TONINO VALERII, ADDIO!
Nel giorno in cui è venuto a mancare Dario Fo, il 13 ottobre, dobbiamo purtroppo registrare anche la scomparsa di Tonino Valerii, aiuto regista di Sergio Leone per “Per un pugno di dollari” ed autore di film importanti quali “I giorni dell’ira“, “Una ragione per vivere ed una per morire” e soprattutto di “Il mio nome è Nessuno” (con Henry Fonda e Terence Hill), un ‘Cult’ conosciuto in tutto il mondo.
Non è sufficiente dire che i Media in questi giorni siano stati (quasi) completamente occupati a parlare di Fo e del Nobel per la letteratura dato a Bob Dylan per giustificare il fatto (in sé vergognoso) che sui siti on-line di La Repubblica e Il Corriere della Sera, solitamente assai attenti alla materia cinematografica, non sia stata dedicata nemmeno una riga alla morte del regista abruzzese. Con buon diritto Tonino Valerii ===Consulta la Filmografia=== va annoverato nella schiera dei maestri del cinema italiano oltre all’essere stato uno dei padri del ‘Western Spaghetti’ assieme all’amico Sergio Leone e ad altri validi registi (tra cui ci piace citare Sergio Corbucci, Duccio Tessari, Sergio Sollima, Giulio Questi, Giulio Petroni, Enzo G. Castellari, Damiano Damiani, Mario Caiano, Enzo Barboni, alias E.B. Clucher). E non va dimenticata la sua grande qualità nella scrittura. È morto il 13 ottobre in una clinica romana all’età di 82 anni, circondato dall’affetto della moglie e dei tre figli. Era una persona gentile e cortese, dotato di profonda cultura umanistica (divoratore di libri come pochi) e come pochi conoscitore della Mitologia del West; l’avevo personalmente conosciuto anni fa quando aveva accettato di buon grado e con grande slancio (e senza richiedere alcun compenso) il mio invito a venire a parlare del suo Cinema, e dello ‘Spaghetti Western’ in generale, nelle Biblioteche di Anguillara Sabazia e di Ladispoli. Abruzzese, era nato il 20 maggio 1934 a Montorio al Vomano, nei pressi di Teramo a poca strada dal Gran Sasso, ma una volta entrato nel mondo del Cinema (dopo aver frequentato il Centro sperimentale di cinematografia) era rimasto a vivere a Roma fino alla morte. Nel 1964 Sergio Leone – non ancora diventato il regista che tutto il mondo ci ha invidiato quando era ancora in vita e che oggi è venerato dappertutto – lo aveva voluto al suo fianco come assistente alla regia sia per “Per un pugno di dollari” (in questo caso Valerii non venne accreditato) che per il suo seguito “Per qualche dollaro in più”, per quest’ultimo Tonino ha dato pure una mano alla stesura della sceneggiatura. Il film d’esordio come regista per Valerii è stato il western “Per il gusto di uccidere” del 1966 che passò quasi inosservato mentre due anni dopo con “I giorni dell’ira”, con due star dello ‘Spaghetti Western’ come Giuliano Gemma e Lee Van Cleef, si faceva conoscere da critica e pubblico. Poi, nel 1973, quello che può considerarsi il suo capolavoro ed il film di maggior successo a livello internazionale, “Il mio nome è Nessuno”, con Henry Fonda e Terence Hill protagonisti di un film nato da un’idea di Sergio Leone e che provava (riuscendoci alla perfezione) a mettere a confronto il western classico, il cinema leoniano della ‘Trilogia del Dollaro’ e quello picaresco e parodistico introdotto nel 1970 da E.B. Clucher con “Lo chiamavano Trinità”. Va ricordata però l’amarezza provata da Valerii quando, in alcune circostanze pubbliche, Leone ha tentato di attribuirsi la paternità del film, avvalorare la tesi che il suo pupillo fosse stato (quasi) solo un prestanome e che in sostanza fosse stato lui, Sergio, in gran parte, a dirigerlo. Con molta umiltà, e senza dare alcuna enfasi alla cosa, il regista abruzzese ha più volte sottolineato che Leone (che di “Il mio nome è Nessuno” è stato anche produttore, oltre che ideatore del soggetto) ha sì diretto un paio di scena (per questioni logistiche legate alla fretta di rispettare i tempi produttivi) ma che il film andasse considerato interamente suo. Il film è stato un grandissimo successo al botteghino, sia in Italia (fu tra i primi tre incassi del 1973) che in Europa, Germania in primis. Valerii, persona educata e riservata, non ha cavalcato l’onda del successo e non ha dato continuità al successo che finalmente premiava le sue qualità e da allora, progressivamente, ha diradato i suoi impegni cinematografici, finendo la sua carriera con alcuni film e sceneggiati per la televisione. Tonino Valerii, in carriera, ha diretto attori del calibro di Henry Fonda, James Coburn, Terence Hill, Bud Spencer, Telly Savalas, Lee Van Cleef, Franco Nero, Fabio Testi, e noi oggi ne piangiamo la scomparsa.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA