CinemaIn evidenza

TALK TO ME di Danny e Michael Philippou in 4K-ULTRA-HD

 

 

 
 
 
 
 
Uno dei film Horror più interessanti ed originali degli ultimi anni, “Talk To Me”, diretto dai fratelli australiani Danny e Michael Philippou, è ora disponibile sul mercato italiano dell’Home Video grazie a Plaion Pictures che l’ha inserito nella prestigiosa collana (‘di genere’) della Midnight Factory. Tecnicamente ottima l’edizione in 4K Ultra-HD e Blu-Ray.

I gemelli Danny e Michael Philippou, nati ad Adelaide nel 1992, sono una coppia di youtuber (creatori di video virali di successo mondiale e, sostanzialmente, eredi virtuali della banda di Jackass capitanata da Johnny Knoxville) e, dopo aver iniziato a produrre cortometraggi dal carattere cinematografico (e di stampo Commedie Horror) con lo pseudonimo di RackaRacka, che hanno ottenuto immediati consensi da parte dei ‘Media’, hanno fatto il loro esordio dietro la macchina da presa con “Talk To Me” (acclamato al Sundance e distribuito con successo in America dalla A24), incentrato su un gruppo di odierni teenager sempre alla ricerca di nuovi brividi da immortalare con il loro cellulare. Prende le distanza dall’horror giovanile (oramai da considerare di maniera) umoristico e che si affida a una ininterrotta successione di jumpscare gratuiti per far saltare lo spettatore sulla poltrona. L’imprevisto successo del film ha convinto la casa di produzione A24 (Hereditary) a produrre un sequel che è già in fase produttiva. Trama: La giovane Mia da poco è rimasta orfana della madre ed ha un rapporto piuttosto complicato con il padre. Ha un rapporto di amicizia assai stretto con Jade e il di lei fratellino Riley; i due frequentano la casa di Mia come se facessero parte della famiglia. Nel gruppo dei loro coetanei si diffonde il culto per una serie di video che ritraggono gli effetti di un gioco, una sorta di seduta spiritica attraverso la quale si entra in contatto con le anime dei morti: bisogna stringere una mano imbalsamata maledetta, un dispositivo spiritico dai poteri soprannaturali, che avvia il contatto con i non morti. Mia incuriosita accetta e si ritrova a vivere un’esperienza sconvolgente costellata di visioni terrificanti… Il primo passaggio che si registra è lo stato di trance, il corpo viene posseduto e abitato dallo spirito evocato. L’esperienza è traumatica, violenta sia fisicamente che emotivamente. Il film, un mix di horror soprannaturale (rientra nel sottogenere degli horror di possessione demoniaca), psicologico, teen e social prende decisamente le distanze dai trascorsi dei gemelli australiani, decisi a dimostrare la loro professionalità in capo cinematografico, ed alla sua uscita ha ottenuto successo di pubblico e critica a livello internazionale: si tratta in qualche modo di un tuffo indietro agli anni Ottanta ma con l’abbrivio con cui sono condite tutte le produzioni di genere contemporanee; vedi il ruolo rivestito nella vicenda dai social network e dagli smartphone. Infatti, sappiamo bene, come la tendenza degli ultimi anni (della quale le produzioni Blumhouse si sono fatte portabandiera), abbia sovente insistito sul potenziale horror di social media e delle nuove tecnologie. E questo nella fattispecie è un film profondamente contemporaneo per come rappresenta le dinamiche adolescenziali (il gruppo, gli amici, il desiderio di trasgressione, la viralità social, i primi amori, le incomprensioni con i genitori). L’impianto è (come detto) quello del thriller psicologico e lo spettatore assiste alla progressiva perdita di lucidità della protagonista, incapace di distinguere tra realtà e allucinazione. «Volevamo mettere a frutto le conoscenze accumulato negli anni nel campo della produzione cinematografica, non solo in virtù dell’esperienza accumulata nella realizzazione su YouTube dei nostri video ma anche e soprattutto grazie alla gavetta fatta sui set», ha dichiarato Danny Philippou che si è occupato anche della sceneggiatura del film oltre che della regia. Ed ha proseguito rivelando che: «Siamo stati certamente fortunati quando abbiamo lavorato sul set di “The Babadook” (diretto da Jennifer Kent, considerato oramai un classico dell’Horror contemporaneo, N.d.R.) avendo così l’opportunità di fare nuove esperienze di lavoro e apprendistato, e d’imparare tutti gli aspetti più significativi della professione, abbiamo avuto modo di vedere come funziona un film e come viene gestito. Quello che la regista di quel film ha fatto per noi è stato fondamentale, è stata la prima volta che abbiamo visto qualcuno davvero appassionato di cinema, attento a curare ogni immagine, qualcuno che non avrebbe mai preso una direzione diversa dalla sua visione. Per noi Jennifer è stata di grande ispirazione». “Talk to Me” non è particolarmente innovativo (tra i rimandi palesi troviamo “Scream”, “La Casa”, “Linea mortale” e “Incantation”), ma mostra comunque una notevole abilità da parte di Danny e Michael Philippou nel mantenersi in equilibrio tra generi e registri espressivi diversi. Ma c’è dell’altro; la costruzione filmica più che al cinema occidentale, sembra rifarsi a quello asiatico con l’acqua a trasformarsi in elemento caratterizzante della cultura orientale (ricordate “Dark Water” di Hideo Nakata per esempio?), con quegli spiriti mostruosi e ripugnanti appollaiati in un angolo della stanza (pavimento o soffitto che sia). “Talk to Me” è sorprendente, per svariate ragioni, soprattutto per la scelta di una formula espressiva più matura in cui la componente orrorifica non è mai scontato, dove la cinepresa si muove con sapienza ed eleganza, dove la critica sociale è altresì feroce, dove il gore è presente sì in quantità cospicua ma è al servizio di una paura più sottile e angosciante che penetra nella mente dello spettatore. Inoltre, nel tentativo di scrollarsi di dosso la fama (spesso negativa) da youtuber ‘impertinenti’ i due riescono ad esplorare tematiche complesse quali possono essere la salute mentale, la perdita dell’identità, il suicidio e, su tutto, la solitudine che sempre più attanaglia gli adolescenti. Così che con assoluta libertà narrativa, e senza ricorrere a effettacci audio e trucchetti di vario genere, talvolta eccessivi, a quell’incredulità che conduce al jump scare, i Philippou Brothers riescono nell’impresa di conquistare anche l’attenzione degli spettatori meno fidelizzati (ma comunque ‘educati’) al genere Horror con una serie di sequenze davvero efficaci e riuscite. Non è un caso che uno dei film ‘culto’ per Danny sia “Lasciami entrare”, film svedese del 2008 diretto da Tomas Alfredson, che è horror ma è soprattutto per molti versi un film sulla solitudine e la malinconia. Alla buona riuscita del film contribuisce anche la particolare ambientazione australiana, perennemente calata in un contesto misterioso, e quei rimandi alla cultura aborigena di cui ci aveva edotti Peter Weir con in suoi film negli anni ‘80. Di certo possiamo affermare che quello dei gemelli Philippou è un esordio eccellente, e che i due autori mostrano amore assoluto per l’Horror, d’essere meticolosi e di avere un’ottima capacità registica. Bravissima la protagonista, Sophia Wilde, e volutamente sgradevole, nei panni di Mia, sola, disperata e in preda ai sensi di colpa.
TECNICA
Plaion Pictures e Midnight Factory portano “Talk to Me” sul mercato Home Video in una ampia varietà di formati ed edizioni differenti; tra i quali quello di cui ci occupiamo in questa recensione: versione slipcase cartonata limitata con doppio disco 4K + Blu-Ray e booklet allegato. Il formato ultra HD (come pure quello in HD standard) vengono proposti in una impeccabile veste tecnica. Subito possiamo apprezzare la grande nitidezza dell’immagine ed il risalto assoluto del dettaglio e l’ottima solidità dei neri che assicura un contrasto più che mai appagante (soprattutto nelle scene buie), mentre il range cromatico appare assai intenso, con gialli e verdi privilegiati da precise scelte del Direttore della Fotografia. Grazie alla tecnologia Dolby Vision l’incarnato dei volti è di una qualità ben al di sopra la media. Audio un gradino più sotto del video per qualità, comunque di livello medio/alto con un DTS-HD 5.1 sia per la traccia in italiano che per quella in inglese, tra le quali ci sono poche differenza. I dialoghi sono chiari e ben calibrati sul centrale in un contesto generale di buona gestione del corpo sonoro. I Contenuti Extra sono abbondanti e soddisfacenti, e prevedono il commento audio dei registi per tutta la durata del film, inoltre un breve Making Of, varie interviste al cast e agli autori, una featurette con alcuni Dietro le Quinte che consentono di approfondire il processo di produzione, e a chiudere una manciata di Scene Eliminate e l’immancabile Trailer. Nota Bene: In esclusiva per lo shop on line Fanfactory, il film è disponibile in una Ultralimited Edition di 300 copie numerate che contiene, oltre al film in versione Steelbook (4K e blu-ray e il booklet) anche la maglietta, il poster e 5 cards.

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

TALK TO ME
(Talk To Me)
Australia, 2022, 95’
Regia: Danny Philippou, Michael Philippou
Cast: Sophie Wilde, Miranda Otto, Joe Bird, Otis Dhanji, Marcus Johnson, Zoe Terakes, Chris Alosio, Harli Ames, Kelly Butler, Leeanna Walsman, Jacek Koman, Brian Godfrey, Mark Duncan.
Aspect ratio: UHD 2.39:1 2160p @23.98fps (4K-Dolby Vision); Blu-ray: 2.39:1 1080p @23.98fps
Audio 4K Ultra-HD: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
Audio Blu-Ray: Italiano, Inglese DTS-HD Master Audio 5.1
Distributore: Midnight Factory/Plaion Pictures