Musica

WILD ANIMALS dei Trampled By Turtles

 

 

ARTISTA: WILD ANIMALS
TITOLO: Trampled By Turtles
ETICHETTA: Banjodad Records/Import
ANNO: 2014

La prima volta che mi è capitato di ascoltare i Trampled by Turtles è stato nel 2008, all’epoca della pubblicazione del loro quarto album intitolato semplicemente “Duluth“; mi incuriosiva il riferimento (non solo geografico) così immediato eppure tanto esplicito alla cittadina del Minnesota che ha dato i natali al sommo Dylan e nella quale ero andato di proposito – per omaggiare una figura preponderante qual è Bob – nel mio viaggio attraverso gli States a bordo del mitico Greyhound nel lontano (ahimè!) 1978. È sintomatico come quel posto sia diventato una sorta di stella polare per chiunque sia intrigato dall’intraprendere un percorso nei territori della musica tradizionale americana del cuore della provincia americana. È proprio il percorso intrapreso dai TbT – che consegnano ai propri fan il 7^ album in studio – paladini di uno stile bluegrass così poco convenzionale (si commetterebbe un grosso errore a volerli etichettare solamente come una bluegrass band) e che potremmo definire progressive folk (se proprio non volete utilizzare il termine fin troppo abusato di alt-country) e che li vede in buona compagnia di formazioni quali Avett Brothers, Old Crow Medicine Show, Split Lip Rayfield, Band of Horses, Apache Relay. Un paio di partecipazioni al Late Show di David Letterman sono servite pure per donar loro visibilità e un buon posizionamento nelle classifiche con una credibilità accresciuta dall’uscita di “Live at First Avenue”; e ancora avevamo intercettato lo scorso anno un loro pezzo (“Alone”) nella colonna sonora di un film di formazione niente male (“C’era una volta un’estate”). Il loro approccio con la materia ha subito qualche aggiustamento; non più esecuzioni acustiche mozzafiato (anche di brani indie rock altrui), che avevano conquistato il consenso dei fan, ma toni più pacati e armonie più mature (“Hollow“, “Repetition” e l’uptempo di “Are You Behind the Shining Star?” ad esempio). C’è una maggiore cura nella stesura delle canzoni, nella direzione – ovvia – di una revisione d’ammodernamento della musica bluegrass e senza disdegnare incursioni nell’alt-rock. La band mostra così di aver raggiunto un livello di maturità considerevole e la vocalità del lead singer Dave Simonett si imprime nella memoria dell’ascoltatore con decisione; “Come Back Home” sembra proprio uscita dal repertorio di Dylan e “Nobody Knows” sarebbe piaciuta a Bill Monroe.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA