RESOLUTE di Stu Larsen
ARTISTA: STU LARSEN
TITOLO: Resolute
ETICHETTA: Nettwerk
ANNO: 2017
A tre anni dall’album d’esordio, “Vagabond”, Stu Larsen, folk-singer giramondo si ripropone con questo nuovo “Resolute”. Dalla natia Australia Larsen da tempo ha scelto una via nomade ‘on the road’ da viaggiatore insaziabile di nuove conoscenze, sia per proporre la sua interessante poetica indie che per trovare spunti d’ispirazione a diretto contatto di quella gente che così fortemente ha mostrato di apprezzarlo. Negli ultimi anni si è imbarcato in un lunghissimo tour mondiale che gli ha permesso di raggiungere un pubblico di nicchia che subito si è affezionato alla sua figura; e per tre date è stato addirittura in Sardegna. “Vagabond”, nel 2014, era stato prodotto dall’amico Mike Rosenberg, meglio noto come Passenger, con il quale ha più di un punto di affinità artistica e con il quale ha allacciato una proficua collaborazione, aprendone sovente i concerti. Così l’artista ha spiegato i ritmi della sua ispirazione: «Alcune volte mi ci vuole tempo per scrivere canzoni. Per quest’ultimo lavoro ho iniziato a registrare negli ultimi anni sul telefonino idee che mi venivano qua e là; poi lo scorso anno sono andato da solo in alcuni posti isolati dal mondo, spegnendo addirittura il cellulare e passando molto tempo a suonare la chitarra. C’è voluto più del previsto per portare a termine “Resolute” ma alla fine sono molto soddisfatto del risultato finale. Mi piace viaggiare e scoprire storie lungo il mio cammino, i nuovi brani sono nati così nei luoghi in cui sono stato e grazie alle persone che ho conosciuto». Il suo è un songwriting dal mood acustico, gentile ed intimo, e niente affatto triste o cupo, che affascina l’ascoltatore, e fin dall’iniziale “Aeroplanes”. La canzone ci catapulta immediatamente in una dimensione di viaggio con quella voce trattenuta e quasi sussurrata, fortemente caratterizzata da atmosfere seventies (un po’ Paul Simon prima maniera, un po’ James Taylor) eppur calate nella contemporaneità (un po’ Ben Rector e nuove leve), che accompagna gli arpeggi delicati ed evocativi della chitarra. Subito dopo, con l’elegante “What’s A Boy To Do”, veniamo condotti in un tempo da valzer supportato dal suono di un piano minimalista. Più avanti “Going Back To Bowenville”, contraddistinta dal suono di una slide-guitar, e poi con i sette minuti di durata di “By The River”, avvolgenti e ‘viscerali’, vengono ancor meglio delineati i contorni della poetica musicale di Stu. “Far From Me” è pezzo esemplare per delicatezza ed incanto, superbo con i suoi riverberi sommessi, e con le armonie gospel è il brano che più di ogni altro ci rimanda al primo Paul Simon. Nelle intenzioni Stu prova a trasmettere un messaggio di serenità, e possiamo dire che ci riesca in pieno, senza effettuare voli pindarici né adottando forme accattivanti di persuasione: «Vivi con semplicità e non preoccuparti degli eccessi; mi auguro che tutti possano riunirsi intorno a questa musica». Il cantautore non insegue le strade dell’innovazione ma, grazie a liriche contemplative e peculiari, arrangiamenti assai essenziali (ma non per questo banali) ed armonizzazioni incantevoli, con un linguaggio versatile, tiene saldi i piedi in quella tradizione che vuole i suoi protagonisti ‘hoboes’ sempre in movimento per portare in giro le proprie storie in musica, e piuttosto si propone come bohemien dei giorni nostri. “Chicago Song” mostra toni più vivaci e frizzanti d’alt-country, così come “I Will Be Happy And Hopefully You Will Be Too” – sorta di manifesto della musica di Larsen – brilla per l’abbrivio elegante e suggestivo mentre “What If”, con il piano in evidenza, è una ballata morbida e nostalgica di sicura presa, e “Till The Sun Comes Back” chiude l’album in un crescendo di colori e sfumature carichi di speranza. Gli strumenti a supporto sono perfettamente bilanciati per soddisfare le necessità espressive di Larsen. “Resolute” è album – da derubricare alla voce ‘Americana’ – che ci ha conquistati e convinti per autenticità, semplicità e ‘profumi’; il nostro augurio sincero è che le distintive qualità espressive di Stu Larsen facciano breccia in un panorama musicale acustico d’Americana (Folk, Songwriting) fin troppo affollato e proprio per questo diventa sempre più difficile mettersi in luce. Questo che avete letto è il nostro piccolo contributo alla causa.
(Luigi Lozzi) © RIPRODUZIONE RISERVATA