Musica

SPEED OF DARKNESS dei Flogging Molly

 

 

ARTISTA: FLOGGING MOLLY
TITOLO: Speed Of Darkness
ETICHETTA: Borstal Beat Records/Audioglobe
ANNO: 2011

 

 

Coloro che non conoscendo i Flogging Molly, e volendo procedere ad un approccio con la band su YouTube, si imbattessero in clip come “Devil’s Dance Floor” o “Drunken Lullabies” immediatamente sarebbero portati ad accostare (correttamente) il gruppo ai Pogues, al trascinante celtic/irish punk che per lungo tempo ha caratterizzato il sound della formazione di Shane MacGowan & Co. I Flogging Molly sono ragazzi californiani di origini irlandesi (ma il loro leader, Dave King, 50-enne, è proprio di Dublino) che si sono costituiti nel 1997 a Los Angeles. Perfino il nome scelto rimanda ad un famoso ‘irish pub’ di L.A. dedicato alla figura di Molly Malone, eroina di tante e tante canzoni tradizionali, un locale che ha tenuto a battesimo le prime esibizioni pubbliche della band. Peraltro un accostamento – quello alla tradizione irlandese, come in molti siete al corrente – per nulla peregrino, visto che gran parte delle radici della musica folk-country del Nord America si è fondata sulla musica portata sulle sponde del ‘Nuovo Mondo’ dagli immigrati europei d’Irlanda. Il gruppo è composto dal cantante e leader Dave King, dal chitarrista Dennis Casey, dal bassista Nathen Maxwell, dalla violinista Bridget Regan, da Matt Hensley (alla fisarmonica), dal batterista George Schwindt e dal mandolinista Bob Schmidt. Brillano (è evidente) soprattutto dal vivo i Flogging Molly, per l’energia incalzante e dirompente che profondono nei loro ‘act’ al suono di strumenti tipici (violino, tin whistle, banjo, mandolino, fisarmonica), creando un sound scatenato e travolgente che incita senza mezzi termini gli astanti a ballare; il folk irlandese insomma suonato con la foga e la rabbia tipiche del punk. Una formula musicale, la loro, semplice da sintetizzare; se non ci fossero chitarra elettrica, basso e batteria sarebbe musica tradizionale irlandese, mentre invece sarebbe punk rock se venissero a mancare fiddle, whistle, mandolino e fisarmonica credo sarebbe punk rock. il loro disco d’esordio nel ’97 (“Alive Behind the Green Door”) fu un disco registrato dal vivo, e una delle loro cose più apprezzate è stato il “Live at the Greek Theatre” – doppio cd live accompagnato da uno splendido DVD – registrato nel settembre 2009 nella loro città. Il ‘celtic punk’ dei Flogging Molly è fondamentalmente debitore oltre che ai Pogues, ai Dubliners, ai Stiff Little Fingers e pure ai Clash, ed ha qualche reminiscenza del migliore Johnny Cash. Sei album incisi nell’arco di tempo intercorso dalla loro fondazione e adesso questo nuovo lavoro – registrato a Detroit – nel quale si certifica un certo cambiamento di rotta nelle sonorità che hanno dominato i loro dischi finora, si avverte un sound più raffinato nelle soluzioni e nelle sfumature proposte (“The Power’s Out” è un insolito blues) e più ampio nelle influenze. Si elevano sulle altre le scatenate “Don’t Shut ‘em Down” (un mainstream rock che è anche il primo singolo trainante dell’album), “Saint & Sinners” e la title-track, oppure le ballate “The Cradle Of Humankind”, “So Sail On” e “The Heart of The Sea” o ancora la country “This Present State of Grace”. Bravi davvero i Flogging Molly – che hanno come rivali sulla scena odierna i bostoniani Dropkick Murphys – e se a suo tempo vi siete appassionati per i Pogues allora la loro discografia merita d’essere recuperata in toto.

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA