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STAR TREK TRILOGY di J.J. Abrams e Justin Lin in Blu-Ray

 

 

 

 

 

La Universal Pictures Home Entertainment raccoglie in un unico cofanetto i tre film del rilancio della storica saga di “Star Trek” operata da J.J. Abrams e prodotti da Paramount Pictures. Una maniera superba per ripercorrere le gesta ‘new generation’ del capitano Kirk e del vulcaniano Spock. Eccellente la qualità tecnica complessiva.

 

 

 

 

 

 

 

Nel corso degli ultimi decenni ha fatto epoca la grande rivalità, scandita (e sostenuta) dai rispettivi fan (‘trekkers’ e ‘starwoids’), tra “Star Trek”, la storica serie Sci-Fi televisiva ideata da Gene Roddenberry nel 1966, che ha potuto contare pure su un cospicuo numero di trasposizioni in film, e “Star Wars”, la mitica saga cinematografica creata da George Lucas nel 1977 e assurta al rango d’eccellenza nell’immaginario collettivo del cinema di Fantascienza; una contrapposizione alimentata oltre che da pure e distintive concezioni filosofiche, anche dal modo radicalmente diverso di rappresentarle sul piccolo e grande schermo. Così per lungo tempo – e senza giungere a conclusione certa – si è dibattuta la questione se sia la saga di “Star Wars” o quella di “Star Trek” a detenere lo scettro di serie fantascientifica per eccellenza nell’immaginario collettivo. Anzi le cose si sono ulteriormente ingarbugliate quando proprio J.J. Abrams, il regista che ha riportato in auge le avventure del capitano James T. Kirk e del vulcaniano Spock, ha preso in mano le redini della conclusiva trilogia della saga concepita e realizzata da George Lucas a partire dal 1977. Operazione effettuata (il prossimo dicembre 2019 è prevista l’uscita del capitolo finale “Star Wars: L’ascesa di Skywaker”) per conto della Walt Disney che ha rilevato la LucasFilm per la modica cifra di 4,4 bilioni di dollari. Insomma un corto circuito niente male in un contesto nel quale la rivalità tra i due franchise, per il conseguimento d’un primato (per molti) ‘ossessivamente’ di prestigio, è stata sempre assai elevata; a fronte di chi si è mostrato entusiasta alla notizia dell’arrivo di J.J. Abrams (che già di suo è sorprendente, in quanto più volte Lucas aveva dichiarato che la saga di “Star Wars” sarebbe finita con l’ultimo film realizzato nel 2005, “Episodio III – La vendetta dei Sith”, e che egli non avrebbe potuto mantenere fede all’impegno preso originariamente di portare a termine tre trilogie; Lucas si è occupato, in qualità di consulente artistico, di pilotare la transizione dai vecchi ai nuovi episodi di “Star Wars”, schedulati tra il 2015 e il 2019), si sono contrapposti altri che hanno gridato allo scandalo, considerando quasi un ‘traditore’ Abrams (che rimane pur sempre uno dei registi più bravi e creativi presenti sulla scena odierna) per (diciamo così) essersi venduto al nemico. Non è possibile – hanno argomentato in molti – che un regista possa tenere i piedi nelle staffe di due franchise storicamente rivali, e che sono nei fatti proprio i filoni fantascientifici più globalizzati a livello planetario. Non c’è alcun dubbio che nell’aspra contesa i ’trekkies’ (così sono universalmente riconosciuti i fan di “Star Trek”) hanno continuato, e continuano tuttora, a difendere a spada tratta l’oggetto principe della loro passione cinefila come il miglior seriale Sci-Fi di tutti i tempi mentre, sull’altro fronte, non saranno da meno quelli che hanno visto nelle gesta di personaggi indelebili della memoria collettiva come Annakin, Darth Vader, Luke Skywalker & Co., e del ‘lato oscuro’ della Forza, il momento più alto raggiunto dalla Fantascienza cine-televisiva. Di sicuro J.J. Abrams ===Consulta la Filmografia=== ha provveduto invece a creare un solido anello di congiunzione tra i due universi (distanti) della Fantascienza: prima ha rinverdito i fasti di “Star Trek”, resettando storia e personaggi, e creando un reboot in linea con i moderni ‘consumi’ dei fruitori di cinema, poi, addirittura, passando al ‘nemico’ per dirigere il primo capitolo della terza trilogia di “Guerre Stellari”, “Star Wars: Il risveglio della Forza”, che conserva il caratteristico tono epico-cavalleresco voluto per la saga lucasiana. Di fondo c’è che le due serie hanno davvero poco in comune; certo è che se fino a qualche anno fa qualcuno poteva (ragionevolmente) ammettere che “Star Wars”, che si basa sull’eterna lotta tra il Bene e il Male, era migliore del suo rivale di sempre solo per gli effetti speciali, ora questa affermazione, grazie al contributo di J.J. Abrams, è obsoleta e può essere (altrettanto ragionevolmente) messa in discussione, alla luce del film (“Star Trek”) del 2009 e dei due che sono seguiti (“Star Trek: Into Darkness” nel 2013 e “Star Trek: Beyond” nel 2016; con J.J. impegnato solamente in veste di produttore e regia affidata a Justin Lin ===Consulta la Filmografia===, il brillante regista cinese di Taipen, messosi in luce con quattro episodi di un’altra saga di grande successo al box-office, quella dell’adrenalinico “Fast & Furious”) a comporre la trilogia del rilancio. Lo “Star Trek” originario invece, non solo era arrivato diversi anni prima dell’antagonista, divenendo (quasi) subito ‘cult’, ma ha sempre avuto (pure) il merito precipuo d’essere più cerebrale, di raccontare vicende di conflitti e di relazioni che riguardano un pò l’intera umanità. L’universo Sci-Fi di “Star Trek” venne creato nel 1966 – e notate come J.J. sia nato proprio in quell’anno – da Gene Roddenberry per la tv NBC, divenendo in seguito (ma solo qualche tempo dopo la sua messa in onda iniziale) una delle serie più popolari nella storia della televisione, arricchendosi poi nel 1979 della prima (di dieci) trasposizione sul grande schermo. In seguito avrebbero preso il largo i diversi spin-off seriali (“The Next Generation” dall’87, “Deep Space Nine” dal ’93, “Voyager” dal ’95 e “Enterprise” dal 2001, e prima c’era stata, nel ’73, una serie animata). Così “Star Trek” firmato da Abrams nel 2009 è stato (cronologicamente) di fatto, l’undicesimo capitolo cinematografico di un franchise che ha avuto principalmente sul piccolo schermo la sua consacrazione assoluta. Abrams, nel dare un nuovo reboot alla iconica saga, ha voluto sfidare un mito assoluto ed ha trasformato in blockbuster le avventure di Kirk, Spock & Co. potendo, peraltro, contare su budget assai cospicui (ben 195 milioni di dollari per il primo dei film); inoltre J.J. ha potuto avvalersi di effetti speciali digitali prima impensabili per “Star Trek”, nel rispetto dello slogan che ha accompagnato la saga e che recita un perentorio: «Mettere l’interesse di molti al di sopra di quello d’un singolo». Nessuno si era più avvicinato all’idea di riprendere in mano le sorti cinematografiche di “Star Trek” dopo il flop di “Star Trek. La Nemesi” del 2002, e nel provarci Abrams – di andare incontro alle nuove generazioni di potenziali appassionati – ha puntato sull’azione, contaminando la serie originale di riferimento con moderne suggestioni e diverse citazioni cinefile. «Desidero più d’ogni cosa – dichiarava il regista – che il mio film sia puro intrattenimento, senza alcuna connessione reale a quanto è accaduto nella realtà (il riferimento andava allora a fatti di cronaca che turbarono l’opinione pubblica come per esempio l’attentato alla Maratona di Boston; N.d.R.). “Star Trek” è sempre stato un ‘commento’ a dove stiamo andando, politicamente e culturalmente. C’è implicito al suo interno qualcosa di orribile, sfortunato e commovente. Ma è una delle ragioni per cui abbiamo fatto il film: guardare alle nostre vite». C’è da dire che era in cantiere il progetto per uno “Star Trek 4”, con il film già in fase di pre-produzione, ma è stato accantonato dalla Paramount Pictures. Sinossi di “Into Darkness”: si riparte esattamente da dove la storia del film del 2009 finiva, ovvero dalla contrapposizione (forte) dei caratteri costituiti da Kirk e Spock, la cui amicizia è messa a dura prova e qui, nell’incipit, giunge ad una rottura (quasi) insanabile a causa di una leggerezza imperdonabile di Kirk, per cui egli perde il comando della nave spaziale. Quando la ‘mitica’ USS Enterprise deve tornare a casa, l’equipaggio a bordo si rende conto di come una forza sconosciuta e terrificante colpisca il cuore nevralgico della flotta galattica facendola esplodere e precipitare, riducendo così ai minimi termini le difese di sicurezza del nostro pianeta. Kirk, dopo aver chiesto scusa all’equipaggio per la sua maldestra iniziativa, che ha messo a rischio la vita di Spock (tra le lave incandescenti nelle viscere di un vulcano), riprende il comando e porterà avanti la caccia al pericolosissimo terrorista modificato geneticamente (una sorta di ‘replicante’ di bladerunneriana memoria), John Harrison, il fuoriuscito che minaccia la Federazione dei Pianeti Uniti e la Flotta, in possesso di una vera e propria arma di distruzione di massa, che decide di piazzare sotto il Big Ben londinese… Il secondo capitolo è certamente più complesso – ed è proprio quello che cercava Abrams – del precedente; il regista si è liberato di alcune remore indotte dall’importanza della sfida (timore del confronto e/o fedeltà con la serie e quindi delle possibili reazioni negative dei ‘trekkiani’ di lungo corso) che lo avevano parzialmente inibito e bloccato all’esordio, e oltre a confezionare un prodotto intrigante sotto il profilo narrativo è riuscito a costruire uno spettacolo avvincente ed esplosivo puntando su una serie di scene d’azione davvero spettacolari. Di certo si può affermare a bocce ferme, e senza ombra di dubbio, che l’impresa è riuscita e J.J. è stato all’altezza dell’oneroso impegno assunto (in fondo – lo capirete bene – non si poteva ignorare l’esistenza della serie), egli è riuscito a dare nuova linfa e nuovo vigore alla più amata delle serie fantascientifiche televisive, ampliandone il respiro in quella direzione epica (ma senza alcuna magniloquenza e soprattutto senza invadenti frastuoni) che da sempre è riconosciuta a “Star Wars”, e distaccandosi di fatto dall’esprit della saga storica. Un vero ed inatteso miracolo, il creatore di “Lost” è riuscito a comporre una vicenda che risultasse appagante sia a quelli che per la prima volta hanno approcciato la saga e sia per i trekker più integralisti; bravo nel mescolare e rielaborare il ‘nuovo’ con l’antico della serie. È nello stesso tempo realizzare una nuova ripartenza e un paio di sequel dell’universo così conosciuto e tanto amato. Non tutti abbiamo la conoscenza enciclopedica del mondo trekkiano e quindi non ci avventuriamo in disamine che potrebbero incorrere negli strali di chi la serie invece la conosce a menadito. Abrams mostra di aver voluto esplorare di più l’aspetto umano dei suoi personaggi, sottolineando in particolar modo il senso di appartenenza di tutti i componenti dell’equipaggio all’Enterprise, quasi si trattasse di una famiglia allargata. Ed ha condito il tutto con combattimenti e inseguimenti mozzafiato, più vicini ad una matrice starwarsiana che trekkiana. “Into Darkness” è un’opera di altissima qualità estetica, cinema d’azione che si trasforma in avventura (alcune scene sono travolgenti), condito di ironia e di sentimento (genuino), dinamico e visivamente accattivante, i personaggi sono perfettamente delineati, e mostrano caratteristiche cui tutti si affezioneranno facilmente. Sono in tanti ad aver visto da subito in J.J. Abrams l’erede più accreditato di Steven Spielberg, soprattutto per il piglio da grande narratore che riesce a mettere in mostra, e lo stesso J.J. non nega di guardare al cinema di Spielberg degli anni Ottanta quale modello di riferimento. C’è ad un certo punto una fuga che immediatamente ci ha riportato con la memoria a “I Predatori dell’Arca Perduta”. Si tratta di una riappropriazione infantile dell’idea di cinema allo stato puro e primitivo, funzionale al mezzo cinematografico, senza tradire (troppo) nulla di quello che era in origine. Alex Kurtzman, Roberto Orci e Damon Lindelof (gli artefici dello script di “Fringe”), hanno scritto una sceneggiatura complessa e barocca, con qualche vuoto narrativo, ma efficace. È un bene – a mio parere – che si sia evitata la ‘caduta’ di una svolta oscura sulla falsariga di “Star Wars” e della trilogia di “The Dark Knight” di Christopher Nolan; in fin dei conti la cosa avrebbe mostrato la corda. Di gran pregio la ‘rendition’ futuristica (l’ambientazione è collocata nel 2228) di Londra e San Francisco. Un budget di 190 milioni di dollari per un sequel chiamato a far meglio dei 385 milioni di $ incassati in tutto il mondo dal primo sorprendente ed apprezzato capitolo, ed i numeri hanno immediatamente dato ragione a “Into Darkness”, perché la cifra incassata globalmente in tutto il mondo ha superato i 467 milioni di $. Gli attori scelti per dare volto ai protagonisti fissi si sono riconfermati scelte azzeccate e, superato il primo momento di smarrimento al confronto con le controparti originali, anche i più diffidenti dei fan hanno cominciato ad affezionarsi a questi nuovi. lo Spock di Zachary Quinto sembra essere dotato di insospettabili sentimenti mentre il Kirk di Chris Pine raggiunge una maturità che certamente lo ha collocato al centro della narrazione. L’amicizia poi tra Spock e Kirk assume i contorni di relazione (velatamente) omosessuale, assecondando le moderne implicazioni dei rapporti di odio/amore. E quindi ci sono i personaggi di Uhura (Zoe Saldana), Leonard McCoy (Karl Urban), Montgomery Scott (Simon Pegg), Hikaru Sulu (John Cho), Pavel Checov (Anton Yelchin), Christopher Pike (Bruce Greenwood) a comporre l’equipaggio dell’Enterprise presenti anche nel primo dei nuovi capitoli. Il temibile ‘villain’ è quel Kahn che era stato protagonista negativo proprio del secondo film portato sullo schermo, “Star Trek II – L’ira di Kahn”, uno degli episodi classici più famosi di sempre. A interpretare l’ambiguo malvagio è stato chiamato Benedict Cumberbatch (apprezzato protagonista del serial televisivo inglese “Sherlock”), e non si può dire che il personaggio sia particolarmente riuscito alla stregua di tanti ‘villain’ che hanno popolato il cinema fantastico degli ultimi decenni. Le ‘new entry’ importanti sono l’ufficiale della Flotta Carol Marcus (Alice Eve), della quale non se ne comprende il senso della presenza, e l’Ammiraglio Marcus (Peter Weller). Da non perdersi poi il breve cameo di Leonard Nimoy. Fondamentale la scelta dei realizzatori di girare il film in IMAX nativo, che dona una più significativa profondità alle immagini. Per il successivo “Star Trek: Beyond” del 2016, inizialmente, lo zoccolo duro dei fan di vecchio corso, che pure ci aveva messo poco a farsi conquistare dal ‘New Deal’ imposto dal regista di “Lost”, non aveva visto di buon occhio il cambiamento in cabina di regia con l’avvicendamento tra Justin Lin e J.J. Abrams, ed aveva sollevato in rete qualche perplessità fin dal rilascio del primo trailer messo in circolazione, giudicato eccessivamente ‘action’ per i gusti degli aficionados, e le successive giustificazioni dei realizzatori; e poi la visione stessa del film, non ha completamente dissipato i malumori; solo il tempo potrà dire se quella di Lin sia stata una scelta azzeccata. Ogni film, peraltro dal budget milionario da blockbuster, si trasforma in una sorta di episodio di una lunga saga avventurosa – sembra non voler perdere la struttura canonica di certa serialità televisiva e vuole conservarne molto dello spirito d’esplorazione – e non risulta essere film dal senso compiuto e autonomo. «Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima» è il mitico incipit alla serie classica e all’universo di “Star Trek”, più volte ripresa in seguito nelle serie che son seguite e nei film, a rappresentare – nel racconto, episodio dopo episodio – il volto liberal e umanista dei suoi realizzatori. E poi ancora si ricorda con emozione quella colonna sonora così suggestiva e tutti i personaggi coinvolti nella lunga storia narrata sull’onda della sete di conoscenza che l’anima. J.J. Abrams ha lasciato un segno importante del suo passaggio alla regia dei primi due capitoli. In effetti “Star Trek: Beyond” ci è sembrato un po’ deboluccio rispetto alle aspettative da cui era circondato, quasi un passaggio interlocutorio in attesa di assestarsi meglio per il dopo-Abrams. Però il film, per la sua natura action, sicuramente può piacere anche a coloro che non sono fan incalliti. Con l’avvento di J.J. Abrams alla conduzione del nuovo corso, il look di “Star Trek” ha beneficiato di un considerevole refresh, e a cinquant’anni esatti dal primo episodio televisivo della prima stagione storica è arrivato il terzo capitolo cinematografico della saga (è il tredicesimo film dopo gli altri dieci che hanno accompagnato nel tempo il fortunato franchise) che ha consolidato la volontà dei realizzatori di allineare il vecchio al nuovo e di bilanciarne il gradimento per vecchi appassionati e nuovi adepti delle vicende avventurose dell’Enterprise nella Federazione dei Pianeti. In questo capitolo allora troviamo il novello Ulisse della nuova mitologia trekkiana, il capitano James T. Kirk, con l’equipaggio della USS Enterprise, giungere nella mastodontica e scintillante stazione spaziale di Yorktown; ben presto da una nebulosa arriva una richiesta di aiuto e Kirk decide di avventurarsi nell’ennesima missione per portare il proprio aiuto a chi ne ha fatto richiesta. Ma scopre ben presto, assieme al suo equipaggio di essere stato attirato in un tranello… Nel bel mezzo delle riprese di “Star Trek Beyond” è venuto a mancare Leonard Nimoy, lo storico interprete del personaggio del vulcaniano Spock, così non ci si è limitati solo a dedicare il film all’attore scomparso ma ci sono tra le pieghe della narrazione una serie di riferimenti precisi a Nimoy, all’importanza dei padri. Anton Yelchin, poi, che ha interpretato il personaggio di Chekov, è morto nel giugno 2016 vittima di un terribile e tragico incidente nel cortile di casa, schiacciato contro un muro dalla propria auto che si era improvvisamente messa in movimento in discesa. Il capitano Kirk di Chris Pine ===Consulta la Filmografia=== regge le fila mentre il perfetto e glaciale Spock di Zachary Quinto interagisce più assiduamente con il Bones McCoy di Karl Urban – e le schermaglie sono spesso umoristiche – piuttosto che con l’affascinante Uhura, ed un altro dei protagonisti, Simon Pegg (veste i panni dell’ingegnere Scott), si è ritagliato un ruolo importante visto che è anche co-sceneggiatore del film, mentre Idris Elba è il villain tenebroso. La mano del regista dei quattro “Fast & Furious” si coglie nella sequenza adrenalinica delle evoluzioni di Kirk in moto per distrarre i nemici. Una scena che se presa come fine a se stessa è ok altrimenti potrebbe inficiare il substrato filosofico pacifista che aleggia da sempre intorno a “Star Trek”. Tecnicamente, gli effetti speciali in CGI hanno un magnifico impatto visivo, l’elegante fotografia è stata curata da Stephen F. Windon, le scenografie da Thomas E. Sanders e la colonna sonora da Michael Giacchino, autore già dello score dei primi due film. Da aggiungere qualcosa di ulteriore sugli incassi: che sebbene siano trionfali se rapportati ai dieci precedenti film ispirati alla saga, non sono proprio (direi) all’altezza dei blockbuster più rinomati: 385 milioni di $ worldwide per “Star Trek”, 467 per “Star Trek: Into Darkness” e 343 per “Star Trek: Beyond”. Ma questa è una saga che mostrerà nel tempo tutta la sua bontà e la capacità di diventare un ‘cult’ amatissimo.

 

 

(Luigi Lozzi)                          © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 


(immagini per cortese concessione di Paramount Pictures/Universal Pictures Home Entertainment)

 

 

 

 

 

 

 

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(immagini per cortese concessione di Paramount Pictures/Universal Pictures Home Entertainment)

 

 

 

 

 

 

STAR TREK TRILOGY

 

NOTE TECNICHE
Il Film

Star Trek 

(Star Trek)  

Usa, 2009, 126’
Regia: J.J. Abrams
Cast: Chris Pine, Eric Bana, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Karl Urban, Simon Pegg, John Cho, Anton Yelchin, Bruce Greenwood, Winona Ryder, Leonard Nimoy, Ben Cross, Greg Ellis, Jennifer Morrison, Tim Griffith, Chris Hemsworth.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 2.40:1 1920x1080p/AVC MPEG-4

Audio: Inglese Dolby TRUE-HD 5.1/Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo Dolby Digital 5.1

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

Star Trek Into Darkness

(Star Trek: Into Darkness)
Usa, 2013, 132’
Regia: J.J. Abrams
Cast: Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Benedict Cumberbatch, Simon Pegg, Karl Urban, Alice Eve, John Cho, Bruce Greenwood, Peter Weller, Anton Yelchin, Noel Clarke, Nolan North, Jason Matthew Smith, Heather Langenkamp.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 2.40:1 1920x1080p/AVC MPEG-4

Audio: Inglese Dolby TRUE-HD 7.1/Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo Dolby Digital 5.1

 

 

NOTE TECNICHE
Il Film

Star Trek Beyond

(Star Trek Beyond)
Usa, 2016, 122’
Regia: Justin Lin
Cast: Chris Pine, Zachary Quinto, Idris Elba, Zoe Saldana, Simon Pegg, Karl Urban, Anton Yelchin, Sofia Boutella, Deep Roy, John Cho, Shohreh Aghdashloo, Fiona Vroom, Melissa Roxburgh, Lydia Wilson, Adam DiMarco, Priya Rajaratnam, Ashley Edner, Joe Taslim, Roxanne Fernandes, Jeremy Raymond, Lia Lam, Christian Sloan, Arlene Santana, Polina Nikolai, Jason Matthew Smith, Emy Aneke, Jodi Haynes, Rebecca Husain, Alex Rose, Anthony Shim, Harry Han, Andrea Yu, Natalie Moon, Tarun Keram, Rich Hill, Adam St, Jake Foy, Bryce Soderberg, Thomas Cadrot, Nathan Jean, Harpreet Sandhu, Edwin Rodriguez, Ian Nsenga, Jabbz Farooqi, Thomas Dezell, Chuka Ekweogwu.

Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect ratio: 2.39:1 1920x1080p/AVC MPEG-4

Audio: Inglese Dolby Atmos/Italiano, Francese, Tedesco, Spagnolo Dolby Digital 5.1 Surround

 

 

Distributore: Paramount Pictures/Universal Pictures Home Entertainment