RUSH di Hans Zimmer
ARTISTA: HANS ZIMMER
TITOLO: Rush
ETICHETTA: Water Tower/Sony Classical
ANNO: 2013
Le corse automobilistiche di Formula 1, al contrario di qualche altro sport, non hanno (quasi) mai beneficiato di felici trasposizioni cinematografiche in quel di Hollywood; “Le 24 ore di Le Mans” con Steve McQueen del ’71 e “Grand Prix” di John Frankenheimer del ’66, sono forse le cose migliori seppur piuttosto datate rispetto agli scenari e agli sviluppi tecnologici che si sono configurati negli ultimi trent’anni. Ora arriva sugli schermi questo film firmato dal veterano Ron Howard che sembra d’un sol colpo colmare il vuoto del tempo andato. “Rush”, focalizzandosi sulla stagione automobilistica del 1976, rievoca uno dei duelli più appassionanti nella storia della Formula 1 che ha visto protagonisti James Hunt e Niki Lauda, rivali in pista ma anche profondamente diversi nel modo di intendere e di approcciare il loro mestiere di pilota. Il primo un brillante ed appariscente signore inglese, l’altro, austriaco, non meno mercuriale ma fondamentalmente taciturno. Un film dal grosso budget e dall’ampia risonanza mediatica per il quale il regista di “Apollo 13” e di “A Beautiful Mind” è andato sul sicuro affidandosi a Hans Zimmer per la composizione di una colonna sonora adeguatamente spettacolare e roboante e perfettamente calzante alla materia del film. Zimmer e Howard rinnovano una collaborazione non esclusiva né continuativa iniziata nel ‘91 con “Fuoco assassino” e che ha avuto la sua punta di diamante nel 2006 con “Il Codice Da Vinci”. Per l’occasione il compositore di origine tedesca, in sintonia con le scelte della regia, ha avuto la felice intuizione di assimilare i “duellanti” a due personaggi dell’universo rock’n’roll e di conserva ha adattato a questa soluzione le sue musiche. “Rush” non ha qualità precipue da score indimenticabile ma possiede una forte componente drammatica, riuscendo ad diventare coinvolgente quando è abbinato alle immagini filmiche. Per di più emerge una sua (voluta) componente basica di rock (assolo di chitarre, acustiche ed elettriche, percussioni, batteria) corroborata dalla solida presenza dei una piccola orchestra e dagli immancabili sintetizzatori. In apertura il brano “1976” emerge gradualmente con i suoi effetti sound, prima dell’ingresso di un piano, degli archi e di un abbrivio elettronico che annuncia il crescendo dell’azione. L’impostazione rock si coglie in “I Could Show You If You’d Like”, laddove si impone il suono d’una chitarra elettrica stilisticamente davvero impeccabile. Qua e là poi si colgono altri strumentali rock ben funzionali alla materia narrativa per immagini che scorre sullo schermo. Zimmer ha oramai un tale padronanza dei propri mezzi (e capacità di controllo delle attività) che non si scompone dinanzi all’iperattivismo cui è stato sottoposto in questo 2013 (“Man of Steel” in primis è stato il suo maggiore impegno). Naturalmente ci sono passaggi di routine accanto ad altri in cui egli riesce a dare fondo al meglio delle sue qualità. L’album poi contiene alcuni brani dell’epoca di David Bowie (“Fame”), Dave Edmunds (“I Hear You Knocking”), Steve Winwood (“Gimme Some Lovin’”), Thin Lizzy (“The Rocker”) e Mud (“Dyna-Mite”). “Rush” rappresenta un deciso passo in avanti rispetto al deludente “Man of Steel” e riconduce il compositore ai fasti conseguiti con “Inception”.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA