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THE FIELD GUIDE TO EVIL di Registi Vari in Blu-Ray

 

 

 

 

 

 

 

 

Sotto l’egida di Koch Media l’etichetta specializzata in Horror, la Midnight Factory, arricchisce il suo prestigioso catalogo con la pubblicazione del film ad episodi “The Field Guide To Evil”.
 

 

 

 

 

In ambito di Cinema Horror hanno sempre goduto di largo successo, i film dedicati a streghe o ad antiche leggende di matrice popolare; anche in tempo recenti si sono registrate buone accoglienze per opere quali “The Witch” di Robert Eggers del 2015 e l’interessante film russo del 2017 “The Bride”, diretto da Svyatoslav Podgayevskiy, che proprio la Midnight Factory aveva proposto poco più di un anno fa sul mercato dell’Home Entertainment. Insomma il sottofilone mostra di essere in salute e ancor più hanno preso piede in questi ultimi tempi le antologie Horror composte a più mani, come si può verificare da questo “The Field Guide To Evil”, prodotto da Ant Timpson e Tim League (quelli di “The ABC’s of Death”), realizzato da un gruppo di registi indipendenti già con un apprezzabile curriculum alle spalle. Il Blu-Ray si compone di otto cortometraggi abbastanza diversi tra loro per ispirazione e stile espressivo, presentate come fossero capitoli di un libro dai toni favolistici, ed ognuno di essi legato ad una credenza di un determinato posto geografico, ad un immaginario ben localizzabile. Otto segmenti diretti da altrettanti registi provenienti da svariati angoli del mondo e che nel loro episodio hanno inglobato miti e leggende popolari del proprio Paese. Ad emergere dai vari racconti è la rivisitazione di creature appartenenti ad un immaginario folkloristico legato ad oscure leggende e a superstizioni secolari, con riferimenti culturali di non sempre facili da individuare, che non potrà non incuriosire un pubblico più attento al di là dell’impatto spaventevole. Il primo cortometraggio, “The Sinful Women of Höllfall”, ben riuscito, è stato diretto dalla coppia di autori austriaci formata da Veronika Franz e Severin Fiala (già artefici di quel piccolo e sottovalutato gioiello che è stato “Goodnight Mommy” e dell’ottimo “The Lodge”) ed è ambientato tra le foreste della loro terra in una remota zona del paese, laddove ancora resistono antichi riti. Tant’è che facciamo la conoscenza di una giovane contadina che dapprima è oggetto del monito repressivo della madre assai religiosa al grido di “non peccare, sennò arriva il Trud (una sorta di Elfo munito di un cappello magico dal quale trae i propri poteri malefici) e ti soffoca nel sonno”, poi viene sedotta da un giovane del posto in cui vive mentre allaccia pure una relazione lesbo con l’amica Valerie, e quindi è costretta a espiare i peccati derivatele dai suoi impulsi sessuali in una forma anomala e sconvolgente in un finale a sorpresa… Di sicuro, questo d’apertura, è uno dei migliori racconti dell’antologia, è un capitolo che tocca tasti come la religione e la repressione sessuale in una comunità contadina. Nel cast: Marlene Hauser, Luzia Oppermann, Birgit Minichmayr e Karin Pauer. La sceneggiatura è di Severin Fiala e Veronika Franz. A seguire un altro episodio inquietante e intenso, “Haunted by Al Karisi, the childbirth djinn”, diretto dal turco Can Evrenol (all’attivo “Baskin – La porta dell’inferno”, “Housewife”), mette in scena un Jinn (il termine islamico che sta ad indicare un’ampia varietà di creature sovrannaturali e malefiche), e ci narra di un demone che si materializza e tormenta una giovanissima ragazza incinta, prossima al parto, che accudisce la madre malata. Karisi è il demone del parto che si manifesta con le sembianze di una donna ma anche di un gatto o di una capra. Racconto molto cupo che trasmette ansia allo spettatore regalandogli un finale triste. Nel cast: Naz Sayiner, Sureyya Kucuk. La sceneggiatura è a cura di Can Evrenol. Non tutti i racconti hanno omogeneità ed identico impatto narrativo altalenante nella forma, alcuni hanno sceneggiature ipersemplificate, qualcuno è tirato via frettolosamente e si comprende come in qualche caso siano stati selezionati più che altro per completare l’antologia. Se da una parte la soluzione antologica può favorire lo sperimentalismo per gli autori emergenti (registi e sceneggiatori) e talentuosi il rovescio della medaglia è dato dal fatto che visioni frammentarie diventano cartina tornasole di suggestioni inespresse; il difetto principale dell’antologia è forse il fatto che i Cortometraggi sono troppo corti e non beneficiano del tempo necessario a radicarsi nei ‘sensi’ dello spettatore, per coinvolgerlo; le tante storie raccontate si esauriscono nel giro di pochi minuti. Sicuramente tra le cose migliori va annoverato “Beware the Melonheads”, il contributo di Calvin Lee Reeder (“The Rambler”), ambientato negli Stati Uniti, nel quale facciamo la conoscenza della classica famigliola che vive in una casa isolata nel bosco; il nucleo – di per sé abbastanza odioso; un classico pure questo – è minacciato da umanoidi dalla testa oblunga gigante, a forma di anguria, e molto aggressivi, che vivono nella zona; racconta il rapimento del bimbo da parte dei melonheads: una carneficina splatter è ovviamente dietro l’angolo con una buona dose di cattiveria e brutalità. Nel cast: Kannon Hicks, Jilon VanOver, Sarah Navratil, Luca Flaim, Claude Duhamel, Paul J. Ford, Quentin Beibel, Tyler Skyndiel, Noah Dobson, Ben Garon, Jesse James Baldwin e Zachary Read. Così come può dirsi riuscito il corto “The Palace of Horrors” dell’indiano Ashim Ahluwalia, la cui storia (in rigoroso ma suggestivo Bianco & Nero) ci racconta di due stranieri, due circensi, in visita tra i meandri di un antico e decadente palazzo maledetto, celato allo sguardo umano e nascosto nella giungla dell’India in epoca coloniale, in cerca di creature dall’aspetto insolito da aggregare ad un circo facendo leva su una interessante leggenda popolare bengalese. Per i personaggi il corto rimanda al mitico “Freaks” di Tod Browning mentre ‘lavora’ sulla diversità e sulla malvagità dell’essere umano. Nel cast: Mark O’Gleby, Henry Throop, Niharika Singh, Robin Das. Effetti speciali di Jitendra Mhatre & Team. Con “A Nocturnal Breathe”, un episodio inquietante e incisivo diretto dalla tedesca Katrin Gebbe (conosciuta per “Nothing Bad Can Happen”), ci spostiamo nelle campagne dell’interno con la vicenda di due giovani contadini bavaresi, fratello e sorella, alle prese con uno spirito malefico che diffonde il male uccidendo il bestiame. Si tratta del Drude, spirito malevolo che lascia il corpo del posseduto per diffondere malattie intorno a sé; la persona giace esanime fino a quando lo spirito non riprende possesso del suo corpo. Nel cast troviamo Lili Epply, Thomas Schubert. Ad avvalorare la disomogeneità del risultato finale, di cui si parlava, c’è ad esempio il capitolo della polacca Agnieszka Smoczyńska (“The Kindler and the Virgin”), corto sulla magia e sul desiderio di ottenere la saggezza che, date le premesse che accompagnavano la regista (nel 2015 aveva diretto il sorprendente “The Lure”), risulta assai deludente nel mix di Horror e Fantasy di cui è impregnato, nel raccontare la storia di un uomo assetato di potere, che diventa profanatore di tombe e compie atti di cannibalismo sui cadaveri, e una demoniaca vergine della foresta; una storia riferita al libro “Czarci Ostrów” che raccoglie antiche storie della Masuria. Eppure la tematica proposta è più che intrigante: chi mangia il cuore di un cadavere è in grado di raggiungere un’elevata forma di conoscenza. Nel cast: Andrzej Konopka, Kordian Kadziela. Tra i corti più interessanti va incluso “What Ever Happened to Panagas the Pagan?” di Yannis Veslemes (“Norway”) che invece ci porta in Grecia, adottando atmosfere inquiete, toni surreali, quasi psichedelici, e visionari, una fotografia dai colori vividi. La vicenda ci immerge nel folklore greco introducendo il ‘kallikantzaros’, una creatura mostruosa che, secondo la tradizione, vive sottoterra fino al giorno di Natale, quando visita le case per arrecare ogni sorta di cattiveria alle persone che ci vivono. Nel cast: Vangelis Mourikis, Vasilis Kamitsis, Antonis Tsiotsiopoulos, Nikos Ntalas, Kostas Laskos e Panagiotis Papadopoulos. Makeup special effects a cura di Giorgos e Roulis Alahouzos. L’episodio finale (“Cobbler’s Lot”) ha nazionalità ungherese, è diretto dall’inglese Peter Strickland (“Berberian Sound Studio”, “The Duke of Burgundy” e “Katalin Varga”, girato tra i monti della Transilvania) che ha calato la sua storia priva di dialoghi, quasi fosse un film ‘Muto’ (che riusciamo a seguire grazie alle didascalie), in Ungheria: due fratelli calzolai sono attratti dalla medesima persona, una principessa, ma solo servendosi di alcune bugie uno dei due, Botond, il maggiore, riesce ad avvicinarsi alla donna, scatenando la reazione estrema e crudele dell’altro. Belli e ipnotici sono i titoli di testa incorniciati nelle pagine di un libro per un film dall’indubbio fascino di cui apprezzare soprattutto il multiculturalismo nel mettere in scena racconti del folklore popolare espressione di otto diverse nazionalità e, nello specifico, con il Male che mostra i suoi aspetti nefasti viaggiando nel tempo.
TECNICA
Nonostante la disomogeneità prima indicata la qualità complessiva del riversamento in High-Definition è più che soddisfacente, sia per quanto concerne le immagini video, sia per il comparto sonoro. Di eguale efficacia sia la traccia originale (nelle diverse lingue) in DTS-HD Master Audio 5.1 che quella in italiano. I Contenuti Extra propongono il solo Trailer; in realtà – bisogna essere obbiettivi – era difficile procedere ad un’analisi d’insieme per una ‘compilation’ del genere, caratterizzata dalla coabitazione di diversi autori e stili registici.

 

(Luigi Lozzi)                                                            © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 

 

 


(immagini per cortese concessione della Midnight Factory/Koch Media)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

THE FIELD GUIDE TO EVIL 

(The Field Guide To Evil)
Nuova Zelanda, 2018, 117’
Regia: Ashim Ahluwalia, Can Evrenol, Severin Fiala, Veronika Franz, Katrin Gebbe, Calvin Reeder, Agnieszka Smoczynska, Peter Strickland, Yannis Veslemes
Cast: Claude Duhamel, Birgit Minichmayr, Vangelis Mourikis, Niharika Singh, Jilon VanOver, Sarah Navratil, Paul Ford, Károly Hajduk, Thomas Schubert, Fatma Mohamed, Andrzej Konopka, Lili Epply, Kannon Hicks, Naz Sayiner, László Konter.

 

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 1.85:1 1920x1080p/AVC MPEG-4

Audio: Italiano, Originale DTS-HD Master Audio 5.1
Distributore: Midnight Factory/Koch Media [Blu-Ray + booklet]