UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK di Woody Allen in Blu-Ray
L’ultimo film che Woody Allen ha girato nell’amata New York va incastonato nella sua magnifica filmografia, e come sempre mostra segni di straordinaria vitalità ad onta degli 84 anni del regista newyorkese; “Un giorno di pioggia a New York” arriva in Blu-Ray, distribuito da Lucky Red, in una più che apprezzabile edizione in Alta Definizione.
Woody Allen ===Consulta la Filmografia=== divide in due parti equamente contrapposte la schiera di chi lo detesta e di chi lo venera incondizionatamente. A penalizzarlo, tra le altre cose di natura cinematografica – le origini da autore comico ed il progressivo sconfinamento nell’autorialità -, ci sono anche le vicende private di abusi su una figliastra di cui si parla da tempo, e anche coloro che ne esaltano le qualità artistiche non possono fare a meno di riconoscere nella sua filmografia qualche clamoroso scivolone, per opere dettate da puro e semplice bisogno ‘alimentare’. Come ad esempio proprio quel film girato in Italia, “To Rome With Love”, che avrebbe potuto inorgoglirci e che invece è il peggiore di tutta la sua carriera. Ma spesso, lasciando da parte i film dal tono più lieve, ci si è imbattuti in geniali capolavori: “Io e Annie” (1977), “Manhattan” (1979), “Un’altra donna” (1988), “Crimini e Misfatti” (1989), “Pallottole su Broadway” (1994), “Blue Jasmine” (2013), “La Ruota delle Meraviglie” (2017) giusto per citare quelli che mi hanno colpito maggiormente. Alla sua veneranda età Allen – 53 film in oltre cinquant’anni di carriera – è ancora estremamente prolifico tanto da riuscire a garantire dal 1982 la realizzazione di almeno un film all’anno (in qualche caso addirittura due), neanche si trattasse di una catena di montaggio. Qualcuno ha definito il nuovo film come opere del ‘solito Woody Allen’, in forma quasi denigratoria, altri invece hanno trovato rassicurante quel ‘solito Woody Allen’ – e ‘per fortuna!’ hanno aggiunto – a ribadire il concetto che il regista non tradisce mai il suo pubblico fidelizzato. Certo è che pure a non rientrare nel novero degli appassionati ‘senza se e senza ma’ di Woody ogni suo film è capace di suscitare sempre e comunque curiosità nello spettatore ed interesse per lo svolgimento del plot narrativo sviluppato all’impronta della leggerezza intelligente; e poi interviene sempre qualcosa a stravolgere l’apparente quiete che avvolge il racconto. E così mentre l’ultima ‘fatica’ di Woody Allen, “Rifkin’s Festival” che l’instancabile regista ha girato la scorsa estate a Sen Sebastian, nei Paesi Baschi (con cast come sempre variegato e ricco, composto da Elena Anaya, Louis Garrel, Gina Gershon, Sergi López, Wally Shawn e Christoph Waltz e in cui Allen torna a collaborare con Vittorio Storaro), sta per arrivare sugli schermi (Coronavirus permettendo), in tempi di quarantena obbligata possiamo goderci comodamente seduti sul divano di casa questo “Un giorno di pioggia a New York”. Il film, il 53° d’una gloriosa e inesauribile filmografia, segna quindi il ritorno di Woody Allen (bergmaniano e felliniano convinto) nella città simbolo del suo cinema, per la quale ha una sconfinata passione, e riprende nei toni da commedia sofisticata le atmosfere di altre opere amate del regista, così come lo era stato, circa 40 anni fa, un film-culto come “Manhattan”. Si tratta di una commedia romantica, ma come sempre anche ineffabile e caustica, che racconta la storia di due fidanzatini del college, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), la nascita di un sentimento reciproco, che decidono di trascorrere un fine settimana romantico a New York, ma i loro piani vanno in fumo non appena mettono piede in città ed il loro soggiorno diventa rocambolesco; perché dopo imprevisti e complicazioni si ritrovano sotto la pioggia ed una giornata di pioggia non solo rovescia acqua su di loro ma può addirittura capovolgere i loro destini. Si sono conosciuti all’università: lui è originario proprio di New York, rampollo dell’aristocrazia bianca newyorchese, ed è ansioso di mostrare alla ragazza la sua città d’origine con i suoi luoghi di richiamo, lei invece, una provinciale proveniente da Tucson, Arizona, è un’ingenua giornalista ed è elettrizzata all’idea di trascorrere un week-end nella ‘Grande Mela’ dove potrà intervistare un mitico regista indipendente (impersonato da Liev Schreiber). Così nel più classico (e riconoscibile) degli schemi del cinema alleniano facciamo la conoscenza di Gatsby Welles (un nome che non ha bisogno di commenti alla luce dei rimandi culturali cui fa riferimento), che è l’ennesimo alter-ego del regista (cosa che accade puntualmente da quando il regista non interpreta più se stesso) poiché ama i film d’antan, adora i locali rétro, i giorni di pioggia e la musica di George Gershwin e Chet Baker. Ma nulla andrà come agognato da entrambi e tutto confluirà inesorabilmente come in un film di Woody Allen, dove tutto può succedere, tra abbandoni e dolori, e sicurezze tradite, dove gli snodi chiave dell’esistenza possono accadere in maniera del tutto repentina, in un girotondo agrodolce di eventi. Magnifiche alcune trovate visive che si devono al virtuosismo del direttore della fotografia Vittorio Storaro. Qui le tonalità in giallo, rosso, e blu prendono il posto del bianco e nero della fotografia di Gordon Willis concepita per “Manhattan”. In verità bisogna ricordare che negli Stati Uniti il cinema di Woody Allen non è mai stato troppo amato (e neppure tanto capito) mentre al contrario il regista gode di assoluta considerazione da autore nel Vecchio Continente; con Italia e Francia in testa alla lista dei paesi in cui egli è assai apprezzato. Però il pubblico, non solo quello italiano o francese, ha corso il rischio di non vedere mai il nuovo film di Woody Allen, pronto già da quasi due anni, perché realizzato nel bel mezzo del caso Weinstein. Lo sguardo è pieno di saggia e disincantata malinconia: «Credo che la vita sia un incubo doloroso e senza senso. L’unica alternativa per essere felice è mentire a se stessi», ha affermato Woody Allen che ha proseguito: «Qualsiasi situazione in cui qualcuno è ingiustamente accusato di qualcosa è una situazione triste. Immagino che su questo siamo tutti d’accordo. Tutti vogliamo che sia fatta giustizia. Ora c’è il movimento #MeToo, e io lo sostengo. Penso si debbano consegnare questi terribili stalker alla giustizia. Penso che sia una buona cosa». Il riferimento a MeToo non è peregrino né campato in aria visto che – lo sappiamo – le riprese di “Un giorno di pioggia a New York” sono terminate già da tempo nell’autunno 2017, proprio nel periodo in cui nasceva il movimento #MeToo, sulla scia della pubblicazione di un articolo scritto dal figlio di Woody, Ronan Farrow, sul New Yorker nel quale diverse attrici accusavano il produttore Harvey Weinstein di molestie e violenza sessuale, ed il film originariamente era stato prodotto dagli Amazon Studios in quella fase di espansione mediatica che il colosso dell’e-commerce aveva messo in atto. Le accuse di molestie sessuali che hanno avuto vasta eco dopo il caso Weinstein hanno riportato in primo piano la vicenda (risalente al 1992 e dalla quale non è mai scaturita un’incriminazione) delle accuse di violenza (peraltro sempre negate dall’interessato e rivelatesi prive di fondamento) rivolte a Woody Allen dalla figlia adottata dalla ex-moglie Mia Farrow, Dylan; così Amazon ha deciso di cancellare l’uscita del film, congelarlo e metterlo in un limbo, ed annullare il contratto che lo legava al regista. Ne è seguita una causa milionaria intentata da Allen che si è conclusa solo quando Amazon ha restituito i diritti di distribuzione al regista. Si spiega così il ritardo con cui il film è giunto (prima) sugli schermi e (poi) sul mercato dell’Home Entertainment. In Italia al Box Office “Un giorno di pioggia a New York” ha incassato 3,5 milioni di euro mentre – come detto – negli Stati Uniti il film non è mai uscito.
TECNICA
Il Blu-Ray di “Un giorno di pioggia a New York”, prodotto da Lucky Red, viene distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia, in un’edizione assolutamente soddisfacente; il film mostra un quadro video luminoso e assai curato nel quale il dettaglio e la definizione hanno una morbidezza d’insieme ‘voluta’ dal direttore della fotografia, Vittorio Storaro, ma i primo piani e i dettagli degli abiti dei protagonisti sono assolutamente incisivi. Sul fronte audio sono disponibili due tracce in formato 5.1 DTS HD Master Audio, sia per il doppiaggio italiano che per l’originale inglese; entrambe di ottima qualità. I dialoghi sono perfettamente collocati sul centrale e si distingue la splendida colonna sonora. Peccato per l’assenza – ad eccezione del Trailer – di qualsiasi Contenuto Extra.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA
(immagini per cortese concessione della Lucky Red)
NOTE TECNICHE
Il Film
UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK
(A Rainy Day in New York)
Usa, 2019, 94’
Regia: Woody Allen
Cast: Con Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber, Annaleigh Ashford, Rebecca Hall, Cherry Jones, Will Rogers (II), Kelly Rohrbach, Suki Waterhouse.
Informazioni tecniche del Blu-Ray
Aspect ratio: 2.00:1 1920x1080p – 23,98fpt
Audio: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
Sottotitoli: Italiano, Italiano n/u
Distributore: Lucky Red/Warner Bros. Home Entertainment