Cinema

TERENCE FISHER: IL CINEMA GOTICO D’AUTORE

 

Terence Fisher si è assicurato fama imperitura agli occhi dei cultori del cinema di genere solo quando la critica ha rivalutato il suo lavoro come regista di una serie di film per la casa di produzione inglese Hammer Films, la quale, alla metà degli anni Cinquanta, aveva rilanciato il genere Horror (accanto a quello Fantastico) che aveva avuto il suo momento di massima gloria nell’America della Grande Depressione tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’30.

 

I film di Terence Fisher===Consulta la Filmografia=== su quei cari, vecchi (e teneri) mostri di una volta ===Leggi Articolo=== Dracula, Frankenstein, l’Uomo Lupo, la Mummia, il Fantasma dell’Opera -, erano pur sempre considerati b-movies all’epoca della loro realizzazione, nonostante i considerevoli esiti ottenuti al botteghino, e solo nel tempo sono assurti a piccole pietre miliari che qualsiasi appassionato (che si ritenga tale) di cinema Horror & Ghotic avrebbe mai potuto (né dovuto) trascurare. Nato a Londra, nel distretto di Maida Vale, il 23 febbraio 1904, Fisher, da bambino venne preso in cura dai nonni (e dalla madre ovviamente) all’indomani della scomparsa prematura del padre; dopo aver tentato la carriera nella Marina mercantile su insistenza della madre, ed aver compreso che la vita militare non faceva per lui, iniziava a frequentare nel 1933 gli Studios cinematografici apprendendo per bene la tecnica del montaggio. Trovò così lavoro nel cinema – la passione che lo aveva affascinato fin da quando era ragazzo – ma solo dopo una lunga gavetta e dopo aver superato la quarantina d’età. Dirigeva il suo film d’esordio, “Song For Tomorrow” solo nel ‘48. Nel 1951 veniva assunto (con un contratto iniziale per quattro film) dalla Hammer Films per la quale realizzava prima “Volto rubato” (1952) poi l’interessante film di fantascienza “Viaggio nell’interspazio” (1953). La svolta decisiva si verificava quando nel 1957, la casa di produzione gli affidò prima la regia di un remake davvero impegnativo del classico “Frankenstein” di James Whale ispirato al romanzo di Mary Shelley, dal titolo “La maschera di Frankenstein”, e l’anno dopo quella di un’altra rivisitazione importante, “Dracula il vampiro” (notate bene: in Gran Bretagna il titolo originale era “Dracula” mentre negli Usa, per ragioni di copyright diventava “The Horror of Dracula”). La singolarità del “Frankenstein” di Fisher non è solo l’adozione del colore ma anche la scelta di incentrare il film più sulla figura dello scienziato, creatore di un mostro assemblato con pezzi di diversi cadaveri, che su quella dello stesso mostro. Risultato? Un successo enorme all’età di 53 anni e l’avvio di una lunga serie di pellicole su Frankenstein e Dracula (ma non solo intorno a costoro), mai banali e sempre mirate a proporre nuove sfaccettature dei personaggi, muniti di una sempre maggiore complessità psicologica. Fisher si trasformava così in una figura di primissimo piano del cinema horror mondiale. Nel 1958 arriva il sequel “La vendetta di Frankenstein”, con un indimenticabile (e ‘da brividi’) Peter Cushing nella parte del barone. Tra i lavori più significativi di Fisher vale la pena ricordare (in ordine cronologico) “La maschera di Frankenstein” (“The Curse of Frankenstein”, 1957), “Dracula il vampiro” (“Horror of Dracula”, 1957), “La Mummia” (“The Mummy”, 1959), “Il Fantasma dell’Opera” (“The Phantom of the Opera”, 1962), “Dracula il Principe delle Tenebre” (“Dracula, Prince of Darkness” 1965), “Distruggete Frankenstein” (“Frankenstein Must Be Destroyed”, 1969). La rivisitazione dei grandi miti gotici – lanciati negli Stati Uniti dalla Universal quasi una trentina d’anni prima – non passava solamente attraverso uno stile personalissimo, che curava molto il realismo di riprese calate in ambientazioni vittoriane (ed arricchite da scelte cromatiche assai vivide), non si curava solo di manifestare l’opposizione tra Bene e Male, ma andava oltre ad analizzare quanto le rigide convenzioni sociali potessero talvolta trasformare in soggetti disadattati e ingestibili (metaforicamente dei mostri) le persone incapaci di sostenerne istintivamente il peso. I ‘mostri’ assumevano sempre di più i contorni sfumati di vittime dell’intolleranza di una società che respingeva i deboli e i diversi. Fisher ha creato un vero e proprio codice (genetico) espressivo – per molti versi dall’impronta profondamente letterario – che si è identificato simbioticamente con la filosofia della casa che gli ha dato fiducia, la Hammer, ed ha influenzato decine e decine di autori che si sono cimentati nel tempo con l’Horror. Nel primo film dedicato a Dracula – “Dracula il vampiro”, 1958 -, per la prima volta a colori sul grande schermo, ad impersonare il Conte di Transilvania assetato di sangue umano veniva chiamato Christopher Lee, attore che donava al personaggio una carica erotica e seduttiva, fascino ed aggressività colti in un pronunciato gioco di sguardi, in precedenza sconosciuti, e per la prima volta il personaggio veniva munito di canini aguzzi che sarebbero poi diventati il suo marchio distintivo in qualsiasi altra rappresentazione cinematografica, tanto da entrare in pianta stabile nell’immaginario cinefilo di chiunque. Il vampiro che affonda i suoi canini nel collo della vittima è uno strumento di assoluta attrazione (e sottomissione) sessuale. Un ruolo importante nell’economia della storia narrata assumeva pure il dottor Van Helsing (interpretato per l’occasione da Peter Cushing) che da questo momento sarebbe diventato in pratica il co-protagonista di tutte le altre pellicole sul tema. Fisher si prese la briga anche di rileggere altri classici gotici degli anni Trenta, già felicemente tradotti per il grande schermo: “La mummia” (1959) con Christopher Lee, sebbene sia un lavoro imperfetto si è trasformato in un cult che nel 1999 e nel 2001 Stephen Sommers ha riportato in vita in due capitoli di una trilogia conclusa da “La Mummia – La tomba dell’imperatore Dragone” (firmato da Rob Cohen nel 2008), “L’implacabile condanna” (1961), sul tema della licantropia, “Il Fantasma dell’Opera” (1962) dall’opera letteraria di Gaston Leroux. Tra gli altri lavori significativi diretti da Terence Fisher possiamo segnalare “Volto rubato” (1952), “L’uomo che ingannò la morte” (1959), “La furia dei Baskerville” (1959), con l’accoppiata Cushing-Lee, dedicato a Sherlock Holmes ed ispirato al romanzo di Arthur Conan Doyle, “Il mostro di Londra” (1960) dedicato alla vicenda del Dottor Jekyll resa immortale dal romanzo di Stevenson. Relativamente a Dracula, sebbene Christopher Lee abbia vestito i panni del conte in dodici film (8 dei quali sotto la produzione della Hammer Films) Fisher lo ha diretto solamente nel primo film citato e in “Dracula il Principe delle Tenebre” del 1966, mentre al primo “Frankenstein” sono seguiti – sempre per la regia di Terence “La maledizione di Frankenstein”, 1967, “Distruggete Frankenstein”, 1969, “Frankenstein e il mostro dell’inferno”, 1973, ultimo film in assoluto diretto dal regista inglese che moriva per un attacco cardiaco a Twickenham, Gran Bretagna, il 18 giugno del 1980, all’età di 76 anni. I suoi principali collaboratori sono stati Jimmy Sangster (per le sceneggiature), Bernard Robinson (per le scenografie) e Phil Leakey e Roy Ashton (per il trucco; un make-up assolutamente improntato all’artigianalità), oltre ovviamente al nucleo di interpreti fedeli che hanno frequentemente lavorato per lui. Peter Cushing e Christopher Leesu tutti furono senza ombra di dubbio i suoi attori preferiti, ed essi stessi devono molto al regista se nel tempo sono diventati icone fulgide del Cinema di genere. Cushing più di Lee è stato il ‘braccio’ della ‘mente’ di Fisher, il rapporto di lavoro tra i due ha generato il meglio che il genere Horror possa aver espresso (e seminato a beneficio delle generazioni a venire) tra i Cinquanta e i Sessanta.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione di Sinister Film/CG Home Video)

 

Schede dei Film di Terence Fisher disponibili in Home Video:

Tragica incertezza
(So Long at the Fair)
di Terence Fisher
Noir, Gran Bretagna, 1950, 86′
Cast: Jean Simmons, Dirk Bogarde, David Tomlinson, Marcel Poncin, Cathleen Nesbitt, Honor Blackman, Betty Warren
Trama: Due inglesi, fratello e sorella, arrivano a Parigi per visitare l’esposizione del 1887. Il mattino dopo, il ragazzo scompare e tutti negano che sia mai esistito…
Video: 16/9 1.33:1
Audio: Italiano, Inglese Dolby Digital Dual Mono
Extra: