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CANNIBAL HOLOCAUST di Ruggero Deodato in Blu-Ray

 
 
 
All’inizio degli anni Ottanta, in un periodo in cui si andavano ridefinendo molti degli standard espressivi del linguaggio cinematografico, soprattutto nell’ambito di un genere come l’horror e suoi derivati, l’Italia era capace di ritagliarsi un ruolo importante sul mercato internazionale dei B-Movie, e molte di quelle opere che nel nostro paese non avevano avuto – almeno nell’immediato – grossi riscontri al botteghino sono assurte al rango di ‘cult’ sul mercato – allora emergente e in forte espansione – delle videocassette.

Cannibal Holocaust” è uno di quei film, che sulla scia anche di ‘docu-film’ dei Sessanta come “Mondo Cane” e “Africa Addio” (realizzati da Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi), estremizza un certo tipo di violenza tanto da sfiorare (o forse addirittura oltrepassare) i confini del sensazionalismo aberrante e della spregiudicatezza filmica che conducono direttamente allo ‘snuff movie’. È bene ricordare come i ‘Mondo Movie’ firmati da Jacopetti, Prosperi & Co., pervasi da un realismo crudo ed efferato, avessero dato la stura ad un filone di successo sensazionalistico – “Mondo Cane” del ’62 è considerato il capostipite – a sfondo (finto) psudo-sociologico in tutto il mondo cui si riallaccia il film di Ruggero Deodato dell’80, formalmente nello stile (nell’uso documentaristico della macchina da presa e nei contenuti estremi) poiché in realtà si tratta di un lavoro di ‘fiction’. Vi si narra la vicenda di alcuni ex-reporter di zone di guerra che si avventurano nella foresta amazzonica con l’intento di realizzare un documentario (finanziato da una rete televisiva newyorkese) sulle tribù del luogo, lontane anni luce dalla civiltà e dedite al cannibalismo. Dei quattro ben presto si perdono le tracce e alla loro ricerca si pone un antropologo, il professor Munro, che riesce a recuperare il materiale filmato dai reporter e scoprire così cosa sia successo loro… Sostanzialmente si divide in due parti; una prima relativa al viaggio del professore alla ricerca dei reporter fino al suo ritorno a New York con le bobine ritrovate, e una seconda in cui vengono svelati i contenuti dei materiali recuperati e che mostrano l’inimmaginabile. Un film concepito come un finto mockumentary (dai risvolti agghiaccianti) che ha fatto epoca e nel quale viene mostrato di tutto schiacciando il pedale dell’acceleratore su l’uso insopportabile della violenza; tra stupri, teste mozzate, uccisioni reali di animali, squartamenti, impalamenti, evirazioni, esecuzioni, antropofagia e chi più ne ha più ne metta, per rendere la visione ancora più ‘esplosiva’ e spiazzante e senza risparmiare allo spettatore i particolari più raccapriccianti e disgustosi, in un tentativo ‘estremo’ di aderire alla realtà. Bisogna essere muniti di uno stomaco forte per mantenere alto lo sguardo dinanzi all’escalation di orrore cui assistiamo sullo schermo e che ha procurato alla pellicola, al tempo della sua uscita, numerose censure e tagli in tanti paesi del Pianeta, oltre a processi per le denunce ricevute di maltrattamento degli animali. E ha fatto pensare a tanti che si trattasse di un vero e proprio ‘snuff movie’, ovvero quella tipologia di filmati amatoriali nei quali le violenze perpetrate a danni di terzi sono reali.  Derubricabile alla voce ‘Cannibal Movie’, un genere avviato nel ‘72 da Umberto Lenzi con “Il paese del sesso selvaggio”, il film che ha dato fama internazionale al suo autore fa parte di una trilogia composta da Deodato della quale fanno parte pure “Ultimo mondo cannibale” del ‘77 e “Inferno in diretta” dell’85). Immagini (forse) gratuite che solleticano il gusto voyeuristico e macabro degli spettatori, ma il realismo mostrato nel film (per il quale possiamo coniare il termine, giusto per aggiungerne una di etichetta, ‘docu-splatter’) in fin dei conti – rifletteteci pure – non è dissimile da quello cinico che quotidianamente ci propinano da anni i telegiornali o i mass media in generale nel divulgare i fatti che avvengono ai quattro angoli del mondo, in nome dello scoop a tutti i costi, con quel malcelato gusto sensazionalistico. In fondo, a voler trovare un elemento positivo in un’opera che divide gli estimatori e i detrattori su due fronti fortemente contrapposti (i primi lo ritengono un cult, gli altri un qualcosa di indegno e improponibile), devono essere considerati (e valutati) una certa critica sociologica sull’uso spregiudicato dei mass-media, la denuncia nei confronti di un certo tipo di giornalismo che non indietreggia dinanzi a nulla, e poi la collocazione in primo piano del contrasto tra natura selvaggia e ‘civiltà incivile’ caro al ‘mito del buon selvaggio’ teorizzata dal filosofo Jean-Jacques Rousseau nel Settecento su un incontaminato e primigenio ‘stato di natura’. La musica assai significativa è stata composta da Riz Ortolani; la sua presenza non è casuale visto che era già stato autore delle colonne sonore proprio dei citati “Mondo Cane” e “Africa Addio”. Sul tema cannibalesco possiamo citare “Antropophagus” di Joe D’Amato del 1980 e ricordare poi che sicuramente “The Blair witch project” deve molto a questo film. Una curiosità ulteriore: il regista Eli Roth, autore dei primi due “Hostel”, ha reso omaggio a “Cannibal Holocaust” con il recente “The Green Inferno”, presentato all’ultima edizione del Festival del Film di Roma.
L’etichetta CineKult si è fatta carico di recuperare la pellicola nel migliore dei modi possibili, e per giunta (pure) in una edizione in Alta Definizione; ideale per consentire a chiunque di riscoprire (o scoprire per la prima volta) questa pellicola controversa. Inoltre il trasferimento in High-Def è arricchita da una serie di nuovi contenuti speciali predisposti per l’occasione e che non erano presenti nella versione in DVD apparsa (e subito sparita) sul mercato molti anni fa per la Alan Young Pictures. La qualità delle immagini è migliorativa delle precedenti edizioni conosciute ma (ovviamente) non è eccelsa e presenta diverse criticità; peraltro presenta una discontinuità voluta e determinata proprio dallo stile documentaristico voluto dal regista per accrescere il senso di realismo: macchina a mano, montaggio incerto e approssimativo, cattiva messa a fuoco. Il comparto audio presenta un sonoro adeguatamente pulito ma anche in questo caso non è il caso di farsi illusioni: gli anni sono quelli che sono e i mezzi a disposizione allora dovrebbero essere noti a qualsiasi buon conoscitore di Cinema. Tra gli extra troviamo il documentario “The Cannibal Files”, con una lunga intervista a Ruggero Deodato (60’), poi “The Alan Yates Files” (28’), un’intervista a Carl Gabriel Yorke, “The Green Inferno Files” (32’), interviste a Eli Roth e Ruggero Deodato in cui il regista di “Hostel” rivela la sua passione per questo film, omaggiato appunto dal suo recente “The Green Inferno”. Per i più curiosi (e pazienti) poi sarà possibile ‘intercettare’ degli Easter Egg che contengono alcune interessanti featurette tra cui un confronto tra Ruggero Deodato e Umberto Lenzi.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTE TECNICHE
Il Film

CANNIBAL HOLOCAUST

DRAMMATICO

Cannibal Holocaust
Italia, 1980, 91’
Regia: Ruggero Deodato    
Cast: Robert Kerman, Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Gabriel Yorke, Perry Pirkanen, Salvatore Basile

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 1.66:1 / HD 1920x1080p/AVC
Audio: Italiano , Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: CineKult/CG Home Video