Musica

THIS IS M.E. di Melissa Etheridge

 

 

 

 

ARTISTA: MELISSA ETHERIDGE
TITOLO: This Is M.E.
ETICHETTA: ME/Audioglobe
ANNO: 2014

Ho conosciuto Melissa Lou Etheridge nel 1992 – l’anno prima del grande successo ottenuto con “Yes I Am” – in occasione di un’intervista data nella tappa romano di promozione all’album “Never Enough” e fin da allora la rocker mostrava fiera, ed in largo anticipo sulla “moda” di fare coming-out di tanti suoi colleghi del mondo dello spettacolo nei decenni a seguire, il vessillo della propria omosessualità e dell’attivismo che l’ha portata a diventare un’icona della comunità lesbica. “This Is M.E.” è il tredicesimo disco in studio (tenendo conto anche di uno natalizio) per l’artista in poco più di venticinque anni di carriera e mantiene integro l’appeal che Melissa si porta dietro da anni nell’ambito del pop/rock: pur senza raggiungere vette stratosferiche di vendite ha un solido seguito di ammiratori in giro per il mondo. Non è un caso che la copertina dell’album raffigura un ritratto-mosaico della cantante composto con le migliaia di mini-foto dei fan postate su internet dietro suo invito. Dopo i problemi di salute (il cancro al seno diagnosticatole nell’ottobre 2004) poi risolti, che l’hanno obbligata ad un ripensamento sulla sua esistenza, e dopo aver chiuso il rapporto di lavoro con la Island, Melissa si è ora circondata di nuovi collaboratori e il refresh produttivo (operato da Jerry “Wonda” e Roccstar) si coglie eccome in una più potente sezione ritmica, sebbene il nuovo disco (undici brani cui se ne aggiungono quattro nella Special Edition) sembri segnare in parte un ritorno all’antico, con “I Won’t Be Alone Tonight” e l’anthem “Take My Number” a ricordarci gli inizi di carriera. Un tempo la Etheridge sognava di diventare una “Springsteen al femminile” e il vocalismo roco ed appassionato continua ad essere il suo tratto distintivo, grintoso come d’abitudine; propone un suono elettrificato e corposo, animato da spinte R&B, ma profondamente intimo, onesto e sincero per via di testi mai banali. “A Little Hard Hearted” (introdotta dalla voce angelica ‘alla Annie Lennox’ di Neyla Pakarek) e “Do It Again” sono riconoscibili ballate rock. Non disdegna, Melissa, concessioni al garage-sound (“Monster”) o a sonorità heavy (“Ain’t That Bad”), la ballata pianistica “Who Are You Waiting For” si fa notare per il contributo del violoncello di Neyla, componente della folk-band dei Lumineers, mentre “Like A Preacher” è pezzo vibrante che si fa largo con magnifico abbrivio nella sensibilità di chi l’ascolta e sembra indicare nuovi orizzonti musicali cui far riferimento.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA