diventa più plumbeo. Sui titoli di coda apprendiamo che Donovan (nato nel 1916 e morto nel 1970) venne mandato da Kennedy a negoziare la liberazione di oltre 1100 prigionieri con Cuba in seguito alla crisi della Baia dei Porci e che riuscì a far tornare a casa più di 9000 persone. Un’ultima cosa da sottolineare è che, dopo tanti anni di collaborazione simbiotica, mancano le musiche dell’abituale compositore per Spielberg, John Williams, impegnato nello stesso periodo per “Star Wars: Il risveglio della forza”; e per questa occasione lo score è stato affidato all’esperto Thomas Newman che non ha fatto mancare un pregevole contributo.  
L’edizione in Blu-Ray curata dalla 20th Century Fox Home Entertainment è impeccabile e la visione casalinga dell’ottimo film di Steven Spielberg è confortevole sotto tutti i punti di vista. Ricordiamo che “Il Ponte delle Spie” è stato girato su pellicola per poi essere digitalizzato a 4k. Le immagini video sono solide, ricche di dettagli che esaltano ogni più piccolo particolare delle scene (viene enfatizzato persino quella sorta di pulviscolo che si ‘immagina’ e ‘riempie’ gli ambienti cupi della Berlino Est), i neri sono profondi e non ci sono difetto di compressione, il cromatismo è ben calibrato (‘caldo’ per New York, ‘freddo’ per Berlino) ed asseconda alla perfezione la magistrale Fotografia di Kaminski. La traccia audio inglese è in DTS-HD Master Audio 7.1 e questo è motivo più che rassicurante per la qualità sonora del Blu-Ray, mentre la traccia in Italiano – pur soddisfacente – non regge certamente il confronto con quella originale. Non si tratta ovviamente di una pellicola in cui il comparto audio venga esaltato da particolari effetti speciali, ma il tutto funziona realisticamente (e fedelmente) in modo ottimale tra rumori del traffico e rumori ambientali (nelle riprese negli interni) e quant’altro entra in gioco nella messa in scena. Il comparto dei Contenuti Extra prevede lo speciale “Un caso della Guerra Fredda: ‘Il ponte delle spie’” (17:45), contenente materiale d’archivio e interviste agli attori, al regista e allo sceneggiatore, oltre alle testimonianze di persone che realmente hanno preso parte ai fatti narrati. Inoltre troviamo le featurette “Berlino 1961: Ricreando il Muro” (11:35) che ricorda gli avvenimenti storici di allora e consente di apprezzare l’attento lavoro di ricostruzione scenografica operata per realizzare il film, “Aereo spia U-2” (8:45) che spiega l’unica scena in cui interviene il CGI, “Scambio di spie: Analizzando la sequenza finale” (5:42) esplicita con dovizia di particolari la scena clou del film.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della 20th Century Fox Home Entertainment)

NOTE TECNICHE
Il Film

IL PONTE DELLE SPIE
(Bridge Of Spies)
Usa, 2015, 140’
Regia: Steven Spielberg
Cast: Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Sebastian Koch, Alan Alda, Billy Magnussen, Eve Hewson, Austin Stowell, Domenick Lombardozzi, Michael Gaston, Stephen Kunken, Peter McRobbie, Marko Caka, Joshua Harto, Burghart Klaußner.
Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 2.35:1 1920x1080p/ AVC MPEG-4
Audio: Inglese DTS-HD Master Audio 7.1
           Italiano DTS 5.1
Distributore: 20th Century Fox Home Entertainment