THE COMPLETE 1960-1961 di Nina Simone
ARTISTA: NINA SIMONE
TITOLO: THE COMPLETE 1960-1961 COLLANA: Rare & Precious
ETICHETTA: Le Chant du Monde/Ducale (2 CD)
ANNO: 2012
Negli anni Sessanta il jazz era sinonimo di ‘nero’, era un modo di pensare, di comportarsi, di fare musica, di cantare. E Nina Simone, fiera e inafferrabile donna negra, è stata per un periodo l’emblema stesso della sua negritudine. Fu una performer dalle straordinarie qualità, difficile da etichettare, in capo ad un percorso musicale singolare e trasversale, dotata di passione e forza comunicativa davvero uniche, ed una tenace attivista per i diritti civili; la voce graffiante e roca dalla straordinaria potenza espressiva a spaziare tra il soul ed il blues, il jazz ed il gospel, il pop ed il folk, accompagnandosi al suono maestoso del suo pianoforte (che aveva imparato a suonare all’età di 4 anni), di cui era una virtuosa, un suono nervoso eppure suadente. Un prezioso CD doppio contenente tre dischi pubblicati tra il 1960 e il 1961 ci ragguagliano esaurientemente su un periodo assai fervido della sua carriera. Nina nacque come Eunice Kathleen Waymon in un piccolo paese del North Carolina, Tryon, il 21 febbraio del 1933, da una madre religiosissima (che cantava in un coro gospel) ed un padre sfaccendato che però suonava un po’ tutti gli strumenti. Decise di prendere il nome di Simone da quello della sua attrice preferita, Simone Signoret, di cui adorava ogni pellicola, e un po’ anche a causa del fascino che esercitava su di lei la Parigi del dopoguerra. Alla fine del 1959 gli appassionati del jazz (non solo quelli di colore), in lutto per la morte di Billie Holiday avvenuta il luglio prima, vedevano in Nina Simone, che aveva sviluppato uno stile vocale personalissimo, l’erede naturale della grande cantante scomparsa. Anche se, in verità, il paragone non gratificava affatto Nina, sempre restia a mostrasi accondiscendente con un certo sistema vigente. La cantante proveniva dal grande successo riscosso con il “Live at Town Hall”, in cui interpretava proprio alcuni cavalli di battaglia di Billie (“Porgy”, “Fine & Mellow”, “Summertime”, “Exactly Like You”), e grazie a questo album velocemente scalò i vertici del successo. E all’epoca la Simone viveva al Greenwich Village, il cuore pulsante della controcultura americana, popolato da poeti e cineasti, musicisti e discografici, folk-singer e blues-man. Ed il jazz era già dentro la sua rivoluzione; John Coltrane leader dei boppers disegnava già nuove direttrici ad un passo dalla ribellione del ‘free jazz’. “The Complete 1960-1961” raccoglie tre album di Nina Simone; nel primo CD trovano posto la registrazione live di “Nina Simone at Newport” (7 brani) e “Forbidden Fruit” (10 brani), uno dei suoi lavori basilari, mentre nel secondo CD c’è un altro live, “Nina at the Village Gate” (8 brani), integrato da 3 pezzi non presenti nella prima release dell’album. Uno dei tre brani che integrano la raccolta è “Nobody Knows You When You’re Down and Out”, cover di un classico della cantante blues Bessie Smith, che nell’estate del ’60 entrò immediatamente nella Top 30 delle classifiche Rhythm & Blues. Sulla scia del momento d’oro in cui versava, Nina venne invitata ad esibirsi alla fine di giugno di quell’anno al prestigioso Festival Jazz di Newport, nel Rhode Island. La Simone si esibì in quartetto assecondata dal chitarrista Al Schackman (che in seguito sarebbe diventato il suo direttore artistico), dal bassista Chris White e dal batterista Bobby Hamilton. Fu un punto di svolta per l’artista che riuscì ad ammaliare il pubblico, mandandolo in visibilio, con la forza del suo canto: il concerto fu indiscutibilmente un trionfo. Tra i brani interpretati ci sono “You’d Be So Nice To Come Home To Me” (di Cole Porter), il blues “Trouble In Mind”, “Porgy”, il classico firmato da Dorothy Fields e Jimmy McHugh, “Little Liza Jane” e l’insolito pezzo afro “Flo Me La”. Il Village Gate, situato nel Greenwich Village, era allora l’altro grande club newyorkese assieme al teatro Apollo dislocato nel cuore di Harlem. Il concerto che la Simone tenne in un locale così prestigioso come il Village Gate, costituiva la consacrazione per l’artista e il coronamento del suo sogno di affermazione e la sua gratitudine nei confronti del proprietario del club fu tale che per lungo tempo fece del Gate il suo luogo preferito per esibirsi a New York. Il 1961 è anche l’anno in cui sposa il detective Andy Stroud (da cui divorzierà nel ‘70) e l’anno dopo diventa madre di Lisa Celeste, l’unica, adorata figlia. Gli album qui raccolti insieme costituiscono lo stato dell’arte della crescita di Nina, che sarebbe culminata alla metà del decennio con le cose migliori della sua produzione artistica, e testimoniano dell’inizio del suo successo presso le grandi platee; rappresentano la cartina tornasole della sua arte e del suo talento.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA