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PSYCHO di Gus Van Sant in Blu-Ray e PSYCO di Alfred Hitchcock

 

 

 

 
Psyco”, il celebre film diretto da Alfred Hitchcock nel 1960, rappresenta nella storia del Cinema, e in particolare in quello del Thriller, un autentico spartiacque. Ne riparliamo in occasione della pubblicazione in Blu-Ray del remake realizzato da Gus Van Sant nel 1998, primo caso nella storia di film ricomposto inquadratura per inquadratura su quello originale; a colori invece che in Bianco & Nero.

 

Psyco” di Hitchcock (questo il titolo italiano a fronte di quello originale che è “Psycho”, con l’”h”, mentre per quello di Gus il titolo mantiene nella nostra lingua lo stesso nome) è stato il primo film ad introdurre elementi psicoanalitici forti tali da gettare una luce sinistra sulla schizofrenia e le deviazioni della personalità in cui incorrono i protagonisti negativi di tante e tante storie che popolano la moderna cinematografia; e senza ombra di dubbio ha precorso i tempi e dato la stura a tutta una serie di film traboccanti di impulsi omicidi, di serial-killer (dei quali Norman Bates è il padre acclarato) e voyeurismo che hanno costellato la cinematografia degli ultimi 50 anni e più. E’ vero che Hitchcock aveva già trattato le turbe della psiche in film come “Io ti salverò” e “Marnie”, ma lo aveva fatto, sì con autorevolezza, ma in maniera decisamente più lieve; “Psyco” è stato uno shock per l’epoca della sua uscita, ha rappresentato un vero e proprio pugno nello stomaco per gli spettatori nei Sessanta, uno scavo inquietante e spaventevole nei meandri più reconditi della psiche umana. Al punto da meritare nel tempo, alla luce di una consapevole ed organica rilettura dell’intera opera hitchcockiana, d’essere incluso tra i capolavori cinematografici di ogni tempo nonostante la crudatematica. Film di grande attrattiva spettacolare, sensuale e violento come mai ne erano stati prodotti in precedenza, ritratto crudo della follia celata sotto le vesti mentitrici della normalità, “Psyco”  chiude idealmente lo straordinario ciclo di film diretti dal maestro inglese negli anni ’50 e viene seguito tre anni dopo dall’altra provocatoria metafora (ed esercizio di stile) de “Gli uccelli”. «La costruzione del film è stata molto interessante – aveva avuto modo di dichiarare Hitchcock – ed ha rappresentato l’esperienza più appassionante di gioco con il pubblico. In “Psyco” il soggetto mi importa poco, i personaggi mi interessano poco, quello che interessa è l’insieme dei vari livelli del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico e può far urlare il pubblico. Credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l’arte cinematografica per creare un’emozione di massa. E con “Psyco” abbiamo ottenuto questo. Quello che ha emozionato il pubblico è stato il film puro». La storia, un dramma articolato su suspense ed orrore, è quella conosciuta della giovane Marion che, nel tentativo di cambiare vita, scappa via da Phoenix, in Arizona, dopo aver sottratto 40 mila dollari alla ditta presso la quale lavorava, e si dirige verso San Francisco. Durante un temporale si ferma in un motel inquietante e solitario gestito da un giovane, Norman Bates – un Anthony Perkins che non è più riuscito a scrollarsi di dosso il personaggio vittima di un maniacale complesso di Edipo -, dai modi gentili ma dai comportamenti assai strani, completamente dominato da una madre della quale si ode la voce autoritaria. Poco dopo la ragazza viene assassinata sotto la doccia. Da questo momento altre persone arrivano nel motel sulle tracce della ragazza e non per tutti il soggiorno sarà piacevole fino al sorprendente epilogo finale… La scena della doccia montata e girata da Hitchcock tutta a pezzi (riprese oblique, primi piani veloci e campi medi in rapida successione) per non dare allo spettatore punti di riferimento, e che crea la sensazione forte della violenza compiuta sulla vittima senza mostrare in effetti quasi nulla, è diventata un ‘cult’ per ogni appassionato di Cinema.
Accade così che in anni recenti un film di tale portata e di tali fattezze sia diventato (primo in assoluto in questa nuova pratica) oggetto, non di rilettura, ma di rappresentazione fedele dell’originale da parte di Gus Van Sant, da intendersi non come un remake ma «come – sono parole del regista americano – la messa in scena di un testo classico»; può ragionevolmente parlarsi di un’autentica operazione di clonazione. In quanto a citazioni il film di Hitchcock ne ha avuto a iosa; basterebbe ricordare solo “Vestito per uccidere” del discepolo a lui più fedele, Brian De Palma. Qui in effetti non c’è alcuna volontà di competere con il capolavoro di Hitchcock ma piuttosto il desiderio di ‘consumare’ un sentito tributo al genio del regista inglese ed al suo film più singolare, un’operazione davvero molto particolare, forse anche la convinzione che ad un capolavoro del genere non si potesse aggiungere nulla o modificare niente. Van Sant ha compiuto quindi l’operazione inusuale di riproporre un film passato alla storia rispettandone con rigore filologico la sceneggiatura originale. Qualche differenza pur tuttavia si è resa necessaria nel corso delle riprese per ragioni che vi saranno presto comprensibili. Anzitutto il colore usato da Van Sant contro il Bianco & Nero di Hitchcock (utilizzato perché allora si temeva che una rappresentazione a colori del sangue avrebbe comportato problemi di censura). Sia il motel che la casa di Bates sono state oggetto di qualche modifica, e qualche piccolo aggiustamento è stato operato anche sui personaggi meglio assimilabili ad una ambientazione posposta ai giorni nostri (Norman, mentre spia la ragazza che si spoglia, si masturba, etc). Nella celebre scena della doccia sono maggiori le nudità visibili ed il sangue che scorre è più copioso. Vengono inserite alcune immagini ‘subliminali’ (si colgono in poche frazioni una donna nuda, una mucca, nuvole che scorrono nel cielo) inserite nelle scene più importanti del film. Poi alcuni dettagli, come ad esempio è diversa la quantità di denaro rubata da Marion, (400 mila dollari invece di 40); Lila, sorella di Marion, dimentica a casa dello sceriffo il walkman e non il cappotto, e mentre cerca qualcosa nella stanza di Norman trova una rivista porno invece di un libro senza titolo, ed ancora quando corre verso la stanza della ragazza urla “Sangue! Sangue! Sangue!”. Il detective prende due coltellate invece di una e diverso è il look della mamma con capelli sciolti e scomposti mentre nel film originario erano legati dietro la testa mentre, un altro particolare rispettato nella nuova versione è quella porta (errore di sceneggiatura) che si apre senza chiave. Gus Van Sant ha modificato la scena iniziale (quella della ripresa dall’elicottero che sorvola le strade cittadine) ma è rimasto fedele al desiderio del regista inglese che così avrebbe voluto dirigere la stessa scena ma senza riuscirci per difficoltà tecniche oggi superate. Tecnicamente poi, la fedeltà all’originale si coglie nei dialoghi che riportano parola per parola gli originali, addirittura nei titoli di testa che riecheggiano, in verde, quelli famosissimi di Saul Bass, e le musiche di Danny Elfman che sono un chiaro omaggio a quelle celebri e quanto mai aderenti alle stridenti ed ossessive dissonanze composte da Bernard Herrmann. Come Hitchcock anche Van Sant si concede una frazione della pellicola in cui apparire; e lo fa mentre attende di attraversare la strada quando Marion, all’inizio del film, rientra in ufficio. Si è cercato di rispettare le tecnologie adottate da Hitchcock ma qualche difficoltà Van Sant l’ha avuta; «Hitchcock era – egli afferma – talmente innovativo da manipolare la tecnologia per realizzare riprese che sono ancora oggi difficili e costose» come ad esempio la retroproiezione (per intenderci, quando un protagonista guida in macchina e si scorge il paesaggio alle sue spalle; scene che un tempo solitamente erano girate interamente in studio) attraverso un trasparente (che oggi è superata dagli effetti digitali). Qualche parola va spesa per gli interpreti; Anne Heche, più sensuale di Janet Leigh, regge il confronto con la protagonista originaria, mentre invece Vince Vaughn non può competere con il Bates interpretato da Anthony Perkins, nonostante provi ad accentuare la gestualità che mostra sia la latente omosessualità che una mente folle.
Il trasferimento in High-Definition, pur essendo stato oggetto solamente di un lavoro di pulizia, ha un look eccellente che rende più che gradevole la visione domestica del film di Gus Van Sant; giusto qualche criticità – con artefatti digitali – si registra nelle scene meno illuminate, comunque tali da non inficiare più di tanto la qualità complessiva. Il sonoro ha quel qualcosa di vintage che già nella visione in sala voleva rendere omaggio al film originale e alla colonna sonora di Bernard Herrmann. Gli extra contemplano uno speciale ‘Dietro le Quinte’, “Psycho Path/Making Of Psycho”, una featurette, “International News Reel Footage”, che racconta l’impatto avuto all’epoca dal film di Hitchcock, un’altra dedicata alla famosa scena della doccia con l’aggiunta di alcune immagini inedite, una galleria fotografica e il trailer originale.

 

 

(Luigi Lozzi)                                                © RIPRODUZIONE RISERVATA

 


(immagini per cortese concessione della Universal Pictures/Pulp Video)


(immagini per cortese concessione della Paramount/Universal Pictures)

NOTE TECNICHE
Il Film

PSYCHO
(Psycho)
Usa, 1998, 105’
Regia: Gus Van Sant
Cast: Vince Vaughn, Anne Heche, Julianne Moore, Viggo Mortensen, William H. Macy, Robert Forster, Philip  Baker Hall, Anne Haney.
Informazioni tecniche del Blu-Ray

Aspect Ratio: 1,85:1 / HD 1920x1080p/AVC
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1
           Italiano, Inglese Dolby Digital 2.0
Distributore: Pulp Video/CG Entertainment

 

SCHEDA del film di Hitchcock:
Titolo: PSYCO (Psycho)
Anno: 1960
Regia: ALFRED HITCHCOCK
Nazionalità: Usa
Interpreti : Anthony Perkins (Norman Bates), Janet Leigh (Marion Crane), Vera Miles (Lila Crane), John Gavin (Sam Loomis), Martin Balsam (Milton Arbogast), Simon Oakland (dottor Richmond), John McIntire (sceriffo Chambers).
Genere: Thriller
Soggetto: Joseph Stefano dal racconto di Robert Bloch
Sceneggiatura: Joseph Stefano
Fotografia: John L. Russell
Scenografia: Joseph Hurley, Robert Clatworthy e George Milo
Musica: Bernard Herrmann
Montaggio: George Tomasini
Produzione: Alfred Hitchcock
Titoli: Saul Bass
Durata: 108 m.
Distribuzione: Paramount/Universal

SCHEDA del film di Van Sant:
Titolo: PSYCHO (id.)
Anno: 1998
Regia: GUS VAN SANT
Nazionalità: Usa
Interpreti : Vince Vaughn (Norman Bates), Anne Heche (Marion Crane), Julianne Moore (Lila Crane), Viggo Mortensen (Sam Loomis), William H. Macy (Milton Arbogast), Robert Forster (dottor Simon), Philip  Baker Hall (sceriffo Chambers), Anne Haney (signora Chambers).
Genere: Thriller
Soggetto: ispirato al film omonimo di Alfred Hitchcock dal racconto di Robert Bloch
Sceneggiatura: Joseph Stefano
Fotografia: Chris Doyle
Scenografia: Tom Foder
Musica: Danny Elfman/Bernard Herrmann
Montaggio: Amy Duddleston
Produzione: Brian Grazer, Gus Van Sant
Prod.Esecutivo: Dany Wolf
Durata: 105 m.
Distribuzione: Universal